Sparo mortale, la procura chiede l’archiviazione per il carabiniere che esplose il colpo di pistola che uccise l’albanese Klodjan Hysa, 35 anni. Nel corso delle indagini è stata confermata la ricostruzione fornita dal carabiniere e dal collega che si trovava con lui al momento del fatto, avvenuto a Monte San Giusto il 24 febbraio scorso: il colpo era partito accidentalmente dopo che l’albanese, a bordo di una vettura risultata rubata, aveva cercato, per fuggire, di investirlo. Il militare, in servizio alla stazione di Monte San Giusto, impugnava la pistola d’ordinanza per intimare l’alt a Hysa, sospettato di alcuni furti nella zona e, comunque, a bordo di una vettura rubata. Secondo il pm che ha curato le indagini, Enrico Riccioni, il militare era legittimato a impugnare la pistola con il colpo in canna, proprio perché stava cercando di fermare una persona sospettata, quanto meno, di ricettazione di un’auto.
Hysa, stando alla ricostruzione, era salito in auto e partito di lato, dando gas al massino, tanto da far stridere le gomme che hanno slittato sull’asfalto bagnato. Il carabiniere con la mano sinistra ha cercato di aprire lo sportello mentre Hysa partiva, con la destra teneva la pistola all’altezza del tettuccio. L’albanese ucciso, inoltre, aveva la testa voltata verso l’interno dell’auto, per non essere visto. Cosa che dimostrava che non si sarebbe curato di fare attenzione se poteva o meno investire i militari. Il carabiniere è stato tirato indietro dal collega che voleva evitare venisse investito ed è allora che è partito il colpo che ha centrato il montante dell’auto poco sotto il tettuccio e poi ha colpito Hysa. La testimonianza di una donna conferma che si era sentito il forte stridere delle gomme dell’auto che partiva e subito dopo c’era stato il colpo di pistola. Il carabiniere per quei fatti era stato indagato dal pm Enrico Riccioni per omicidio colposo, per eccesso di legittima difesa. In seguito agli accertamenti svolti nel corso delle indagini, tra cui l’autopsia su Hysa e la perizia balistica svolta dal perito nominato dalla procura, l’avvocato Sandro Evangelisti, il pm ha chiesto l’archiviazione dell’indagine. Ora i famigliari di Hysa potranno decidere se fare opposizione alla richiesta di archiviazione. Hysa si era spento all’ospedale di Macerata il 27 febbraio, dove era stato ricoverato in condizioni disperate al reparto di rianimazione.
(Gian. Gin.)
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È ora passata di scagionare le forze dell’ordine !!!!! Non si deve proteggere i malviventi !! È ORA che cominci ha cambiare leggi sulla delinquenza !!!! Giusto così !!!!
benissimo!!!
Bene così, giustizia fatta!!!
Bene. Ora la famiglia del malvivente paghi le spese.
Meno male!! Troppo spesso in Italia vengono condannate le vittime anziché i delinquenti ed ora se i familiari hanno chiesto risarcimento che paghino tutte le spese.
Per ricettazione d’auto si può impugnare una pistola?!