Chiedo a chi ne sa più di me: possiamo stare tranquilli sul famigerato mutuo sottoscritto per completare il palace e garantito dal comune di civitanova marche (cioè noi)?
@Antonio oro
forse data l'età non sono più molto sveglio (mi aiuti a chiarirmi), ma non capisco come, se questo palazzetto è tanto utile per dare lustro alla nostra città e se non è vero che pesa sulle nostre tasche dal momento che la Lube pagherà un lauto affitto per la struttura, come mai su queste stesse pagine ho letto che saremo "condannati" a pagare per ben 30 anni un contributo per la gestione di almeno 70mila euro l'anno (aumentabili se non dovessero bastare). E come mai, visto che quest'opera, una volta in funzione provocherà un notevole aumento dell'affluenza in quella zona, che andrà a sommarsi a quello delle altre strutture, il sindaco ha rinunciato ad un contributo europeo per circa un milione e mezzo già assegnato per migliorare la viabilità in quella zona tramite l'effettuazione di un sottopasso in via einaudi e la contemporanea realizzazione della stazione? Questa avrebbe permesso a chi arrivava dall'Autostrada o dalla superstrada, di parcheggiare in quella zona per poi prendere il treno per il centro, alleviando il traffico in città con beneficio anche per le polveri sottili. Ma la motivazione del sindaco fu che dovendo sborsare una parte del costo dell'opera, la città non poteva permetterselo perchè non c'erano soldi.
Poi invece i soldi si sono trovati. Però abbiamo rinunciato a un milione e mezzo di euro........
La cosa non solo è auspicabile, è necessaria! Però... mi spiegate allora perché appena insediati avete rinunciato al finanziamento europeo per la realizzazione del sottopasso di via einaudi ed opere accessorie con la motivazione che non ci sono soldi per finanziare quanto di parte del Comune. Forse improvvisamente sono saltati fuori?
A volte credo di essere fuori dal mondo! Ma come, in un momento in cui tutta Italia è continuamente sotto maree di acqua e fango, un clima a cui temo dovremo sempre più adattarci visto che i grandi della terra se ne fregano di mettere mano ad una inversione di tendenza in fatto di riscaldamento del globo, noi continuiamo ciecamente a scavare buche per terra che alla prima pioggia probabilmente si riempiranno d'acqua? Proprio non capisco....
Condivido il commento di Teresa Punzo. Capita spesso di vedere sacchetti fuori giorno di raccolta e delle tipologie più svariate nei bidoni riservati ai pannoloni e, qualche volta, addirittura nell'umido. Chi si comporta in questo modo sfavorisce coloro che si attivano per fare le cose correttamente. Siamo in Italia e forse questi signori si ritengono più furbi delgi altri, visto che tanto non ci sono controlli e conseguentemente multe: che allora ci sia almeno lo stimolo di una riduzione personalizzata della tassa a seconda del conferimento che si fa. 8 persone in 60mq fanno probabilmente più immondizia di 1 persona in 200mq. Ma se viene fatta correttamente la differenziata, allora può essere benissimo il contrario.
Dal momento che non mi risulta che nel periodo estivo sia stato abolito il codice della strada a Civitanova, dico che i comportamenti arroganti di chi pretende di parcheggiare in maniera selvaggia (non parlo di pochi centimetri di ruota fuori dalle strisce, anche se pure questo è previsto), vanno sanzionati, anche per rispetto a coloro i quali, per non incorrere in sanzioni, consumano gomme e carburante per cercare posti liberi ove parcheggiare regolarmente. Vorrei soltanto che questo sia la normalità di tutti i giorni, non soltanto di operazioni spot o dell'umore più o meno gaio del vigile di turno. Tutti vogliono parcheggiare a pochi centimetri dal posto dove debbono recarsi! Ieri sera, sul corso Umberto erano diversi posti liberi: dai giardini ex ente fiera a tutto il lungomare, invece, era il caos. Auto parcheggiate in piena curva agli incroci, sulle strisce pedonali, sui posti destinati ai motoveicoli, perfino quelli destinati ai portatori di handicap erano occupati da chi non aveva il tagliando esposto ( e si che anche su queste pagine l'amministrazione aveva dichiarato guerra a questo comportamento incivile).
Ma il colmo è stato vedere un Ferrari rosso fiammante parcheggiato sul marciapiede, nell'ansa che questo compie davanti all'ingresso dello SHADA. Ma tanto si sa, la sera si può fare quello che si vuole, tanto non ci sono vigili che possano contestare queste infrazioni. Ci sarebbe stato di che tenere occupati una ventina di carri attrezzi e rimpinguare le casse comunali (altrimenti come si raggiungono i 700 mila euro di multe messe a bilancio?)
......Dimenticavo..... E se poi tutti sono al proprio post di lavoro, chi potrà andare per negozi?..
@Costantini....
Giustissimo quello che dici.... non bisogna fare un dramma se si lavora. Penso che nello stabilimento chimico di tuo padre, però, ci sia stato personale sufficiente a coprire i turni dando i giusti periodi di riposo e soprattutto le giuste tutele in fatto di salari, riposi ecc..
Forse dovremmo sentire cosa pensano i dipendenti dei piccoli esercizi i quali, dovendo stare aperti per "reggere" la concorrenza dei grandi centri commerciali, fanno fronte alle aperture con lo stesso personale, per chi ne ha, oppure facendo fronte con lo stesso titolare che non conosce più cosa sia stare in famiglia.
Ha ragione chi ha detto che tutte queste aperture, fatte per strapparsi i pochi clienti che ancora possono permettersi di spendere, non fanno altro che aumentare i costi di gestione, a fronte di esigui aumenti di incassi.... aumenti che rischiano poi di svanire se il tuo concorrente "batte la grancassa" più forte di te.
La domanda è: E' giusto lavorare nelle festività, comprese quelle contemplate dalla legge 27 maggio 1949, n 260?
Per coloro che asseriscono sia giusto, faccio una provocazione: se, come espresso da qualcuno, si equipara lo shopping a servizi essenziali come gli ospedali, allora mi chiedo perché oggi gli uffici comunali sono chiusi, le fabbriche ed i laboratori ed i grossisti, he poi debbono produrre e rifornire i punti vendita aperti (è inutile che siano aperti se poi non hanno l'assortimento di merce), sono chiusi. sono chiusi anche i panifici, perfino i giornali domani non usciranno perchè i tipografi oggi fanno festa.
Se è giusto lavorare, perchè non lavorano tutti? E non è soltanto un discorso di turisti che non troverebbero di che soddisfare i propri bisogni; è notizia di ieri che in città di vocazione turistica maggiore della nostra (ma poi la nostra lo é) sono chiusi diversi musei e centri d'arte perché non ci sono i fondi per pagare i custodi. Lavorare gratis non lo fa nessuno.
A proposito di lavorare gratis, per chi ha fatto commenti alludendo ai "buoni posti" da tenersi ben stretti, posso essere d'accordo sulla seconda parte dell'affermazione in quanto , purtroppo, l'andazzo occupazionale è quello che è, ma sul bontà di certi posti non lo sarei proprio per nulla se il contenuto di questo articolo rispecchia la realtà https://www.cronachemaceratesi.it/2014/04/28/i-centri-commerciali-contenitori-di-occupazione-precaria-sempre-piu-diffusi-i-voucher/457363/ . Anche per posti nel mondo della ristorazione in generale, soprattutto nelle nostre zone,e senza voler generalizzare, conosco diversi ragazzi che, usciti dalla scuolaalberghiera, non rimediano altro che contratti i quali assommano alla breve durata, senza garanzia di rinnovo, l'esiguità dei compensi che, se rapportati alle ore lavorate possono arrivare anche alla favolosa cifra di 3 euro l'ora. E allora di che parliamo?
Non ho niente contro il lavoro H24 sette giorni su sette, ma solo se ci si dota del personale sufficiente a garantire turni di lavoro che permettano di seguire anche le famiglie. Ci rendiamo conto che al giorno d'oggi per rincorrere il lavoro non si riesce più a parlare in famiglia? E quelle poche volte che lo si fa, magari stressati dal lavoro, ci si manda a quel paese e le famiglie si sfasciano più facilmente di prima?
Per tornare ai centri commerciali e supermercati in genere, sarei propenso ad una turnazione così come avviene ad esempio per le farmacie: una volta l'uno e una volta l'altro, salvaguardando così gli interessi dei consumatori che hanno il diritto di trovare una struttura aperta, in caso di bisogno, ma anche dei lavoratori. E perché no, estendere i turni agli idraulici, gli elettricisti, i meccanici, i gommisti eccc. PROVATE A TROVARNE UNO OGGI!!!!!!
Questo palazzetto assomiglia molto alla tela di Penelope.....
A proposito, vi ricordate questo articolo?
https://www.cronachemaceratesi.it/2013/03/28/la-spending-review-cancella-il-sottopasso-di-via-einaudi/307558/
L'Amministrazione Comunale ha rinunciato a fondi europei perché "non c'era di che far piangere un cieco"
ed ora invece copriamo tutte le spese pur di accontentare la Lube ( e forse l'ambizione di qualcuno).....
@ Bonifazi
....appunto, chiedete ad Angelini. Ma fatevi anche dare un bilancio perché, mentre quello delle Comunali è pubblico, di quello dei privati non se ne sa mai nulla, salvo scoprire poi, nella rete, che sono sempre di più quelle che falliscono o hanno forti difficoltà.
Qualcuno ricorderà (forse) che quando su queste pagine imperversava la polemica se vendere o no le farmacie, intervenni riportando i dati di una ricerca fatta su internet. provate a farla anche voi.... basterà digitare "fallimento farmacie" e ne vedrete delle belle.....
Siamo sicuri che sarà sufficiente per accorciare i tempi di attesa? Mia moglie ha dovuto prenotare un ecodoppler e si è sentita rispondere che il primo posto libero è a dicembre. La struttura privata di Villa Pini addirittura non sa ancora la data di quando si potranno ricominciare le prenotazioni. Uno o paga , ed allora può fare l'esame anche l'indomani, oppure può anche morire. Se però si va fuori Regione i tempi si accorciano e di brutto. Questa non sono riuscito sinceramente a capirla.....
Se, come ho letto in un'altra testata giornalistica, la Lube dovesse ritenersi libera da ogni vincolo, qualora entro agosto non sia pronto il Palas (cosa ormai quasi certa, visti i tempi), corriamo il rischio di non avere più la fiera e di ritrovarci con una cattedrale nel deserto senza utilizzo. Chi pagherà le spese di mantenimento del Palas, Corvatta e soci?
Attenzione che l’argomento è delicato e proprio per la sua delicatezza occorre trattarlo senza superficialità e pregiudizi.
