di Gianluca Ginella
Sparo mortale a Monte San Giusto, mentre proseguono gli accertamenti balistici, sono in corso anche le indagini sul contenuto del portabagagli dell’auto su cui viaggiava il 35enne Klodjan Hysa. Il giovane nel pomeriggio del 24 febbraio, era a bordo della vettura, una Fiat Bravo, quando è rimasto ucciso dal colpo di pistola esploso da un carabiniere che, stando alle indagini, era stato strattonato da un collega per evitare venisse investito. Oggi il corpo del 35enne è ripartito verso l’Albania, dove avverrà la sepoltura. Quell’auto, una Fiat Bravo risultata rubata a dicembre in provincia di Terni, era stata notata in giro per Monte San Giusto dai carabinieri nel pomeriggio del 24.
I militari avevano controllato ed era emerso che la vettura era stata rubata. I militari avevano iniziato a cercare la vettura e l’avevano trovata in sosta in via Don Minzoni. A bordo non c’era nessuno e i carabinieri avevano atteso di vedere chi arrivava. Ed era arrivato Hysa, scendeva di corsa lungo via Valle. Salito in auto era partito a razzo, lasciando sull’asfalto i segni delle gomme. Quando i carabinieri gli hanno intimato l’alt il giovane, stando a quanto sin qui riscontrato dagli inquirenti, aveva cercato di investirli. Un carabiniere aveva tirato indietro un appuntato per evitare che venisse investito e questo, a detta del militare in maniera involontaria, aveva esploso un colpo che aveva colpito il montante dell’auto per poi deviare e ferire alla nuca Hysa. Il giovane, a causa della ferita, si è spento lunedì pomeriggio, quando i medici, non rilevando più attività cerebrale, hanno staccato i macchinari che lo tenevano in vita. Sull’auto i carabinieri hanno trovato arnesi da scasso, tra cui ci sarebbe anche una mazza da baseball.
Il sostituto Enrico Riccioni, che coordina le indagini, ha disposto accertamenti per rilevare eventuali impronte digitali su quanto si trova nel bagagliaio della vettura e che non è del proprietario dell’auto. Accertamenti che potrebbero essere utili a risalire alle due persone che erano state viste insieme a Hysa a Monte San Giusto il pomeriggio del 24 febbraio.
Intanto proseguono gli accertamenti balistici del perito nominato dalla procura, l’avvocato Sandro Evangelisti, che è al lavoro insieme ad un suo collaboratore, l’avvocato Carlo Frezzotti.
Sulla vettura ieri sono stati svolti accertamenti utilizzando puntatori laser, mentre a Monte San Giusto sono stati svolti i rilievi simulando quanto accaduto il 24 febbraio. In base a quanto trapela da questi accertamenti il militare avrebbe sparato da un punto vicino all’auto e si trovava sulla traiettoria di investimento. Il colpo era stato esploso da davanti rispetto a dove si trovava Hysa, tra la ruota anteriore e lo sportello del conducente. I risultati dovranno essere comparati poi con gli esiti dell’autopsia svolta dal medico legale Antonio Tombolini. Tra l’altro si cercherà di definire la posizione in cui si trovava il 35enne al momento dello sparo e se, ad esempio, avesse la testa voltata di lato.
I periti balistici martedì hanno svolto alcune prove di sparo con un’arma identica a quella usata dal carabiniere al poligono di Macerata di Massimo Gatti, che lo ha messo loro a disposizione gratuitamente. I familiari di Hysa, per tramite del loro legale, l’avvocato Maurizio Cacaci, hanno deciso di nominare un proprio consulente balistico. Si tratta di Martino Farneti, che si occupò, per il caso della Uno bianca, degli esami balistici sulle armi dell’arsenale dei Savi. Il carabiniere, indagato per omicidio colposo per eccesso di legittima difesa, è assistito dall’avvocato Pietro Siciliano.
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Anche oggi un altro italiano come me ha ucciso la moglie come succede tutti i giorni..e state a scrivere qui di un ragazzo che non si è fermato ad un stop ed ha perso la vita..guardiamoci prima noi.
Sarò buonista ma visto che di stronzate ne ho sentite molte provo a dirne una anche io:se fosse stato mio figlio avrei intentato una causa contro l’Arma e di conseguenza contro lo Stato.Caro Pantò ecco cosa dovrebbe fare la famiglia del presunto investitore.Più leggo e più ho il presentimento che il Carabiniere abbia bisogno di un buon Team di Avvocati .
Alberto Poloni
l’unica causa da intentare contro lo stato è quella di aver fatto entrare una barca di delinquenti da altri paesi.