di Laura Boccanera (foto di Federico De Marco)
Un rombo di 16 metri di diametro e al centro esplode un bosco urbano con 35 arbusti di viburno lucido. E’ questa la nuova immagine di Goldenplast che dà il benvenuto e l’arrivederci a chi arriva e a chi parte da Civitanova. L’imprenditore civitanovese Germano Ercoli ha inaugurato oggi pomeriggio la monumentale rotatoria di fronte all’ingresso dell’A14, la più grande della città. Mille metri quadrati di installazione che rappresentano la vivacità e l’innovazione dell’azienda potentina. «L’idea mi era venuta qualche tempo fa – ha detto Ercoli – un anno fa questa rotatoria è stata allargata per lo svincolo e ingresso al parco commerciale e allora mi sono fatto avanti per proporre questa opera. Una cosa del genere non si trova in Italia, è un rombo e su ogni lato campeggia la scritta Goldenplast, in 4 lingue, italiano, inglese, tedesco, russo, i nostri mercati internazionali. Abbiamo utilizzato sassi bianchi di Carrara e marmo travertino bianco della cava San Pietro dell’amico Umberto Antonelli». Visibili già da via Einaudi, da lontano, i colori di un variopinto arcobaleno che ricordano la gamma cromatica dei granuli usati da Goldenplast. Si va dal rosso, al blu, al verde. «Ci siamo ispirati ad elementi giocosi, divertenti, dal Lego agli M&m’s, passando per il logo di Google» ha aggiunto l’architetto Marcello Santini che ha realizzato il bozzetto concordando con le prime idee e spunti offerti da Germano Ercoli stesso. «Speriamo sia un’opera di impatto, che rappresenti anche la modernità e la vivacità di Civitanova per turismo e business» ha concluso l’imprenditore. Al taglio del nastro, avvenuto proprio al centro della rotatoria, presenti autorità e amici imprenditori: c’erano il sindaco di Civitanova Fabrizio Ciarapica e l’assessore al turismo Maika Gabellieri, per il comune di Potenza Picena il consigliere comunale Mara Barbaresi. E poi gli amici imprenditori, Umberto Antonelli, Silvano Ascani, Giovanni Faggiolati. A realizzare la rotatoria Fabio Moreni di Betonpose, l’allestimento del verde invece è stato curato da Renato Pellegrini di Pellegrini giardini.
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Mi dispiace ma non condivido affatto la scelta di “un’opera” del genere… a Civitanova per interessi materiali evidentemente ci si dimentica della vera bellezza delle cose. Si è persa di nuovo un’ottima occasione.
Ci mancano i sottotitoli in cinese, sarebbe perfetto!
Città terra di conquiste………
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Grazie, 10, volte, 100, 1000 e poi non so più contare così non rischio di esagerare. Purtroppo in seguito ad un gande lutto, la caduta di un bellissimo portacenere di vetro cristallizzato acquistato a S. Marino che in seguito ai turbolenti giochi di Fufì e Pupi, fini tragicamente in terra sbriciolandosi come un piccolo sole diventando così una sola. Inutile raccontare i tormenti, le notti passate davanti alle Tre Grazie dipinte su una camera dell’ Hotel in cui mi ero trasferito incapace di convivere ancora con il ricordo infranto e soprattutto con Fufi e Popi regalati ad un contadino che mi giurò che li avrebbe tenuti alla catena per il resto della loro vita. Provai con un viaggio attraverso i grandi musei europei dove al Louvre dopo aver cercato di denudare la Gioconda e un breve periodo di riflessione in una clinica per nervi spezzati continuai il mio giro. Al Mauritshuis dell’Aia dove mi recai ogni giorno anche quando era chiuso per passare le mie giornate davanti al meraviglioso dipinto di Jan Vermeer, la Ragazza con l’orecchino di perla. Purtroppo mi innamorai di lei e al suo rifiuto cercai disperatamente di strappargli l’orecchino di perla. Altri giorni di riflessioni in una clinica belga chissà poi perché, dove decisero che la parte finale della cura doveva avvenire in un museo norvegese dove per l’occasione riunirono tutti e quattro i dipinti dell’Urlo di Munch messi a formare un quadrato ed io in mezzo dove per una settimana passammo tutti e cinque a rendere insonni le notte degli Osloenser per cui ci dichiararono guariti e così potei ritornare a casa. I Munch già scossi per conto loro non so che fine hanno fatto dopo la terapia. Decisi di tornare a casa consapevole che se qualcosa era successo di certamente si trattava di un peggioramento della mia depressione ed uscendo dal casello autostradale di Civitanova stavo velocemente facendo un elenco di modi per togliere il disturbo e quale scegliere. Ma all’improvviso, senza riuscire a capire il perché sentii avvolgermi da un grande calore e subito dopo una grande luce tipo scoppio di bomba atomica da cento kilotoni mi avvolse quasi accecandomi. L’auto si era fermata da sola in preda a non so quale effetto elettromagnetico o che e mi trovai cosi fermo, illuminato da questa luce non solo bianca ma composta anche di fasci di luce gialla, blu, verde, mancava l’indaco sennò avrei potuto pensare di essere avvolto da un arcobaleno e confesso che cercai di localizzare il pentolone con le monete d’oro, inutilmente. Poi la luce si affievolì e cominciai ad inquadrare cose che anche se non riuscivo a mettere a fuoco riuscivo comunque ad intuire che mi trovavo di fronte a qualcosa di mai visto come ad esempio e qui la dico grossa, una rotonda a forma di rombo. Immaginate la sorpresa o forse lo sgomento quando ebbi la certezza che si trattava di una rotonda rombica. Mi sentii un po’ Alice nel Paese delle Meraviglie anche perché tutto era al di fuori di quello che si può definire classicamente nella norma. E poi tutte quelle persone che guardavano panelli colorati come fossero opere del Raffaello sazio e che si muovevano tra grossi sassi ed altri costosissimi marmi, certamente qualcosa che in Italia non si era mai visto. E vedevo gente che beveva e mangiava e comunque come li mettevo li mettevo ma avevo sempre l’impressione che lo stessero facendo in mezzo alla strada. Devo essere sincero, non so se sono guarito ma comincio a temere che magari una volta arrivato a casa, accendo la televisione e invece di vedere uno dei vari assurdi incredibili canali che parlano di cibo, mi sintonizzo con un canale che parla di rotonde stradali e relative competizioni di mastercircle.
Quando un’opera è fatta bene và riconosciuta. Le solite frasi ..non contano niente !! Complimenti Sig. Ercoli…
Sulla rotatoria non mi pronuncio, ma la vera opera d’arte (contemporanea) è il commento di Micucci……
Un misto tra caos organizzato e la supercazzola, tra lo schema folle di mister Scoglio e il genio comico e satirico di Ugo Tognazzi.
Una perla che da il senso pieno e reale dell’immenso significato ed interesse che suscita una cotanta notizia.
Bravo Sauro che l’hai colta in pieno.
Complimenti