I vaccini, come è stato già detto, sono farmaci e proprio per la loro natura chimica possono avere controindicazioni: non per questo non prendiamo più farmaci. Anzi lo sport preferito da molti è recarsi dal medico per farseli prescrivere e magari ci si arrabbia perché non ci assecondano.
Se leggiamo i foglietti a corredo di ogni farmaco, visti i possibili effetti collaterali e le controindicazioni, dovremmo starne alla larga tutti? Eppure le farmacie sono sempre piene. Si arriva addirittura a ordinarne via internet per aggirare l’obbligo di ricetta (spesso lo si sente riferito al viagra che pure, se preso senza controllo medico e abusandone, può essere dannoso fino ad essere letale).
Tornando ai vaccini, per quello che ne so io, hanno contribuito a debellare diverse malattie altamente contagiose e letali, tanto è vero che in paesi africani dove questa pratica non viene effettuata su larga scala, la mortalità ad esse imputabile è elevata: con il fenomeno dell’immigrazione, soprattutto quella clandestina, proveniente da quei paesi, si stanno riaffacciando e ci trovano impreparati perché, ad esempio per il vaiolo, da noi non è stata più praticata la vaccinazione in quanto considerato debellato.
Assodato che i medicinali tutti sono potenzialmente tossici (è risaputo che ci sono stati decessi anche causati da antidolorifici ed antinfluenzali da banco, senza obbligo di ricetta, e per questo erroneamente considerati sicuri dal comune sentire) ma che per questo non sono da demonizzare: è scontato che per coloro i quali si verifica il triste caso statistico del “ 1 su 1000000”, per questi si tratta del 100% di effetto negativo mentre per gli altri 999999 si è rivelato innocuo.
Per carità, ognuno è libero di decidere per i propri figli, ma ci si pone il dilemma nel caso in cui si decida di non vaccinare il proprio figlio e poi malauguratamente dovesse ammalarsi?
Con questo non voglio sminuire quello che è accaduto a queste famiglie cui va tutta la mia solidarietà.
Fanno benissimo a sollevare il problema ma secondo me, più che contro la vaccinazione in quanto tale, per porre l’accento sulla troppo frequente superficialità da parte di alcuni operatori che, come citato anche nell’articolo, liquidano la pratica come routine anziché svolgere tutto il lavoro preparatorio di anamnesi e di informazione (parlando e spiegando, non sottoponendo un foglio da firmare che spesso noi comuni mortali non siamo in grado di capire), soprattutto quando si ha a che fare con i bambini.
Effettivamente dell’adozione di una specie di libretto sanitario dove annotare tutto quel che abbiamo avuto o le terapie che abbiamo fatto, da portarsi dietro e consultare in caso di emergenza (oggi con le tessere magnetiche sarebbe facilissimo farlo) se ne è parlato più di una volta ma non si è mai fatto: sempre per i soldi?!?......
E c'è qualcuno che si meraviglia del proliferare delle linee autobus a lungo tragitto che ormai sono quasi sempre piene e collegano i due mari e nord e sud italia, il tutto "grazie alle inefficienze di trenitalia ed anche a costi più bassi. Come si pretende di incentivare l'uso del treno se poi gli episodi come quello descritto sono sempre più frequenti? E' la solita storia della politica dei tagli: a forza di tagliare si rischia di tagliarsi anche..........
@La finestra sul cortile
A quanto pare, per ammissione di esponenti di maggioranza nello stesso consiglio comunale, non si possono toccare perché se si mettono di traverso bloccano tutto il lavoro del Comune, dal momento che gli assessori, senza di loro, non saprebbero che pesci pigliare, nei settori di loro competenza.
Evidentemente se il Presidente Costamagna ha sentito il bisogno di rilevare questa inefficienza, alcuni dirigenti non fanno il loro dovere nel controllare i propri sottoposti, ed allora perché non iniziare col redarguire costoro? Ciascuno deve assumersi gli oneri che gli competono.
A Costamagna direi : Basta sparare nel mucchio. Ci sono dipendenti che fanno il loro dovere ed altri che non lo fanno, ed io, essendo stato un dipendente pubblico, già allora non ne potevo più di essere additato come fannullone dall'opinione pubblica a causa di scansafatiche che non venivano mai toccati in quanto protetti da questo o da quel politico. Ci vuole il merito!
Per quanto riguarda il richiamo al dover lavorare di più, tutto il consiglio comunale dovrebbe fare un esame di coscienza visto che non si riesce a smaltire il lavoro programmato ed inoltre sono in attesa di discussione diverse mozioni che, col passare del tempo diventano anacronistiche: un esempio su tutti quella presentata dal consigliere De vivo circa l'utilizzo di eventuali risparmi sulla gestione dell'evento "FUTURA", andato in discussione quando ormai era stata scritta la parola FINE.
Perchè il Presidente non redarguisce i consiglieri della maggioranza che, con la loro assenza hanno determinato il presupposto atto a far saltare l'ultimo consiglio?
Forse mi sbaglio ma, a leggere i commenti, sembra che il @ gian berdini del commento n. 4 e quello del commento n. 14 siano due persone ben diverse. Il primo inappuntabile nello stile, il secondo invece....
Pienamente d'accordo con il consigliere Rossi. La legge è uguale per tutti e se si vuole trasparenza dagli altri la si deve anche dare. Però, altrettanto coerentemente, il consigliere Rossi dovrebbe chiedere le dimissioni del Suo Sindaco per la vicenda Imu dello studio professionale. Se per una cosa simile si è dovuto dimettere un ministro della Repubblica (Idem), perché non dovrebbe farlo un Sindaco?
Ora ho capito perché sono stati respinti i due emendamenti per creare 20000 euro di risorse a favore dei bambini delle scuole che usufruiranno dei servizi estra dell'atac!! Erano già impegnati per le luminarie. Ecco le priorità di questa Giunta. Come dire che in una famiglia in tempo di ristrettezze economiche, nel dover scegliere tra un paio di scarpe per i fligi o un albero di natale nuovo, nessun dubbio sulla scelta: L'albero di natale ovviamente!!!!!!
@Pierpaolo Iacopini
E che ti aspetti dalla sinistra dei giorni nostri, la quale tende ad essere più liberale delle destre?
Dov'è la sinistra dei miei tempi in cui gli appartenenti delle classi operaie potevano identificarsi?
Ci ritroviamo, anzi, in una situazione in cui certe volte sembrano ad essere più le destre a fare discorsi di sinistra che non il PD. Non ci si capisce più niente. E poi si lamentano se la gente non va più a votare........
Sbaglio o la gran furbata della Giunta, di aumentare l'aliquota IMU per ottenere un rimborso più alto da parte dello Stato, ci si ritorcerà contro perché la manovra uscita dal Parlamento prevede la copertura solo di una parte di essa? Che farà ora il Sindaco la farà pagare a noi cittadini o tornerà sui propri passi? Io tengo sempre la vasellina pronta......
I contrari all'abolizione delle province hanno sempre sostenuto la loro posizione adducendo il fatto che non vi sono altre figure che possono provvedere meglio di loro alla manutenzione del territorio. Se i risultati sono questi allora ben venga l'abolizione delle province. Oltre agli allarmi della protezione civile, che ora arrivano puntualmente con alcuni giorni di anticipo, è ormai statisticamente comprovato che soprattutto nei periodi ottobre-novembre e marzo- aprile si verificano fenomeni che di straordinario ormai non hanno più nulla, vista la monsonizzazione del nostro clima; OCCORRE FARE PREVENZIONE, pulire i fiumi e rinforzarne gli argini, pulire i fossi (anche i più insignificanti) i canali di scolo a fianco delle strade i tombini ecc.
Dicono: NON ci sono fondi. Ed i fondi per ripristinare i danni dopo queste calamità non sono forse molto più ingenti?
Se non si è in grado di fare il proprio lavoro, allora perché difendere l'istituzione "Provincia"? Forse perché con la sua difesa si mettono al sicuro i propri stipendi e le proprie carriere politiche.....
@riccardo santini
Ha ragione, Riccardo. Ma cosa vogliamo aspettarci da chi bada solo alle apparenze piuttosto che alla sostanza? Ci meravigliamo di quello che si dice ,più o meno inopportunamente (dipende da come la pensa ciascuno di noi) in uno scambio virtuale di sciocchezze, di quelle che si dicono anche nelle conversazioni da bar (come giustamente rilevato da qualcun altro), piuttosto che vedere come si comporta quotidianamente una persona. Su queste pagine ne sono state dette di tutti i colori tra persone che si sentono offese e tradite da una squadra di pallavolo (?!?), cosa dovrebbero pensare coloro che per sbaglio le avessero lette senza sapere della rivalità campanilistica tra le due città? Se le persone avessero un pò di onestà intellettuale, ammetterebbero che più di una volta hanno sentito o detto frasi diventate luoghi comuni come"era meglio quando era peggio" oppure " Ha da venì baffo" " certa gente meriterebbe una scarica di manganellate" ecc. Su una cosa sono d'accordo: forse era il caso non venissero dette da chi occupa posti che li espongono a ritorsioni. La Si.ra Sglavo ha commesso la leggerezza di non ricordarsi che in politica, a tutti i livelli, c'è sempre chi è in agguato, pronto a sfruttare politicamente le tue gaffes o le tue debolezze. I famosi fuori onda delle Iene o di Striscia la notizia li abbiamo visti tutti, si sono forse dimessi gli interessati?
Il suo partito , invece di difenderla e fare quadrato intorno a lei, data la sua giovane età e la sua inesperienza, l'ha lasciata sola ed i suoi "alleati" si sono defilati anche loro, tutti pronti a chiedere al Sindaco l'assegnazione dell'incarico: la poltrona è sempre ambita. Tutti senza curarsi, come da te giustamente sottolineato, di come sarebbe andata avanti una iniziativa che aveva cominciato a dare frutti apprezzabili, in un periodo dove non è mai abbastanza l'impegno profuso nei confronti di chi ha bisogno.
Per usare lo stesso metro si può dire che non ci si poteva aspettare altro da chi in consiglio comunale boccia una mozione a favore dei più deboli con la motivazione che " la cultura è più importante della solidarietà".................
@Giorgio Rapanelli
Non voglio entrare nella polemica campanilistica, ed a questo proposito vorrei esortare lei e chi, come lei, si lascia andare a queste inutili polemiche a fare altrettanto. A me preme solo riuscire a capire con quale logica ha agito finora l'Università nell'accettare di sparpagliare in tutta la regione sedi distaccate e corsi di laurea. I decentramenti sono sempre stati economicamente ed organizzativamente svantaggiosi, per una serie di motivi che dovrebbero essere noti a tutti.
