di Carmen Russo
“Vergognatevi, non siete degni di portare il nome di Salesiani”.
Questa, l’accusa più forte nell’assemblea che si è svolta all’Istituto Salesiano, nel pomeriggio.
Due giorni fa, era stata inviata la convocazione ai genitori per “riflettere e discutere insieme sulla situazione incresciosa in cui versa la scuola e sulle possibili soluzioni”, come spiegano loro stessi.
L’incontro, a cui hanno partecipato numerosi genitori e studenti ha assunto il carattere di comunicazione di una decisione già presa, anziché -come comunicato appunto in precedenza- di dibattito. Ed è stato proprio questo a scatenare una veemente reazione tra quanti, confermando i timori, hanno ascoltato il Superiore don Leonardo Mancini- affiancato dall’attuale Preside don Luigi Barraccu e l’Economo Ispettorale Mario Lela- dire in modo diretto: “A partire dal prossimo anno scolastico, la scuola chiude”.
Rabbia, ma anche tristezza tra i genitori colpiti da tale doccia fredda, seppur preceduta da sporadiche voci che vedevano l’istituto navigare economicamente in cattive acque: “Alle diverse domande sul futuro della scuola, avete sempre risposto rassicurandoci e assicurando la continuazione dell’istruzione”, dice la mamma di un’ alunna frequentante il secondo anno della scuola media. In effetti, circolavano spesso dicerie a tal proposito, ma a suggellare l’illusione di una stabilità, era stata la promozione di un nuovo indirizzo di scuola secondaria superiore, il Liceo Scientifico Sportivo che, però, non è riuscito ad attrarre abbastanza iscritti per il rilancio della scuola. “Allo stesso modo anche gli altri indirizzi hanno subito, in base alle iscrizioni dello scorso febbraio, un calo che non ci permette di continuare a tenere in piedi questo istituto”, sostiene don Leonardo Mancini. Anche a questa affermazione la platea si ribella, accusando la scuola di non aver fatto abbastanza pubblicità, di non aver saputo attrarre nel modo giusto altri iscritti e di non essere stati sinceri nella gestione della situazione.
La riunione, assume un carattere ancor più aspro, in seguito all’intervento di Mario Lela, Economo Ispettorale ribattezzato ironicamente “Ispettore Simpatia” viste le sue risposte provocatorie alle domande dei genitori che, a suo parere, “non avevano l’autorità di richiedere certe cose.” Vola anche qualche insulto dopo una risata malcelata, la quale trascina l’opinione generale in balia della delusione che colpisce anche gli studenti, alcuni dei quali si sfogano piangendo.
“Ho portato in questo istituto mio figlio a gennaio di quest’anno, a causa dei problemi con la scuola pubblica. – obietta una signora – Al momento dell’iscrizione non mi era stato neanche lontanamente detto che c’era la possibilità di una chiusura imminente. Adesso dove vado?”. La stessa, successivamente rivela di pagare oltre mille euro al mese di retta, compreso il sostegno, all’Istituto Salesiani e dichiara: “Non mi arrenderò, farò una guerra feroce perché la scuola porti a termine l’inter delle classi già iniziate, a costo di autogestirla”.
Il caso, di suo figlio, infatti non si annovera tra le uniche classi che continueranno a vivere anche il prossimo anno, le attuali quarte liceo e le seconde medie, mentre particolare è il caso del terzo anno del liceo linguistico, il quale a causa dell’inesistenza dello stesso nelle zone limitrofe, potrebbe terminare il suo corso, fino alla fine.
“Mia figlia dovrebbe fare la terza media, ma a questo punto non so se continuerà qui, dato che non possiamo essere sicuri della qualità”, dice un padre. Chi saranno i professori, quanto costerà mantenere in piedi una scuola per poche classi e perché, se è possibile continuare per il liceo linguistico, non lo è per gli altri indirizzi, tutti gli interrogativi senza una risposta.
I genitori, ancora completamente spiazzati dalla notizia, stanno pensando a iniziative di protesta. E anche gli studenti stanno preparando cartelloni e striscioni per una manifestazione che terranno domani (sabato) mattina prima dell’inizio delle lezioni quando si sdraieranno a terra nei corridoi in segno di protesta.
