Faisca, amore alla Rata:
“Restare è la mia priorità”

L'INTERVISTA - Il capitano biancorosso tira le somme al termine della stagione e rivela: "Ho parlato con la società, l'intenzione è quella di proseguire insieme e spero possa accadere". Domani (mercoledì) l'incontro tra gli avvocati di mister Bucchi e quelli della società per capire come rescindere il contratto

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Capitan Faisca, uno dei migliori in campo nella sfida fra Carrarese e Maceratese

Capitan Vasco Faisca

 

di Sara Santacchi

Si terrà domani (mercoledì) l’incontro tra gli avvocati di mister Bucchi e quelli della Maceratese per capire come risolvere la situazione del tecnico. L’allenatore romano ha un altro anno di contratto con la società biancorossa ma è stato chiamato dal Perugia per guidare gli umbri in serie B e Bucchi vorrebbe prendere al volo questa opportunità. In caso di separazione la Maceratese avrebbe messo in cima alla lista il tecnico del Santarcangelo Lamberto Zauli (leggi l’articolo) e lo stesso ex trequartista di Bologna e Vicenza ha manifestato il proprio interesse verso la panchina biancorossa. Questione di giorni e si scioglierà il nodo allenatore, poi si comincerà a pensare alla squadra del futuro. 

Vasco Faisca con la mascotte Pistacoppo

Vasco Faisca con la mascotte Pistacoppo

A distanza di poco più di una settimana dall’ultima partita giocata dalla Maceratese in quel di Pisa che ha decretato la fine della stagione con la sconfitta per 3-1 all’Arena Garibaldi (leggi l’articolo), facendo così sfumare il sogno serie B, continuano i colloqui della società con i giocatori in scadenza di contratto. Tra loro c’è anche il capitano Vasco Faisca, centrale difensivo che non ha saltato neanche un minuto dell’intero campionato di Lega Pro. E’ stata una settimana lunga per lui che ha rivissuto intensamente le emozioni di una stagione esaltante che ha decretato il ritorno della Maceratese tra i professionisti riuscendo a chiudere al terzo posto in classifica, con i play off in tasca. La volontà del centrale difensivo sarebbe proprio quella di rimanere a Macerata, come ammette lui stesso, nonostante sia corteggiato da diverse società, per vivere un’altra stagione in cui scrivere un’altra pagina di storia biancorossa.

Faisca, un bilancio del campionato appena concluso?

«In questi giorni si sono alternati tanti stati d’animo diversi. Diciamo che immediatamente dopo Pisa c’era grande tristezza più che delusione, perché eravamo comunque consapevoli d’aver fatto una grandissima stagione, partendo da matricola e con un gruppo completamente nuovo. Nessuno all’inizio si aspettava di andarsi a giocare qualcosa di così importante come la serie B quindi lì per lì ha fatto male dover abbandonare quell’obiettivo. Col passare dei giorni, in considerazione di tanti fattori, il bilancio non può che essere positivo. Siamo fieri e orgogliosi di quanto abbiamo fatto».

Lei è stato un valore aggiunto tanto che la Maceratese è sembrata rispecchiare molti dei suoi tratti caratteriali.

«Sinceramente sono molto contento d’aver potuto dare sempre il mio contributo. Diciamo che da capitano ho cercato di fare del mio meglio, ma senza dubbio sono stati mister Bucchi e il suo staff a darci la personalità mostrata poi in campo: siamo l’immagine del suo lavoro. Noi abbiamo assecondato le sue richieste. Io ho cercato di essere un punto di riferimento per i più giovani e la squadra».

Lei ha dato tanto alla Maceratese, ma la Maceratese cosa ha dato a lei? 

«Una stagione indimenticabile e dei compagni di squadra che sono diventati molto di più, dei veri amici. Poi io a Macerata mi sono trovato molto bene».

I giocatori della Maceratese raccolgono l'applauso dei propri sostenitori a fine garaHa mai avuto qualche dubbio sul raggiungimento dell’obiettivo all’inizio del girone di ritorno, quando c’è stata una leggera flessione dei risultati?

«No, mai. I dubbi ammetto di averli avuti a inizio stagione, d’estate, quando era una scommessa anche per me l’avventura che andavo ad affrontare. Venivo da una realtà molto simile, come quella del Matera, che però aveva puntato molto sui nomi importanti la scorsa stagione. Noi a Macerata, invece, eravamo un gruppo con diversi giocatori giovani. La speranza di fare bene sicuramente c’era, ma i dubbi erano comprensibili. Poi l’entusiasmo di tutti ha fatto da traino e man mano che i risultati arrivavano, pur mantenendo toni bassi in apparenza, tra di noi sapevamo e parlavamo di traguardi importanti e ambiziosi».

Avete mai creduto di poter vincere il campionato?

«Sì. Dopo il successo con la Spal in casa ci abbiamo creduto seriamente. Vincendo anche a Ferrara abbiamo anche sperato nella rimonta, ma analizzando il tutto a mente fredda mi rendo conto che era difficile, non impossibile, ma seriamente dura. La Spal è stata più continua di noi e ha trionfato meritatamente e anche analizzando lo scontro diretto nei play off, perso col Pisa, penso che si siano dimostrati superiori a noi».

La Maceratese è stata la rivelazione dell’anno. Il girone B di Lega Pro era davvero meno competitivo rispetto agli altri?

«Proprio a riguardo vorrei sottolineare che la Spal ha vinto anche il titolo nazionale battendo le vincenti degli altri gironi e il Pisa è con un piede in finale play off, dopo la vittoria per 3-0 sul Pordenone. Questo dimostra che il nostro girone aveva squadre molto forti a differenza di quanto si è sostenuto e non fa che avvalorare quanto abbiamo fatto noi».

Guardando al presente e futuro, il suo sarà ancora biancorosso?

«Abbiamo parlato con la società e riflettuto sul futuro. L’intenzione di proseguire questo rapporto c’è da entrambe le parti, per cui spero che ciò possa accadere. Ho manifestato di avere come priorità proprio la Maceratese. Ho voglia di restare e dare continuità a un lavoro iniziato quest’anno dal quale penso si possa ripartire per fare qualcosa di ancora più importante rispetto a quanto già fatto».

E’ riuscito a costruire anche un bel feeling con i tifosi…

«Per me è un enorme piacere. Il loro affetto l’ho sentito crescere pian piano e la tifoseria della Maceratese dovrebbe essere un esempio per tutti. E’ molto simile a come intendo io lo sport: tanta passione, ma anche rispetto».

 



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