Uno degli striscioni esposti dalle mamme
di Monia Orazi
L’inaugurazione della tisaneria dell’hospice, il reparto per i malati terminali, è stata l’occasione di un acceso confronto tra il presidente della Regione Luca Ceriscioli ed il gruppo di mamme, ed alcuni componenti del comitato che si battono per la difesa dell’ospedale Bartolomeo Eustachio di San Severino. Il presidente, accompagnato dalla portavoce e dall’assessore Angelo Sciapichetti, è arrivato poco prima delle 10. Ad attenderlo fuori, le mamme e due striscioni di protesta. Ceriscioli, appena entrato all’interno dell’ospedale, davanti al bar ha risposto alle domande incalzanti delle mamme, che gli hanno chiesto il perché della chiusura del punto nascita, denunciando le difficoltà attuali. A presidiare l’incontro, la presenza discreta dei carabinieri di San Severino, ad un certo punto l’addetta alla reception si è lamentata per i toni di voce alti, che le impedivano di parlare al telefono. Le mamme ed i rappresentanti del comitato, hanno chiesto di poter incontrare Ceriscioli in Regione, che ha dato il proprio assenso, lasciando i propri contatti alla portavoce.
LE RAGIONI DELLE MAMME – Agguerrite le giovani mamme hanno posto una serie di domande a Ceriscioli. “Prima bisogna aprire un altro ospedale, prima di smantellare qui, ci sono dieci posti letto soltanto in pediatria a Macerata, poi si deve arrivare a Civitanova – hanno detto le donne – la pediatria tre ore al giorno non è possibile. Riguarda l’intero territorio, con le emergenze non è possibile. Parte prima ambulanza con l’infermiere, i trasbordi avvengono a Castelraimondo al distributore della benzina è una vergogna. A Camerino il più delle volte non c’è neanche il posto. Io sono incinta devo andare a partorire a Macerata, ho partorito una figlia ad otto mesi in urgenza, poi se l’avrà sulla coscienza sono cavoli suoi”. Il discorso è poi andato sulla chiusura del punto nascita. “Non è vero che San Severino non è sicuro. E’ un problema politico, su Fabriano hanno fatto pressioni il vescovo, Spacca, l’amministrazione comunale – hanno spiegato le donne – presidente si rende conto che da Visso e dalla zona montana devono arrivare a Civitanova e Macerata? Era un reparto di eccellenza, lei è sicuro che Macerata è a norma? Una donna con le contrazioni ha aspettato tutta la giornata, l’hanno ricoverata alle otto di sera, ha partorito alle tre di notte, quarantotto ore poi a casa, ma che siamo. La determina è stata fatta la vigilia di Natale. L’abbiamo chiamata tante volte, ma lei non è mai venuto. La pediatria serve ed è necessaria. Non possiamo potenziare questo ospedale, che ha anche un punto di primo intervento? Se si ha un infarto a San Severino e Civitanova, si hanno due trattamenti diversi”.
LE RISPOSTE DI CERISCIOLI – Il presidente, nella veste di assessore alla Sanità, ha risposto punto per punto. “Qui di punto nascita, nell’intera provincia, ce ne sarà uno, come previsto per le altre. I posti letto si devono aumentare. La pediatria vediamo e monitoriamo, si può prolungare, è un ambulatorio, poi c’è il 118, il grosso di tutte le ambulanze è con l’infermiere, che deve stabilizzare e portare nel posto dove deve andare. Abbiamo due elicotteri di giorno e un elicottero di notte, per arrivare in venti minuti dappertutto, in tutte le Marche, lo abbiamo messo anche di notte. Per l’emergenza c’è la rete, se c’è una cosa che non funziona va detto”, ha affermato Ceriscioli. Sui punti nascita ha ribadito le scelte fatte: “Io sono più preoccupato di mantenere punti nascita non sicuri, non voglio avere sulla coscienza di lasciare aperti punti, dove ci sono professionisti bravi, ma dove mancava tutto quello che doveva esserci, finivi per fare il doppio, se non di più di quanto è previsto per la normativa nazionale di parti cesarei, ma queste cose non avvengono a caso. Avvengono perché non c’è sicurezza, qui si facevano oltre il 40 per cento di cesarei, ci sono i dati”. Sul punto nascita di Fabriano rimasto aperto, Ceriscioli ha detto: “A Fabriano stiamo portando avanti una sperimentazione sul modello umbro, che si chiama Afoi. Fabriano aveva tutto, mentre le altre strutture oltre la numerosità c’erano altre questioni che non andavano. Per Fabriano il problema era soltanto la numerosità, abbiamo tenuto sul numero la possibilità di far girare i medici e di vedere se si recupera sulla numerosità, è come gli altri. Spacca chi l’ha visto. Qui non è diverso. Era diversa la situazione, dunque è stato attuato un percorso diverso. Se la metà di gente che arrivava qui, veniva da Civitanova, non da Macerata, di cosa parliamo? Macerata è a norma. Se aspettiamo i lavori in sanità non facciamo niente”. Il presidente ha ricostruito il processo di riorganizzazione sanitaria: “Noi le scelte le abbiamo fatto chiudendo là dove non c’erano tutte le cose che servono. Era tutto deciso tre anni prima, ma che vigilia di Natale, i progetti erano noti e stranoti da almeno due anni, prima che arrivassi in Regione. Sono state fatte assemblee anche qui, due anni prima, dove hanno spiegato tutto il percorso, anche quello dei punti nascita. Qui togliamo e diamo le cose che servono. Per pediatria ci sono queste diciotto ore, possiamo monitorare, se sono occupate e servono si aumentano. Mancano i pediatri in generale, stiamo facendo delle assunzioni, che abbiamo potuto sbloccare perché abbiamo portato avanti il riordino della sanità. Il pronto soccorso e Dea è a Camerino, San Severino e Camerino è come se fossero un unico ospedale. Il punto di primo intervento non c’entra nulla con il pronto soccorso, di pronto soccorso che tratta l’infarto, non ce ne sono venti in tutta la Regione, non sarebbe materialmente possibile. Fare il pronto soccorso qui, significherebbe togliere quello di Camerino”. Su questo punto si è inserito anche il sindaco Cesare Martini: “Nel 1994 si è deciso di fare il pronto soccorso a Camerino, ma la colpa è mia e tua, presidente. Io ed il presidente ci siamo incontrati, abbiamo fatto cagnara un sacco di volte, avete detto cose inesatte che stavo al bar, dove stavate quando due anni fa, doveva chiudere?”.