(Foto-servizio di Lucrezia Benfatto)
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Era chiaro che sarebbe andata a finire così. Una volta ottenuta la variante urbanistica ( che solo in pochi non abbiamo votato) i salesiani stanno,smantellando, cominciando con la scuola
Che sia un gran danno!) ma, come volevasi dimostrare, non appena edificato il supermercato, hanno realizzato quello che si prevedeva e cioè che della funzione sociale e bla bla bla ai salesiani gli importava in realtà pochissimo per non dire niente…tutto ciò almeno a parziale risarcimento per le critiche e gli insulti che noi del pdci ci siamo presi a suol tempo. Saluti.
Credo, da credente, che la fine ingloriosa della scuola salesiana maceratese rappresenti una parola di Dio molto chiara: i salesiani non sono nati per far scuola ai figli dei ben abbienti, bensì per dare una chance a coloro che non hanno né soldi e, spesso, nemmeno famiglia. Nell’800 di Don Bosco, erano i figli della povera gente torinese. Oggi potrebbero essere tanti ragazzi extracomunitari che approdano in Italia dai loro paesi, spesso da soli o in compagnia – alla meno peggio – di alcuni amici. Ci sarebbe davvero molto da fare. E sono certo che la provvidenza soccorrerebbe i salesiani, al di là delle eventuali sovvenzioni pubbliche a sostegno dei progetti di inserimento (che alcune volte si trasformano in gestione ordinaria per affari straordinari). No: Don Bosco – grande, grandissimo, modernissimo santo – si fidava di Dio. E nella misura in cui crescevano i giovani intorno a lui e al suo oratorio, parimenti arrivavano aiuti. Lui insegnava loro a leggere e scrivere, e poi a imparare un lavoro per potersi inserire nella società nel miglior modo possibile. Lo faceva per vocazione. Ossia, lo faceva gratis. E lo faceva benissimo.
Pensavo, curiosamente, a come – nei paesi poveri del mondo, dove sono presenti e operanti i salesiani in forza del loro carisma originario – hanno vocazioni su vocazioni, mentre qui in Italia – dove si sono un po’… seduti, per così dire… – hanno sempre meno vocazioni. Ma adesso cominciano a perdere altri pezzi importanti (la scuola di Macerata è una delle più antiche).
Io però non vedo in questo un male: forse Dio sta suggerendo ai salesiani di tornare all’origine. Mi auguro, per loro anzitutto, che le orme che il destino traccia nella loro storia in città non voglia significare – come ventila Borgiani – solamente una quadratura di bilanci economici, ma un’opportunità fenomenale di rilancio ricominciando dall’inizio.
E’ stupefacente che per un fatto del genere si registrino così pochi commenti da parte dei Maceratesi. Nella mia Cittadina l’azione più distruttiva nei confronti della Comunità la fece la Parrocchia, quando trasformò un luogo di aggregazione eccezionale per tutti e soprattutto per i ragazzi in Cinema-Teatro (sic.!).
Vorrei fare garbatamente una domanda: quanti di quelli che oggi protestano per la chiusura della scuola dei Salesiani, compresi gli amministratori locali, hanno caldamente appoggiato la posizione “meno finanziamenti alla scuola privata e più finanziamenti alla scuola pubblica”?
è una fortuna che chiude questi salesiani attuali, lo dice uno che ha mandato i suoi figli molti anni in dietro quando c’erano i veri salesiani e una scuola sana. Io mio nipote attualmente lo manderei senza dubbi alle scuole pubbliche che sono migliori di un tempo. mi dispiace dire certe cose ,ma di don bosco, don ennio ecc. non ci sono più.
Che sia colpa dei diabolici Grillo & Casaleggio anche questa crisi dei Salesiani? Oppure:
http://www.corriere.it/cronache/12_novembre_13/salesiani-fallimento-bertone-truffa_16db6f84-2d59-11e2-9fd6-1d698914d372.shtml
W LA SCUOLA PUBBLICA!SEMPRE!
@ Davoli
Ovviamente è la parola, solo che sarà per la distanza, per la veneranda età, per probemi di comunicazione linguistica ma… tale parola è arrivata sulla Terra con molti anni di ritardo…..
Una legione di vecchia classe dirigente Comunista, Socialista e Radicale si è “formata” politicamente ai Salesiani.