Non vorrei che alla fine tutto sia sempre e solo riconducibile ad interessi economici. Quando a Civitanova fu istituita la sede universitaria, il Rettore di allora avrà sicuramente valutato le strutture poste a disposizione e con la sua esperienza avrebbe dovuto valutare se esse rispondevano alle esigenze richieste nonché atte a sostenere un auspicabile incremento delle iscrizioni, altrimenti, se non doveva crescere, perché cedere ed istituirla? Forse l'università in quel momento era in ristrettezze e i contributi ricevuti dai vari comuni, sedi di decentramento sparsi in tutte le marche, facevano comodo? Forse ora questa necessità non c'é più ed ogni scusa è buona per riportare il tutto come era prima? Da quanto ne so anche Spinetoli ha subito lo stesso trattamento a favore del riaccorpamento con la sede di Acsoli.
Il Sindaco e l'Assessore hanno perso l'occasione di far vedere che il loro osteggiare il trasferimento a Civitanova fosse l'attaccamento alla squadra che ha reso famosa Macerata nel mondo. Dopo aver disatteso le aspettative della squadra e dei tifosi, negando quello che Civitanova (almeno a parole, PER ORA) intende dar loro, ora fanno anche gli offesi e restituiscono gli abbonamenti (avuti omaggio tra l'altro)...............
Ma ve lo immaginate l'assessorato ai servizi sociali affidato ad un esponente di coloro che in consiglio comunale hanno bocciato la mozione presentate dal Consigliere De Vivo con la motivazione che "la cultura è più importante della solidarietà".........
@Pierpaolo Iacopini
quella del fotovoltaico non la sapevo! Non ho motivo di dubitare di quanto asserisce, visto i suoi interventi sempre ben circostanziati, ma mi interesserebbe saperne un pò di più al riguardo.
600.000 euro di mancato introito in un bilancio che piange, a detta del Sindaco e dei suoi assessori, tanto da spingerli a manovre che incidono sui cittadini, vedasi aliquota imu o tarsu ( o come diavolo si chiamerà), che aumenta pur aumentando la percentuale di fifferenziata che, al contrario, avrebbe dovuto invece portare un beneficio su questo fronte. E nessuno dice niente????????
Perché stupirsi? Non è forse sempre stato detto che in Italia il piccolo ripecchia il grande e viceversa?
In Parlamednto non si sono spesso viste scene in cui il relatore di turno parla ad una platea assente (spesso anche fisicamente) salvo poi correre al loro scranno perché c'è la votazione? si vota secondo la direttiva del capogruppo senza magari averci capito granché su quanto si è discusso!
La dimostrazione è sulla mozione del consigliere De vivo che, solo perché sospetta di andare contro l'operato dell'assessore, viene bocciata dopo breve battibecco interno alla maggioranza, con l'opposizione che se la ride sotto i baffi. Ma come, una forza di sinistra che dovrebbe curarsi dei più deboli e quindi ci si aspetta voti a favore, visto anche che, vero o non vero dei risparmi di spesa ci sono stati, sconfessa uno di loro? La cultura è meglio della solidarietà. Andiamo bene...
Penso che alle prossime elezioni non sarà solo L'assessore Sglavo che non voterà più a sinistra.....
Penso che tra martedì e Venerdì tutti i commenti di questi giorni troveranno la loro quadratura:
Le farmacie si DEBBONO vendere per estinguere parte dei mutui ed avere possibilità di accenderne di nuovi da utulizzare in parte per il nuovo palazzetto, visto l'aumento dei costi.
Tradotto: le Farmacie si vendono per finanziare il palazzetto. Buona visione delle partite.....
@ maurobi
"morte non venga che scusa non manca" diceva un vecchio proverbio. Con la fame di soldi che le amministrazioni comunali di tutta Italia hanno (come lo Stato per la verità), non ci pensano due volte a passare sopra le teste dei lavoratori. Piano piano, una alla volta saranno sacrificate tutte le partecipate, in nome del "privato è bello" oppure "non ha più senso lo stato imprenditore" ecc.
Ho detto in altro commento che fossi nei dipendenti delle partecipate tutte, Atac compresa, non mi sentirei molto tranquillo, perché una volta dato il via alle privatizzazioni, poi sono come le ciliegie, una tira l'altra. Mai che si inizi a fare una seria politica di razionalizzazione della spesa unita ad un attento controllo sulla gestione delle entrate: evasioni fiscali, contributive,ecc. Prendete l'Imu, ad esempio: se a Roma non possono sapere se ci sono case fantasma a civitanova, l'amministrazione comunale, che in una cittadina piccola come la nostra specialmente ci dovrebbe conoscere tutti, dovrebbe chiedere conto a chi ha gestito le aziende erogatrici di utenze, perché non hanno dato corso alla direttiva prevista in finanziaria 2005 ove si disponeva raccogliessero i dati catastali delle abitazioni cui avevano erogato il servizio. E se esse lo hanno fatto, non si può cadere dalle nuvole perché il caso è finito in televisione, occorre verificare dove c'è stato l'intoppo. L'Ici o l'Imu non versata o versata erroneamente, non dico che avrebbe sanato il bilancio della città, avrebbe sicuramente alleviato la situazione; e visto che il comune riceve copia delle dichiarazioni dei redditi, nessuno mai si è accorto che "tizio" che ha un certo tenore di vita magari chiede l'esenzione per la mensa scolastica?...
Ma il discorso porterebbe troppo lontano. Iniziamo intanto con i farmacisti poi si vedrà......
Chissà perché i fattori contingenti dovuti alla crisi economica valgono per giustificare i PASSIVI di alcune aziende mentre non valgono per i RIDOTTI ATTIVI di altre.........
Questo nonostante il contributo del comune....
@ Stefano Valenti
Prendendo spunto dalla trasmissione andata in onda, mi allaccio al suo discorso per segnalare come, secondo me, la cosa è da dividere in due parti: la prima riguarda la difformità di accatastamento , la seconda proprio il mancato accatastamento (le case fantasma).
Io, come penso tutti gli utenti dell'Enel, ho ricevuto ad ottobre 2008 un documento dove mi si chiedeva di dichiarare gli estremi catastali dell'immobole oggetto della fornitura, in forza di quanto stabilito dalla legge finanziaria 2005, la quale stabiliva che TUTTE le aziende erogatrici di forniture di utenze (elettriche, acqua, gas) erano OBBLIGATE alla rilevazione dei dati e loro trasmissione all'Agenzia delle Entrate per i controlli del caso. Le sanzioni erogabili a coloro che non fornivano i dati richiesti andavano da €103 a €2065.
http://www.enel.it/it-IT/clienti/enel_servizio_elettrico/moduli_on_line/dati_catastali/
http://www.enel.it/it-IT/doc/clienti/enel_servizio_elettrico/Modulo_catasto_ESE_2008.pdf
Ora io non sono riuscito a capire se a Civitanova ci sono, ed eventualmente in che numero, le case fantasma. In tutti i casi, mi sembra che di responsabilità a livello del Comune e delle Sue Aziende, sotto qualsiasi amministrazione, sia da chiarire in quanto, ALMENO A ME, da parte dell'efficientissima Atac o Gas Marca, non è arrivata alcuna richiesta.
Se non si è trattato di un disguido soltanto nei miei confronti, le Aziende comunali per prime sono state inadempienti nei confronti della legge. Se fossero state fatte le rilevazioni e, magari, comunicate anche all'ufficio tributi del Comune per controlli più rapidi, almeno le case fantasma sarebbero state subito individuate senza dover aspettare le foto aeree . Per le altre, visto che tutti diciamo di avere gli occhi per vedere, chi di dovere avrebbe dovuto accorgersi della difformità e sollecitare i proprietari a dare spiegazioni. Come si può dar retta a coloro i quali, per la verità non solo della Lega, auspicano una gestione più prossimale delle tasse adducendo la motivazione che la vicinanza tra l'Ente locale ed i propri cittadini sarà foriero di un reciproco benefico controllo?
Questo veramente porterebbe ad una più ampia considerazione anche sulle dichiarazione dei redditi che potrebbero sembrare poco veritiere e che, se il Comune ed i suoi enti verificassero (vista la prossimità) , porterebbe all'emersione di alcuni redditi di cui si gioverebbero anche le Casse Comunali, ma si sa che parlare di questo é tabù e se ne parla solo quando si accendono i riflettori, perché non se ne può fare a meno.
E poi, si sa, quando i riflettori si spengono.......
@gian berdini
Sapevo che discutere con i politici non è semplice perché cercano di girare e rigirare i discorsi per avere sempre la ragione dalla loro parte. Sono perfettamente cosciente che le “mie ragioni” non la smuovono neanche un millimetro dalle sue posizioni: Avete già deciso e non ci saranno ragioni che vi faranno cambiare idea , qualunque cosa dicano semplici cittadini quale posso essere io, degli oppositori politici, dei dissidenti all’interno della maggioranza o dei dipendenti delle società interessate; e i sindacati, dove sono?
Occhio che oggi tocca a 2 farmacie, e visto che tanto non servono a nulla saranno il bancomat del comune che provvederà a venderne una alla volta finché, finite le farmacie sarà il turno dell’Atac, gas Marca e poi…..dei cittadini; già perché lo sport dei politici, locali o nazionali che dir si voglia, non è tanto badare a spendere oculatamente i denari pubblici evitando gli sprechi, riscuotere il dovuto perseguendo coloro che tendono a non pagare le tasse, anche se si conoscono i soggetti (non mi fraintenda, non mi riferisco a lei personalmente). Lei mi dice che i soldi servono per estinguere una parte dei mutui: ebbene sarà il caso che anche in casa vostra vi mettiate d’accordo perché in altre parti ho letto che servono invece per ACCENDERE altri mutui, visto che chi vi ha preceduto non vi ha lasciato grandi spazi di manovra, senza i quali non potrete fare i lavori che vi siete prefissati e che, per carità, possono anche essere necessari, anche se non si è ben capito di quali siano. Ma se si accendono altri mutui, qualcuno li dovrà poi pagare e non credo siano coloro che li hanno accesi, ma i cittadini di Civitanova , dopo che si saranno esauriti anche gli altri gioielli di famiglia che a quel punto “avranno perduto la loro funzione pubblica storica per cui erano stati costituiti”.
E’ un po’ la storia delle famiglie in difficoltà ed i “compro oro” dove si porta anche la fede nuziale per far fronte alla mancanza di liquidità ma, se non si ritrova il lavoro, il problema si ripresenta il mese successivo e non si hanno più né lavoro ne fede nuziale ed allora sono problemi seri.
E poi insiste tanto sull’applicazione degli accordi di programma, ma quando le ricordo che proprio in quegli accordi non è menzionata la vendita di nessuna delle partecipate, fa cadere il discorso.
