Addio a Gilberto Tartarelli,
colonna del tifo della Maceratese

MACERATA - Lutto per la scomparsa di uno dei supporter più conosciuti del club biancorosso, aveva 48 anni e lo chiamavano Uomo ombra. E' stato stroncato oggi pomeriggio poco dopo le 16, da un male incurabile. Il ricordo dell'amico Filippo Davoli: "Una persona d'oro, semplice, splendida. Non l'ho mai visto arrabbiato"

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Gilberto Tartarelli

Gilberto Tartarelli

di Gianluca Ginella

Lo chiamavano l’uomo ombra perché usava sedersi allo stadio in silenzio e assistere alle partite della Maceratese. E tutti in curva e all’Helvia Recina, lo conoscevano: Gilberto Tartarelli aveva 48 anni, un male incurabile lo ha stroncato oggi pomeriggio alle 16,30 mentre si trovava ricoverato all’ospedale di Macerata, dove è stato trasportato per l’aggravarsi delle sue condizioni. E’ spirato con i suoi amici al suo fianco. Poi la notizia della morte del 48enne, che è corsa in città come su internet. Sulla pagina Facebook de La Sportiva, che racconta i fatti della Maceratese, è stato ricordato così: «Un altro lutto ha colpito nelle ultime ore la tifoseria biancorossa, Gilberto ci ha lasciato, era conosciuto da tutti come uomo ombra». Per quella cosa del sedersi a tifare in silenzio. Ma in silenzio non se n’è andato, perché la notizia della sua morte ha subito suscitato reazioni, ricordi ed emozioni forti per chi lo conosceva. Tartarelli, che non era sposato e non aveva figli, viveva con la mamma in via Lauri, nel centro storico di Macerata. Faceva il muratore insieme al fratello Roldano (ha anche una sorella, Luigina). Suo papà, Peppe, era stato presidente del circolo Il giardinetto di Macerata. Al suo fianco, quando è morto questo pomeriggio, c’era uno dei suoi amici di sempre, il poeta Filippo Davoli. «Gilberto era un pezzo di pane, era buono, non l’ho mai visto arrabbiato – ricorda Davoli –. In tantissimi anni che ci siamo frequentati non sono mai riuscito a vederlo arrabbiato con nessuno, sempre generosissimo con tutti. Era il classico maceratese: alla mano, simpatico, amico di tutti, sempre sorridente, grande forchetta. Una persona semplicissima, una persona d’oro, umile, splendida. Mi mancherà». A metà febbraio aveva scoperto di avere un male incurabile, nel giro di due settimane la malattia l’ha sopraffatto.



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