Ovvio che tale luoghi di formzione politica andavano chiusi!!!!
🙂 🙂 🙂 🙂
manderete i vs figli alla scuola pubblica, pazienza ci sono tante fabbriche che chiudono (e lavoratori a spasso), non può chiudere una scuola privata che non riesce più a mantenersi? non penso sia una cosa così grave!
X LUCREZIA CICCONOFRI. o sei un’insegnante che hai paura di perdere lo stipendio o non sai quello che significa aver frequentato la Scuola Salesiana.
Le ultime tre righe del commento di DAVOLI sono perfettamente azzeccate ed adeguate al momento.
@Davoli
Io sono un alunno attualmente al quarto anno del liceo salesiano. Sono cose che io vivo in prima persona e penso che non sia un segno di Dio lasciare all’ ultimo anno un gruppo di amici (alcuni dei quali frequento dall’ asilo) o un gruppo di insegnanti ai quali, bene o male, nel corso del tempo mi sono affezionato (e non sono il più bravo della classe). Mi permetto di ricordare inoltre che l’ istruzione, pubblica, sia per gli italiani che per gli extracomunitari è pagata dai contribuenti mentre la scuola privata è un investimento della singola famiglia sul quale nessuno ha il diritto di interferire.
@Cerasi
A parte la filosofia spicciola sul Logos, è molto riduttivo, banale ma anche offensivo, parlare dei Salesiani come di una fabbrica di comunisti
Per tutti coloro che hanno commentato attenzione a dare giudizi su problematiche che non vivete!
Vorrei far presente quanto segue:
Anche io ho frequentato diversi anni una scuola religiosa privata, ciò non toglie il fatto che attualmente se i Salesiani sono costretti a chiudere visto l’incremento esponenziale degli ultimi anni di apporti economici alle scuole private, significa il fallimento della gestione economica.
Forse qualcuno vorrebbe che nel momento di crisi che stiamo attraversando intervenga lo Stato?
O forse la chiesa che sovvenzioniamo da centinaia di anni sarebbe ora si privasse di qualche mega centro di raccolta (vedasi il redemptoris Mater ) e provveda ai giovani?
Faccio altresì presente che tutte le sovvenzioni alle scuole private sono incostituzionali come meglio descritto nel secondo capoverso dell’art.33 della Costituzione “Enti e privati hanno diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato.”
Ma per favore. Da sempre ai Salesiani andavano le capre, i pluribocciati, quelli che volevano prendersi un diploma senza tanti sforzi.
Carissimo omonimo Filippo Simonetti,
sono un ex-allievo salesiano anche io. Conosco benissimo le problematiche che riferisci (in relazione alle scuole private), ma se nessuno deve interferire con la decisione delle famiglie di spendere molto per mantenere la scuola privata, allora la risposta si fa semplice: spendete di più e fine delle trasmissioni.
In realtà, non è così che stanno le cose: mantenere un aggeggio di quella specie, ai giorni nostri, è un’impresa titanica che nemmeno le vostre forze economiche familiari possono riuscire a tenere in piedi. Però – da credente, ripeto; e salesiano nell’animo, fino in fondo (perché è il metodo di Don Bosco che ho messo in atto con profitto coi ragazzi extracomunitari di cui sono stato prima educatore e poi docente di lingua italiana) – il carisma salesiano non è quello di gestire scuole, ma quello di andare in soccorso della gioventù, e in particolare della gioventù povera o in difficoltà, sia materiale che morale.
Poco sopra, qualcuno commentava che non ci sono più i Don Bosco e i Don Ennio; questo non posso dirlo, non posso saperlo. Mele marce ci sono ovunque, così come santi uomini. Io ho un ricordo indelebile e affettuosissimo di Don Fausto Scorrano, di Don Schinca, di Don Ciurciola, di Don Edoardo, di Don Nicolini… Però tanti altri dei miei compagni non ci andavano d’accordo: voglio dire, è tutto molto soggettivo. Sta di fatto che il carisma salesiano è quello che dicevo io qui sopra, e non quello – mi ripeto, ma è importante – di gestire scuole.