Forse mi sbaglio, ma intravvedo una nota stizzita nei confronti dei miei ragionamenti “ragionieristici”, ma è lei che ha citato numeri relativi all’azienda riminese la cui efficienza è data dalla presenza del privato, io ho solo confutato i suoi dati dimostrando che, a prescindere dalla presenza o meno dello stesso, è il momento che attraversiamo che porta le farmacie a guadagnare meno, le percentuali sono paragonabili, Anzi a mio avviso pur avendo il difetto di essere amministrate da politici, le farmacie comunali in genere fanno miracoli, visto il pullulare di fallimenti già avvenuti o che stanno per verificarsi nel settore privato.
E anche il fatto che, per lei , quasi non conti il parere togato della corte dei conti perché sarebbe solo un’interpretazione e a quanto pare , dal momento che contrasta con la sua, è di scarsa rilevanza, mi pare un tantino azzardato, visto che in caso di ricorsi conterebbe la parola della corte e non certo la mia né la sua.
Se posso esprimere un ultimo pensiero (e poi mi fermo perché l’ultima cosa che voglio è instaurare una infinita diatriba tra due parti che, a quanto sembra, restano ognuna della propria posizione, qualsiasi argomento si porti), riguardo l’utilità delle farmacie comunali, mi sono andato a leggere la storia della loro istituzione . Le farmacie comunali nacquero per garantire principalmente l’assistenza ai poveri del comune nell’erogazione dei farmaci e poi per portare un servizio nelle zone periferiche “laddove il privato non aveva interesse economico ad aprire”. Siamo sicuri che con la situazione attuale, dove le famiglie bisognose di assistenza sono sempre più in aumento, dove i servizi sociali del comune lanciano ogni giorno appelli alla solidarietà, il Comune stesso ,tramite le proprie farmacie, non possa fare nulla, piuttosto che perseguire utili che se ne vanno per il 60% in tasse verso Roma? Nell’articolo riguardante la protesta dei farmacisti, ove si citavano le parole del Dr Corvatta padre, si fa riferimento al fatto che sono indispensabili per garantire il servizio in occasioni di serrate da parte delle farmacie. Non so se lei è di Civitanova e né che età abbia, ma se avesse i capelli bianchi come me dovrebbe ricordarsi che l’ultima volta che c’è stata una serrata a Civitanova è stato oltre 30 anni fa. Quando ci si recava presso le comunali si doveva fare sempre la fila perché veniva gente da tutto il circondario a prendere i farmaci. Poi visto che gli effetti della serrata venivano vanificati dal fatto che le Comunali non aderivano, non si è più verificata una simile situazione. Quando avrete completato la vendita delle farmacie, chi tutelerà i meno abbienti quando, in una simile occasione, si sentiranno chiedere l’intero importo della ricetta, salvo poi tentare di farselo rimborsare dal SSN?
La saluto e finisco qui, spero di vivere abbastanza per poterci confrontare nuovamente su queste pagine, fra qualche anno, circa gli effetti delle vostre scelte.
Ps: anche se sicuramente non le importerà più di tanto, sappia che non ripeterò l’errore dell’ultima volta, piuttosto do il voto a M5S.
@gian berdini
Appunto, al massimo ci si attenga al tanto da lei sbandierato accordo di programma. In esso veniva contemplata SOLO l’ACCORPAMENTO delle società partecipate e NON LA VENDITA, a meno che non esistano due versioni: una da dare in pasto agli elettori e l’altra da applicare. Se si può derogare su di un punto allora si può mettere TUTTO in discussione.
http://www.rete.comune.civitanova.mc.it/elezioni/comunali2012/pdf%5Cprogrammi%5Clista_15.pdf
Siccome odio dare dati sbagliati, mi scuso con lei per essermi lasciato sfuggire il fatto che le Comunali di Rimini gestiscono, oltre le 7 farmacie di proprietà, anche quella del comune di Misano in convenzione fino al 2013. Però questo mi fa abbassare la media farmacia a 1082000€ e non 3600000€ come lei asseriva.
Non mi sembra nemmeno corretto mettere in parallelo il fatto che entrambe gestiscono un magazzino, in quanto Rimini ha un magazzino all’ingrosso che fattura più di 14 milioni di euro servendo farmacie esterne, mentre a quanto leggo dall’articolo
https://www.cronachemaceratesi.it/2013/03/09/farmacie-di-civitanova-raddoppia-lutile-netto/300146/
il magazzino di Civitanova è solo uso interno alle farmacie e solo da febbraio 2013 muove i primi timidi passi verso altri clienti esterni.
Per quanto riguarda l’utile, mi farebbe tanto piacere se mi indicasse il link da lui ha estrapolato la cifra. Nel bilancio 2012 che le ho citato, l’unica cifra che si avvicina a quella da lei segnalata è quella a pagina 18 della nota integrativa e riguarda l’util DELL’INTERO gruppo ALLIANCE pari a 2.509.669€; noi il raffronto dobbiamo farlo con il solo ramo Farmacie comunali di Rimini, altrimenti non è corretto.
Per quanto riguarda il decreto che prevede di snellire, accorpare ecc, nessuno dice che non esista. Io ho solo posto il dubbio che non riguardi il settore farmacie, se l’organo di controllo rappresentato dalla corte dei conti si esprime dicendo che non solo non rientra nel discorso delle privatizzazioni ma nemmeno nel patto di stabilità.
A tal proposito, per fugare ogni dubbio, perché non viene posto un quesito specifico alla corte dei conti, ponendo però la domanda nei termini corretti, in modo che si proceda tranquilli che poi non ci siano ricorsi? O avete paura perché sapete già la risposta?
Vorrei infine fugare ogni dubbio, io sono contro le privatizzazioni TUTTE, perché il privato non è un filantropo, e se da una parte ci può essere il dubbio che la gestione pubblica pesi sulle tasche del cittadino, MA SOLO SE NON E’ SANA (e qui entra in gioco l’ammissione della politica di non saper amministrare), dall’altra c’è la CERTEZZA che il privato, perseguendo i propri interessi, pesi sulle tasche dei cittadini.
Si potrebbe a tal fine citare esempi come le tariffe per l’acqua in quei paesi che hanno privatizzato
http://social.tiscali.it/articoli/speciali/11/03/03_acqua_italia2.htmlhttp://www.ilgazzettinovesuviano.com/2011/08/05/via-agli-aumenti-delle-tariffe-acqua-a-portici-dopo-lassemblea-ato3-con-il-sindaco-cuomo/
o altre privatizzazioni che, all’annuncio avrebbero dovuto portare benefici tramite la concorrenza, ed invece….. (benzina, assicurazioni ecc). Il mio riferimento all’ATAC era solo provocatorio nei confronti di questa AMMINISTRAZIONE. Come già detto in altri commenti, teniamoci stretti i servizi pubblici ottenuti con tanta fatica perché chi ha i soldi paga e va avanti, ma chi non li ha……
@gian berdini
Non sembra lo stesso gian berdini di sempre, stavolta si addentra in particolari. Mi ha incuriosito e sono andato alla ricerca di riscontri.
Non sono sicuro che il Comune sia obbligato alla cessione delle farmacie; lo dico perché ho trovato un documento della corte dei conti delle marche( di cui al link seguente) ove, pur non essendo un legale, ho colto alcuni passaggi interessanti:
http://www.entionline.it/j17/SEGR/2013_Del.57_CorteContiMarche_Vincoli_partecipate-gest.farmacia.pdf
tra tutti i riferimenti che fanno girare la testa, ho trovato a pag 8 alcuni paragrafi ove sostanzialmente si dice che le farmacie comunali gestite tramite società per azioni o aziende speciali, sono state sottratte dall’applicazione della disciplina di liberalizzazione in materia di servizi pubblici locali nonché dall’applicazione del patto di stabilità unitamente a quelle che gestiscono servizi socio-assistenziali ed educativi (quindi non capisco il divieto di assunzioni di prima dell’estate). Alla successiva pagina 9 richiama dei precedenti pareri della sezione Lombardia che spiegano il perché. E se lo dice l’ente preposto al controllo……
Veniamo alla parte che riguarda il confronto con la realtà riminese. Ho trovato il bilancio a questo link:
http://www.riminiholding.it/binary/rimini_holding/bilanci_societa/Bilancio_2012_cciaa_pubb._ns_sito.1372918252.pdf
Non sono un commercialista, ma avendo lavorato in un ufficio pubblico qualche cifra la so estrapolare anch’io.
Innanzitutto le Comunali di Rimini gestiscono 7 farmacie e un magazzino all’ingrosso per clienti esterni. Il suo fatturato 2012 è pari a 23.608.630 di cui 8.658.000 relativo alle farmacie e 14.915.000 relativo al magazzino. Pertanto le farmacie producono di media 1.236.000 cadauna, in linea con le nostrane. L’aumento della vendita a bancone sicuramente sarà stato ben più del citato 6%. dal momento che nella relazione al bilancio si sottolinea la difficoltà nazionale che ha portato ad una diminuzione del fatturato,rispetto al 2011, pari all’8.06% per le farmacie e del 5.6% per il magazzino (-5.6% globale). Per le motivazioni che hanno determinato una flessione nazionale del settore La rimando alla “Relazione sulla gestione delle attività” nello stesso documento
L’utile ante-imposte di Rimini è di 795.959 , pari al 3.37% del fatturato ed a un utile netto di 516.345euro; nonostante ciò il CdA ha deciso di distribuire ugualmente un dividendo di 0.05€ per azione pari a 579350 € (e non 665.000) Evidentemente il socio di maggioranza privato , L’Alliance”, che detiene il 73.8% delle azioni e determina quindi la politica gestionale dell’azienda, non ha inciso più di tanto per far fare quel salto di qualità che tutti dicono facciano fare i privati.
Visto che nel bilancio sono iscritti immobili per un saldo di inizio anno di 2.5 milioni di euro, che non sono riuscito a trovare la voce fitti passivi, anzi, nella voce “altri ricavi” sono iscritti fitti attivi per 37.900€, ho dedotto che le farmacie siano tutte in locali di proprietà. Ho letto che le farmacie di Civitanova sono tutte in affitto: penso che se fossero anch’esse in locali di proprietà, l’equivalente dei fitti si aggiungerebbe agli utili determinando una percentuale degli stessi simile a quella di Rimini.
Ultima piccola differenza l’ho trovata nel capitale sociale: 11.587.000€ Rimini, appena 285.000€ Civitanova……
La smetto qui perché non voglio annoiare nessuno, ma sono stato abituato ad essere il più preciso possibile quando si danno informazioni che possono influenzare l’opinione degli altri. Forse non sono riuscito ad estrarre tutti i particolari salienti, ma almeno le cifre che cito non sono campate in aria……
Però in una cosa ha ragione, è solo una questione di cassa, ed è più facile vendere le farmacie (o le sue quote).
