Lube, questo non è sport

Registrate le minacce ignobili e gravissime a un nostro giornalista da parte del d.s. Stefano Recine che fanno seguito alle esternazioni offensive del coach Giuliani nel corso di una recente conferenza stampa

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Il direttore sportivo Stefano Recine e il coach Alberto Giuliani ieri al Fontescodella nel corso della partita contro Padova (foto Picchio)

 

di Matteo Zallocco

“Hai sfiorato la morte e non lo sai neanche”, “Questa volta la paghi durissima”, “Adesso non si fanno prigionieri”. Quello che non avremmo mai più voluto sentire. Una telefonata dal chiaro scopo intimidatorio, piena di minacce, volgarità e un vergognoso intercalare di bestemmie. Telefonate come questa, dal signor Stefano Recine, direttore sportivo della Lube Volley, in questi anni ne sono arrivate parecchie. Tutte indirizzate al nostro giornalista Andrea Busiello, colpevole di dare ogni tanto qualche giudizio negativo su qualche giocatore o di scrivere un paio di volte l’anno pezzi sul mercato della Lube. La differenza è che questa volta la telefonata – arrivata sabato scorso – è stata registrata e crediamo sia giunta l’ora di rendere pubblico questo comportamento a dir poco singolare di alcuni dirigenti del settore sportivo della società biancorossa che di certo non onorano i grandi sforzi compiuti in questi anni dalla proprietà.
La telefonata è arrivata il giorno dopo la pubblicazione di un articolo sugli scenari di mercato dopo l’annunciata partenza del giocatore Igor Omrcen (leggi). Non ci dovrebbe essere nulla di strano se non fosse per la mentalità da provinciale che questi dirigenti continuano a infondere alla Lube imponendoci quasi di scrivere sotto dettatura, condannando ogni tipo di critica e discriminando in ogni maniera chi cerca di fare semplicemente e onestamente il proprio lavoro. La nostra colpa, a quanto pare, è quella di partire dal presupposto che la Lube debba essere considerata una realtà sportiva molto importante e come tale va trattata. Il nostro giornale, come è giusto che sia, ha sempre dedicato spazi di rilievo alle sorti sportive e anche a tematiche extrasportive (vedi questione Palas) riguardanti la Lube, considerando sempre legittimi gli interessi della società. A loro, però, non basta.

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Stefano Recine durante la partita di ieri

Facciamo un passo indietro: due settimane fa. Nel giorno dell’amaro annuncio della partenza di Omrcen, il coach Alberto Giuliani, ha infatti deciso di dedicare una buona parte della conferenza stampa ad un attacco violento e inopportuno nei confronti del nostro giornalista, “colpevole” di aver criticato troppo duramente il suo palleggiatore.
“Colgo l’occasione per dire che quando leggo Cronache maceratesi mi sembra di leggere Cronache trentine – ha detto pubblicamente – perchè Andrea Busiello è un giornalista di Trento. Travica per colpa vostra è due giorni che non parla, mi sembra di capire che Cronache maceratesi voglia rovinare il nostro magnifico gruppo anche se fortunatamente qualche giornalista con la testa in giro ancora c’è. Non me ne vorrà Busiello ma non lo sento un giornalista di casa nostra. Io a questa conferenza stampa non lo avrei invitato”. Chiudendo poi il monologo con un “Il mio intento era quello di offenderti e ci sono riuscito”.
Omrcen, per stemperare i toni, è intervenuto sorridendo (“Ma la conferenza non era per me? Non fatemi passare in secondo piano, lasciamo stare”) e alla fine ha espresso sincera solidarietà al giornalista: un vero signore. Montando questa polemica inutile in un luogo e un momento del tutto inopportuni, coach Giuliani ha innanzitutto dimostrato mancanza di rispetto nei confronti del suo campione. Cronache Maceratesi ha sempre sostenuto la Lube trattandola come merita, da grande squadra e da eccellenza del nostro territorio, dedicando ad essa moltissimo spazio ed elogiandola nella maggior parte delle circostanze. Stiamo parlando di un team che lotta per i titoli più prestigiosi in Italia e in Europa ma che non riesce ad abbandonare una mentalità da provinciale per fare girare nel migliore dei modi il magnifico giocattolo costruito con grande passione da Fabio Giulianelli. Tuttavia la gestione sportiva non sembra all’altezza della gestione societaria. Allenatore e direttore sportivo dovrebbero saper gestire lo spogliatoio e non far pesare così tanto sulla squadra una critica, giusta o sbagliata che sia. Un professionista, un vero professionista, deve essere capace di accettare le osservazioni, positive o negative, e saper controllare le proprie reazioni, visto che anche grazie alla stampa occupa un ruolo di rilievo nella società e intasca stipendi non certo da metalmeccanico.

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Alberto Giuliani durante la conferenza stampa su Igor Omrcen (foto Picchio)

Giuliani ha voluto fare il Mourinho e come per il tecnico portoghese nessuno mette in discussione le sue qualità tecniche. Ma qui c’è un’evidente differenza di mentalità: da vincente a provinciale. Questo cercare, giorno dopo giorno, telefonata dopo telefonata, di limitare il diritto di cronaca allo scopo di uniformare l’informazione non sta certo facendo fare alla Lube un salto di qualità. La limitazione della libertà di stampa è un atto gravissimo, inaccettabile e per questo stavolta abbiamo voluto dire basta. Cronache Maceratesi ha sempre sostenuto la Lube come eccellenza sportiva e continuerà a farlo, ma non può accettare la richiesta di non parlare mai di mercato prima della fine della stagione e soprattutto dì non dare giudizi critici sui giocatori, o su determinati giocatori. I vertici societari e i tifosi meriterebbero di più anche da questo punto di vista. Secondo noi questa mentalità di alcuni dirigenti e del nuovo coach Giuliani non è vincente. Sono nostre opinioni e come tali restano contestabili ma in un’ottica di trasparenza e di coinvolgimento della gente intorno alla squadra, crediamo che lo stile sia un aspetto determinante e siamo dell’idea che i precedessori di Alberto Giuliani sotto questo punto di vista abbiano dimostrato di essere più bravi non sostenendo la linea del loro direttore sportivo e di qualche altro dirigente.
Al termine di questa conferenza stampa abbiamo ritenuto giusto avvisare (per la prima volta) Fabio Giulianelli che ha compreso la situazione prendendo le distanze da questi comportamenti. Sabato, la storia si è ripetuta e non potevamo restare ancora in silenzio.

Essere una grande società, ottenere grandi risultati, evidentemente non è stato e non è sufficiente per uscire da un provincialismo ottuso che rischia di tarpare le ali alla nostra realtà sportiva più importante, grazie alla quale il nome di Macerata è conosciuto in Italia e nel mondo. Di questo nome vogliamo continuare ad essere fieri.

P. S. In serata pubblicheremo l’audio della telefonata ripulito dalle tante bestemmie che hanno intercalato le violente parole pronunciate da Recine, il quale dovrà dare spiegazioni sul significato di alcuni passaggi.

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