Nella vita, poi, caro Filippo, gli amici di una vita si perdono. Oppure si mantengono anche se le strade si dividono. Cent’anni fa ci pensò la guerra (che, se permetti, fu un’esperienza un po’ più dura della presente…); poi uno va all’Università da altre parti, poi si fidanza e si sposa, magari si trasferisce fuori per lavoro… ma i sentimenti veri non si troncano per una scuola che chiude: anche se, e su questo convengo, quando si chiude dispiace. Si aprono ferite – che sanguinano, ma anche che formano. Sarà, ritengo, un buon viatico per scoprire quanti dei tuoi amici erano realmente amici. Io, se fossi tuo padre, ti parlerei così.
Per tornare, invece, al capitolo salesiani – e ai loro problemi economici – al posto loro convertirei pian piano la scuola in una grande, un’enorme casa-famiglia, con preti-padri e non zitelli (per parafrasare il Papa) in grado di formare e preparare i giovani più disagiati all’inserimento nella società: i famosi “buoni cristiani, onesti cittadini” che certamente avrai sentito e visto nei filmini sulla vita di Don Bosco che, in prossimità del 31 gennaio, i salesiani fanno sempre vedere ai loro allievi. Chiederei anche il sostegno allo Stato, ma se non arrivasse (come invece sa arrivare e cospicuamente a tante altre cooperative che lavorano nel settore), non mi preoccuperei più del dovuto: il Signore sa come provvedere. E Don Bosco l’ha sempre testimoniato, lungo tutta la sua vita. Ma io non mi sono fatto salesiano, la mia strada è stata un’altra (ancorché ispirata e confermata dalle intuizioni di Don Bosco): dunque, io (ma anche tu, però!) più di tanto non posso dire. Certo, sarebbe cosa buona e giusta portare a compimento gli anni rimasti delle classi intermedie (su questo nulla da ridire). Ma se così proprio non dovesse essere, non temere: salva il buono che hai ricevuto (e che anche tu hai riferito nel tuo commento) e mettilo a frutto nel tuo futuro. Vedrai che andrà tutto bene.
@ mago
Vorrei soltanto informarla del fatto che il Redemptoris Mater non percepisce un solo euro dalla Diocesi, vivendo di provvidenza. Non si tratta di un centro di raccolta bensì di un Seminario diocesano (i preti che ne escono si incardinano qui) e missionario (si rendono disponibili per andare in qualunque parte del mondo ove vi sia bisogno o richiesta di preti).
@filippo davoli
so perfettamente di cosa si tratta, ma se facciamo due conticini su quanto è costato, l’investimento se fosse stato dirottato verso le esigenze dei credenti e dei giovani avremmo i Salesiani in perfetta forma.
Spero sia a conoscenza che non è necessario, se sei un vero profeta del Signore, ritirarsi in un luogo così attrezzato per trovare la via della missione, altrimenti come avranno fatto suor Agata Smeralda, Don Piero Stavarengo, Padre Gino Gioia, Fratel Elio Croce ect. ect. ect.
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2013/03/24/eredita-contesa-salesiani-sotto-inchiesta.html
Magari non c’è alcun nesso tra causa ed effetto, ma ci sono degli accadimenti che un mio amico, ex scout, mi ha fatto notare questa sera….
Arriva la variante per i salesiani, incassano il via libera, nuovo supermercato, nuove costruzioni (presumo introiti, altrimenti cosa hanno fatto sparire a fare il campo di calcio??) e al contempo Don Ennio [[[[[un Don MAIUSCOLO, l’anima stessa dell’Oratorio, un prete con 2 zebedei grossi come il monte bianco e con un’umanità e un’umiltà che dovrebbero essere prese d’esempio]]]]] viene spostato, dopo una vita spesa per i giovani di Macerata….
… E poco dopo ecco che la scuola dei salesiani di Macerata (e forse l’oratorio, dice qualcuno) sbaracca….
Solo coincidenziali coincidenze??????????
