Da Gian Mario Maulo, presidente del Consiglio comunale di Macerata, riceviamo e pubblichiamo.
I Salesiani da centoventi anni, per missione, mettono a disposizione della comunità civile una schiera di educatori e, insieme ad essi, campi sportivi, saloni, cortili, come spazi di socializzazione, di dialogo, di attività culturali, con una funzione pubblica che tutti riconoscono. Coscienti di questa funzione, gli amministratori della città da tempo hanno iniziato a valorizzare le strutture dei Salesiani: prima i servizi del campo sportivo, poi il salone-teatro restituito alla sua funzione culturale cittadina; ora l’ampio spazio dell’oratorio salesiano e dei campi sportivi, in un quadro di complessiva riqualificazione della zona.
L’area dei Salesiani, infatti, ha strutture sportive e per il tempo libero, private ma pubbliche di fatto, da sempre indispensabili per tutto il quartiere e per la città, ormai fatiscenti; la zona di via Dante, poi, ha crescenti problemi di sosta, sia per le tante abitazioni costruite all’epoca senza garage, sia per le strutture pubbliche adiacenti (INPS, ex Genio Civile); il palazzo ex INAM risulta da anni inutilizzato e in condizioni pessime; infine mancano spazi commerciali di dimensione rionale..
Il Comune ha il dovere di riqualificare l’area, di valorizzarne la funzione sociale e sportiva, di risolvere contemporaneamente i problemi della sosta e dei servizi. Per questo da anni ha studiato i problemi, ha valutato le alternative ed ora presenta una proposta realistica: si prevede sotto il campo sportivo di via Dante un’area di sosta a servizio delle abitazioni, delle attività commerciali, delle istituzioni della zona, con un accesso facile ma non invasivo, tanto che, dalle simulazioni effettuate, risulta capace di decongestionare il traffico; si propone al livello superiore una palestra e spazi anche all’aperto per lo sport e per il tempo libero; si prevede, infine, un’area per servizi e commercio di dimensioni limitate alle esigenze del quartiere, baricentrico, raggiungibile a piedi e, perciò, capace di ridurre (non di aumentare) il traffico interno alla zona: una struttura commerciale che reintegra in forma moderna quel servizio assente dopo la chiusura di tanti piccoli negozi in via Manzoni, via Alfieri e via Filelfo,.e quindi non concorrenziale, per tipologia e per collocazione, nei confronti di Corso Cairoli..
Con un accordo pubblico-privato si permette ai Salesiani la restituzione di funzionalità ed anche l’ampliamento degli spazi educativi e ricreativi (oratorio, cortili, campo sportivo, palestra), con una variante che prevede cubature compatibili sul piano urbanistico, riqualifica un vecchio palazzo in via Dante, rende possibile la messa a norma delle strutture di tutta l’area, colloca le nuove cubature, indispensabili per un equilibrio finanziario, su una scarpata di via Don Bosco, salvaguardandone anzi esaltandone l’aspetto panoramico, ora totalmente nascosto, sui Sibillini. Una più ampia riqualificazione che comprendesse anche l’area prospiciente la stazione ferroviaria sarebbe stata augurabile e forse avrebbe permesso un minore impatto di nuove cubature, oltre che una viabilità più funzionale; in un primo momento l’obiettivo è stato anche perseguito, ma senza successo: resta nei programmi dell’amministrazione, quando vi sarà la disponibilità dei privati. In nome del meglio impossibile non si può impedire il bene reale.
Gian Mario Maulo
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Ci sono degli aspetti diversi da valutare, al di la delle formule criptico-amministrative e burocratiche (come “…riqualificare l’area… valorizzare la funzione sociale e sportiva… attività commerciali con accesso facile ma non invasivo”) con cui si maschera quella che è un’operazione prettamente di cementificazione-aumento del valore economico dell’area-guadagni
Le soluzioni improvvisate (come è in parte improvvisata questa dei Salesiani) con cui si cerca di mettere una toppa a diverse problematiche e, nel contempo, si cerca di far guadagnare la proprietà (ed i soliti costruttori edili) sono soluzioni sempre di ripiego, arrabattate, non strategicamente funzionali.