Il taglio del nastro: al centro il sindaco di San Severino Cesare Martini
L’INAUGURAZIONE – Prima dell’inaugurazione della tisaneria, donata dai familiari di un’ex paziente treiese scomparsa un anno fa, Ceriscioli e tutti gli intervenuti, hanno fatto il giro dei reparti dell’ospedale, compreso il quarto, dove i lavori sono al termine. Sono intervenuti i familiari di Nazzarena Marinozzi, donatori della tisaneria, il direttore dell’Area Vasta 3 dell’Asur Marche, Alessandro Maccioni, la direttrice sanitaria, Giovanna Faccenda, l’assessore regionale Angelo Sciapichetti, l’assessore alla Salute e vice sindaco del comune di San Severino Marche, Vincenzo Felicioli. “L’inaugurazione di oggi copre l’altra metà del cielo perché spesso parliamo di tecnologie e servizi dimenticandoci della cura delle persone”, ha detto Ceriscioli. Sergio Giorgetti, direttore dell’hospice, ha aggiunto: “In queste stanze non si sta per caso neanche come medici o infermieri. Sei qui perché credi in questa storia, siamo semplici compagni di strada e di cammino dei nostri pazienti, viviamo la loro vita insieme alla nostra. E’ per questo che noi ci sforziamo di proporre una medicina più umana, dove non esiste il letto numero 5 ma un paziente con nome e cognome, dove le cure sono pensate per quel paziente”. Per la fondazione Anello della Vita, che da sempre si occupa dell’hospice e di Oncologia, ha preso la parola il presidente Francesco Rapaccioni: “La nostra Fondazione – ha sottolineato – ha trasferito gli arredi di questi nuovi spazi ma anche nuovi macchinari e altro all’Asur, non li ha donati. Questo significa che la Fondazione si prende cura, e continuerà a farlo anche in futuro, pure della manutenzione e, eventualmente, della sostituzione e dell’aggiornamento di arredi, o nel caso dei macchinari, del software. Il nostro vuole essere un percorso continuo, una presenza costante, che va oltre le persone. Sono i cittadini a finanziare la nostra attività. Questi dodici anni, siamo nati nel 2009 insieme all’Hospice, hanno segnato un percorso che noi abbiamo tutta l’intenzione di portare avanti nel tempo”. A parlare di una “struttura di riferimento per un territorio che protesta perché sente vivo il senso di comunità – è stato il sindaco di San Severino, Cesare Martini, che ha proseguito nel suo saluto – L’hospice è divenuto una struttura importante che offre una grande speranza, per questo chiedo al presidente Ceriscioli di tenere la stessa nella giusta considerazione anche per il futuro”. Nell’hospice sarà attuato il progetto “L’ora del thè”, un progetto di medicina narrativa a cura di Ayres Marques Pinto.
LE REAZIONI – Sul finire della visita si è avvicinata al presidente Luca Ceriscioli, una delle componenti del comitato, Samuela Rotili che ha chiesto al presidente Ceriscioli di prendere l’impegno di potenziare l’ospedale, anche nella dotazione di posti letto, ricevendo da lui una risposta affermativa. Assente per lavoro il vicepresidente del comitato per la difesa dell’ospedale, Marco Massei, che ha commentato: “Spacciano per nuovo quanto in realtà è già scritto in delibere e determine precedenti. Secondo noi la visita di Ceriscioli è assolutamente tardiva e appare beffarda da un certo punto di vista. Primo perché in campagna elettorale le promesse appaiono poco credibili, inoltre una visita quando tutto è già stato deciso sembra un de profundis, cantato per l’ospedale di San Severino – ha detto l’avvocato – ci auguriamo la riforma sia rivisitata nel suo complesso, ci sono continui cambiamenti in corso d’opera, si avverte la mancanza di una strategia complessiva, si avverte il navigare a vista, ci auguriamo sia ripensata una tutela più efficace per gli ospedali di prossimità. L’attività del comitato continua, sta operando sia a livello nazionale, che regionale, per cercare di intercedere su Regione e far modificare la riforma regionale lesiva degli interessi dei cittadini”. Pende tuttora il ricorso al Tar del comitato, per il quale deve essere fissata l’udienza di merito. Presente anche il giovane Roberto Pioli, che si è detto soddisfatto della visita: “Mi sembra si stia andando nella direzione di una governabilità della riforma, l’ospedale di San Severino è l’unico ad essere potenziato.