@ mago
Non so se sai che la tunica di Nostro Signore era tessuta con un unico filo (= era preziosissima), tanto che i soldati romani non la divisero ma la tirarono a sorte per chi dovesse accaparrarsela. Anche a Lui non serviva una tunica preziosissima, bastava un sacco, secondo il tuo discorso. Il punto è un altro (o più di un altro):
1. non è problema di spendere per la bellezza di un luogo; il problema è l’attaccamento ai soldi e ai beni. Ma se – come nel caso del Redemptoris Mater – questa bellezza, che vuole far presente la generosità di Dio nei confronti dei Suoi figli, è stata prodotta dal contributo volontario di persone non solo di Macerata ma di tutto il mondo (perché le cifre delle raccolte vengono redistribuite tra tutti gli oltre 50 seminari Redemptoris Mater del mondo) e poi la nostra struttura (come le altre dello stesso tipo) regalata alla Diocesi di Macerata (perché per Statuto il Redemptoris Mater non può possedere beni materiali), qual è il tuo problema?
2. Non capisco il nesso coi Salesiani: al Redemptoris Mater vanno ragazzi che accolgono la chiamata vocazionale a diventare preti per il mondo intero, secondo un proprio carisma riconosciuto dalla Chiesa (più di cinquanta nuovi preti negli ultimi dieci anni a servizio sia della nostra diocesi che delle missioni in tutto il mondo). L’Istituto salesiano di Macerata invece è una scuola e un oratorio, ma non un centro di formazione seminariale salesiano. Dunque, non colgo la specificità del rapporto. A meno che tu non voglia farmi capire che il Vescovo dovrebbe snaturare i rispettivi carismi per favorire… ma chi, poi? I giovani di famiglie abbienti che frequentano la scuola privata? No, non capisco, perdonami.
3. Il dirottamento dei fondi di cui parli, invece, è un falso problema: è quanto sollevò Giuda a Gesù a proposito della peccatrice che ruppe il vasetto prezioso di alabastro per ungere i piedi del Signore. Giuda gli disse: “Ma Signore, con quello che costava quel vasetto si potevano sfamare tanti poveri!”. La verità – fa capire Gesù dalla risposta che gli dà – è che chi è taccagno come Giuda (che era quello che maneggiava la borsa, e dunque di soldi se ne intendeva…) finge la premura verso i poveri, ma in realtà inorridisce di fronte a quello che reputa uno spreco. Si immedesima, pensa con orrore se quei soldi buttati via fossero i suoi. E allontana il pensiero facendo i conti in tasca agli altri (più facile, più facilmente condivisibile da chi ascolta il discorso, senza scordare che la manovra permette pure di allontanare, anche mentalmente, il pericolo di poter essere in una qualche maniera coinvolto nello stesso meccanismo).
La larghezza e la libertà coi soldi, invece, significa secondo il Signore un atto di amore. Chi ama spende, largheggia, è generoso, e non teme di veder svuotare la borsa. Se privati cittadini di tutto il mondo non hanno il braccino corto per permettere invece a giovani che vogliono farsi preti di sperimentare già dal Seminario che il Signore non è un tirchio (cosicché dopo, una volta in missione, loro per primi sappiano essere generosi in tutto con chi incontreranno), io ci potrei scommettere che contemporaneamente quegli stessi privati cittadini sono generosi, aperti, collaborativi con le esigenze dei “poveri” che hanno “sempre con loro” (la citazione è dallo stesso Vangelo di cui sopra) nei luoghi dove risiedono.
Non vissuto i salesiani come allievo, ma li ho frequentati molto perchè facevo parte degli Scouts. Credo che “l’analisi” dell’amico Filippo Davoli sia la più azzeccata e da condividere in pieno.
@soda caustica
Quello che lei ha scritto non è assolutamente vero mi pare di sentire anche un pizzico di invidia nelle sue parole. Abbia almeno il coraggio di firmarsi
Davoli la smetta di prendere in giro la gente. Si sa benissimo che il seminario dei neocatecumenali è stato finanziato con il soldi del Giubileo per accogliere i pellegrini. Quindi con soldi pubblici. Ancora nel 2010 ha ottenuto un finanziamento di 100.000 euro per il completamento. Solo che il Giubileo era nel 2000.
@Filippo Davoli
perchè prendere in giro le persone?
Lei sa benissimo che i fondi per la struttura di cui parliamo vengono dal Giubileo.
E poi le beneficenze vengono elargite per quasi tutta la totalità per aiutare i poveri e non per lo scopo da Lei menzionato.
In ultima analisi, i missionari dovrebbero essere preparati alla dura vita che gli aspetta che non è minimamente affine al Redemptoris.