Oramai da decenni, in tutta la città, si interviene (con fantasiosi nomi tipo “minitematica” che nascondono solo l’avidità cementizia dei nostri costruttori) a casaccio, senza avere un piano di espansione ben preciso, dimenticando spesso le dovute proporzioni tra strade, abitazioni, parcheggi e verde pubblico (gli esempi più eclatanti sono i viottoli delle Vergini e le strade, solo sulla carta, molto grandi di Corneto con mancanza di adeguati spazi verdi, parcheggi, strutture ricettive funzionali e via dicendo).. Insomma l’imperativo è costruire.
Costruire, costruire, costruire… Spesso fregandosene della qualità della vita o contrabbandando (a peso d’oro) tecnologie oramai obsolete e sorpassate come ultime scoperte in fatto di bio edilizia o risparmio energetico….
Costruire senza rendersi conto del traffico veicolare (l’ultimo esempio è il catafalco dell’Università alle Vergini, con un parcheggio così sottostimato da essere stati costretti ad inventarsene un altro in mezzo alla strada: viene il sospetto che nessuno all’Ufficio Tecnico non sia in grado di leggere le piantine, i progetti, gli elaborati…), far nascere quartieri completamente disconnessi dal tessuto circostante con pochi servizi e spazi verdi ridotti al lumicino, creare finte case ecologiche e via dicendo sono le linee guida che hanno caratterizzato il lavoro dei progettisti negli ultimi 20-30 anni.
Progettisti laureati (?) ornai 30 o 40 anni fa che hanno studiato sui testi (oramai obsoleti), che si sono poco (nulla) aggiornati, che tutta la loro specializzazione è stata quella di creare palazzine, che sembrano esteticamente dei grossi quadrati o grossi rettangoli, sempre uguali dimostrando una fantasia ridotta ai minimi termini…
Uffici Tecnici e Dirigenti che solo nel pubblico hanno potuto vedere garantito il posto di lavoro perché (dopo innumerevoli errori, sbagli, grossolane simulazioni, sviste clamorose e abbagli stratosferici) in un qualsiasi comparto privato sarebbero da un pezzo stati licenziati…
Amministratori, e semplici consiglieri, che hanno sempre avuto troppi amici tra i mattonari maceratesi, tra i grembiulini cripto massoni ed i baciapile edili in odor di santità per cui non hanno mai pensato al bene della città ma solo al tornaconto dell’amico…
I Salesiani sono soltanto l’ultima carta (tra l’altro nemmeno la peggiore, anzi: forse tra pro e contro il risultato sarà sufficiente) di un castello di cemento che sono decenni che viene edificato…
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Ricordiamo a tutti che mediamente un mq di una deliziosa palazzina che (a seconda delle zone maceratesi) si paga nuova 2.000/3.000 addirittura 3.500 euro costa mediamente (coperti tutti i costi generali dell’impresa, ammortamenti, tasse, progetti, direzione cantiere e via dicendo) circa 1.200 massimo 1.500 euro…
Adesso capite perché tutti vogliono costruire?
Nemmeno la droga rende così tanto
Invece quello che della valorizzazione della zona dei Salesiani proprio non capisco è l’ex Genio Civile.
Non c’entra nulla con i Salesiani, non rientrava nel progetto originario di miglioramento e riqualificazione, non si capisce cosa ci possa entrare con il patrimonio centenario delle associazioni che ruotano attorno ai Salesiani (robur, agesci, amici domenico savio)…
Mi da tanto l’idea che questo “attacco” del palazzone di fronte ai Salesiani con il recupero dei Salesiani stessi nulla c’entri se non in funzine meramente speculativa: abbiamo la “scusa” dei Salesiani, buttiamoci dentro anche il palazzo di fronte…
Se qualcuno in Consiglio Comunale storce il naso sarà comunque costretto ad ingoiare il boccone del Genio Civile perchè altrimenti non passa nemmeno quello dei Salesiani…
Quindi ancora una volta la riqualificazione (discutibile, ma a mio avviso necessaria dei Salesiani) viene utilizzata per una speculazione edilizia dei soliti noti…