di Alessandro Trevisani
Bruciata l’auto al giornalista Aurelio Bufalari. Nelle prime ore di questa mattina qualcuno, usando una lattina con all’interno dell’acquaragia, ha dato fuoco alla vettura del cronista portorecanatese. Le fiamme, certamente dolose, hanno danneggiato anche il motorino di Bufalari, posteggiato vicino alla vettura, e la facciata di una abitazione. Il presidente dell’Ordine dei giornalisti delle Marche: «Solidarietà al collega, auspichiamo che la magistratura e le forze di polizia possano assicurare rapidamente alla giustizia i responsabili del gesto criminale».
Un incendio di sicura origine dolosa ha distrutto stanotte l’auto del giornalista Aurelio Bufalari. Alle 3,15 qualcuno, per motivi che sono in corso di accertamento da parte dei carabinieri, ha incendiato la Volkswagen Passat 1900 Tdi del collega del Corriere Adriatico, parcheggiata in via Silvio Pellico. Leggermente danneggiato anche il motorino Malaguti di Bufalari, due metri più in là. L’auto è stata completamente distrutta dalle fiamme, sotto la vettura è stata rinvenuta una lattina di acquaragia, usata come innesco dell’incendio. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco di Civitanova e i carabinieri di Porto Recanati. Il rogo ha creato una grossa e lunga buca nell’asfalto e ha danneggiato l’ingresso del civico 4 e il balcone al primo piano, distruggendo citofono, cavi elettrici, serrande e vetri, e annerendo completamente la casa, dove non c’era nessuno, perché i proprietari vivono in Svizzera.
Per domare l’incendio l’intervento dei vigili del fuoco è durato circa due ore. Un episodio inquietante, che colpisce un giornalista che ha sempre svolto il suo lavoro in maniera equilibrata raccontando sia fatti di politica che di cronaca nera. «Io sto pensando a uno scambio di persona – dice Bufalari, scosso per l’accaduto –, a un balordo mandato da qualcuno che ha confuso la mia auto con quella di un altro. Non ho mai ricevuto minacce e mi pare tutto così assurdo». Le indagini, però, escluderebbero equivoci: gli autori del fatto, questa l’ipotesi degli inquirenti, volevano colpire proprio l’auto di Bufalari. Il giornalista, 71 anni, un figlio di 41, vive da solo a Porto Recanati ed è il corrispondente locale del Corriere Adriatico. Bufalari è stato anche allenatore della squadra di calcio del Porto Recanati tra gli anni 70 e 80 e in città è molto conosciuto. È del tutto inedito, nelle Marche, un atto del genere ai danni di un giornalista. E non si conoscono attriti o rancori scatenati dagli articoli di Bufalari.
Gli inquirenti stanno comunque valutando sia le cronache documentate dal collega negli ultimi mesi che la possibilità di qualche screzio o incomprensione a livello privato. «Abbiamo il dovere di fare muro contro gli inaccettabili atti intimidatori ai danni di giornalisti e cronisti che svolgono la loro funzione nell’interesse della collettività – scrive, in una nota, il deputato fanese Lara Ricciatti di Sel – Atti di questa natura, che stanno colpendo diversi cronisti, a prescindere dal loro grado di notorietà, sono il sintomo del ‘fastidio’ che il racconto dei fatti può dare a molti centri di potere. Per questo trovo necessario rivolgere pubblicamente al cronista del Corriere Adriatico la mia piena solidarietà e vicinanza, unite all’invito di proseguire nel suo delicato lavoro». Solidarietà a Bufalari anche dall’Ordine dei giornalisti. Il presidente, Dario Gattafoni, in una nota esprime «preoccupazione e sconcerto per l’incendio doloso che ha distrutto l’auto del collega Aurelio Bufalari. Si tratta di un gesto gravemente intimidatorio che, unito a minacce più o meno esplicite ricevute di recente da altri giornalisti locali, getta ombre inquietanti sulla situazione dell’ordine pubblico in una cittadina ultimamente turbata da tensioni e gravi episodi di cronaca e induce a riflettere sulle difficoltà e i rischi connessi al dovere professionale di informare la collettività. Nell’esprimere al collega Bufalari la piena solidarietà dell’Ordine e l’apprezzamento per il rigore professionale che contraddistingue il suo lavoro, esprimiamo l’auspicio che la magistratura e le forze di polizia possano assicurare rapidamente alla giustizia i responsabili del gesto criminale, per restituire tranquillità al lavoro dei cronisti locali e all’intera comunità portorecanatese».
L’INTERVENTO DEL PROCURATORE – Nel pomeriggio il procuratore di Macerata Giovanni Giorgio ha espresso la sua solidarietà a Bufalari attraverso un comunicato. «Esprimo ad Aurelio Bufalari la mia più profonda solidarietà per l’attentato incendiario subito – scrive il procuratore -. Faremo il possibile per identificare gli autori del grave gesto intimidatorio. Purtroppo, la fascia costiera – compresa tra Civitanova e Porto Recanati – si dimostra sempre più interessata da allarmanti attività criminose, rispetto a cui intensificheremo l’azione di contrasto, contando sull’attivo contributo della civile gente marchigiana. Sono sicuro che chi è in grado di fornire notizie alle forze di polizia, lo farà».
(Servizio aggiornato alle 18,20)
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Solidarietà di tutto cuore a Bufalari. Dopo questo atto mafioso, è indispensabile che si rifletta su cosa siano diventate Porto Recanati e le Marche, e che si cominci a porvi rimedio.
La vicenda è molto grave e colpisce un giornalista bravo e scrupoloso, nonchè molto attento all’infiltrazione della criminalità organizzata. E’ doveroso esprimergli la massima solidarietà possibile.
Fratelli D’Italia Macerata esprime vicinanza al bravo giornalista e condanna questi atti vili e vergognosi! #noistiamoconbufalari
Doveroso trovare i cerebrolesi che hanno compiuto tale gesto, metterli dentro e buttare via la chiave!!!