EX AMICI – Il sindaco Romano Carancini e il rettore Francesco Adornato durante una conferenza stampa
Gelo tra Università e Comune, dopo l’annuncio del rettore del ritiro del progetto sul polo didattico nei locali dell’ex Upim “per ostilità politica da parte dell’amministrazione”, oggi interviene il sindaco Romano Carancini che già domenica aveva detto la sua sui problemi dovuti alle leggi in materia di illuminazione (leggi l’articolo):
«Il progetto dell’Università di Macerata per i locali dell’ex Upim può, anzi deve andare avanti perché questa è la volontà politica dell’amministrazione comunale, sindaco, giunta e consiglio comunale – si legge nella nota inviata dal Comune – A questo scopo abbiamo già provveduto a gennaio ad approvare una variante urbanistica necessaria per la realizzazione del progetto dell’Università. Dunque è evidente che la riqualificazione degli spazi dell’ex Upim è un beneficio e un’opportunità per tutti. Ribadisco, come già in precedenza dichiarato, che siamo a disposizione dell’Università e dei propri tecnici per trovare insieme soluzioni tecniche compatibili con l’uso di quegli spazi.
Tra esse possiamo valutare ipotesi come: la realizzazione di alcuni pozzi di luce su Galleria del Commercio che possano attingere dall’esterno luce naturale, facilmente realizzabili con un impegno economico non gravoso e che, d’altro canto, potrebbero eventualmente beneficiare anche della partecipazione dell’amministrazione comunale di Macerata. In alternativa, una relazione integrativa al progetto già presentato dall’Università nella quale si illustri, in riferimento agli spazi destinati ad aule didattiche del piano seminterrato, che, per specifiche funzioni a cui saranno adibite ovvero per i tempi di turnazione degli studenti, le stesse risultano compatibili anche solo con l’utilizzo di luce artificiale. Indicazioni, peraltro, già prospettate all’Università dal nostro ufficio tecnico nella fase istruttoria, utili a realizzare il progetto. Resta chiaro che eravamo e siamo disponibili a valutare qualsiasi ulteriore soluzione che dovesse provenire dall’Ateneo. Aggiungo che ci sono ampiamente i tempi per chiudere con reciproca soddisfazione questa fase di interlocuzione tra Comune e Università. Non è questo il momento per altre dichiarazioni. Oggi è il tempo per costruire la città».
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Apprezzabile lo sforzo, ma credo che invece di mandare segnali a mezzo stampa, sia maggiormente efficace , da parte del Sindaco, alzare il telefono e chiamare il Rettore.
Avviso alla maggioranza: se la faccenda, malauguratamente per MACERATA non dovesse concludersi in senso positivo, riflettete sul fatto che l’opinione pubblica da ormai per assodata la “responsabilità” dell’operazione eventualmente abortita a voi; se posso permettermi, quindi, insisterei per “caldeggiare il disgelo”, con un incontro “vero”, per telefono, appunto, o a quattr’occhi. Altrimenti, comunicati stampa come questo lasceranno il tempo che trovano.
Ho tante perplessità sulla disponibilità del sindaco Carancini a trovare una vera soluzione con l’università. Nonostante tutte le pressioni dei cittadini e della sua stessa maggioranza, non ha mai avuto una parola di ammissione degli errori commessi. Questo è nel suo carattere di un uomo solo al comando, chi non è con me è contro di me. Lo dimostra la sua stessa giunta prona in tutto al sindaco. Chi e dove si decide tutte le scelte e in particolare sulle consulenze, non ultima ancora sulla viabilità? Sulle consulenze credo che ci sarebbe molto da verificare. Nonostante le sue uscite camaleontiche di fatto non si verifica mai un vero cambiamento e una vera assunzione di responsabilità su quello che succede a Macerata che sta morendo.
Sono molto pessimista su come è amministrata la città. L’unica vera soluzione è di mandarlo a casa.
Appurato che Carancini così come Corvatta vengono giudicati i peggiori sindaci mai avuti in zona, Che le maggioranze cittadine si sono già espresse attraverso le critiche ai due, Visto che a Civitanova il periodo delle elezioni è fortunatamente coinciso con la goccia che ogni giorno faceva traboccare la” brocca “, Considerato che gli elettori avendo avuto la possibilità di esprimersi hanno rimandato Corvatta a ripresentarsi eventualmente fra cinque anni per l’esame di riparazione e con la speranza che abbia capito perché era così malvisto già di suo e che la frequentazione del suo sottoposto non né facilitava la comprensione al perché continuava ostinatamente ad occupare la poltrona nonostante pure le molle saltate per non permettergli di tenersi in posizione comoda , equilibrata e marziale,
Ottenuto che finalmente dopo lotte intestine ( non intese in senso lato, cioè al partito di cui chiaramente il disinteresse è sempre stato prima parziale e poi abbastanza sostenuto anche da chi finalmente si era reso conto del solito abbaglio che non era uno sbaglio, ma un pensiero invadente come un cobra strisciante che se lo mangi col sale fa pure male) , Verificato che finalmente Civitanova ha avuto la possibilità nei termini previsti dalla Costituzione e dalle leggi vigenti di poter finalmente riottenere la patria potestà della città chiavi comprese, Domanda ai maceratesi come intendono agire per vie legali, inutili per il conseguimento di eventuale trasloco non forzato dal palazzo di Piazza della Libertà al domicilio fiscale, residenza abituale dove è solito consumare pasti, riposarsi e pensare alla prossima per farsi contestare ulteriormente perché frutto di un disegno oscuro quanto scellerato di trascinare la popolazione ad un imbarazzante quanto indeciso modo per salvare capre e cavoli. Naturalmente l’allusione è fittizia visto che di capre non se ne vedono più e di cavoli, quelli che sono ancora in circolazione si dissolveranno con lui se finalmente si riuscirà a liberare in qualsiasi maniera sia ritenuta opportuna nel caso che agendo secondo le condizioni previste e non invadenti non si riesca ad ottenere l’unico scopo per cui il 99,9% dei maceratesi esclusi consiglieri, assessori, dirigenti di associazione buoniste, umane e tanto tanto ricche di soldi non di bontà e qualche simpatizzante che sommati fanno per l’appunto quel 0,1% mancante, stanno lottando, sperando, pregando anche con lunghe file davanti agli edifici predisposti ,ognuno secondo la propria religione, o pregando in solitudine magari sulla riva del fiume che richiama il famoso proverbio cinese del nemico che passa. In quest’ultimo caso fare attenzione, perché dall’altra parte del fiume, cioè sulla riva opposta ci potrebbe essere lui ad aspettare con la stessa speranza.
Che ritirata!!!