Divide la Carmen osé
tra “Wonderful” e “No comment”

LE VIDEO-INTERVISTE AL PUBBLICO - Gli spettatori commentano la prima all'uscita dallo Sferisterio: pareri discordanti sull'allestimento, piace agli stranieri meno ai melomani, unanimità sulle voci

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I commenti all'uscita della Carmen

di Marco Ribechi (video di Gabriele Censi)

«Fantastique», «Non tornerò mai più allo Sferisterio». Divide in maniera netta la Carmen burlesque messa in scena da Jacopo Spirei che ieri ha inaugurato la nuova stagione del Macerata Opera Festival.

USCITA-CARMEN-2-325x183In un’arena illuminata a nuovo la folla è stata quella delle grandissime occasioni, biglietti introvabili in ogni ordine di palchi e tantissimi presenti vestiti di rosso desiderio come il tema scelto per il 2019. L’opera, ripulita dei suoi elementi spagnoleggianti come spiegato dal regista agli Aperitivi Culturali (leggi l’articolo) ha strappato ripetuti applausi sia durante la rappresentazione che al termine dello spettacolo. A far storcere il naso a molti non è stata l’esecuzione dei cantanti, nè la musica diretta da Francesco Lanzillotta e nemmeno le scene osé di cui si vociferava e che in fin dei conti non si sono rivelate più provocanti di un cabaret francese o di tante scene a cui la filmografia contemporanea ha abituato il suo pubblico. A ferire i puristi è stato l’allestimento che, a detta di alcuni, cozzava con il libretto e con l’anima focosa tipica dello paese iberico. Dall’altro lato della medaglia però all’uscita anche sguardi estasiati soprattutto dei giovani che l’hanno definita: «Una splendida esperienza, di sicuro da ripetere» e dei turisti che sembrano sempre più ricettivi rispetto agli italiani nei confronti della novità o quantomeno abituati ad allestimenti fuori dagli schemi. Olandesi, austriaci, francesi, inglesi tutti accomunati dalla stessa identica idea: «Spettacolo bellissimo al di sopra delle mie aspettative, Macerata è fantastica».

FERRARA

Giuliano Ferrara all’uscita dall’arena

Sembra quindi proseguire l’operazione già iniziata da Francesco Micheli di riportare un pubblico più variegato all’opera catturando soprattutto le nuove generazioni, ricordiamo anche i tanti progetti fatti dal Mof con le scuole, e dando al festival una dimensione internazionale. Certo dispiace sentir due signore, affezionate da circa 30 anni all’arena maceratese, dire: «Abbiamo deciso che non torneremo mai più allo Sferisterio, questa è stata l’ultima volta». Tra i primi ad uscire, presumibilmente con aria insoddisfatta, il giornalista Giuliano Ferrara, ospite nel pomeriggio di Popsophia (leggi l’articolo) che, nonostante l’abitudine ad apparire sul grande schermo come opinionista spesso controverso ha addirittura preferito non rilasciare dichiarazioni. Forse le ballerine con il seno scoperto non sono andate giù al giornalista che avrebbe preferito uno spettacolo più casto?

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Così come la Carmen scenica divide il mondo degli esclusi da quello della società borghese che la vorrebbe rimettere al suo posto nonostante il suo grido di libertà, anche lo spettacolo ha spartito la platea in guelfi e ghibellini. Rimane però il messaggio finale di un femminicidio molto vicino alle cronache attuali dove sempre più spesso si leggono notizie di donne ammazzate da ex amanti gelosi che non si rassegnano alla perdita, è proprio il caso di dirlo, dell’oggetto del desiderio. «Ho apprezzato musiche, scene e canto ma devo dire che il messaggio sociale che ne esce sul finale è il valore aggiunto dello spettacolo» ha detto una signora più concentrata sull’uccisione della protagonista che sulla scenografia. Se sul successo dell’allestimento si può disquisire sull’aver riportato l’opera alla cruda contemporaneità decisamente il giudizio non può che essere positivo.

(LEGGI LA RECENSIONE DI MARIA STEFANIA GELSOMINI)

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