Il ministro Del Rio, il sindaco Pazzaglini (Visso), il governatore Ceriscioli, il primo cittadino di Castelsantangelo, Falcucci
dall’inviato Maurizio Verdenelli
(foto di Luciano Carletti)
A senso unico alternato, con fasce orarie, lungo i 4,6 chilometri della Valnerina che un anno fa aveva diviso Umbria e Marche rendendo lungo un’ora ed un quarto ciò che era percorribile in appena 5’, tra le alture a perpendicolo sulla strada che fu di Spoleto prima di Terni e che nel 1901 ospitava persino una tranvia sino a Ferentillo. In quel luogo lontano da tutto, questo pomeriggio è stata posta la prima pietra (d’angolo) della ricostruzione post sisma. “Un pezzo per volta vogliamo far rinascere questa meravigliosa parte d’Italia centrale: una strategia che non può prescindere dai collegamenti” – ha detto il ministro Graziano Delrio. E neppure si può prescindere dalla strada per Roma, il ‘percorso di sempre’. Non basta tuttavia per queste aree della profonda Italia ‘interna’, territorio di emigrazione. “E’ in atto – ha detto il ministro – un progetto di sviluppo strutturale di cui il potenziamento ferroviario della Salaria da oggi rappresenta un primo passo”. Ed ancora: “Sono in lavorazione opere per 150 milioni di euro all’interno del ‘programma di ripristino delle strade colpite dal sisma’ che prevede 500 interventi per un importo di circa 474 milioni di euro”. Per il momento sono stati spesi 10 milioni di euro, ‘riallacciando Visso a Preci’ ha detto l’assessore regionale umbro Giuseppe Chianella giunto con qualche istante di ritardo sul luogo della cerimonia, a Molini di Visso, al confine tra i due territori (Preci è a mezzo passo). Una cerimonia iniziata poco dopo le 16, nella quale protagonisti sono stati sopratutto i sindaci insieme con la regione Marche (presente il governatore Luca Cerisicoli) e la Provincia di Macerata (Antonio Pettinari).
Accanto a Giuliano Pazzaglini (Visso), Pietro Bellini (Preci), Mauro Falcucci (Castelsantangelo) e il commissario di Ussita, Mauro Passerotti, anche una bambina nel momento in cui il prestante primo cittadino vissano (completo blu, scarpe da pratica sportiva) ha sollevato la pesante transenna aprendo il traffico sulla ‘nuova’ Valnerina. A passare per prima un freelander bianco della Protezione civile, poi potenti auto blu, quelle delle autorità. Un anno fa la bambina, dalla frana di 60mila metri cubi e da centinaia di massi di un metro cubo l’uno, è stata di fatto impedita – ha detto Pazzaglini – dal poter frequentare la sua scuola. Una buona notizia anche per lei seppure l’apertura cui dal 27 agosto hanno lavorato e continuano a lavorare contemporaneamente quattro imprese (ha detto il direttore dei lavori, l’ing. Fulvio Soccolato, Anas) è per il momento ‘a singhiozzo’. Il transito sulla provinciale 209 è infatti garantito alle auto (e ai veicoli con massa inferiore a 3,5 tonnellate) soltanto in tre fasce orarie: 7-8; 12-13; 17-18 con senso unico alternato per 30’ in direzione Visso ed altrettanti verso Preci. Fasce che, conclusa la protezione dei versanti, saranno però incrementate. In particolare il traffico in corrispondenza della frana si svolge su una pista di 600 metri. Realizzato pure un alveo sul quale temporaneamente è stato ‘spostato’ il fiume per consentire il completamente dei lavori che per altri quattro mesi continueranno nel ‘Grand canyon’ della Valnerina.
