di Gabriele Censi
“Di sana e robusta Costituzione”, un seminario di approfondimento sulle riforme che saranno sottoposte a referendum in ottobre. Lo ha organizzato a Piediripa la Cgil di Macerata, nella sala riunioni della Provincia (ente la cui rilevanza costituzionale scompare con la riforma), chiamando due docenti universitari, Luca Baccelli che insegna Filosofia del Diritto a Unicam e Stefano Perri, Economia Politica a Unimc. Ha aperto il seminario il segretario provinciale Daniel Taddei: “Vogliamo dare la possibilità ai cittadini in generale e ai lavoratori in particolare di poter scegliere liberamente in merito alla riforma su cui si vota in autunno”
Le parole dei padri costituenti Piero Calamandrei e Sandro Pertini raccolte in un filmato di presentazione hanno commosso la platea. “E’ una Costituzione bellissima – ha detto Baccelli -, Scalfaro diceva di amarla ma basterebbe esserle amici”. Tante le criticità esposte dai relatori sui vari punti della riforma e sulla legge elettorale che è strettamente collegata all’impianto. “Il superamento del bicameralismo perfetto – spiega il professore di Unicam – non semplifica come viene detto perche ci sono materie di esclusiva competenza della Camera, leggi a doppia lettura, leggi che possono essere avocate dal Senato su richiesta e tutta una casistica di combinazioni che complica il quadro più di ora. Nel complesso c’è un rafforzamento dei poteri del Governo senza i giusti bilanciamenti”.
Perri è scettico sui risparmi economici: “E difficile dire quali saranno gli scenari futuri, gli effetti sono tutti da scoprire, in realtà anche se vincono i no non si possono fare previsioni, con il sì ci sarà un po’ più di stabilità ma la materia costituzionale dovrebbe essere oggetto di discussioni di lungo periodo e non di un momento politico”.
Danilo Barbi, segretario nazionale Cgil ha concluso il seminario: “Diamo un giudizio negativo dell’attuale modifiche e vogliano discutere nel merito e non per fiducia o fedeltà al Governo. Il titolo quinto andava cambiato ma si è passati da un estremo all’altro con lo svuotamento dei poteri delle Regioni”.
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