Fondo Apollo guarda a Carige
e approda nel futuro di Banca Marche

Dall'America, disponibilità a trattare, per l'acquisto dell'istituto di Genova e per una funzione "di polo aggregante" che potrebbe guardare anche alle 4 banche in risoluzione. Morando: "Possibile accordo su obbligazionisti"

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banca marche

 

Novità sulla vendita di Nuova Banca Marche arrivano da Genova. Il fondo americano Apollo, secondo fonti finanziarie, sarebbe pronto a rilevare il portafoglio sofferenze e sottoscrivere successivamente un aumento di capitale della banca Carige, quindi si renderebbe disponibile a trattare e punterebbe a creare una banca indipendente con la sede mantenuta a Genova e con una funzione “di polo aggregante” che potrebbe guardare anche alle 4 banche in risoluzione (una o più) che sono in fase di cessione. Quindi anche l’istituto marchigiano potrebbe rientrare nell’operazione. Nella cessione delle 4 banche anche le  offerte che arrivano dall’estero potrebbero avere un forte sconto rispetto agli 1,8 miliardi valorizzati dal Fondo di Risoluzione. Se il fondo e l’Italia stanno trattando con la Ue per allungare la scadenza della cessione, difficilmente giustificabile sarebbe un rinvio sine die o una sua cancellazione. I nuovi acquirenti poi potrebbero trovarsi una ‘moral suasion’ di una soluzione per gli azionisti azzerati, la gran parte dei quali clienti degli istituti.

Il viceministro Enrico Morando infatti esclude provvedimenti legislativi che farebbero saltare il bando ponendo oneri eccessivi. Sugli obbligazionisti subordinati invece, Morando è sempre più ottimista:  “E possibile fare di più sul versante degli obbligazionisti subordinati e spero nelle prossime ore che l’accordo venga raggiunto. Un accordo sull’allargamento delle risorse e delle regole da adottare e per ristorare i risparmiatori azzerati che può portare il Governo a modificare la legge di stabilità e allargare le maglie in modo significativo per far fronte agli obbligazionisti subordinati delle quattro banche interessate. Capisco i problemi delle famiglie ma dire che obbligazioni e azioni sono la stessa cosa ci mette nella impossibilità di agire e al momento non è costruibile una soluzione con le stesse modalità per le obbligazioni. Quel che si può fare è attivare azioni verso le nuove banche, ponendo dei vincoli politico-morali: uno sforzo di persuasione morale sulla gestione della banca ponte”.



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