di Marco Ribechi (foto di Fabio Falcioni)
Uno, due, tre luci. E luce fu. E’ partito dai cittadini di Macerata, presenti in gran numero nonostante la pioggia battente, l’urlo che ha dato il via alla nuova illuminazione dello Sferisterio. «Nulla sarà più come prima» dice il sindaco Romano Carancini, visibilmente entusiasta per l’evento che, nel bene o nel male, darà una nuova immagine notturna al monumento simbolo della città.
Dopo giorni di dibattiti e confronti arriva finalmente la luce a mettere di nuovo tutti d’accordo coprendo con un velo immaginario gli antichi mattoni del tempio della lirica. «Questa è una luce orizzontale, per tutti – spiega il primo cittadino – ha un valore popolare che al di là degli aspetti tecnici, speriamo possa innalzare il valore di comunità nella nostra città». Il primo monumento a riemergere dal buio, come l’antipasto che precede il piatto forte, è porta Mercato adiacente allo Sferisterio. «Questa idea parte da lontano, non è qualcosa di improvvisato – dice Carancini – nasce nel 2014 all’interno di un progetto dal nome Macerata che sarà. Si trattava di fornire un paesaggio di luci ai monumenti più importanti. I cittadini sentivano l’esigenza di illuminare in questo modo anche altri monumenti e annuncio che entro dicembre daremo una nuova veste anche a piazza della Libertà».
Il partner che ha affiancato il Comune in questo percorso è l’Accademia delle Belle Arti che, grazie a un team composto anche da giovani studenti, ha creato la Light Design Strategy, ovvero, per dirla in Italiano, il nuovo piano di illuminazione cittadino incentrato sui principali monumenti. «Ci sono state delle controversie negli ultimi giorni – aggiunge Carancini – per una illuminazione che è stata definita clownesca, da Luna Park. Sappiamo che non può piacere a tutti però bisogna riconoscere la serietà di un lavoro condiviso dal consiglio comunale e soprattutto dalla giunta, dove tanti altri attori hanno giocato un ruolo fondamentale». Tra questa la I Guzzini Illuminazione e le ditte realizzatrici Paci, Mariani e Atlantico ringraziate dallo stesso sindaco nel suo discorso. E’ il momento dell’accensione e del grido dei cittadini, anche loro trepidanti di curiosità, sotto gli ombrelli, al riparo nelle automobili o affacciati dai balconi. Un sottile fascio di luce bianca sale dalle fondamenta verso l’alto, arrampicandosi sulle colonne, illuminando la facciata del teatro fino allo stemma sulla sua sommità.
«La luce bianca è la sola che resterà durante tutto l’anno – dice la professoressa Francesca Cecarini, responsabile del team di lavoro mentre illustra il progetto – perché è l’unica in grado di valorizzare la storicità dell’edificio. Esistono però anche dei colori da usare per serate e occasioni speciali per mettere il monumento in relazione con la vita della città. Inoltre la nuova illuminazione, nonostante sia più diffusa e potente, permetterà un risparmio del 30 per cento dell’energia». A questo punto parte una demo per illustrare le varie tonalità che la luce può assumere: blu, verde, magenta, rosa e altre sfumature. «I led utilizzati sono di ultima generazione – spiega Adolfo Guzzini, presente alla cerimonia – Per avere omogeneità e variazione deve esserci una grande qualità da livello internazionale. Sono felice perché una città come Macerata non poteva restare al buio, la luce è sinonimo di felicità, bellezza e voglia di godere delle architetture anche di notte». La soddisfazione è anche per l’Accademia delle Belle Arti: «Siamo l’unico corso nell’università pubblica italiana ad avere una specializzazione sul light design – dice la direttrice Rossella Ghezzi – siamo felici di aver coinvolto i nostri studenti in un progetto così importante».
