di Andrea Braconi
«Non esiste alcuna possibilità che una pregressa vaccinazione ci possa proteggere. Questo Coronavirus è nuovo per il nostro sistema immunitario, è qualcosa che non abbiamo incontrato prima e servirà un nuovo vaccino». A smontare una delle tante fake news che più stanno circolando in queste giornate di forte allarme per la propagazione del virus, è l’infettivologo Marcello Tavio, direttore Sod Malattie infettive Ospedali Riuniti di Ancona e presidente della Simit (Società italiana malattie infettive e tropicali).
«Dobbiamo aiutare le persone a distinguere bene tra allarme e allarmismo, potrebbe venirci utile molto presto nelle Marche – ha affermato in occasione di un incontro tenutosi proprio nella sede degli Ospedali Riuniti – Se non siamo capaci di concentrare l’allarme lì dove serve, l’allarmismo genererà ansia e paura, consumerà risorse, economiche ed emotive, bloccherà il Paese e le relazioni in maniera del tutto ingiustificata».
Alle istituzioni, ha sottolineato, va chiesto di precisare quali sono le zone di allarme, mentre tutto il resto il Paese deve vivere normalmente. «La parola chiave – ha sottolineato – è normalizzazione del Covid-19. Abbiamo normalizzato ben di peggio, facciamolo anche oggi».
Sul perché gli esperti si dividano sui dati, Tavio ha ribadito come sia fondamentale distinguere il numero dalle interpretazioni. «Se il tasso di letalità del nuovo Coronavirus è il 2%, resta il 2% per la professoressa del Sacco come per il professor Burioni. E occorre anche informarsi sulla differenza tra tasso letalità e mortalità. Lo specialista deve commentare con i giornalisti i numeri e non ci si può dividere su questo. Serve un’estrema correttezza reciproca e non restare appesi all’affermazione roboante dell’esperto di turno».
C’è anche la necessità di dare risposte sistemiche anche in deroga al Titolo V. «Tutti hanno parlato della costruzione di un ospedale in Cina in 10 giorni – ha aggiunto – ma noi siamo l’unico Paese al mondo che ha reparti di malattie infettive, eredi di una tradizione infettivologica. Abbiamo circa 3.000 posti letto per far fronte all’emergenza, ma abbiamo sicuramente bisogno di più coordinamento. Noi ci facciamo garanti della trasformazione di questi reparti con una logica di rete per affrontare un’emergenza, che è già arrivata».
Tavio, inoltre, ha definito la situazione in Lombardia catastrofica, con un gestione iniziale a dir poco incendiaria. “Oggi invece si va con i bicchierini d’acqua a spegnere l’incendio. Serviva più equilibrio all’inizio, adesso però bisogna correre. Io mi comporto in maniera assolutamente normale – ha concluso – vivo e lavoro nelle Marche, giro le Marche e ho piena fiducia nelle istituzioni. In questo momento la parola d’ordine è normalità».
Non fate scappare però la gente dalla zona rossa
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Finalmente considerazioni di un espertissimo in materia contro eccessi di comportamenti e paure irrazionali, quest’ultime si che fanno danni rilevanti all’economia e di conseguenza a tutti altro che coronavirus…
Come si fa a sapere quando occorre allarmarsi senza allarmismo perché qualcuno ci ha detto che siamo in una zona di allarme? E se ci hanno detto che la nostra non è una zona di allarme, quanto dura l’affidabilità del dato visto che il virus si espande indipendentemente dal fatto che siamo allarmati o meno? E la differenza tra tasso di letalità e mortalità è così grande? Perché non ce l’ha spiegata? Perché se sentiamo parlare dell’una non ci allarmiamo pensando che l’altra sia più bassa e che a noi riguarderà quella più bassa? Forse quando avremo le risposte giuste, che mi sembra finora ben pochi hanno, sarà tutto passato…tra svariati mesi. Non dico che sia una cosa semplice, ma sarebbe bene avere almeno poche certezze, se si può, i miracoli per carità non li pretende nessuno.
Secondo me il CORONAVIRUS ha raggiunto il suo “picco”, ora sta’ cominciando piano piano la sua discesa, mai abbassare ancora la guardia, e non avere la psicosi.
Voleva dire che il coronavirus ha una letalità più alta ma una mortalità più bassa rispetto alla normale influenza stagionale.
Meno facile da capire è la presunzione d’aver normalizzato di peggio…