Il neo comitato Adesso basta un sì di Macerata, al centro il coordinatore Leonardo Virgili – tra i promotori anche il senatore Mario Morgoni
Referendum costituzionale nasce a Macerata il comitato “Adesso basta un sì”. Il gruppo maceratese segue quello già costituito a Civitanova e coordinato da Annie Seri e Roberta Belvederesi (leggi l’articolo). Promotori ed animatori sono: Leonardo Virgili (coordinatore), Marco Romagnoli, Federica Carosi, Gabriele Maolo, Umberto Piersanti, Silvia Acquaroli, Oriella Canale, Rosita Platinetti, Gianluca Squadroni, Andrea Bettucci, Silvana Sciamanna, Agostino Mochi, Giovanni Cesari. «Leggendo la proposta di riforma non si può che essere convintamente favorevoli ad essa -ha dichiarato Virgili – Da sempre si sostiene, sia da destra che da sinistra, sia nei movimenti che nella società civile, che in Italia ci son troppi politici. Ora potremmo decidere di tagliare un terzo dei parlamentari con un colpo solo. Tutti ci siamo lamentati dei tempi biblici del nostro parlamento per approvare una qualsiasi legge. Con questa riforma si taglia uno dei due rami e si ridà efficienza al potere legislativo, abbattendone pure i costi. Sono previsti poi un tetto per gli stipendi dei consiglieri regionali, lo stop alle controversie tra Stato e Regioni, l’abolizione delle Province, l’abolizione del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro».
Virgili critica le ragioni del no e lancia un confronto pubblico: «La riforma è avversata solo perché proposta dal governo Renzi. Nessuno però oppone critiche sul contenuto che non siano slogan o menzogne. Siamo pronti a confrontarci pubblicamente con chiunque. Invitiamo tutti i cittadini, al di là degli schieramenti politici, che in questo contesto non c’entrano nulla, ad aderire ai nostri comitati “Adesso sì” che si stanno formando in tante città marchigiane. Abbiamo aperto una apposita casella mail per raccogliere nuove adesioni e suggerimenti. Scrivere a [email protected]».
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Presunzione sfrenata. Di critiche su Cm da commenti ed articoli troppe ne ho lette. Non riesco, finora a capire quali sono quelle che contengono slogan e menzogne. Il buon Morgon, per adesso,i ancora non ne ha detta una convincente a favore del Sì. Almeno per me e anche per qualcun’altro. Certo, si può sempre cambiare idea. Però non si ribatta sempre sul risparmio che per quello che ho sentito finora, dovrebbe essere sui cinquanta milioni, almeno che non si abbassino gli stipendi parlamentari compresi quelli degli uscieri e via via tutti quelli che lucrano con i soldi pubblici e ne sono talmente tanti che questo referendum a tutto potrà servire ,meno che a risparmiare seriamente.
Questo comitato mi pare poco civico e molto, molto politico.Se davvero, comunque, abbiano letto i 41 articoli che andrebbero a modificare la costituzione, mi chiedo: avranno il prosciutto sugli occhi? Benvengano gli incontri pubblici sul merito della riforma, perché non possono che far venire fuori incongruenze , contraddizioni, errori, mancanza di organicità.
Come titolo per un tormentone dell’estate non è male.
Per cominciare, c’è un’inesattezza detta da Virgili , la stessa ripetuta da tutti i sostenitori del Sì, che denuncia , o la scarsa informazione degli stessi, o nella peggiore ipotesi malafede, quindi va quanto prima chiarito per non ingenerare confusione nei cittadini. Mi riferisco a ” abolizione delle Province”, dove non è corretto dire ” abolizione” in quanto le Province sono già state abolite come ente politico ed elettivo ,ma restano come ente burocratico; questo perchè altrimenti l’abolizione già avvenuta e via via attuata ,non sarebbe stata possibile senza un diverso iter legislativo essendo previste dalla Costituzione. Il termine esatto da utilizzare riguardo le province nel contesto della presente riforma costituzionale è ” CANCELLAZIONE”, ovvero, qualora passasse la riforma , avverrebbe semplicemente LA CANCELLAZIONE DELLA PAROLA “PROVINCIA” ovunque ricorra nel testo costituzionale. Tutto qui.
