Via la scuola dai Salesiani, Carancini:
“Uno schiaffo inaccettabile alla città”

MACERATA - L'indignazione e l'amarezza del sindaco a cui solo oggi è stata comunicata la decisione con una telefonata: "Non è stata ripagata la generosità dei maceratesi". Rispunta la lettera al Consiglio comunale di don Maggi

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Oggi i genitori degli alunni sono stati convocati ai Salesiani ma solo durante l'assemblea tenutasi nel tardo pomeriggio hanno scoperto il vero motivo: la chiusura dell'istituto scolastico (SEGUE SERVIZIO COMPLETO)

Oggi i genitori degli alunni sono stati convocati ai Salesiani ma solo durante l’assemblea tenutasi nel tardo pomeriggio hanno scoperto il vero motivo dell’incontro: la comunicazione della chiusura dell’istituto scolastico (SEGUE SERVIZIO COMPLETO)

Il sindaco Romano Carancini

Il sindaco Romano Carancini

 

di Maurizio Verdenelli

Indignazione, sbigottimento, amarezza, schiaffo inaccettabile. Vorrebbe dire qualcosa di più grave, ma si trattiene “per via del ruolo, è chiaro” il sindaco Romano Carancini che al telefono quasi vibra di rabbia. “Capito?! mi ha telefonato questa mattina, verso le 10 -10,30 o giù di lì. Ed è stato un fulmine a ciel sereno”. Chi gli ha telefonato, avvocato? “Il preside della scuola salesiana, don Luigi Barraccu. Mi ha detto che chiudeva la scuola (leggi l’articolo). Ma come si fa? Senza un preavviso, senza venire qui in Comune a rappresentare difficoltà, a chiedere un possibile aiuto. Sì, c’erano stati sussurri, qualche lamentela ma a livello informale, sopratutto da parte dei genitori che avevano capito che qualcosa non funzionava, sotto sotto. E adesso si chiude e basta! Stop, tutti a casa. La Circoscrizione a Roma ha deciso. Ma a Macerata è come togliere un pezzo di anima alla città, una parte della sua storia, una parte ultracentenaria”.
“E’ uno schiaffo inaccettabile ad una città che ha mostrato grande generosità verso l’Istituto Salesiano”.

Il consigliere comunale Daniele Staffolani durante l'assemblea che si è tenuta nel tardo pomeriggio

Il consigliere comunale Daniele Staffolani durante l’assemblea che si è tenuta nel tardo pomeriggio

Che tipo di generosità?
“Sono molto chiaro. Perché ho collaborato a questo percorso, a questo disegno generoso verso un istituto storico che rappresenta nel segno di don Bosco, anche lui ‘ammirato dalla generosità dei maceratesi’, così grande parte dello spirito della nostra gente. Ho collaborato, a cominciare dal 2009, come capogruppo del Pd  perché ad esclusivo vantaggio dell’Opera Salesiana fosse data attuazione ad una serie di varianti urbanistiche. E a distanza di pochissimi anni questa chiusura, questa decisione inaccettabile della scuola. Sono al fianco dei genitori degli allievi che con grande sacrificio hanno creduto fino ad oggi che la scuola continuasse e che anzi si potesse rinforzare così come annunciato a dicembre”.

Intanto emerge qualche carteggio sullo scenario di questa ‘generosità istituzionale’ ad esclusivo beneficio della gioventù maceratese.  Il 2 luglio 2011 don Dalmazio Maggi, con carta intestata dei ‘Salesiani Don Bosco di Macerata’ (un logo con una casetta stilizzata su campo giallo) scriveva al sindaco Carancini, ad assessori e consiglieri un lunga lettera che chiudeva così: “Carissimi, nel chiedere e accettare aiuti per il servizio dei giovani imitiamo don Bosco nella intraprendenza e nella gratitudine e ci manteniamo, come lui, evangelicamente liberi. ‘Ricordatevi bene, egli dice, che quello che abbiamo non è nostro, ma dei poveri; guai a noi se non faremo buon uso”. Vi saluto cordialmente e vi auguro di realizzare ‘al meglio’ gli obiettivi del vostro compito di amministratori per essere al servizio del bene comune e sopratutto dei ragazzi e dei giovani!”.
Lo stesso don Maggi, nella sua lettera al Consiglio comunale, dopo un’introduzione nella quale si assicuravano il completamento dei lavori di messa a norma dell’Istituto  e dell’Oratorio, che risulta rinnovato completamente,  con riferimento agli impianti sportivi, e alla Bocciofila, entrava nel vivo del problema:
chiusura_salesiani (2)“Nel ‘Piano di Recupero dei Salesiani’ si prevede ‘la realizzazione di un fabbricato residenziale attestato su Viale don Bosco, su area interna dell’Istituto Salesiano ‘gravata da vincolo paesaggistico ex DL 42/2004, imposto con DM 11/11/1968”, per mc. 8000 circa’.
Tale fabbricato è collegato con il nostro Istituto su viale don Bosco e confina all’interno con la proprietà salesiana con una fila di alberi e il campo di calcio in erba sintetica.Come è mio impegno mi sto interessando alle modalità di costruzione e mi hanno ricordato che c’è in decreto ministeriale che mette dei vincoli sull’area interessata. Nel decreto ministeriale si dice che è «Riconosciuto che la zona predetta ha notevole interesse pubblico perché costituisce un importante punto di vista accessibile al pubblico, permettendo il libero godimento di tutto il panorama verso i monti Sibillini». Come tutti possono constatare tale affermazione è stata proposta e approvata il 3 febbraio 1967, quando nella “scarpata” erano piantati dei piccoli alberi, che adesso cresciuti molto bene impediscono di vedere il panorama dei Sibillini. Ne ho sentito parlare nel dibattito avvenuto nel consiglio comunale il 20 e il 21 luglio 2009.