@ Sel Civitanova
Ad ulteriore conferma di quanto asserite (e io condivido) che la cessione del 49% delle quote è peggiore, se possibile, della soluzione precedente, segnalo questo link riguardanti le farmacie Comunali di Grosseto, cui mi sembra aver letto che il Sindaco Corvatta si sia ispirato, ove i sindacati pongono l'accento sulle ingerenze da parte del socio privato.
http://www.ilgiunco.net/2013/09/10/sindacati-sulle-farmacie-paghiamo-le-ingerenze-del-socio-privato/
E si, perché a Grosseto esisteva già una società mista pubblico privato con il Comune socio di maggioranza. Secondo il sentire comune, con l'ingresso del privato tutto dovrebbe funzionare meglio; a Grosseto, come riprova, il privato che "caccia li soldi" ha voluto mettere bocca dappertutto, fatto sta che,invece, il risultato gestionali è rimasto comunque in linea con quello delle altre farmacie pubbliche, Intorno al 3% del fatturato (chi ha voglia può andarsi a leggere i bilanci).
Al Comune di Grosseto evidentemente non basta e quindi per far cassa cede tutto. La verità è che in certi comuni (come per lo stato centrale), quando servono i soldi per far quadrare i bilanci si prendono dove è più facile, e a nulla servono tutte le giustificazioni e considerazioni del caso. A ri prova di ciò:http://cerca.unita.it/ARCHIVE/xml/150000/147176.xml?key=Teresa&first=191&orderby=0&f=fir
E' un articolo de "L'Unità" del 2005 dove l'allora giunta di centro destra grossetana voleva cedere l'80% delle quote per fare cassa ed era il centrosinistra a criticare l'operazione:"Le Farmacie comunali, inoltre, sono un'azienda sana con i bilanci in ordine e svolgono una funzione di calmierazione del mercato. Come al solito, il Centrodestra grossetano non guarda all'interesse generale ma alle proprie priorità. In questo caso trovare i soldi che non ha per la cattiva gestione del bilancio comunale». I primi a rimetterci le penne, saranno i circa 40 dipendenti, che rischiano di passare dall'attuale regime contrattuale (36 e 38 ore settimanali) a quello dei dipendenti privati, che prevede 41 ore e mezzo settimanali. «La nostra contrarietà alla privatizzazione dell'azienda è totale........"Ma tanto chi ci va di mezzo sono sempre i più deboli, i cittadini ma soprattutto i dipendenti.....
Per quanto riguarda la prima parte non posso far altro che plaudire alla proposta tendente alla eliminazione delle barriere architettoniche. Mi piacerebbe anche pensare che il Comune far pressioni affinché siano eliminate quelle barriere che forse ricadono nella competenza di altri enti.
Mi riferisco in particolar modo all'assurdo del sottopasso pedonale della stasione ferroviaria che congiunge il piazzale stazione con i parcheggi posti lato Ceccotti, con tanto di rampa per carrozzine da una parte e.... scale ripide dall'altra difficoltose per mamme con passeggini, quanto impraticabili da portatori di handicap.
@ La finestra sul cortile
@maurobi
Per quanto riguarda quanto da voi sottolineato circa la seconda parte dell'articolo, sono daccordissimo con voi. Gia in un precedente commento ponevo in modo provocatorio l'accento sulla perplessità derivatami dalla volontà Comunale di voler a tutti i costi privatizzare un'azienda che, almeno a quanto leggo, seppur navighi in acque non troppo floride, dovute perlo più a fattori contingenti, data la situazione economica recessiva, non ha mai gravato sui cittadini di Civitanova e, anzi, ha contribuito a versare utili nelle casse comunali pur continuando a erogare servizi alla cittadinanza.Per coloro che non dovessero credere che la difficoltà è contingente al periodo, li invito a fare una ricerca sulla rete circa i fallimenti ed aste fallimentari di farmacie: potranno vedere quante farmacie sono fallite o sono sotto procedura.
Di contro, l'Atac, perennemente con l'acqua alla gola, piena di debiti, in cerca di continue ricapitalizzazioni, segnale di perdite di bilancio continue, portata ad esempio nei discorsi politici quando in qualche occasione riesce a ridurre il passivo o si suonano le tronbe se c'è un poco di attivo. Per coloro che hanno tempo e voglia di andare a vedere i bilanci in rete e confrontarli con quelli dell'azienda multiservizi di Macerata che, scorporando la gestione delle farmacie,svolge le stesse attività dell'Azienda nostrana, potranno vedere come il risultato di esercizio dell'Atac sia percentualmente un terzo di quello conseguito dall'Apm di Macerata.Quì il confronto si può fare perché sono entrambe aziende pubbliche che svolgono lo stesso tipo di attività. Mentre mettere in raffronto farmacie pubbliche con quelle private è più difficile per il tipo di assetto societario diverso, e quindi costi diversi, come ho potuto leggere in altri commenti.
Mi viene in mente che si può fare quasi un parallelo con la situazione Alitalia dove, il governo ha fatto di tutto per andare verso i suoi obiettivi, tenendosi la parte fallimentare e i debiti dell'Azienda, accollandoli sulle spalle di noi Italiani, e (s)vendendo la parte sana ai privati. Ora trascorso il tempo limite che doveva trasorrere prima di poterla rivendere, rischiamo di non avere più la Compagnia di bandiera mentre, di contro, continueremo ad avere i suoi debiti.
Ma come dice @ la finestra sul cortile, la differenza sta tutta nei numeri: da una parte 30 dipendenti e relative famiglie, dall'altra più di 100 dipendenti e relative faliglie. Dal punto di vista elettorale c'è una gran bella differenza........
Mi scuso con chi ha già letto il commento in altra parte ,ma mi sembra interessante riproporlo.
Giorni fa ho visto il link di un commentatore circa la mala parata in cui versano le farmacie private: io ho trovato alcune chicche che riguardano la gestione dei sopraggiunti soci privati in farmacie pubbliche. Finora ho trovato gestioni di gruppi (tipo Alliance) che pur avendo quote anche fino all’80% ricavano “pochi spiccioli” come li chiama qualcuno. Ma non è di questo risvolto di cui voglio parlare.
La cosa che mi ha colpito, e che voglio sottoporvi, è questa
http://www.farmacista33.it/farmacie-comunali-a-milano-posti-di-lavoro-a-rischio-sindacati-in-allerta/politica-e-sanita/news-47775.html
e si che il privato che gestisce le farmacie comunali di Milano è una grande multinazionale che, oltre a gestire centinaia di farmacie all’estero, ne gestisce 160 nel centro nord d’Italia, tra cui Bologna, dove gestisce anche un magazzino all’ingrosso.
52 licenziamenti su 340 dipendenti, pur di limitare i danni, il 15% della forza lavoro. Certo che la “mission” di una multinazionale è il conseguimento di utili a tutti i costi, anche a scapito dei lavoratori.
Ma non basta, guardate qui
http://www.affaritaliani.it/emilia-romagna/bologna-farmacie-comunali-60-posti-a-rischio-al-magazzino100713.html?refresh_ce
La stessa società, come detto, gestisce Bologna e anche qui il taglio di 60 dipendenti del magazzino con la scusa dell’ottimizzazione e conseguente accentramento a Milano. I sindaci che hanno adottato quelle decisioni cosa hanno da dire a quelle 112 famiglie che si troveranno senza lavoro?
Che è’ stato più facile vendere piuttosto che rinunciare ad una gestione politica (fallimentare) delle Aziende, piuttosto che mettere mano alla individuazione e risoluzione dei problemi e rilanciarle?
Nell’articolo si leggono le parole dell’ex Presidente delle Farmacie (quando ancora erano comunali, perché il socio di maggioranza ha cambiato anche il nome in “DOC Morris/Lloyds”) che, inascoltato, metteva in guardia il comune dal cedere le quote dell’Azienda con il pericolo (ora realtà) di un accentramento del mercato del farmaco nelle mani di poche multinazionali le quali poi fanno il bello e cattivo tempo nel settore. Creando catene di farmacie loro dipendenti, possono pilotare il mercato orientandolo verso i prodotti a loro più convenienti, e nulla potranno fare le farmacie private, non essendo organizzate a loro volta in catene.
Sono abbastanza in là con gli anni per ricordarmi il lento morire dei piccoli negozi sotto casa divorati dalla grande distribuzione che, a primo impatto può sembrare bella e anche vantaggiosa. Che dire, però, di noi anziani che non abbiamo la possibilità, ed a volte la forza, di recarci a fare acquisti in periferia, e chi non ha la macchina deve sempre elemosinare l’aiuto di qualcuno che ti ci porti, non potendo più avere il negozio a portata di mano? Quant’era bello il negozietto sotto casa, visto con gli occhi di chi ha bisogno.
Sarà così anche con le farmacie? Quando saranno private e comanderanno loro ( si , perché anche se soci minoritari saranno sempre loro a comandare ed indirizzare la politica aziendale, come accade in altre realtà) spariranno i servizi tanto cari a noi anziani?
Se fossi al posto dei dipendenti delle Farmacie comunali di Civitanova, che magari credono di averla scampata, non sarei tanto tranquillo. Altrettanto non lo sono come cittadino di Civitanova perché, una volta entrato, il privato incomincerà a mettere il veto su tutte le iniziative che non hanno uno sbocco economico: a quel punto potrò scordarmi la tanto citata politica sociale dell’Azienda.
Si prospettano tempi duri… Ci consoleremo andando alle partite di volley!!!!!
Anni fa ho ricevuto dall'enel una richiesta tesa a ottenere i dati catastali relativi all'abitazione cui avevo l'utenza.
Infatti la legge finanziaria 2005 aveva stabilito che ogni società fornitrice di utenze (energia elettrica, gas, acqua) fosse obbligata a rilevare i dati catastali relative alle abitazioni oggetto di allaccio utenze e comunicarle all'agenzia delle entrate per i controlli del caso. La sanzione per mancata fornitura dei dati andava da un minimo di 103€ ad un massimo di 2065€.
Giacché sul sito dell'enel figura ancora questo modulo da compilare, debbo ritenere che l'obbligo non sia decaduto.
http://www.enel.it/it-IT/clienti/enel_servizio_elettrico/moduli_on_line/dati_catastali/
Ora visto che anche il Comune di Civitanova Marche ha società che erogano utenze, hanno rispettato l'obbligo previsto dalla legge finanziaria? Se lo hanno fatto, perché oltre all'agenzia delle entrate non li ha comunicati alla società di riscossione dei tributi comunali per i loro incroci? E se lo hanno fatto, perché non sono partiti i controlli?