Quindi ,per cortesia ,siate precis voi nei contenuti altrimenti chi ascolta è autorizzato a pensare che se non passa la riforma tornano in essere le ” vecchie Province”. NO; DITELO CHIARO E TONDO: NO.
Poi , vorrei anche dire, che non è assolutamente vero come dite che la riforma è avversata solo perchè proposta dal Governo Renzi, No, è avversata perchè siamo in tanti a ritenerla una brutta e malfatta riforma fatta dalla sola maggioranza e votata con la fiducia; e che non è neanche vero,che nessuno oppone critiche sul contenuto che non siano slogan o menzogne, mentre è vero il contrario, e cioè:
1) che siete voi promotri del Sì a non andare mai oltre gli slogan a partire dallo stesso Renzi
2) che chi, dal primo giurista all’ultimo cittadino, ha letto con attenzione e criterio tutti gli articoli e fa le sue critiche , il primo viene da voi trattato da professorone e liquidato, al secondo o non gli si risponde proprio o mai a tono.
Personalmente , ad esempio, ho rilevato un problema non piccolo nella dinamica prevista per l’ ezione del nuovo Senato, ed ho rivolto qui la domanda al Senatore Morgoni che interviene spesso nei commenti, ma ancora deve darmi una schiarita. Spero lo faccia, perchè è talmente invalidante come regolamento elettorale che già basta da solo a bocciare l’intera riforma .
La motivazione più urgente ed necessaria per votare NO al referendum è quella di dare il colpo di grazia ad un governo di pidioti che continua a far danni e non risolvere,anzi aggravare, i problemi dell’Italia.
Però non si resiste a quell’abolizione del Cnel che a mo’ di ciliegina sulla torta o di nastro del pacco non manca mai nel finale dello spot. Ci s’innamora pazzamente. E davvero non si credeva possibile essere innamorati pazzi del Cnel.
Vergognoso. Una riforma fatta dagli indagati PD e col plurindagato Verdini. Le persone oneste votano NO.
Per Giorgi. Ha ragione, forse per abolire il CNEL bisogna rivedere l’art. 99 della Costituzione:
http://www.cnel.it/114?leggi_regolamenti=11
Iacobini, quanto a quello la riforma costituzionale Renzi-Boschi abroga l’art. 99 della Costituzione, veda per esempio al punto 7 in http://www.massacritica.eu/la-riforma-costituzionale-renzi-boschi-pericoli-e-opportunita/12023/ .
Per Giorgi. Non è solo una proposta di abrogazione, e quindi deve essere approvata da parte del Parlamento?
“La libertà di pensiero ce l’abbiamo.
Adesso ci vorrebbe il pensiero.”
Karl kraus
Parole sante, Pavoni.
No Iacobini, ed infatti il referendum costituzionale è anche detto confermativo proprio perché si tratta di confermare (con il Sì) o di non confermare (con il No) una legge di revisione della Costituzione già approvata dal Parlamento. E questo avviene (ai sensi dell’art. 138 della Costituzione) se la legge non è stata approvata nella seconda votazione da ciascuna delle Camere a maggioranza di due terzi dei suoi componenti e se il referendum viene richiesto da un quinto dei membri di una Camera o da cinquecentomila elettori o da cinque Consigli regionali.
Quello che dice Giorgi è esatto. Aggiungerei che il mancato raggiungimento, in tutte le votazioni parlamentari, della maggioranza qualificata richiesta per far passare le modifiche alla costituzione è già un elemento non positivo: da sempre si è detto che la buona prassi sarebbe fare delle riforme condivise; invece qui si è andati avanti a colpetti di maggioranza risicata se non, in qualche caso, addirittura con la fiducia. Se aggiungiamo che la riforma che si vorrebbe far passare stravolge esattemente quasi un terzo degli articoli della carta (41 su 138 se non sbaglio), la portata dell’ operazione è chiara. Nel merito, poi, e articolo per articolo,quello che vengo sentendo dai comitati per il si, che peraltro parlano per slogan, non corrisponde al vero.
