Andare fisicamente in ospedale per prenotare un esame semplice di routine in epoca di pandemia. E’ l’iter che si sono trovati ad affrontare nelle ultime settimane diversi maceratesi a cui i medici di base hanno rilasciato una ricetta ad esempio per esami del sangue o per tamponi (esclusi naturalmente quelli Covid). «Sono incinta – racconta una mamma maceratese che preferisce non rendere note le sue generalità – e ho una prescrizione per un tampone vaginale. Ho chiamato il Cup telefonico per ben due volte e entrambi gli operatori mi hanno detto che non potevo prenotare tramite loro ma dovevo chiamare un numero del Distretto sanitario di Macerata. A quel numero mi hanno detto che la prenotazione poteva essere fatta solo fisicamente all’accettazione. Mi sembra assurdo che in un periodo di pandemia, mentre si cerca più possibile di favorire servizi a distanza, si obbliga ad andare in ospedale e a stare in fila per qualcosa che si potrebbe fare tranquillamente al telefono o persino online». Il problema sembra essere determinato da un corto circuito comunicativo tra gli uffici che non hanno indicazioni precise su chi deve accettare le prenotazioni. La mamma maceratese, veramente arrabbiata per quanto stava accadendo, ha fatto comunque sapere che, dopo almeno una decina di telefonate ai vari uffici, alla fine è riuscita a ottenere l’appuntamento, senza andare in accettazione. «Segnalo questa situazione perchè mi auguro che serva ad evitare che altri maceratesi debbano seguire il mio stesso iter o peggio ancora dover andare all’accettazione rischiando magari anche di contagiarsi».
(a. p.)
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