«Meno posti sui bus?
Coinvolgiamo le aziende private»

TRASPORTI - Il direttore di Cna Macerata dopo l'ordinanza della Regione che riduce al 60% i posti sui mezzi pubblici, propone di usare i pullman dei privati anche per aiutare le imprese del settore in crisi

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Luciano Ramadori

 

Meno passeggeri sui bus delle Marche, la Cna: «Coinvolgiamo le ditte private». Ieri il governatore Francesco Acquaroli ha annunciato che nei prossimi giorni sarà ridotta al 60% la capienza dei bus. «Abbiamo ancora autobus privati fermi, ditte del settore al collasso, autisti professionisti appiedati – dice Luciano Ramadori, direttore della Cna territoriale di Macerata -. Occorre coinvolgere tutte le imprese, nessuna esclusa, nello svolgimento dei servizi di trasporto persone. È questa l’occasione per raggiungere congiuntamente gli obiettivi della massima sicurezza e garanzia di servizio a cittadini e studenti e quello della sopravvivenza di imprese del settore, a cui riconoscere i costi del servizio e non modestissimi contributi, se e quando ci sono». Raccogliendo il grido di allarme delle imprese del settore e la segnalazione di disponibilità ad operare d’intesa e ad integrazione del servizio di trasporto pubblico locale, il direttore Ramadori, con i suoi colleghi direttori delle Cna territoriali delle Marche, nei giorni scorsi aveva chiesto alla Fita Cna delle Marche di intervenire con la Regione. «Come confermato dal segretario regionale della Cna Fita Marche, Riccardo Battisti – prosegue Ramadori – è stata inoltrata una nota al nuovo assessore regionale competente per segnalare la necessità favorire le condizioni amministrative perché i gestori territoriali del trasporto pubblico possano operare efficacemente nel coinvolgimento delle imprese private del trasporto persone, garantendo il massimo coinvolgimento di tutte le imprese sia con autobus che con auto siano essi taxi o Noleggio con conducente». Ramadori continua chiarendo che non è necessario comprare nuovi bus «ma far viaggiare quelli che ci sono. Le risorse pubbliche vengano impegnate nel preservare un capitale di competenze e lavoro che le imprese private altrimenti rischiano di perdere del tutto chiudendo i battenti, con ciò che ne consegue per imprenditori, dipendenti, famiglie».

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