Ha detto Renzi pochi giorni fa che se al referendum di ottobre vincessero i no sarebbe la fine dell’Italia. Il polacco Donald Tusk presidente del consiglio europeo (e anche lui alla guida di un partito che ha assorbito politici ed elettori di matrice democristiana) ha usato ieri la stessa retorica per il referendum in Gran Bretagna: Brexit sarebbe la fine della civiltà occidentale. Così funziona il liberismo: usando i media per annunciare l’apocalisse se la gente osasse attuare la democrazia invece di rassegnarsi alla dittatura del mercato e di una piccola casta di incapaci al servizio delle multinazionali. I quali stanno portando davvero l’Italia, l’Occidente e il pianeta alla catastrofe,
Torno a parlare di buon mattino di riforma costituzionale, ché è meglio affrontare l’apostolato renziano che quello dei macrobiotici che ,prima o poi, me lo sento, si scatenano in rappresaglia con testimonianze tipo testimoni di Geova o miracolati di altre fedi , ma soprattutto perché m’interessa molto di più dello zero virgola di una realtà circoscritta. In ogni caso, viva per tutti l’art. 21.
Ho la netta impressione, che se da Giorgi a Santucci a Pavoni, e a tutti noi qui che stiamo a perdere tempo per dire con estrema ratio che questa riforma è da bocciare e basta per tanti e tanti collaudati motivi, costituissimo noi un comitato per il NO , tanto per usare il linguaggio ministeriale ” li asfaltiamo “. Propongo, a questo punto, di costituire noi un comitato CIVICO, VERAMENTE CIVICO , per un NO bello e deciso , al fine di rilevare pubblicamente , articolo per articolo, giorno per giorno, “ Un articolo al giorno, ” tutte le scelleratezze, idiozie, contraddizioni, contenute in questa specie di riforma , e per evidenziare come il DDL Boschi cozzi meravigliosamente coi principi costituzionali, dall’art. 1 all’art. 5 . Certo, infattii, che è esatto quanto dice Giorgi e sottolinea Marina Santucci, che il referendum confermativo è ” un atto dovuto ” e non una regalia democratica stile Renzi, e proprio per questo bisogna battere il chiodo con questo strumento in mano!
Anche lasciando da parte per un istante i 38 articoli della Costituzione malamente ritoccati e taroccati , ho provato a leggere gli ultimi 3 , in particolare l’art. 39 sulle disposizioni transitorie, ma senza alcuna possibilità di capirci una beata cippa! Ci vorrebbe un egittologo per decifrare quanto è scritto , e dire, che dovrebbe essere il passepartout per capire tutto l’impianto precedente. Una per tutti, quello su cui batto e non mi arrendo: l’elezione del nuovo Senato in cui al comma 5 art. 2 della riforma, viene rimandato al comma 6 il regolamento ad una legge bicamerale: ma quando si dovrebbero riunire le due attuali Camere per regolamentare se entro 90 giorni , passata la riforma, non esisterebbe più l’attuale Senato? che aspettano? E perché, questa legge non l’hanno fatta prima della riforma costituzionale? Ma ci rendiamo conto che hanno scavalcato continuamente e completamente l’ordine gerarchico delle fonti del diritto, si o no? Prima approvano a maggioranza e a colpi di fiducia le leggi ordinarie e le applicano, POI, mettono mano alle leggi costituzionali per conformarle e chiedono , sempre POI, a noi di approvarle? Ma roba da matti, per non dire da galera!!
No, davvero, con tutta la buona volontà, no je se fa!
«Quasi dappertutto – e anche, di frequente, per problemi puramente tecnici – l’operazione di prendere partito, di prendere posizione pro o contro, si è sostituita all’operazione del pensiero. Si tratta di una lebbra che ha avuto origine negli ambienti politici e si è espansa, attraverso tutto il paese, alla quasi totalità del pensiero. Non è certo che sia possibile rimediare a questa lebbra che ci sta uccidendo, senza cominciare dalla soppressione dei partiti politici.»
(Simone Weil, Manifesto per la soppressione dei partiti politici, scritto nel 1943)