di Luca Patrassi
Domani il governatore della Regione Marche Francesco Acquaroli dovrebbe firmare un’ordinanza che andrà a disciplinare alcuni settori da tempo al centro di un monitoraggio continuo in funzione anti Covid. La prima notizia, ufficiosa, ma di fonte certa, è che il governatore Acquaroli andrà domani a firmare un provvedimento per disporre l’obbligo per tutte le classi terze, quarte e quinte delle scuole superiori di attivare la didattica a distanza per almeno il 50% delle ore di lezione. Unica eccezione, le classi prime e seconde di ogni ordinamento. Dovrebbero essere le Istituzioni scolastiche a indicare in totale autonomia le iniziative ritenute più adeguate avendo presente il contesto organizzativo interno e gli organici. L’ordinanza, che è già stata adottata in altre regioni – Veneto, Liguria e Lombardia tra le altre – non nasce da un atto di sfiducia nei confronti dell’azione svolta all’interno di prevenzione e di contrasto alla diffusione del Covid 19, quanto piuttosto dall’evidenza che la rete dei trasporti non è in grado di rispondere alle richieste e tra queste quella del distanziamento. Quindi domani in arrivo un’ordinanza per la didattica a distanza nelle scuole superiori delle Marche. Ordinanza in arrivo anche per le attività sportive, ma per quest’ultimo settore la decisione arriverà domani dopo un ulteriore approfondimento tecnico.
Era ora, basta vedere i pullman ammassati...
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Il tempo a quanto pare è galantuomo. Io e il mio staff di presidenza avevamo lavorato durante i mesi di Luglio e Agosto, rinunciando anche alle ferie, per trovare una soluzione che permettesse di ridurre la presenza giornaliera di studenti all’interno del Liceo Scientifico e dei mezzi di trasporto pubblico, privilegiando l’aspetto legato alla sicurezza.. La soluzione adottata comportava che, a settimane alterne, metà degli studenti delle classi (ad eccezione delle quinte) seguisse le lezioni in presenza e l’altra metà le seguisse attraverso la didattica a distanza. A tale misura se ne se ne sarebbero accompagnate altre, riguardanti lo scaglionamento delle entrate e delle uscite, la ricreazione, la durata delle singole ore di lezione, ecc, che permettevano di rendere maggiormente sicura la permanenza degli studenti e del personale scolastico all’interno dell’Istituto. La Dirigente che dal primo settembre mi ha sostituito alla guida del Liceo Scientifico ha ritenuto opportuno adottare misure diverse. Ora, chiaramente, non posso che trovarmi d’accordo con l’ordinanza firmata dal governatore Acquaroli nel momento in cui prevede di attivare la didattica a distanza per almeno il 50% delle ore di lezione, così come da me previsto in tempi non sospetti per il Liceo di cui ero dirigente.Una decisione che guarda con grande responsabilità alla sicurezza degli studenti.
Non si riesce a capire il perché non si adotti il doppio turno: metà alunni al mattino 8/12 e l’altra metà 14/18′ Non si dimezza così il trasporto e si resta in piena sicurezza. Ci sarebbe il problema di orari ma per le scuole con il servizio scola/bus potrebbe essere una soluzione.
La nuova dirigente scolastica del Liceo Scientifico sta lavorando molto bene, prova ne è che nessun contagio si è verificato all’interno della scuola. Se il mondo fosse governato dalle donne la pandemia sarebbe scomparsa da un pezzo
L’ennesima, terribile, sconfitta di uno Stato cialtrone (Regioni da abolire)
Sarebbe parso strano che Castiglioni fosse stato in contrasto con Acquaroli…ahahahaha….
Si informi meglio sig. Marsili: dal Resto del Carlino “Da segnalare tre positivi al coronavirus in una classe – ora in quarantena – del liceo scientifico Galilei e tre classi in quarantena all’ Istituto tecnico economico Gentili”.
Tuttavia ciò non significa che un dirigente per questo sia più o meno bravo. Ribadisco solo il concetto che in assenza di un numero adeguato di tamponi non è possibile stabilire quanti studenti in ogni classe siano positivi ma asintomatici. Pertanto ripeto che le aule scolastiche possono fungere da vere e proprie incubatrici.
Preg.mo Prof.Castiglioni, se i trasporti non sono adeguati e se i tamponi non vengono effettuati a sufficienza la soluzione non è penalizzare la didattica in presenza in quanto la scuola, Lei mi insegna, è soprattutto socialità e condivisione. La sua “velata” critica a chi Le è succeduto l’ho trovata semplicemente poco elegante. Se le scuole chiudono è il fallimento della politica.
Se alcuni studenti si sono presi il Covid, non è sicuramente a scuola che è accaduto, perché, tra tutti i posti che frequentano, è certamente il più sicuro. E’ fuori dalla scuola, in tutti i posti in cui possono aggregarsi, quasi sempre senza mascherina e distanza di sicurezza, che è più facile infettarsi ed infettare. E se li lasciamo a casa la mattina, con la didattica a distanza, non possiamo certo negare loro di uscire il pomeriggio o la sera a meno che li chiudiamo a chiave in camera loro! Secondo me hanno fatto bene i Dirigenti a salvaguardare finché era possibile, la didattica in presenza perché, nonostante tutte le belle parole spese al riguardo, la cosiddetta DAD non ha funzionato bene per tutti come dimostrano le promozioni avute quest’anno anche con 8/9 insufficienze gravi. Chiaramente adesso, alternata alla didattica in presenza, farà meno danni, ma è uno strumento che solamente i ragazzi più responsabili e maturi sanno apprezzare e utilizzare al meglio, mentre chi grazie ad essa è riuscito a salvarsi l’anno scorso, cercherà di approfittarne anche quest’anno. Sono d’accordo tuttavia con il fatto che da adesso in poi avremo mezzi di trasporto meno affollati e quindi meno possibilità di contagio, che comunque ribadisco, con distanza di sicurezza e mascherine si può ridurre quasi a zero.