Occorre vedere a che livello c'é stato l'eventuale intoppo e relative responsabilità.
E ci risiamo! Non avete capito che le farmacie si debbono vendere ad ogni costo? E' lo sport preferito dagli amministratori di tutta Italia che, pur di fare cassa, spesso senza dire per fare cosa, non sono in grado di un pò di lungimiranza nella salvaguardia del cittadino.
Perché dico questo? Ora che sono in pensione ed ho tempo per navigare in internet, ho preso a cuore questa diatriba e sono sempre alla ricerca di riscontri su quanto viene detto di volta in volta.
L'altra volta ho visto il link di un commentatore circa la mala parata in cui versano le farmacie private: io ho trovato alcune chicche che riguardano la gestione dei sopraggiunti soci privati in farmacie pubbliche. Finora ho trovato gestioni di gruppi (tipo Alliance) che pur avendo quote anche fino all'80% ricavano "pochi spiccioli" come li chiama qualcuno. Ma non è di questo risvolto di cui voglio parlare.
La cosa che mi ha colpito, e che voglio sottoporvi, è questa
http://www.farmacista33.it/farmacie-comunali-a-milano-posti-di-lavoro-a-rischio-sindacati-in-allerta/politica-e-sanita/news-47775.html
e si che il privato che gestisce le farmacie comunali di Milano è una grande multinazionale che oltre a gestire centianaia di farmacie all'estero ne gestisce 160 nel centro nord d'Italia, tra cui Bologna, dove gestisce anche un magazzino all'ingrosso.
52 licenziamenti su 340 dipendenti, pur di limitare i danni, il 15% della forza lavoro. Certo che la "mission" di una multinazionale è il conseguimento di utili a tutti i costi, anche a scapito dei lavoratori.
Ma non basta, guardate qui
"http://www.affaritaliani.it/emilia-romagna/bologna-farmacie-comunali-60-posti-a-rischio-al-magazzino100713.html?refresh_ce"
La stessa società, come detto, gestisce Bologna e anche qui il taglio di 60 dipendenti del magazzino con la scusa dell'ottimizzazione e conseguente accentramento a Milano. I sindaci che hanno adottato quelle decisioni cosa hanno da dire a quelle 112 famiglie che si troveranno senza lavoro?
Che è' stato più facile vendere piuttosto che rinunciare ad una gestione politica (fallimentare) delle Aziende, piuttosto che mettere mano alla individuazione e risoluzione dei problemi e rilanciarle.
Nell'articolo si leggono le parole dell'ex Presidente delle Farmacie (quando ancora erano comunali, perché il socio di maggioranza ha cambiato anche il nome in "DOC Morris/Lloyds")che, inascoltato, metteva in guardia il comune dal cedere le quote dell'Azienda con il pericolo (ora realtà) di un accentramento del mercato del farmaco nelle mani di poche multinazionali le quali poi fanno il bello e cattivo tempo nel settore. Creando catene di farmacie loro dipendenti, possono pilotare il mercato orientandolo verso i prodotti a loro più convenienti, e nulla potranno fare le farmacie private, non essendo organizzate a loro volta in catene.
Sono abbastanza in là con gli anni per ricordarmi il lento morire dei piccoli negozi sotto casa divorati dalla grande distribuzione che, a pimo impatto può sembrare bella e anche vantaggiosa. Che dire, però, di noi anziani che non abbiamo la possibilità, ed a volte la forza, di recarci a fare acquisti in periferia, e chi non ha la macchina deve sempre elemosinare l'aiuto di qualcuno che ti ci porti, non potendo più avere il negozio a portata di mano? Quant'era bello il negozietto sotto casa visto con gli occhi di chi ha bisogno.
Sarà così anche con le farmacie? Quando saranno private e comanderanno loro ( si , perché anche se soci minoritari saranno sempre loro a comandare ed indirizzare la politica aziendale, come accade in altre realtà) spariranno i servizi tanto cari a noi anziani? Dovremmo magari tornare a prendere i pannoloni in ospedale perché per il privato non sarà considerato remunerativo?
Se fossi al posto dei dipendenti delle Farmacie comunali di Civitanova, che magari credono di averla scampata, non sarei tanto tranquillo. Altrettanto non lo sono come cittadino di Civitanova preché, una volta entrato il privato incomincierà a mettere il veto su tutte le iniziative che non hanno uno sbocco economico: a quel punto potrò scordarmi la tanto citata politica sociale dell'Azienda.
Si prospettano tempi duri... Ci consoleremo andando alle partite di volley!!!!!
Ho appena visto il servizio in tv. Ci ha pure fatto una bella figura ricevendo i complimenti di Giletti...
Peccato abbia omesso che anche lui è tra quelli che si debbono mettere in regola accatastando il suo studio come tale e non come civile abitazione......
@marco.diomedi
Non c'è più la sinistra di una volta, quella cui i la classe operaia poteva guardare per veder salvaguardati i propri interessi, sotto la guida della quale sono state fatte tante lotte per elevare le condizioni sociali dei lavoratori.
Oggi sembra facciano a gara con il centrodestra per chi è più liberale, in campo locale e nazionale. Sembra quasi facciano a gara per chi privatizza di più, non per chi rende più efficienti i servizi a favore dei meno abbienti (come detto in altre parti, chi ha i soldi paga e non ha problemi, chi invece non li ha...)
In nome della competività avallano ( o varano) provvedimenti che ci riportano indietro di tanti anni. Per carità, molte volte anche il sindacato (anche quelli facenti riferimento ad altre aree politiche) ha tirato troppo la corda, ma ora si sta esagerando al contrario. Invece di andare a cercare tutti quei mariuoli che evadendo le tasse (180 miliardi) contribuiscono a farci navigare nella cacca (se volete potremmo aprire un dibattito su questa cosa), sono stati complici con il governo Monti nel procrastinare l'età pensionabile. Certo è uno scandalo andare in pensione a 50 anni; lo è altrettanto trattenere un operaio alla manovia o sull'impalcatura a fare lo stesso lavoro ripetitivo fino a 66 -67 anni. L'aspettativa di vita sarà pure aumentata, grazie a Dio, ma non certo la capacità fisica di resistere agli stessi ritmi fino a quella età. Non parliamo poi delle nostre donne che hanno tutte il doppio lavoro da svolgere: quello in fabbrica e quello a casa. Mica hanno tutte la servitù come l'ex ministro Fornero!
Secondo me bisognerebbe cominciare a parlar chiaro anche del futuro: a quanto sono stimati i costi di mantenimento di un Palazzetto del genere? Chi si farà carico di essi ? Sarà affidata la gestione (e quindi i costi) alle società che ne usufruiranno? Saranno a carico del comune, e quindi noi cittadini (anche di chi della pallavolo se ne frega)? Nel qual caso le squadre pagherebbero un affitto?
Ho letto in un altro articolo, sempre su CM, che la gestione del Fontescodella di Macerata costa di sole utenze tra gli 80 -90mila euro l'anno.
Ammettiamo, per assurdo, che tra qualche anno nella Lube ci sia l'esigenza di qualche altro cambiamento, per cui si possa prospettare un altro spostamento magari ad Ancona o , perché no, tornare a Macerata dove, rosi dall'astio campanilistico che stanno sfoggiando in questi giorni, costruiscono un megapalazzetto di diecimila posti, con piscina annessa e vasche idromassaggio(?????), noi che ci facciamo con questa cattedrale nel deserto?
Ci spiegate chi se ne farà carico?
Ma non si erano mobilitati tutti gli organi delle Provincie, quando si parlava dell'abolizione delle stesse, sostenendo la loro vitale importanza nella gestione delle questioni territoriali?
Se giriamo lo sguardo intorno vediamo che tutto, o quasi, è in stato di abbandono.
Forse di vitale importanza è la riscossione degli appannaggi a fine mese!!!!!
Io penso che sia ora che, per la sicurezza nostra e dei nostri figli, sia giunto il momento di rivedere il concetto di privacy. Io sarei per disseminare le nostre strade di telecamere monitorate in continuo da polizia e carabinieri. Chi non ha nulla da temere, chi non esce di casa con l'intenzione di assumere atteggiamenti poco corretti non dovrebbe aver paura delle telecamere. Ormai i pochi reati che si riescono a risolvere sono con l'aiuto dell'incrocio di qualche filmato di qualche banca o altro esercizio commerciale e tratto da telecamere che sorvegliano i propri ingressi. La vera privacy, quella tra le mura domestiche, quella si che dovrebbe essere tutelata. Invece è grazie a chi non vuole telecamere per strada che i malviventi giungono a minacciarci perfino dentro il letto. Dobbiamo forse tutti sperimentare questa cosa, prima di ammettere che il posizionamento di telecamere sarebbe un deterrente valido? Per carità, ci sarà sempre il "criminale incallito" che se ne frega altamente, ma almeno i tutori dell'ordine avrebbero da star dietro solo a questi ultimi, perché gli altri li prenderebbero facilmente.
E poi non prendiamoci in giro, la vera privacy non esiste, se come è vero, ascoltano indisturbatamente le nostre telefonate, leggono le nostre mail, ci controllano i conti bancari e sanno i nostri gusti analizzando i dati trattida carte fedeltà, quelle dei supermercati o le pagine web che visitiamo o gli acquisti fatti su internet.
@obiwankenobi
E' chiaro che la mia era una provocazione. Per come la penso io i servizi, per essere fruibili da tutti, debbono essere pubblici. Chiaramente le gestioni non debbono essere allegre, ci deve sempre essere lla gestione del "buon padre di famiglia" (cosa che forse non sempre è stata applicata, visto il malcostume italiano, ma questo non sta a me dirlo). La cosa mi serviva solo come rafforzativo nel dire che se proprio bisogna vendere allora non vedo perchè non lo si debba fare a cominciare da quello che rappresenta l'onere più gravoso. D'altronde è vero che l'Atac non gestisce più soltanto i trasporti, però risponde al vero che anche per le altre attività di cui si occupa c'è sempre l'alternativa privata.
Ma questo torno a dire è solo una provocazione.
Per l'altro tema, la redditività delle farmacie, io ho una mia idea e se hai un attimo di pazienza provo ad esportela
dal mio punto di vista, una azienda che deve dare servizi alla collettività, purché reali, non necessariamente deve essere anche produttrice di utili. l'utile nel caso delle farmacie me lo eroga mettendomi al riparo dai rischi di uno sciopero delle farmacie che mi costringa ad anticipare somme di cui magari non dispongo e che mi metterebbe nella condizione di non curarmi, come cerco di spiegare nel commento in altra sede (https://www.cronachemaceratesi.it/?author=8616).