Un avvio verso la ‘normalità’, a marce forzate dove Stakanov ha indossato la tuta dell’Anas, delle imprese appaltatrici e della Protezione Civile. “Si sono calati dagli elicotteri appesi a corde da un’altezza di 60 metri” ha detto il presidente Anas, Gianni Vittorio Armani. E in questa sinergia istituzionale (parole di Soccolato), nel senso di ritrovata collaborazione, dove alla fine tutti hanno ringraziato tutti, è stato possibile il ‘piccolo miracolo’ della Valnerina, un territorio dalle ferite profonde colpito dal terremoto ogni venti anni, ‘tuttavia mai così gravemente in in questo secolo come nel 2016’ ha detto Delrio. “Ma adesso c’è una ritrovata fiducia nel futuro e sentiamo che tutto sarà possibile”. Stavolta niente scaricabarile, lavoro invece concorde per un pezzetto ineludibile di speranza che può correre solo lungo le strade, in territori tanto disagiati eppure di una bellezza unica, carichi come pochissimi altri al mondo, di storia. Non a caso, da queste parti, nell’ 801 si trovava Carlo Magno quando venne sorpreso da un terremoto talmente forte che l’imperatore ebbe timore per il suo ‘palatium’.
Dalla Protezione civile, dal suo direttore dell’Ufficio promozione del servizio nazionale, un altro messaggio di speranza: “E’ un passo importantissimo, questo di oggi: il cantiere tecnico era di una tale complessità considerato il gravissimo dissesto idrogeologico! Eppure, benissimo diretto da Anas, ha portato a termine un’opera ciclopica all’interno dei due piani stralcio d’intervento coordinato dalla Protezione civile”. E Falcucci: “A Delrio ho detto che non bisogna prenderci in giro: il mio messaggio al ministro è stato quello di voler attivare l’autorità di bacino (una volta ex distretto del Tevere) che raccoglie cinque comuni per poter operare in sincronia senza niet finali che farebbero saltare tutto”. Da Delrio un mezzo assenso, a bocca stretta. Tuttavia oggi, anche lui, il sindaco del paese martire di Castelsantangelo è sembrato indulgere all’ottimismo. Il caldo, il sole, l’azzurro del cielo erano gli stessi di un anno fa quando sembrò venire giù la valle e far crollare la mitica valle castoriana, ma qualcosa di fondamentale è apparso cambiato con tutte quelle fasce tricolori, lo Stato finalmente tra la gente a camminare insieme lungo la Valnerina, tra le tute arancioni in visita al cantiere del ‘mondo capovolto’ tra flash, selfie e pacche sulle spalle. “Stasera ci vediamo in Tv” telefonava alla moglie, in perfetta inflessione nordista, un operaio-Stakanov mentre la valle continuava a risuonare dei colpi delle scavatrici sulla grande frana come gli arpioni di Achab di Moby Dick. Ma stavolta, il finale sembra diverso.
Dallo sguardo. vedo i sindaci abbastanza perplessi
Tutte facce contente.....
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Ministro,per favore smetta la dieta a staffetta. La trovo dimagrito, intristito con lo sguardo assente. Riprenda a mangiare che tanto tutte le leggi più bislacche riuscirete a farle. Con il rosatellum, state provando che la vergogna non vi appartiene più, lanciati verso un roseo avvenire sotto il cappello del grande statista Renzi. Ma non vi dà fastidio prendere ordini da chi è già stato rifiutato dalla maggioranza dei conterranei. Il referendum non aveva solo espresso una stancante e oppressiva presenza del suo proponitore ma aveva fatto capire che doveva essere accompagnato anche da tutti i suoi sostenitori verso l’oblio. E invece state ancora tutti quanti a scuotere il già provatissimo stato psichico degli italiani. Di voi, bisognava approfittare col ” mattarellum ” che usato nella maniera più consona, vi avrebbe fatto passare la voglia di ostinarvi ancora a comandare prepotentemente e direi anche illecitamente. Occhio però, non si sa mai. Chissà che chi di rosatellum ferisce poi di mattarellum non perisca. Rimangi ministro. Guardi come sta bene il sempre sorridente Ceriscioli che prima che il suo mandato finisca, mi sa che qualche denuncione se lo va a beccare. Da quando è stato eletto ad oggi, com’è che le chiamate voi politici di rango, ah, opacità, troppe ce ne sono che rendono poco chiaro il suo mandato presidenziale. Ma lui è fatto così, se ne frega, finché non gli succederà come a quel ladro di polli che dopo aver preso una randellata sui denti, dice al complice: ” Vai avanti tu che a me me vene da rride “.