False fatture e documenti occultati,
tra gli imputati il patron della Civitanovese

CIVITANOVA - Il nuovo proprietario del club rossoblu, Giuseppe Cerolini, è sotto accusa insieme ad altre 21 persone al tribunale di Fermo. La difesa del fratello Mario, anche lui finito nei guai per la medesima vicenda: "Sono fatti di quasi 10 anni fa, non riguardano le attività imprenditoriali avviate in città nè la squadra. Attendiamo con fiducia l'esito del processo"
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L'imprenditore Giuseppe Cerolini, presidente della Civitanovese

L’imprenditore Giuseppe Cerolini, presidente della Civitanovese

Associazione a delinquere, fatture false per 100milioni di euro e occultamento di documenti contabili. Ventidue le persone imputate a vario titolo al tribunale di Fermo, in seguito ad una indagine della guardia di finanza, fra loro anche il nuovo patron della Civitanovese calcio Giuseppe Cerolini e il fratello Mario, direttore sportivo del team rossoblu. Il processo si è aperto ieri, tra gli imputati, a vario titolo, ci sono imprenditori e consulenti del Maceratese e del Fermano. Nove di loro sono civitanovesi, si tratta, appunto, di Giuseppe Cerolini, 48 anni, del fratello Mario, di Enrico Gismondi, 49, Angelo Recchi, 86, Francesco De Gregoriis, 50, Maria Giuseppina Marinozzi, 52, Antonio Cardinali, 64, Marco Gattafoni, 40, e Wasile Lacatus, romeno di 38 anni. I fatti contestati attraversano un arco temporale che va dal 2007 al 2011. Dopo l’udienza di ieri, dove si sono discusse solo questioni tecniche, il processo è stato rinviato ad ottobre del prossimo anno. La notizia ha però creato molto scalpore a Civitanova dove l’imprenditore Cerolini nell’ultimo anno ha realizzato importanti investimenti nel settore della ristorazione e dei locali, ma soprattutto nello sport, con l’impegno alla presidenza della Civitanovese calcio.

Mario Cerolini

Mario Cerolini

Si dichiara tranquillo Mario Cerolini: «è una vicenda di quasi 10 anni fa e non vorrei che si creasse allarmismo attorno ad un’indagine che non vede in alcun modo implicate le attività imprenditoriali avviate di recente a Civitanova o ancor più la Civitanovese calcio. E’ normale che con questo nostro impegno sportivo siamo più esposti e ci va bene, crediamo nella giustizia e attendiamo con fiducia l’esito del processo senza imbarazzi o preoccupazioni».

(l. b.)



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