Me lo eroga consentendomi di non dover sostenere la spesa di andare presso l'ospedale a prendere i pannoloni (stesso link) nel non farmi pagare la misurazione della pressione o mettendomi a disposizione servizi aggiuntivi che comodamente posso avere sotto casa. Oppure contribuendo a tenere bassi i prezzi dei medicinali da banco e degli altri articoli che possano servirmi.
Chiaro che se poi questo servizio non mi viene a costare come collettività perchè riesce a sostenersi con una gestione sana, anche chiudendo in pareggio, questo per me è il non plusultra.
Il paragone che faceva Franco Sma con le farmacie di ascoli e che aveva suscitato il mio interesse inducendomi ad approfondire le ricerche su internet, mi ha permesso di individuare forse nella gestione sotto forma di SpA una delle cause della poca redditività. Tutti sanno che una società per azioni ha delle spese, a partire dai compensi del CdA, dei revisori dei conti ecc ecc. che altri tipi di gestione, come quella di Ascoli non hanno. Una SpA paga le tasse come qualsiasi altra azienda e secondo me sbaglia chi dice che deve incrementare l'utile, perchè fa un favore non al cittadino civitanovese ma allo stato italiano. Ho letto che il sindaco si lamenta che non ci sono i fondi per tenere aperti gli sportelli per assistere le donne in difficoltà: ebbene se fosse possibile li farei sponsorizzare dalle farmacie comunali, piuttosto che pagare una montagna di tasse all'erario che poi li utilizzerebbe per pagare l'auto blu e la scorta a qualcuno a Roma. Poi, secondo il mio modestissimo parere da cliente (ho già avuto modo di esternare questo dubbio in altro commento) sono organizzate male dal punto di vista della scarsità del personale dedicato alla vendita: non puoi far fare ad un professionista il lavoro di un commesso, chi può dedicarsi al possibile compratore che necessita di consiglio? Un pensionato come me può farlo ma non certo chi ha fretta. Questa però penso sia dovuta più ai veti dell'amministrazione comunale che non alla volontà dell'azienda. Ho seguito a tal proposito da diatriba di prima dell'estate, apparsa anche sulle colonne di questo sito, circa i divieti di assumere addirittura per sostituire chi andava in ferie. E chi ci doveva stare a tenere aperte le farmacie, il Sindaco?
Torno a dire( e poi concludo), teniamoci stretti i servizi che siamo riusciti ad avere nel tempo, siano essi trasporti o farmacie, perchè chi ha i soldi può sempre riuscire a cavarsela pagando, ma chi non li ha........
@ obiwankenobi
Se le cose stanno messe così male (ed io non ho i dati per confutarlo) allora ci si dovrebbe disfare per primo delle zavorre e poi, se non basta, anche del resto. Oppure facciamo come il governo con l'Alitalia laddove è stata venduta la parte sana dell'Azienda mentre i debiti (la bad company) è rimasta sul nostro groppone e la stiamo ancora pagando.
Se è vero quello che si legge sulla stampa, a Civitanova c'è un'azienda che è in perenne perdita ed ha accumulato (ripeto, sempre riportato dalla stampa) svariati milioni di euro di debiti.
Se questo corrisponde al vero perché stiamo a parlare di vendere le farmacie invece di liberarci di quest'azienda che, invece, dovrebbe fare addirittura da capofila accorpando quello che resta delle altre aziende? Di vendere l'Atac non se ne parla?
Da cittadino, se dovessi scegliere, voterei per vendere un'azienda per la quele il comune deve ripianare i debiti (e quindi io civitanovese pagherei un "biglietto" senza mai essere salito sull'autobus dell'Atac) piuttosto che un'altra per la quale possiamo discutere se gli utili sono più o meno adeguati alle nostre aspettative, ma per la quale fino ad oggi io civitanovese non ho dovuto tirar fuori una lira.
Quando discutiamo di questo con qualche amico, mi dicono che l'Atac non si può toccare perché fornisce un servizio (altrimenti chi non ha la macchina come fa ad andare a Civitanova Alta?).
Se fossi altrettanto cinico risponderei che ci sono benissimo altre compagnie private che sarebbero ben felici di subentrare. Guardate gli affari che fanno le compagnie che sfruttando l'inefficienza delle ferrovie dello stato con i collegamenti adriatico-tirreno.
La verità è che, invece, del mancato servizio ce ne accorgiamo quando accade come a quella signora di porto potenza, tra l'altro non vedente, la quale si è vista abolire la corsa per cui aveva fatto l'abbonamento, sostituita da una corsa scolastica (probabilmente perché più remunerativa.
Altrettanto potrebbe accadere con le farmacie: per il fatto che, vendendole, non siano più pubbliche, non vuol dire che non ci saranno più; saranno gestite dai privati. Ma i privati, giustamente, perseguono il profitto, e se un servizio non è remunerativo lo faranno lo stesso se non c'è la vera concorrenza? O faranno come in altri settori dove, manacando un vero competitor fanno finta di farsi concorrenza ma in effetti fanno cartello a scapito dei consumatori?
Lo sapremo solo e se si verificherà questa evenienza, ma forse allora sarà troppo tardi per tornare indietro. Vi ricordate quando scocciati per gli aumenti della benzina, allora a prezzo amministrato, tutti plaudevano ad una privatizzazione del settore? Ebbene la privatizzazione c'è stata e gli aumenti fioccano; una volta per dieci lire di aumento c'erano i titoloni sui giornali e minacce di scioperi, oggi agli aumenti non facciamo più caso forse anche perchè 2-3 cent sembrano pochi ma sono pur sempre 40 - 60 delle vecchie lire. Penso che parecchi rimpiangono quel periodo.
Forse la colpa è anche la nostra che ogni volta che ci chiamano a votare ci andiamo con la speranza di cambiare qualcosa. Il "piccolo" rispecchia il "grande" e viceversa. Vedevo ieri sera la trasmissione "la Gabbia" su la7 e mi ha fatto veramente girare le scatole il servizio trasmesso riguardo la multa comminata dalla corte dei conti per 98 MLD (dico MILIARDI) per il mancato collegamento delle slot machines al sito del ministero, nei confronti di dieci società che gestiscono questo tipo di gioco, (50 euro per ogni ora di mancato collegamento). Ci stanno facendo sudare lacrime e sangue per trovare "le coperture" per l'Iva e l'Imu per 4 - 5 Mld e invece di fare come con tutti i cittadini, tramite Equitalia, riscuotere fino all'ultimo centesimo, prima il governo Prodi ha ridotto la multa da 50 euro a 5 CENTESIMI (???????), in pratica da 98 a 2,5 MLD, ora il governo Letta propone di far pagare il 25% purché paghino subito, quindi da 98 MLD a 600MILIONI.
Ma la cosa più ridicola è che, di fronte ad un emendamento targato M5S, teso a ripristinare il testo originale, i due partiti principali, quegli stessi che ci vengono a raccontare che " PUrtroppo dobbiamo fare sacrifici", hanno votato contro confermando il maxi sconto.
Localmente, dopo essere finiti sulla cronaca nazionale per avere il più alto tasso di infedeltà dichiarativa circa l'accatastamento degli immobili ( a Civitanova risulterebbero solo un paio di immobili accatastati come ville), invece di fare verifiche attivando tutti gli uffici comunali affinché si ripristini una situazione veritiera e con essa una base imponibile più favorevole per le casse comunali, il Sindaco parrebbe essere anche lui tra gli infedeli e , contrariamente a qualto avvenuto in sede nazionale (caso Idem) neanche ci pensa a dimettersi.
Il tutto con l'avallo del nostro voto. La domanda a questo punto é: Conviene ancora andare dietro lor signori recandoci alle urne? Tanto se la suonano e se la cantano come gli pare, anche passando sopra gli altri.
@Rick Massi
Io penso che quelli delle farmacie siano capaci di difendersi da soli e se non lo fanno avranno le loro buone ragioni, forse sono stati consigliati in tal senso. Mi perdoneranno se dico qualcosa io.
Io parlo da cliente assiduo che si sente solidale con loro essendo stato nella sua vita lavorativa un dipendente pubblico. Mi sembra molto sbagliato intervenire senza informarsi, almeno io cerco di farlo, come avrete potuto evincere dagli interventi fatti in precedenza o nei commenti ad altri articoli.
Come detto sono cliente da molti anni e in alcuni aspetti posso intervenire a ragion veduta,alcune cose per conoscenza diretta, data la mia età , altre cose le ho lette perché mi piace tenermi informato.
Le farmacie comunali le ho scelte perché da sempre mi hanno dato più affidamento nel consiglio; forse sbaglio ma mi è sempre sembrato (senza voler mancare di rispetto ad alcuno) il più disinteressato visto che a volte mi è capitato che mi abbiano consigliato il prodotto che più si adattava a me, anche se era il meno caro.
Ho letto, nell'articolo riferito a Corvatta Padre , il passaggio circa l'importanza delle comunali in occasione degli scioperi delle farmacie private. Facendoci mente locale mi sono ricordato che in effetti l'ultima "assistenza indiretta", così la chiamavano allora, risale ad oltre 35 anni fa, quando le comunali non aderirono e c'era la ressa nelle loro 3 farmacie perché la gente veniva anche dai paesi vicini; da allora non mi ricordo più sia stata proclamata a Civitanova. Per i più giovani vorrei spiegare che l'assistenza indiretta consisteva nel pagare di tasca propria le medicine in farmacia, qualunque fosse stato il loro costo, per poi farsi rimborsare dal servizio sanitario nazionale.
Pensate che se non ci fossero state le Comunali sarebbe stato così?
Quando ho avuto bisogno dei Pannoloni per mia suocera, mi toccava andare sempre presso l'ospedale di zona per prenderli. Ad un certo punto il servizio fu portato in farmacia grazie all'adesione dapprima delle sole farmacie comunali (mi dissero che i privati si erano rifiutati perché lo consideravano poco remunerativo) poi si accodarono anche i privati.
Hanno fatto da stimolo oppure no?
Per il riferimento ai prezzi e al rispetto dell'orario: io non so se lei si serve nelle comunali oppure no, io posso dire che mi sono sempre trovato bene, tranne una parentesi nell'ultimo anno e mezzo o forse due dove in effetti gli sconti sono quasi del tutto scomparsi. Alla mia richiesta di spiegazioni mi è stato detto che era una scelta del CdA in carica, a dimostrazione che le scelte dipendono sempre da chi comanda.
