Accattonaggio, Sel: “Si recuperi
da quel lungo ritardo politico”

CIVITANOVA - La posizione del partito di sinistra: "Per la microcriminalità servono misure di prevenzione di controllo del territorio". Corallini (Libera) se la prende col sindaco: "La nostra ordinanza portò risultati"
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Un recente controllo in un accampamento Rom

di Claudio Romanucci

Petizione “non condivisibile e sbagliata” per Sel. E la lista Libera capitanata dal Corallini vede invece nelle parole del primo cittadino la trasformazione “delle vittime (la cittadinanza) in persecutori”.

“La raccolta delle 4000 firme per il ripristino dell’ordinanza anti accattonaggio (e non solo perché la protesta riguarda anche la presenza in città dei Rom) non è condivisibile ed è sbagliata – sostiene il partito di sinistra – . Da tempo a Civitanova settori della destra e non solo agitano lo spauracchio dell’accattonaggio e dei Rom. Il problema esiste da qualche anno e non è certamente una novità. Non sono certamente tutti xenofobi,razzisti i 4000 firmatari della petizione ma una seria riflessione su questo fenomeno occorre che sia fatta sfuggendo dalla retorica, dagli ideologismi e combattendo l’intolleranza. Certamente il fatto che la Petizione sia stata promossa da una esponente di rilievo di Forza Italia lascia qualche perplessità e difficilmente sfugge da una considerazione politica legata alla visibilità politica e forse anche elettorale. Difficilmente la nostra città tanto più con la forte crisi sociale in atto e per il fatto che sia situata lungo importanti direttrici di traffico e di spostamenti riuscirà ad evitare situazioni di illegalità come il traffico di stupefacenti, di microcriminalità. In questo quadro si colloca il problema dei Rom e dell’accattonaggio che è altra cosa sia della criminalità sia di un problema di ordine pubblico. Per la microcriminalità servono misure di prevenzione di controllo del territorio ma non solo. Dove sono finite le promesse dei vigili di quartiere? Non ci sono perché l’Amministrazione comunale ha fatto altre scelte e non certo per ristrettezze finanziarie. Serve anche riqualificare parti strategiche della città come l’aree portuali, le piste ciclabili esterne, parti di quartieri. Luoghi dove a parte qualche iniziativa costosa ma paracadutata sono dimenticati in favore dei soliti luoghi della movida.
Quello su cui riflettere (e dovrebbero riflettere il sindaco e gli assessori competenti) è se la politica sociale che riguarda tutto il territorio in questi due anni è stata all’altezza della situazione o meno,se la politica verso i Rom è stata corretta anzi se a fronte del persistere di questa situazione c’è stata una politica o meno. Noi riteniamo che da parte del sindaco e della Giunta non vi sia stata in questi anni (come d’altronde non vi era stata con le amministrazioni precedenti) una politica di attenzione e di ascolto verso queste emergenze. I problemi sociali, i Rom, chi chiede elemosine non sono riconducibili a problemi di ordine pubblico ma sono problemi che reclamano interventi sociali di prevenzione,di politiche di ascolto, di scelte e provvedimenti condivisi che non possono essere riassunti da un divieto burocratico quanto inutile di cartelli di divieti. Civitanova è stata sempre una città tollerante ma oggi la crisi sociale spezza,deteriora anche rapporti di comprensione e di solidarietà e le invettive contro il sindaco sul web ne sono una espressione inaccettabile. E’ questa nuova condizione culturale e sociale che non è visibile ,concreta nelle iniziative sindaco né dalla Giunta. Si è davanti ad un grave ritardo politico culturale che riteniamo vada recuperato per riaggregare il corpo sociale della città la città per togliere spazio a proposte ed iniziative esasperate e strumentalizzate per fini politici”, conclude.

Giovanni Corallini

Giovanni Corallini

Per Giovanni Corallini (lista di centrodestra Libera),” Se Corvatta dice che l’ordinanza anti accattonaggio ha delle sfumature antirazziste, significa che non la conosce e neanche l’ha letta. Personalmente ho portato questa ordinanza all’attenzione di Mobili, il quale ha provveduto ad integrarla e stilarla con il dirigente ai Servizi sociali dell’epoca, persona questa ineccepibile sotto il profilo umano e professionale; per questo abbiamo aggiunto integrazioni che impegnavano ad intervenire, secondo i casi, con segnalazioni da trasmettere ai Servizi sociali. Era uno degli strumenti concessi dalla legge, che insieme a specifiche attività di controllo, assolutamente non discriminatorie, indicava alle autorità di polizia il percorso da seguire e i limiti di intervento per la tutela di eventuali minori o animali sfruttati per l’ accattonaggio. Faccio presente che anche Legambiente approvò le finalità dell’ordinanza. E’ falso che l’ordinanza non abbia avuto effetto e che la stessa non sia mai stata applicata. E’ stata infatti un ottimo deterrente, e se si ha onestà intellettuale, non si può dire che allora c’era l’esercito dei falsi mendicanti oggi disseminati in ogni angolo della città. E’ stato un deterrente ed ha avuto effetti preventivi. Sono infatti spariti i ‘falsi mendicanti’ provenienti con il treno o con l’auto da fuori regione, con al seguito cucciolate di cani. Sono cessati anche gli arrivi quasi sempre quotidiani di veri e propri nuclei organizzati di donne e minori . Il fenomeno Rom è stato vigilato dettagliatamente, anche con attività interforze; dai controlli è spesso emerso come molti di essi avevano già avuto problemi con la giustizia e per questo allontanati dal territorio. Sono mancate le sanzioni, ma a parte il fatto che non è semplice applicarle a soggetti come quelli di cui discutiamo, ciò non toglie che sia stato opportunamente svolto un compito di ‘dissuasione e allontanamento’ più che sanzionatorio, che ha sempre evitato il perdurare e gli eccessi del fenomeno dell’accattonaggio o della permanenza di carovane di zingari. Detto ciò, mi preme dire che al sindaco spetta comunque il dovere di garantire sicurezza e igiene pubblica, e quindi di intervenire sul problema con tutti gli strumenti che la legge consente. Ordinanza o no, quindi, il sindaco Corvatta ha il dovere di essere presente nella lotta contro un fenomeno che la stragrande maggioranza dei cittadini disapprova”.

Corallini chiude con le minacce via web: ” Vanno condannate e su questo non debbono esserci dubbi, ma è sicuro, Corvatta, che a favorirle non possa contribuire anche la continua l’inerzia di questa amministrazione e le sue difficoltà a rapportarsi con i cittadini, ai quali ha riservato qualcosa come qualche minuto di fredda accoglienza per esporre un problema molto sentito in città?”.

 



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