Calvigioni, avvertimento al centrodestra:
«Il candidato sindaco deve uscire
dalla coalizione delle minoranze»

ELEZIONI CORRIDONIA - Intervista a tutto campo all'ex primo cittadino, dalla prossima tornata elettorale alla rottura con l'attuale maggioranza e con Paolo Cartechini. Sul nome di Giuliana Giampaoli non smentisce e manda un messaggio a Lega, FdI, Forza Italia e Udc possibili alleati: «Valore aggiunto chi ha alle spalle cinque anni di opposizione e di conoscenza amministrativa»

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Nelia Calvigioni, ex sindaca ed ex presidente del Consiglio comunale

 

«Non è la poltrona il mio obiettivo, ma il candidato sindaco deve uscire dalla coalizione di minoranza». Nelia Calvigioni, primo sindaco donna della città, parte da questo assunto per guardare agli ultimi cinque anni di amministrazione Cartechini (dal 2017 al 2020 ne è stata presidente del consiglio, ndr) ma anche per intraprendere la strada che porterà lei ed altri sette consiglieri di minoranza ad unirsi per il prossimo appuntamento alle urne.

Chi ritiene possa essere il giusto candidato a rappresentare la vostra coalizione? Alcune indiscrezioni vedrebbero favorita Giuliana Giampaoli, mentre se il centrodestra volesse unirsi a voi potrebbe spingere per Massimo Cesca.
«Credo che il nome del sindaco debba uscire dalla coalizione della minoranza che ha lavorato bene in questi cinque anni – dice la Calvigioni- . Siamo stati al centro della vita amministrativa. Non escludiamo nessuno perché è bello essere uniti se l’intenzione è quella di dare un cambiamento a Corridonia. Nel nostro gruppo il nome del candidato c’è, e rappresenta un valore aggiunto poiché porta con sé cinque anni di opposizione e di conoscenza amministrativa. Non possiamo permetterci di avere un sindaco che deve ricominciare da capo con tutti i problemi che la nuova giunta dovrà affrontare».

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Giuliana Giampaoli

C’è chi, invece, ritiene che possa essere lei a candidarsi di nuovo.
«A differenza di chi voleva farmi passare come persona attaccata alla persona – sottolinea – io sono totalmente tranquilla. Ho dato dieci anni della mia vita alla carica di sindaco quando sono stata eletta con buoni risultati, e conservo ancora oggi tante amicizie e tanti cittadini che hanno fiducia in me e mi chiedono di candidarmi. Ma sono una persona aperta al futuro. Credo che, chi può portare una novità, come ho fatto io nel 2007, possa essere la persona giusta. Ma non mancherò di portare il mio impegno per la città».

Cosa ha spinto i quattro gruppi di opposizione alla candidatura unitaria? Cosa avete in comune?
«In questi anni abbiamo mostrato alla gente cosa non è stato fatto dall’amministrazione. Siamo in sintonia e d’accordo in tutto. Abbiamo anche una base di cittadini con cui ci confrontiamo e con i quali stiamo lavorando per la prossima tornata elettorale. Nel frattempo proseguiamo il nostro ruolo di consiglieri di minoranza: nel prossimo consiglio comunale si discuteranno quattro importanti punti all’ordine del giorno, presentati da noi, per chiedere chiarimenti in merito ai fondi Covid concessi a maggio 2021 e ancora da liquidare; sul centro diurno cittadino che non ha ancora i locali sistemati ed è costretto ad arrangiarsi in centro storico; riguardo la perdita dei servizi ambulatoriali all’ospedale della città, e all’impiego dei soldi del bilancio comunale per stilare la relazione di fine mandato del sindaco».

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Nelia Calvigioni e Paolo Cartechini prima della rottura

A proposito del sindaco, Paolo Cartechini. Come mai i vostri rapporti si sono incrinati subito dopo le elezioni?
«Sin da subito mi è stato impedito di partecipare al dibattito della maggioranza. Nel 2017 non ho fatto campagna elettorale – dice – perché ho lavorato fino all’ultimo giorno del mio mandato tra le difficoltà legate all’emergenza sismica. Solo dieci giorni prima delle elezioni ho ottenuto 5.2 milioni di euro per la ricostruzione della scuola media, nonostante oggi il progetto sia ancora fermo. Ho creduto a chi mi chiedeva di impegnarmi perché c’era tanto da lavorare, poi mi è stato detto che sarebbe stato meglio non far parte della giunta».

Poi nel 2020 è arrivata la mozione con cui è stata sfiduciata da presidente del Consiglio.
«Per quanto mi riguarda – sottolinea – ho sempre lavorato per il bene della città. Quando sono stata sfiduciata, nonostante ci fossero le condizioni, ho rinunciato a fare ricorso al Tar perché i cittadini non devono pagare le spese legali del Comune. Nella vita ho superato momenti molto più brutti di quello – confida -, so incassare bene i colpi e credo nel valore della vita, dell’amore e dell’impegno. Sono orgogliosa di essere stata il primo sindaco donna di Corridonia e di essere arrivata fino a qui solo con le mie forze. Quando nel 2007 sono stata chiamata a candidarmi non avevo mai fatto vita pubblica amministrativa, non ero iscritta ad alcun partito: avevo solo l’esperienza della mia famiglia e del lavoro. Ora sono passati 15 anni, ho più esperienza e quattro nipoti: porterò il mio impegno per loro e perché Corridonia possa riprendere la vivacità che merita».

(g. s.)

https://www.cronachemaceratesi.it/2022/02/17/per-le-minoranze-ce-giuliana-giampaoli-il-centrodestra-vuole-massimo-cesca-in-salita-la-strada-per-un-accordo/1612137/


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