Silvia Luconi
di Francesca Marsili
«Il centro storico attraversa un periodo di trasformazione ed è proprio questo il momento, con i fondi messi a disposizione, di fare scelte strategiche che in condizioni normali nessun amministratore avrebbe il coraggio di fare. Penso ad un luogo ben preciso: gli ex licei, con una vocazione ricettiva, con negozi e parcheggi sotterranei», così la consigliera di opposizione Silvia Luconi che dà la propria visione sul futuro della centralissima struttura.
PARCHEGGI – Un problema che affligge il centro storico da mesi perché i cantieri della ricostruzione sottraggono posti auto. «Ci sono due fasi da gestire – premette l’ex vice sindaca -. La prima è quella attuale, con i cantieri che sorgono e che limitano spazi e che deve essere gestita di volta in volta in base a quello che succede intorno. La seconda è una visione in prospettiva, che tuttavia secondo me può essere affrontata solo adesso, in questo periodo di ricostruzione profonda che interessa tutto il tessuto cittadino e il periodo in cui arrivano fondi e opportunità molteplici». La consigliera prosegue: «Da noi, seppur molto più in piccolo, esistono problematiche analoghe che vivono nelle città più grandi; da noi forse accentuate dal fatto che siamo abituati ad usare moltissimo le auto e raggiungere qualsiasi negozio parcheggiando nelle immediate vicinanze. E’ ovvio che qualsiasi amministratore non possa costringere i tolentinati a fare a meno dell’auto, ma tuttavia in questa fase potrebbe intervenire con progettualità che liberino le superfici dalle auto, rendendo il centro pedonale e piacevole, ma contemporaneamente consenta all’avventore di arrivare proprio al centro, parcheggiando magari in parcheggi sotterranei». La proposta è di farli sotto agli ex Licei e ricorda idee similari «come la costruzione di infrastruttura ai Giardini John Lennon, poi abbandonata per problematiche relative al sottosuolo. Lo stesso consigliere di maggioranza Luigino Luconi, in un’assise, ha illustrato con dovizia di particolari altre idee che si sono succedute nel tempo, presentandole alle amministrazioni comunali che si sono succedute. Perché mai prese in considerazione?» domanda la consigliera di minoranza. Luconi ribadische che «opere di questo tipo hanno bisogno di tempo, di soldi, perché con i bilanci comunali è impossibile finanziarle, provocano disagi importanti perché si presuppone di chiudere parti del centro che in tempi per così dire “di pace” sarebbe deleterio». Evidenzia come oggi sarebbe diverso e possibile: «Ci sono fondi europei che possono affiancare quelli della ricostruzione».
ASSOCIAZIONI E COMMERCIO – Non nasconde di non amare particolarmente la vocazione associativa che dovrebbero assumere in futuro gli spazi della struttura: «Reputo che le associazioni, pur dovendo avere degli spazi perché fanno attività importanti per le amministrazioni e per i cittadini, debbano avere altri luoghi, magari sempre centrali, però non strategici come lo è quello stabile». E non nasconde neppure di aver pensato, da sempre, a quella come: «una struttura commerciale (voglio specificare bene per non essere strumentalizzata: intesa non come centro commerciale, ma come luogo adibito al commercio al dettaglio del centro), di somministrazione di alimenti e bevande e anche a vocazione ricettiva, perché ricordiamo che in questa città». In città, come più volte emerso, vi è una grande carenza in termini di alberghi e i turisti vengono ospitati anche fuori comune.
IN CONCLUSIONE – «In Consiglio comunale ho proposto di pensare ad un progetto che dia finalmente una risposta seria a residenti, commercianti, visitatori, clienti in genere, con un parcheggio sotterraneo che contenga dei posti a sufficienza per liberare le vie dalle auto e per soddisfare chi vuole arrivare dentro il centro stesso con le auto. E’ chiaro che la mia non è assoluta verità, pertanto, benché reputo che la struttura degli ex Licei per posizione, per perimetrazione del luogo e quindi per evitare la chiusura dei luoghi intorno, sia quella più adeguata, ma siccome il mio mestiere non è quello dell’ingegnere o dell’architetto, mi limito a fornire un’idea di base. Con questa azione si potrebbe cambiare il volto della città in meglio, restituendole ad esempio edifici storici, ma anche case abbandonate che potrebbero essere oggetto di rivisitazione creando nuovi spazi a disposizione della comunità. Diminuiremmo il consumo di suolo, razionalizzeremmo il patrimonio edilizio esistente senza necessariamente costruire su nuovi terreni».
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