Referendum, la Macerata che dice sì

Presentato questa mattina il comitato cittadino a favore della modifica costituzionale. Il coordinatore Vando Scheggia: "C'è la possibilità di cambiare le cose. La nostra caratteristica è la trasversalità: ognuno di noi ha una storia politica diversa"
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Da sinistra Alfonso Valori, Luigi Oncini, Vando Scheggia, Fernando Froldi, Paolo Accattoli, Bruno Mandrelli e Evio Hermas Ercoli

 

di Federica Nardi

«Un quesito finalmente comprensibile, una possibilità di cambiare le cose. Non rinunciamoci per un “meglio” del tutto astratto». Così l’avvocato Vando Scheggia, in veste di coordinatore, sintetizza la posizione del comitato cittadino per il sì al referendum costituzionale, presentato questa mattina nel suo studio. Con lui gli altri componenti: i medici Paolo Accattoli e Luigi Oncini, gli avvocati Bruno Mandrelli, Alfonso Valori e Fernando Froldi. Tra le firme che hanno fatto nascere il comitato anche Michele Corsi, direttore del dipartimento di Scienze delle formazione dell’università di Macerata e il bancario Luca Mangoni. Primo aderente, presente questa mattina, Evio Hermas Ercoli. Ora «chiediamo ai maceratesi convinti per il sì di aderire – dice Scheggia –. Si possono iscrivere fino a 50 persone, la sede è qui nel mio studio in via Don Minzoni. La nostra caratteristica è la trasversalità: ognuno di noi ha una storia politica diversa e nessuno, tranne Mandrelli, ha una tessera politica. Quello che ci ha unito è l’idea di voler far prevalere il sì al referendum». E nei prossimi giorni l’idea si tradurrà in un programma concreto: «Stiamo contattando il sindaco di Pesaro Matteo Ricci per un incontro – dice Scheggia – e il costituzionalista Stefano Ceccanti». «Uno Stato che funziona – dice Froldi – porta anche soldi alla gente. Bisogna finire con la vergogna tutta italiana di un governo costretto ad andare avanti per decreti legge, la riforma serve anche a questo». Tanti gli spunti, con un avvertimento ricorrente: «questo non è un voto pro o contro Renzi – dice Accattoli -. Nel comitato in tanti siamo contro il premier ma comunque voteremo sì». «Questa riforma è sacrosanta – dice Valori – e la condivido come elettore di centrodestra». Il comitato è un’iniziativa, insomma, «che nasce dal basso – sottolinea Mandrelli – e non dalla politica. In Italia o rompiamo qualche uova per fare la frittata o resteremo sempre immobili a mettere pezze volta per volta. Votare no rischia di essere un voto per l’immobilismo». Per gli aderenti il quesito parla da sé. «È così semplice e diretto – dice Ercoli – che è impossibile votare no. Per questo si è montata tutta questa dietrologia sul referendum mentre il dibattito dovrebbe attenersi al quesito, si tratta di cogliere al volo un’occasione».



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