Il direttore Don Maggi durante l'incontro di oggi pomeriggio

Don Luigi Barraccu durante l’incontro di oggi pomeriggio

Mi permetto di ricordare alcuni elementi che considero ancora utili e stimolanti, oggi, soprattutto per i funzionari e i tecnici, che stanno seguendo la pratica. Per la illustrazione del Piano di Recupero Salesiani, l’assessore Compagnucci, con molti dettagli, ha affermato che : ‘il decreto all’epoca tutelava “la visuale e il godimento di tutto il panorama verso i Monti Sibillini”… Pertanto si sottolinea che tale fattispecie di tutela è finalizzata a salvaguardare la zona, in quanto area, che permette il godimento del panorama verso i Monti Sibillini, quindi di valore in rapporto alla possibilità di uso come belvedere, e non per le proprie intrinseche caratteristiche paesaggistiche”. Salvatori con molto realismo ha detto: ‘Per quanto riguarda le operazioni urbanistiche in sé, in viale Don Bosco il vincolo paesaggistico è morto da molti anni, nel senso che parliamo del piano regolatore, parliamo del fatto che alcuni palazzi sono stati costruiti dopo il piano regolatore, e nessuno si è scandalizzato, ed oggi il panorama che si vede da quella balaustra sono solo bellissimi pini che coprono tutta la visuale. Il modo con cui verrà progettata questa costruzione permetterà probabilmente di godere meglio di questo angolo di visuale paesaggistica’. Il presidente del Consiglio comunale Maulo con decisione afferma: ‘La stessa struttura che noi prevediamo lungo viale Don Bosco sta su una scarpata, che non ha in questo momento alcuna funzione, quindi non ruba assolutamente spazi ai ragazzi e alle attività dell’oratorio, dei cortili, agli spazi di socializzazione, dialogo ed attività culturali che i Salesiani mettono normalmente da 120 anni a disposizione pubblica’. Lei stesso, avvocato Carancini, allora consigliere comunale, ha sottolineato: ‘Così come credo che sia sbagliato non soppesare quelli che sono i vantaggi, il senso e l’anima della delibera, rispetto alle questioni urbanistiche, che pure hanno un’importanza, e rispetto a questo lo sforzo dell’Amministrazione in relazione alla questione della 1497… ‘. Principi, evidenziando che ‘il patrimonio dei Salesiani appartenga alla città è fuori dubbio’, con molto umorismo ha raccontato come si era preparato al dibattito: ‘Questa mattina mi sono recato, in previsione di questo intervento, lungo viale Don Bosco. A parte il fatto di avere constatato l’asfalto eccezionale che ricopre la via, non trasmette rumore, drenante, ma mi sono sporto da quella specie di protezione, e dei Sibillini, signori. non si vede traccia. C’è una parata piena di abeti, o larici non so bene, ma di panorama non se ne parla; sfido chiunque a recarsi lì per vedere se da quel belvedere si può godere la visuale dei Sibillini, a me non risulta’.  Iommi ha affermato che ‘L’altra operazione, che necessita una variante per l’appunto urbanistica, è la nuova edificazione a confine, in aderenza su viale Don Bosco al complesso Salesiano, per circa 8.000 mc’. ‘Poi è chiaro che i Salesiani devono vendere in funzione del massimo, perché altrimenti faremmo veramente delle operazioni a rischio per la sostenibilità di ciò che è utile all’opera Salesiana… Quindi non si può svendere l’area del supermercato, che è al massimo valore, molto più dell’area per fare gli appartamenti con 3 piani sotto terra, perché avremo 4 piani di strutture su pilastri e 3 livelli sotto. È quindi evidente che noi dobbiamo metterli in condizioni di massimizzare…’. Tasso, come ex-allievo, ha ricordato che ‘Non che si danno i soldi al Direttore nella sua persona, o si danno soldi ai professori nella persona dei professori, e che ci vanno in vacanza. Si parla di aiuti che vengono dati ad un’istituzione, che è cara a tutti da quello che sento, ma che però crea ed ha creato malumore nel corso di questa conversazione’”.
Ed ecco le osservazioni finali a giunta e consiglieri comunali da parte di don Dalmazio Maggi: “Mi permetto di sottolineare. 1. Allo stato attuale, per gli alberi che sono cresciuti, il tratto di viale, che costeggia l’Opera Salesiana, non permette la visione dei Sibillini. Anche dalle finestre del secondo e terzo piano della scuola non si possono vedere i Sibillini e per ammirare il panorama i ragazzi sono accompagnati sul terrazzo del quarto piano; Autorizzare una costruzione, ponendo come vincolo che il piano terra sia “aperto”, non raggiunge in nessun modo lo scopo di permettere la visione dei Sibillini, anzi crea una zona, vicino alla stazione, di non facile controllo durante la notte. 2. Non è secondaria la riflessione, che è stata da tanti evidenziata, che questa operazione porti il massimo utile ai Salesiani.
Per cui ogni condizione, che non permetta il miglior utilizzo della cubatura autorizzata, diventa di conseguenza un impoverimento dell’Opera Salesiana, che è al completo servizio dei ragazzi e dei giovani!”

Ora in quell’area liberata dal vincolo sono sorti sopra e sotto parcheggi, ipermercati ed edifici di civile abitazione. Ma questo evidentemente non è bastato a tenere in vita la scuola.

(Foto di Lucrezia Benfatto)



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