Morani: «Arancioni per evitare il peggio»
Carancini all’attacco di Saltamartini:
«Gestione disastrosa dell’emergenza»

PANDEMIA - La sottosegretaria al ministero dello Sviluppo economico spiega che il provvedimento è avvenuto in piena trasparenza. L'ex sindaco di Macerata: «Assessore inadeguato all'incarico. L'Area Vasta 3 è allo sbando, serve subito un direttore»

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La sottosegretaria Alessia Morani

«Le Marche da domani diventeranno zona arancione. Credo sia necessario qualche chiarimento su come vengono prese queste decisioni perché nessuno possa dire che non c’è condivisione o trasparenza – sottolinea Alessia Morani (Pd), sottosegretaria al Ministero dello Sviluppo economico -. I parametri in base ai quali sono emesse le ordinanze del Ministero della Salute – ricorda – sono chiari dall’aprile scorso. La decisione per le Marche come per le altre regioni è stata presa sulla base di parametri oggettivi aggiornati all’11 novembre. Il principio è quello della massima cautela per evitare che la situazione possa precipitare. Se si vuole evitare il peggio è necessario prendere provvedimenti nel momento in cui la situazione non è ancora fuori controllo. Il governo – conclude Morani – si prende la responsabilità delle scelte, come sempre. Vogliamo tutelare la salute dei marchigiani e scongiurare un aggravamento ulteriore della situazione economica. Siamo tutti stanchi, lo so, ma dobbiamo tenere duro». E duro, è l’intervento del consigliere regionale Romano Carancini, ex sindaco di Macerata, che attacca l’assessore regionale alla Sanità Filippo Saltamartini: «Siamo in fascia arancione perché l’emergenza dell’ultimo mese è stata gestita in maniera disastrosa per la chiara responsabilità dell’assessore delegato». Carancini dice che il passaggio da giallo ad arancione non stupisce, anzi «Era prevedibile, seppure non auspicabile, se si corre, oramai da giorni, con un rapporto tamponi – positivi sopra al 30%, cioè ad una velocità doppia delle regioni che meglio stanno affrontando l’attuale fase pandemica. È la reazione del presidente Acquaroli ma soprattutto di chi governa la sanità della Regione a colpire per questa retrocessione, sintomo anche di una incapacità di affrontare le emergenze. Ma mentre per il neo governatore Acquaroli la posizione è pregiudizialmente politica e tutta tesa a scaricare le responsabilità sulle scelte del governo nazionale – prosegue Carancini -, la sorpresa dell’assessore alla sanità Filippo Saltamartini è inaccettabile e conferma la manifesta inadeguatezza ad amministrare quel settore così decisivo per i cittadini marchigiani. Egli, come tutti gli italiani, sa da oltre 15 giorni (3 novembre) che esistono criteri oggettivi e trasparenti – 21 per l’esattezza – che disciplinano dinamicamente le sorti delle collocazioni delle regioni italiane in ciascuna delle fasce di colore giallo, arancione e rosso, a seconda della intensità della gravità della pandemia. Sempre l’assessore Saltamartini, dunque, avrebbe dovuto sapere che non è solo l’indice Rt (superiore o inferiore a 1,5 e 1,25) a sancire in quale fascia la regione sarebbe stata collocata, ma piuttosto una serie di dati che, aggregati tra loro, avrebbero determinato il provvedimento del ministero della Sanità. Essere rimasti sorpresi (sempre il nostro assessore regionale) vuol dire aver trascurato l’attenzione di tutte, o forse anche solo di alcune, delle risposte che i dati dei 21 indicatori avrebbero segnalato». Secondo Carancini «Restare sorpreso e comunicarlo ai cittadini misura l’approssimazione di un uomo al comando della sanità che non sa guidare politicamente l’affidabile struttura sanitaria della regione Marche, non ha una capacità preventiva e di coraggio di azione, determinante nelle emergenze, ed infine, ma non per ultimo, trasmette un messaggio profondamente negativo in grado di incidere sull’aspetto umano e psicologico della comunità marchigiana. Un assessore confuso, che si fa sorprendere, è una guida che non ha capacità, competenza e autorevolezza per condurre la sanità delle Marche. Del resto tutto questo lo aveva già dimostrato nel corso del Consiglio Regionale del 3 novembre scorso quando, con la naturalezza di chi immagina di trovarsi a giocare “a dottori” ha comunicato al Consiglio ed alle Marche che per affrontare la gravità clinica della pandemia nelle Marche avrebbe immediatamente promosso due protocolli clinici fondamentali  – a suo dire – come quello della idrossiclorochina e quello dell’ozono. Il primo, addirittura, ad oggi neppure validato dall’Aifa perché evidenzia alcuni rischi per i pazienti».

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Romano Carancini, consigliere regionale del Pd

Secondo Carancini «È mancato in primo luogo un tavolo permanente con i sindaci delle prime 15 città della regione per popolosità con i quali confrontare eventuali provvedimenti mirati da assumere rispetto alla evoluzione dei dati. Se ciò fosse avvenuto si sarebbero concertati provvedimenti preventivi condivisi e, soprattutto, si sarebbe intervenuti su specifiche aree di mobilità sociale capaci di scongiurare l’aggravamento e dunque prevenire il passaggio in fascia arancione con il danno ingente che l’intero settore economico e sociale delle Marche subirà nei prossimi 15 giorni. È mancata altresì una comunicazione appropriata in questa  nuova seconda fase della pandemia. I cittadini ascoltano la televisione e dunque vengono assorbiti dalle vicende di altre regioni e non da quello che sarebbe stato elementare fare: parlare ai marchigiani di cosa sarebbe stato utile fare o meglio non fare, rassicurarli, far sentire vicina l’Istituzione e, nello stesso tempo, ricordare costantemente i comportamenti da tenersi.
Infine, «la provincia di Macerata, in rapporto alla popolazione, è la peggiore delle province marchigiane nella “performance” dei contagi. C’è una responsabilità precisa dell’assessore alla sanità Filippo Saltamartini che in una fase drammatica come questa, nella più grave crisi sociale e sanitaria dal dopoguerra, continua a privare l’Area Vasta 3 della provincia di Macerata del proprio direttore, figura determinante per affrontare tempestivamente l’emergenza, conoscendo il territorio, vivendolo quotidianamente, organizzandolo. Un’Area Vasta 3 allo sbando che si preoccupa di fare nomine ma non di curare le nostre persone. Si provveda immediatamente alla nomina del nuovo direttore dell’Area Vasta 3 senza ulteriori ritardi a tutela della salute dei cittadini maceratesi e per non aggravare le responsabilità già accertate».

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