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Deve essere una maledizione del tutto marchigiana, e non solo maceratese….
Nonostante le tante speranze, le tante belle parole, le molteplici aspettative, i buoni propositi ad ogni elezione è sempre peggio.
Di questo passo farà rimpiangere Spacca….
Non capisco bene del perché devono essere gli infermieri a stabilizzare i pazienti acuti e non i medici. Beh per fortuna che ci sono almeno gli infermieri e le autoambulanze che poi vanno dove devono andare. Poi prima di recarsi nel capoluogo ha dichiarato: ” Macerata è a norma. “. Per fortuna c’è un intero articolo sul resoconto di questa visita a smentirlo in maniera aberrante.
In oltre quarant’anni di storia dell’ospedale settempedano, ne ho viste di delibere, decreti, lettere di assicurazione, di potenziamento o mantenimento, ma come sempre poi puntualmente disattese.
In una decina di anni, per colpa di tagli, di finanziarie a discapito della sanità PUBBLICA, riducevano posti letto, personale, standard in più o in meno, a secondo della convenienza, ma MAI senza risolvere i veri problemi, sprechi, consulenze, incarichi esterni, sperperi, piedi un due scarpe ecc.
Per arrivare l’ospedale B. Eustachio dall’eccellenza che era, alla solo ombra di sé stesso, al quale hanno tolto di tutto e di più, sino ad arrivare alle più semplici carenze di materiale di consumo di tutti i giorni, garze, alcol e siringhe ecc…
Oggi vi è questa riforma che, ridisegna la fisionomia di tredici piccoli ospedali destinati a diventare ospedali di comunità, fotografia di una politica scellerata ed incompetente, mirata al solo bilancio, ( infatti matematici e commercialisti..) ma a discapito degli ammalati fruitori della sanità pubblica, ma non di quella privata, la quale non tiene conto del territorio, della viabilità, delle percorrenze, dell’ubicazione degli ospedali.
Un ospedale come il nostro, centrale ad un’area dell’entroterra soprattutto montana, che serve n°41 comuni sui n°57 della provincia di Macerata, che copre una superficie territoriale pari al 76,83% con Kmq. 2.137,27 su di una superficie provinciale di Kmq. 2.779,27, con una popolazione dei comuni serviti pari a 120.334 residenti della provincia, con una viabilità per il raggiungimento del nostro ospedale senza addentrarsi nel traffico urbano, di facile percorrenza essendo alla periferia della città, lungo SS361 e SS502.
Dotato di numerosissimi parcheggi ( NON a PAGAMENTO ) in rapporto percentuale servizi, mq e posti letto ( di allora ).
Elisuperficie collegata con tunnel coperto all’spedale, omologata anche per il volo notturno, e che dubito fortemente che Cerescioli abbia elicotteri abilitati per il volo notturno.
Per le emergenze, vanno individuati ospedali con queste caratteristiche, un reparto di dermatologia, ove le emergenze sono rarissime a differenza dei punti nascita, la quale può benissimo essere ubicata al centro di Macerata o Civitanova, come tanti altri tipologie di reparti, tipo l’oculistica, ma NON il PUNTO NASCITA, l’OSTETRICIA o PEDIATRIA. Infine la maggior parte delle nascite, NON E’ VERO nella maniera più assoluta che, venivano da Civitanova, ci sono i registri e non saprei su quali dati si basi certe esternazioni, dettate forse da scusanti e arrampicamenti su specchi.
L’ospedale di Fabriano, il quale è stato salvato a detta del presidente, con il metodo sperimentale chiamato Afoi, tiene conto di tutt’altro, indici, parametri, riduzioni, di cui la Regione Marche non tiene minimamente conto, soprattutto di quanto sopra descritto, per cui prima di parlarne, per far solo bella figura -guarda caso due giorni prima delle elezioni- o per quietare gli animi ignari-, sarebbe meglio che si informi su cosa sia e di cosa argomenta, onde evitare brutte figure, in special modo verso persone che conoscono vita e morte della propria città, del territorio, della sua memoria storica ed ha molti più anni e capelli bianchi del giovane Cerescioli, sordo in rappresentanza dei propri cittadini che l’hanno votato, ma ubbidiente cagnolin servente dei diktat del suo partito centrale PD……
invece di prenderlo a pesci in faccia per la perdita del punto nascite gli fanno tagliare anche i nastri…robe da pidioti