Sa che le dico comincio ad avere anche dei dubbi sulla illuminazione divina, la quale è più credibile quando si abbandonano le ricchezze per dedicarsi ai poveri.
Buongiorno a tutti!
non capisco come mai ci sia questo livore nei confronti della scuola Salesiana, i genitori che hanno fatto questo tipo di scelta, non hanno chiesto i soldi a nessuno di voi che criticate, continuando pagare le tasse anche per le scuole pubbliche che non utilizzano, credo quindi che sia una libera scelta degna di rispetto da parte di tutti. Per quanto concerne invece quello che hanno detto sul fatto che in questa scuola è risaputo ci siano solo capre, pluribocciati, mi verrebbe da rispondere che forse lo sa così bene perche l’abbia frequentata!!!!! Invece rispondo che forse dovrebbe documentarsi un pochino meglio, è vero che diversi ragazzi con problematiche si trovino in quella scuola solo perchè nei loro confronti c’è un occhio di riguardo in più rispetto alla scuola pubblica. Ma comunque in quella scuola si lavora e si studia come in ogni altro Liceo, mi creda glielo posso garantire in quanto conosco bene i programmi sia della pubblica che quelli dei Salesiani. Nella scuola Salesiana si studia, si viene promossi o bocciati (se meritato ) come in tutte le scuole. Rispetto chi per ideologia, scelta forzata, libera scelta, non frequentano o hanno frequentato la scuola Salesiana, ma rispetto anche per coloro che hanno fatto questa scelta e che da venerdi protestano e manifestano per la chiusura, che forse non appare ancora chiaro a tutti, i genitori dei ragazzi e i ragazzi vogliono sapere perchè chiudono, non credono a quello che loro dicono, in quanto da circa un anno e mezzo chiedono spiegazioni di comportamenti poco consoni al rilancio di cui tanto parlavano con conferenze stampa e rassicurazioni costanti alle famiglie, senza ottenere mai risposte certe. Saluti
Non ci si potrebbe fare una bella moschea ed una università islamica? I musulmani sono pieni di soldi e pagherebbero bene i Salesiani.
l’istituto chiuderà i battenti ufficialmente nel 2015 consentendo a chi ha iniziato il percorso di studi di portarlo a compimento…..salvo ripensamenti…triennio superiore e scuole medie….non vi sarebbe stato ragione di chiudere l’istituto se vi fossero stati una quantità di iscritti che consentisse di sostenere i costi di gestione….le entrate non coprivano le uscite….solamente in parte erano coperte dalla chiesa e dalle donazioni….non tutte…..mantenere una struttura del genere ha un costo ESORBITANTE…..è stata fatta una politica sbagliata …..dovevano abbassare i costi per consentire ad un maggior numero di persone di accedere alla scuola…..la maggior parte non potevano permettersi di iscrivere i propri figli perchè i costi erano eccessivi per le loro finanze….poi se i figli sono più di uno…..si conosce già la risposta…..(stesso discorso vale per la scuola materna ed elementare, pressochè attigua)……molti avranno fatto un discorso di mentalità…..(chi poteva e non voleva mandarli)….per quanto riguarda l’istruzione è la medesima sia sul pubblico che sul privato….le metodiche e le materie sono le medesime….potevano organizzare un servizio mensa….oppure un doposcuola che poteva in parte coprire le spese….di gestione…..ma soprattutto dovevano abbassare i costi di iscrizione…..non sempre è vero il fatto del MENO SPESA – MENO RESA….molte volte il MENO SPESA corrisponde al MAGGIOR RESA ECONOMICA…..e quindi tiravano avanti senza GRANDI PROBLEMI……invece di CLASSI di 10-15 ragazzi….classi di 15-20 ragazzi….oggi come oggi ti devi organizzare se vuoi rimanere sulla piazza…..ad esempio se la quota mensile è di 500 euro….(tanto per fare un’esempio)…..sono pochi che oggi come oggi se lo possono permettere per 1 figlio, figuriamoci per 2….se la quota mensile era di 250 già più persone potevano permettersi di mandare i figli nella scuola privata…..in epoca attuale la crisi non conosce professione…..tutti oggi come oggi guardano all’euro…