L’Assemblea legislativa delle Marche ha espresso parere favorevole all’istituzione di una commissione consiliare di indagine sul caso Banca Marche. Ne fanno parte i nove capigruppo consiliari. In carica per quattro mesi al termine dei quali la presentazione delle conclusioni all’Assemblea. Si terrà invece a inizio marzo l’udienza al tribunale fallimentare di Ancona sull’istanza della procura che ha chiesto la dichiarazione di stato d’insolvenza della vecchia Banca Marche, ora in liquidazione coatta amministrativa e oggetto del decreto salva banche.
Il procuratore di Ancona Elisabetta Melotti che sta conducendo le indagini sulla vicenda Banca Marche
Sul fronte giudiziario in aula ci saranno magistrati del pool della procura che indaga sul ‘default’ dell’istituto di credito – il procuratore della Repubblica Elisabetta Melotti, i pm Serenza Bizzarri, Andrea Laurino e Marco Pucilli – e l’attuale commissario liquidatore di BM Bruno Inzitari, uno degli ex commissari straordinari fino alla creazione della Nuova Banca Marche. Non si escludono atti di intervento di creditori o ex amministratori. Se venisse dichiarato, lo stato di insolvenza sarà il presupposto che consentirà agli inquirenti di contestare anche reati di tipo fallimentare, tra cui la bancarotta fraudolenta: fattispecie che potrebbero assorbire alcuni dei reati societari addebitati a vario titolo nell’inchiesta ‘madre’ a 36 persone fra ex vertici e amministratori di BM, 12 dei quali accusati di associazione per delinquere. La bancarotta è punita con una pena tra i tre e i dieci anni di carcere con un termine decennale di prescrizione, che decorre dalla dichiarazione d’insolvenza.
Sul fronte politico la proposta votata oggi in assemblea era stata avanzata il 12 gennaio scorso, sottoscritta da quattordici consiglieri regionali di maggioranza. Successivamente, il 26 gennaio, la Conferenza dei presidenti dei gruppi assembleari aveva votato a favore della proposta di istituire una commissione speciale composta dai nove presidenti dei gruppi. “Si tratta – ha affermato il vicepresidente del Consiglio regionale, Renato Claudio Minardi – di un’operazione di trasparenza”. “Sono favorevole – ha detto Mirco Carloni (Ap – Marche 2020) all’istituzione di questa commissione. Dobbiamo farlo in fretta. Occorre dare una verità storica a quello che è accaduto e ricostruire i passaggi che hanno determinato la vicenda”. Per Gianni Maggi (M5S)“è importante che tutta la minoranza sia rappresentata al suo interno”. Una commissione, ha detto Luca Marconi (Udc), che non deve essere “né giustizialista né forcaiola”. Il consigliere Enzo Giancarli (Pd) ha invece chiesto le motivazioni per cui si istituisca una commissione d’indagine e non d’inchiesta. Il consigliere Gianluca Busilacchi (Pd) ha detto che avrebbe preferito che la Commissione d’indagine si fosse costituita all’interno della seconda Commissione consiliare di competenza. Per Sandro Bisonni (Misto) “non è rilevante che si tratti di commissione d’indagine o d’inchiesta”. “E’ importante – ha detto Jessica Marcozzi (FI) – focalizzare l’attenzione sui risparmiatori”. Il gruppo forzista ha convocato una conferenza stampa sul tema per venerdì prossimo. L’assessore al Bilancio, Fabrizio Cesetti, pur riconoscendo i limiti di questa commissione, come evidenziato da Bisonni o dal consigliere Luigi Zura Puntaroni (Lega Nord), ha ribadito la sua utilità e necessità per porre un faro su questa vicenda”.
La commissione sarà dunque composta da Gianluca Busilacchi (Pd), Boris Rapa (Uniti per le Marche), Luca Marconi (Popolari Marche- Udc), Giovanni Maggi (M5S), Luigi Zura Puntaroni (Lega Nord), Jessica Marcozzi (FI), Mirco Carloni (Area Popolare-Marche 2020), Elena Leonardi (FdI), Sandro Bisonni (Misto). Saranno nominati un presidente e un vice, rispettivamente della minoranza e della maggioranza. I voti dei componenti della Commissione saranno calcolati con il sistema del voto ponderato in relazione alla consistenza del gruppo per l’approvazione delle relazioni per l’Assemblea. Entro tre mesi e non più quattro, come previsto da un emendamento presentato dal consigliere Piero Celani (FI) votato a favore, dalla sua costituzione, la Commissione dovrà concludere i lavori e presentare le proprie conclusioni all’Assemblea legislativa”. Votato un emendamento presentato dall’ufficio di presidenza, che prevede la possibilità da parte dei capigruppo di delegare altri consiglieri a rappresentarli al loro posto.
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Direi che con la scesa in campo anche di questa commissione d’inchiesta ormai di riuscire a dormire per gli indagati non se ne parlerà proprio più.
Cosa se ne faranno e a che cosa di nuovo e positivo potra’ portare una commissione composta da un manipolo di politici che non hanno neanche le idee chiare se sara’ d’inchiesta o di indagine?Quando scopriranno l’acqua calda poi cosa succede?Assolutamente niente.Molto meglio concentrarsi sulle indagini della procura,magari dando all’inchiesta una accelerazione,e vedere cosa succede a marzo alla dichiarazione d’insolvenza della banda.Se venisse accertata allora si che si aprirebbero per molti le porte delle patrie galere.Ma se alle indagini ed alle conclusioni della procura non seguono iniziative concrete e risarcitorie di tutti i risparmiatori rapinati( non truffati) sapere qualcuno in galera e’ una ben magra consolazione.Pensate se tanto mi da tanto cosa ci facciamo di una commissione composta da politici,gli stessi che hanno consentito negli anni con il loro silenzio lo scempio e la distruzione di una banca con a capo Ceriscioli che esultava per il decreto salvabanche,confermando l’assoluta ignoranza in materia.Questa iniziativa non servira’ neanche a recuperare un po’ di voti,la gente non dimentichera’ tanto facilmente,a meno che non si adoperino per fare recuperare il maltolto,ma per fare questo occorrerebbe coraggio,autonomia e credibilita’,quindi….
Bravo Nardino, analisi perfetta. Ugualmente trovo stucchevole, nonché inutile sperpero di denaro pubblico, la Regione che si costituisce parte civile.
È sicuramente un vecchio finanziamento, quindi prescritto ma per far capire da quanto lontano parta la mala gestio di Banda Marche, sappi che nel maggio 2005 una società chiamata Terzo Millennio, proprietaria dell’area Ceccotti a Civitanova, vede ANNULLARSI IL PIANO PARTICOLAREGGIATO DAL TAR MARCHE
Nella Banda, suggestionati da cotanta operazione, hanno finanziato la realizzazione del piano annullato con 13 milioni di euro.
Chiedimi che fine ha fatto là Terzo Millennio?
Fallita.
Chiedimi chi erano i soci?
Per 4/5 falliti.