Le nostre nonne, quando si approssimavano le feste natalizie, si chiudevano in semiclausura in cucina a elaborare uno dei dolci più tipici della nostra regione: il frustingo (o pistringolo, o frustengo, o come si chiama di zona in zona, di Marca in Marca). Ne preparavano decine di “testi”, da regalare a parenti e amici. Complicatissimo, con una infinità di ingredienti, costituiva una bomba calorica di rara entità, puntata sugli stomaci guduriosi di grandi e piccini: era un appuntamento ingrassante ma irrinunciabile, di cui pentirsi nei mesi successivi (quelli che approssimavano alla prova costume, per intendersi…). Alcune volenterose delle generazioni successive (non tanto le mamme, che qualcosa avevano sbirciato, quanto le sorelle, le cugine, le amiche dal buon cuore e dall’ottima volontà) hanno provato a chiedere alle rispettive ave la miracolosa ricetta, ma ricevendone in cambio coloriti dinieghi: non esiste ricetta scritta! Esiste l’esperienza, è una preparazione che si tramanda guardando e mandando a mente. Quand’è ora di farlo – volevano dire – prenditi una quindicina di giorni di ferie, vai mentalmente in vacanza e chiuditi con me in cucina. I nostri tempi, però, devono aver reso problematica la missione. E così, del nostro dolce ipercalorico si è quasi persa ogni traccia, mentre sempre più rara è la grazia di trovare qualche anziana di buon cuore e buona volontà, che generosamente ne offra a te che leggi (e a me che scrivo) una porzione e non solamente un malinconico ricordo.
Buone notizie, donne: in uno dei tanti nostri mercatini, abbiamo finalmente trovato una ricetta scritta e attendibile del frustingo. Buono studio! Ci vediamo a Natale…
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Tra il tempo che occorre per la preparazione e tutti gli ingredienti se lo fai per uso personale bene se lo dovessi fare per venderlo come minimo lo dovresti vendere a 60/80 € il kg