di Laura Boccanera
«Sono liberale, in assenza di meglio, ma questa Italia non mi piace». Mancava da un po’ dai salotti e dai dibattiti politici e culturali sulla società contemporanea e a Popsophia, a Civitanova Alta, Giuliano Ferrara ha raccontato, dal suo punto di vista lucido e distaccato, come vede oggi i cambiamenti della nazione.
Dall’ecologista Greta Thunberg fino all’esperienza del Foglio, Ferrara parla di tutto e di tutti ha una opinione. Intervistato da Michele Silenzi ripercorre la vita politica e quella privata, dalla formazione fino alla nascita del “Foglio”. «Non un giornale, ma un oggetto culturale straordinario» come lo ha definito l’intervistatore. E poi la definizione di liberalismo: «I liberali non piacciono perché non sono mai contenti di niente – ha esordito “l’elefantino” – Io sono liberale in mancanza di meglio, e anche se sono contro tutti gli snobbismi polemici, non mi piace quest’Italia». Ferrara non ha arretrato con nessuna domanda, neanche quella sul movimento green di Greta Thunberg verso la quale è molto critico: «sui contenuti siamo tutti d’accordo ma da qui a pensare che l’umanità vada salvata e possa salvarsi con ragazzini che smettono di studiare per scioperare contro lo scioglimento dei ghiacciai ce ne passa». Stroncatura totale anche per il mondo della rete: «è assurda quell’informazione circolare e astratta, priva di limiti significativi dei social» e poi le fake news «che sono sempre esistite, diffondendo una febbre senza antidoti». Dal chiostro di Sant’Agostino il giornalista ha aperto ufficialmente i dibattiti del festival e ha lanciato anche l’appuntamento di oggi sabato 20 luglio, parlando dell’anniversario dell’atterraggio sulla luna di 50 anni fa: «lo spazio è diventato paradiso di molta tecnologia che usiamo sulla terra – ha risposto – Non è ambiente lontano, con quella Luna che ha rappresentato un momento epico e poetico. Chiunque avrebbe voluto il “primo passo”, fa parte del sogno. Un evento che ha avuto conseguenze oggettive e concrete, con un salto prodigioso dell’umanità. Spalmando su un’epoca un grande elemento di ottimismo».
La serata di ieri è proseguita poi in piazza della Libertà dove la platea è rimasta rapita dalla competenza dello storico e critico d’arte Philippe Daverio, accompagnato da una inedita spalla, la band della Factory di Popsophia. Daverio ha rivelato cosa a distanza di 100 anni rimane del Futurismo, tema centrale di una delle mostre: «L’arte futurista è come una sorta di virus per la nostra mente, che ci porta a ragionare in maniera diversa – ha spiegato Daverio – Ha una sua funzione, quella di aprire orizzonti che l’essere umano non aveva mai visto. Muta la nostra comprensione. Anche se oggi abbiamo fatto un passo avanti rispetto a loro, abbiamo una percezione ecologica del mondo. Il XX secolo è il secolo delle avanguardie – ha continuato – è la matrice della nostra idea di modernità. Siamo moderni in quanto crediamo nelle avanguardie. Non possiamo immaginare il mondo moderno senza di loro».
Il programma del festival continua oggi puntando gli occhi al cielo. Tutto dedicato all’allunaggio l’appuntamento odierno. Si comincia alle 18,30 con Luciano De Fiore con “Mare della tranquillità, filosofia dell’allunaggio” e alle 19,30 Ivo Germano e “Spazio ultima frontiera, Star Trek, Star Wars e oltre”. Lo zenit però è previsto per le 21,30 con il Philoshow “Fly Me to the Moon – Viaggi nello spazio e incontri alieni”, ideato e diretto dalla direttrice di Popsophia Lucrezia Ercoli. Tra gli ospiti, il critico d’arte Luca Beatrice e il filosofo Simone Regazzoni. Proprio Beatrice ha effettuato uno studio su opere che raccontano l’influenza dell’astro d’argento sull’arte raccogliendo opere che partono dal Romanticismo e arrivano al 1969. La rassegna del cortile della Pinacoteca vede alle 22,30 “La notte della Luna”, in cui Claudio Bernacchia fa rivivere quel “primo passo”, con gli intramezzi musicali della pianista Madeleine Pianesi. Per i tiratardi, alle 23 Alessandro Alfieri e la Factory al chiostro di Sant’Agostino tra musica e parole per la filosofia di David Bowie “Far above the moon”.
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