di Alessandra Pierini
«Stiamo lavorando da giorni in stretta collaborazione. Se si mantiene questa situazione, senza mutazioni del virus, nel giro di due settimane riusciremo a controllarlo meglio». Questo il quadro della situazione fatto da Romano Mari, presidente dell’Ordine dei medici della provincia di Macerata. Una è la preoccupazione maggiore. «Dobbiamo adottare misure per evitare che vengano contaminati i pronto soccorsi. Medici di base e pediatri conoscono perfettamente i loro pazienti e sanno se un caso è sospetto. Invece al pronto soccorso possono recarsi anche persone di passaggio. Questi accedono ad una sala comune. L’urgenza è una sala dedicata e possibilmente esterna per i casi sospetti. Ne ho parlato anche all’autorità regionale e questa è una cosa seria. Se si contaminasse il pronto soccorso, metteremmo fuori uso l’intero ospedale». E’ vero che in questi giorni l’affluenza al pronto soccorso è calata vorticosamente: nel reparto di Macerata ad esempio si regista un meno 50-60% di presenze. Oggi, per fare un esempio, alle 12 in attesa c’era un unico paziente.
Per il resto Mari non registra particolari criticità nel territorio. E sulla questione mascherine chiarisce: «Noi medici indossiamo mascherine con filtro, camice a perdere, occhiali e kit completo solo in caso di soggetti che presentano sintomi e sono a rischio per essere stati nelle zone rosse o per aver frequentato soggetti malati. I kit sono disponibili, per tutti. Ce li hanno anche i sanitari dei presidi del 118. Ma non andiamo in giro con le mascherine». Poi chiarisce: «Io ho un paziente che ha soggiornato a Casalpusterlengo. Mi ha segnalato la situazione e per lui è scattato l’isolamento e firmato un certificato di inidoneità al lavoro per 15 giorni. Sarà visitato solo se entro 14 giorni presenterà i sintomi. In caso invece di soggetti a rischio che presentano già i sintomi, va fatto il tampone. A farlo sarà direttamente il primario del reparto di Malattie infettive con il suo staff che avranno tutta l’idonea protezione a disposizione». Ieri le persone in isolamento precauzionale a casa nelle Marche erano 94 e nel Maceratese 17.
E sull’evoluzione del Coronavirus, il presidente dell’Ordine spiega: «I colleghi e gli infettivologi nazionali sono abbastanza tranquilli. Il rischio è solo la possibile mutazione. Finora lo abbiamo curato basandoci sui coronavirus che già conosciamo e riusciamo a controllarlo bene. La gravità può riguardare pazienti immunodepressi o con particolari patologie che hanno difficoltà ad affrontare la fase acuta. Noi siamo medici e li dobbiamo tutelare».
Sale di attesa quasi vuote anche negli ambulatori dei pediatri. «La nostra fortuna – spiega Pierfrancesco Gentilucci, pediatra di Macerata – è che i nostri piccoli pazienti hanno mostrato di guarire da soli, senza complicanze. I casi sospetti sono legati più che altro ai loro genitori che magari sono tornati dalle zone dei focolai. In caso di sospetto, comunque la squadra va a domicilio. E’ vero che siamo ancora alle prese con la coda dell’influenza “Hn” che possiamo definire tradizionale. Non è molto diversa per sintomi dal Covid 19, i due sono indistinguibili se non con i tamponi». Le mascherine? «Quelle col filtro sono introvabili perchè l’emotività ha giocato un brutto scherzo, è evidente. Per noi medici sono a disposizione quelle senza filtro al distretto di Macerata».
Evidentemente chi è abituato a frequentare e affollare il ps non sta poi così male.... O il coronavirus ha fatto miracoli e ora stanno tutti bene
Questo vuol dire che la gente di solito ci va x sport
Esatto....
Questo dimostra che il pronto soccorso è frequentato da gente che potrebbe starsene a casa tranquillamente senza togliere posto achi ne ha veramente bisigno
Già riuscire a parlare con il medico di base sarebbe una grande cosa!!
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Non tutti i mali vengono per nuocere!
Ha perfettamente ragione MARI che non bisogna intasarare il pronto soccorso x questo nuovo tipo d’influenza che non e’ una pandemia.