Nella mia vita lavorativa, nell'ufficio dove lavoravo io, i risultati erano più o meno buoni a seconda del dirigente di turno il quale pensava di organizzare il lavoro secondo le sue idee piuttosto che seguendo una logica organizzativa. Mi pare di capire che lei nel pubblico non ha mai lavorato ed allora sappia che a me fa molto arrabbiare quando vedo i servizi televisivi in cui molti fanno i furbi nel timbrare i cartellini. Recano un danno di immagine pazzesco a tutta quella moltitudine di persone che, come me, facevano il proprio lavoro correttamente. Per quanto riguarda il rispetto dell'orario di lavoro, a parte che è successo diverse volte di constatare di persona che fino a quando c'è gente la servono ben oltre l'orario di chiusura, ma a volte è la stessa dirigenza che richiama al rispetto dell'orario perché altrimenti debbono poi corrrispondere lo straordinario e quindi aumentano le spese.
Per il suo riferimento al paragone con Ascoli si legga anche il mio commento al riguardo e magari, se vorrà, potrà approfondire anche lei e spiegarmi perché anche a civitanova non potrebbero essere gestite direttamente e quindi far fermare quì anche la parte che se ne va in tasse allo Stato.
Mi scusi se la mia può esserle sembrata una reazione fuori luogo ma non ci sto a sentire sempre che pubblico è male: andrebbe bene se io dicessi che tutti i privati sono un branco di evasori e chi ci lavora li asseconda facendo gli straordinari in nero? Evidentemente no. Ed allora discutiamo sui fatti e non sui luoghi comuni.
@Franco Sma
Incuriosito dal suo commento, ho cercato qualche dato su internet ed ho notato che il bilancio delle farmacie comunali di Ascoli Piceno fa parte integrante del bilancio del comune e pertanto compensa l'attivo della farmacie con il passivo del comune : l'utile resta tutto nelle casse comunali.
Le farmacie comunali di civitanova, invece, sono organizzate in SPA, con tutte le spese che una forma societaria del genere comporta; non solo, ma la SpA, paga direttamente la sua quota di tasse allo stato (con le aliquote che sappiamo) e solo la parte restante va al comune.
Ora sarebbe da conoscere il perché da una parte si può attuare un simile sistema gestionale e dall'altra invece no.
@pigi 78
ho abbastanza anni da dire che quasi tutte le privatizzazioni che ho visto fare si sono rivelate un pessimo affare per i consumatori: benzina e assicurazioni insegnano su tutte.
@gian berdini
Leggendo il comunicato dei farmacisti, mi sembra di capire che la loro preoccupazione deriva dal fatto di "non sapere" notizie circa il loro futuro. In un Paese dove il timore per la perdita del posto di lavoro è l'assillo quotidiano, forse se fossero stati informati sulle reali intenzioni nei loro confronti non si sarebbe arrivati ad una "manifestazione".
Anch'io sono solidale con il personale delle farmacie comunali. Sono cliente da moltissimi anni ed ho potuto apprezzare la carica umana di tutto il personale oltre che la loro preparazione e competenza.
Solo un appunto mi sento di fare a chi ha la responsabilità della gestione dell'Azienda: Se si vuole prestare sempre più attenzione alla propria clientela, le farmacie comunali, tranne una, mi sembrano sottodimensionate come personale. E' raro trovare più di due persone in farmacia, una delle quali alle prese con mansioni più da commesso che da professionista, come mettere a posto i pacchi, ad esempio, (entrando nelle private ce ne sono di più) per cui se hai un problema particolare ed hai bisogno di un pò più di attenzione devi armarti di pazienza ed aspettare che la fila sia esaurita. Io non ho problemi, sono pensionato, ma ho notato che chi ha fretta sbuffa e se ne va. Forse è anche per questo che hanno pochi utili? Vendono poco?
E' un peccato, perchè penso che come potenziale ne abbiano molto di più, rappresentando la metà delle farmacie della città, sebbene dislocate perifericamente.
@enzosampa
@Paola Recchi
Attenzione perché se passa questo messaggio, allora hanno ragione coloro che dicono per esempio che un marchigiano non può andarsi a curare nel lazio perché va ad aggravare la situazione debitoria della sanità laziale per cui i cittadini di quella regione sono sottoposti ad aliquote di tassazione regionale più alte.
Oppure chi passa sulle nostre strade dovrebbe pagare un contributo se sono state appena asfaltate o chiedere il rimborso per l'usura degli amortizzatori se hanno appena subìto un bombardamento come si presenta via De amicis?
Si sperperano tanti soldi in attività che possono destare perplessità, a seconda di come uno la pensi, e poi andiamo ad essere pignoli con i bambini? Sono curioso di sapere in definitiva di quanti soldi stiamo parlando.
Francamente........
Un pensiero anche per il caso farmacie.
Ho qualche amico nel settore che mi spiegava come per le farmacie, private o pubbliche che siano, non siano più rose e fiori come avveniva in passato, stante la situazione economica attuale con i continui ridimensionamenti da parte del servizio sanitario nazionale, con l'introduzione di sempre più prodotti generici che con il loro basso costo fanno certo risparmiare lo stato ma diminuiscono gli incassi delle farmacie, a parità di prescrizioni.
Da come mi dicono, la stessa organizzazione delle farmacie private (FEDERFARMA) conferma quello che nell'articolo viene citato dal Presidente Centioni e cioé che ci sono circa 3/4000 farmacie a rischio chiusura, addirittura una decina sono già fallite ( http://www.farmaciavirtuale.it/farmacie-in-crisi-fallimenti/ ).
In consiglio comunale, siede un rappresentante del settore delle farmacie private cui il Sindaco potrebbe chiedere lumi sulla situazione del settore.
Se è come me l'hanno descritta, mi riesce difficile comprendere come la giunta speri di incassare le cifre di cui si parla; stante la situazione, chi si esporrebbe nei confronti delle banche per pagare cifre simili? In una situazione del genere diffiderei di chi lo facesse senza batter ciglio perché, a meno di non avere denaro da riciclare, mostrerebbe di essere commercialmente poco accorto.
Per venderle si dovrà abbassare talmente il prezzo per cui il comune non incasserà cifre significative per gli scopi prefissati e si precluderà la possibilità di tornare ad incassare utili non appena la situazione economica tornerà a riprendersi, come avveniva in passato.
Torno a dire quanto già espresso in un mio precedente commento: sono preoccupato e sinceramente un pò spiazzato!
Non mi spiego come ci si dica a Marzo che si debbono cancellare alcuni lavori previsti in zona Einaudi, al servizio della ampliata zona commerciale (sottopasso, stazione ferroviaria ed altro) perché non ci sono soldi e la spending review lo impone, salvo poi dire, qualche mese dopo, che ci sono i soldi per un palazzetto dello sport che comporta costi di gestione certi a fronte di incassi incerti.
Se la Lube dovesse cambiare ancora idea e magari tornare a Macerata o finire in Ancona? Ci rimarrebbe sul groppone una cattedrale nel deserto i cui costi chi li coprirebbe? Dovremmo affrontare una nuova spesa per riconvertirlo nuovamente in spazi fieristici, oppure ogni cittadino di Civitanova si ritroverà a pagare una quota per il mantenimento di questa struttura, anche se non ne usufruisce?
Ecco a cosa portano i tagli! Riduzione di servizi a chi ne ha bisogno. E' la conseguenza della mancanza di una seria lotta all'evasione nei confronti di chi, evadendo, fa mancare le risorse necessarie per i servizi. Vedremo come andrà a finire con la Tares o con la service tax del prossimo anno. Sicuramente saranno dolori per i soliti che pagano!
Se, come si è visto anche in tv, a Civitanova ci sono ancora abitazioni accatastate come catapecchie mentre in realtà sono ville, il comune dovrebbe avere il modo di verificarlo (ma una volta non fu fatto un accertamento facendo passare incaricati per addirittura riprenderne le misure?).
Sarebbe questa anche una risposta per chi, come la Lega, preme per l'applicazione territoriale delle imposte sostenendo che la prossimità tra esattori e contribuenti migliorerà la gestione degli introiti.
Ma se i sindaci non vogliono vedere.....
Non entro nella disquisizione riguardante il fatto che il Palazzetto possa portare o meno nuovo indotto a Civitanova però, stante i fatti, chiedo candidamente (?!?) il perché a marzo non c'èra più un euro per opere pubbliche per cui si è stoppato il sottopassaggio di via einaudi (vedi link)
https://www.cronachemaceratesi.it/2013/03/28/la-spending-review-cancella-il-sottopasso-di-via-einaudi/307558/
ed ora invece se ne trovano per fare addirittura un Palazzetto che, nelle intenzioni, dovrebbe convogliare più gente in una zona in cui un passaggio a livello può provocare ulteriori ingorghi.
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Ad integrazione del mio precedente commento, ho trovato quest’altro riferimento
http://www.assofarm.it/index.php?option=com_content&task=view&id=483&Itemid=115#Treviglio%20Vende?
Dove il Presidente di Assofarm (associazione delle farmacie comunali) oltre a sostenere chiaramente l’inopportunità della vendita di farmacie comunali, sostiene che il sistema farmacie, private e pubbliche, è parte integrante e sostanziale del Servizio Sanitario Nazionale. Vendere le farmacie, quindi, significa vendere una componente del SSN che offre garanzie di servizio per i cittadini.
E aggiunge poi un riferimento di legge “all’art. 15 della Legge 166/2009 che vede le Farmacie Comunali escluse, proprio perché servizio sanitario, dalla privatizzazione, al contrario di altri servizi pubblici locali.”
Ora, io non sono un avvocato e quindi non sono abituato a districarmi nei meandri degli articoli e dei commi di legge, perciò bisognerebbe vedere, visto che l’intervento citato risale al 2010, se è intervenuta qualche modifica. Tuttavia il riferimento citato nel mio precedente commento (il comma 3 dell’art. 4 della spending review) mi sembra confermi il tutto.
Se qualche addetto ai lavori volesse chiarirci le idee………
@ Marina Santucci
Posso anche sbagliare ma mi sono andato a leggere il suo riferimento ed al comma 3 è scritto che
"Le disposizioni del presente articolo, salvo il comma 5 (riguarda il consiglio di amministrazione), non si
applicano alle societa' che erogano servizi in favore dei cittadini,........"
Mi sembra il caso delle farmacie!
Vorrei capire se a Sel esiste un coordinamento generale dove ogni tanto scambiare le idee e chiarirsi.
Dico questo perché, per capire come funziona la faccenda farmacie in altre part, mi sono imbattuto in questo articolo dove Sel di S. Giovanni Teatino (ch) la pensa in modo totalmente diverso:
http://www.primadanoi.it/news/brevi/542008/-SEL-SAN-GIOVANNI-TEATINO-.html
A proposito, io la penso esattamente come Franco Sma che ha commentato poco sopra.
Leo Nardo
Utente dal
5/9/2013
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