E’ il momento dell’orgoglio nazionale, lo Sferisterio viene illuminato con i colori della bandiera italiana secondo una cerimonia che, se non fosse stato per la pioggia, avrebbe previsto anche altri momenti musicali e solenni. «E’ come se fosse un taglio del nastro simbolico – conclude il sindaco – ora avvicinatevi per favore per l’ultima sorpresa». Mentre i cittadini insieme ai rappresentanti delle autorità, delle forze dell’ordine e del vescovo, vanno verso lo Sferisterio dal balcone appare una cantante lirica, è France Dariz che intona l’aria della Tosca Vissi d’arte. Il quadro è ora completo, i cittadini applaudono, l’arte del teatro esce nelle piazze e sulla facciata dello Sferisterio sventola idealmente il tricolore italiano. L’edizione 2019 del Macerata Opera Festival praticamente si può dire iniziata oggi.
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Inaugurazione con la pioggia... Porta bene.
Splendido
Bellissimo !
Stupendo
Una meraviglia
Le cose belle sono sempre bene accette.
Ahhh eh?! Addé Ve piace??
Orgoglio di Macerata
Soldi buttati per una pacchianata a colori
Curiosità...quindi Adolfo Guzzini doveva occuparsi del rifacimento di strade e/o marciapiedi invece che illuminare lo Sferisterio!?!? E addirittura una realizzazione di "cattivo gusto"!? Fantastici!!!
Scusa guzzini e abbastanza di cattivo gusto vabbè L importante e che hai preso tanti bei soldoni ! Potevi sforzarti però di fare una cosa elegante
E ci credo che Adolfo Guzzini è soddisfatto....;)
Stupendo!!!
Mancano solo i cittadini maceratesi
E abbiamo le strade che fanno pena però spendiamo soldi per illuminare lo sferisterio
Bellissimo lo sferisterio .....❤
Ottimo lavoro
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Mi sembra gradevole e significativa l’illuminazione del monumento più importante della città. Somiglia un po’agli effetti dell’illuminazione del centro storico di Bruxelles. È dare evidenza a questo monumento per chi arriva in città di notte ed un’attrazione turistica come può essere l’orologio Planetario in piazza Libertà. È un modo di rendere visibile i punti più suggestivi della città per dargli una vita notturna.
con la luce bianca è molto elegante. E ha ragione Sgarbi, evoca la teatralità. Esalta le arcate cieche, le nicchie. È un bel gioco di chiaroscuri. Ma col tricolore o tutto rosso mi risulta imbarazzante. Inguardabile. Una pecionata che annulla, perlomeno ai miei occhi, tutta la validità dell’operazione.
Come orchestra che suona sul Titanic. Continuano a ballare e cantare mentre la nave affonda. Profonda tristezza!
La stessa emozione che provai la notte di Santo Stefano del 1883 in occasione dell’affollatissima Prima della ‘Gioconda’ di Ponchielli. Il Teatro alla Scala fu illuminato con ben 2.450 lampadine elettriche ma forse mi sbaglio col Carnevale dell’anno prima quando fu il Ridotto ad essere illuminato. Mah, gli anni purtroppo passano ma queste cose emozionano sempre. E poi immaginate per chi arriva magari da paesi lontani come Morrovalle, o Piediripa che vedono tutte quelle luci e si chiederanno come mai non si sente ancora la sirena dei pompieri. Certo quel rosso è davvero inquietante, più del tricolore o del vermiglio. Dove si può avere una lista completa degli effetti luminosi? Forse non sarebbe meglio per qualche viandante distratto che arrivando in fondo a Corso Cairoli si trova davanti improvvisamente uno spettacolo si luminoso e si inaspettato, mettere un grosso cartello magari illuminato anche quello seppur più sobriamente con la scritta: Attenzione a trenta metri Luci In corso.
“… è partito dai cittadini di Macerata, presenti in gran numero nonostante la pioggia…”, ma dove si sono nascosti tutti questi cittadini che, a parte autorità e giornalisti, c’erano quattro gatti e manco un sorcio???
Comunque la penso esattamente come Filippo: bello il bianco, accettabile la bandiera per le festività nazionali ma tutti gli altri colori…. pressoché osceni!
Inoltre capisco i Guzzini che fanno questo per lavoro ma è un peccato che ci abbiano sprecato tante energie anche i ragazzi della scuola d’arte.
adesso con tutte queste luci vediamo chi paga la bolletta della luce?
tra poco gli mettono l’abito da sera 😀
Con la luce bianca ha una sobria eleganza. Tricolore ed altri colori rendono il tutto una vera pacchianata.
Sono del tutto d’accordo con il Davoli