di Giancarlo Liuti
Nel centro storico di Macerata si sta per decidere il futuro dei due piani della ex Upim, in via Matteotti, a pochi passi da piazza della Libertà. Diverranno proprietà del Comune, che vi realizzerà mostre d’arte e altre iniziative culturali? Oppure, forse meglio, dell’Università, che li utilizzerà per farci aule e luoghi d’incontro o dibattiti per studenti? Oppure – il destino è in agguato – di privati, che dai e dai prevarranno e se ne serviranno per ulteriori imprese commerciali? Di solito il “modus vivendi” di Macerata è caratterizzato da una certa lentezza, ma stavolta sembra che sia stato messo il piede sull’acceleratore. E ogni giorno, in sintonia con quest’epoca un po’ sbarazzina, ne salta fuori una nuova, o magari una vecchia che però, nel frattempo, è diventata nuova.
I protagonisti più autorevoli di tale vicenda sono il sindaco Romano Carancini e il rettore dell’Università Francesco Adornato, quest’ultimo apparentemente in vantaggio per il prestigio ben oltre confine dell’ateneo maceratese e, sembra, anche per una maggiore disponibilità di risorse per così dire culturali. Ma si dà il caso che spetti proprio al Comune consentire il mutamento di “destinazione d’uso” dei due piani di cui sopra. E, per quanto auspicabile, un accordo fra il sindaco e il rettore potrebbe rivelarsi non facilissimo, se non altro perché entrambi si battono – ed è vero – per il bene della città, ma secondo prospettive diverse.
Come sbrogliare questa che comincia a rivelarsi un’imbrogliata matassa? Avendone già diffusamente parlato l’informazione, ritengo superfluo, qui, tornare alle molte parole ed ai pochi fatti degli ultimi giorni. Per cui potrebbe essere più divertente trattarne con una punta d’ironia, forse l’unica via, nell’Italia scombussolata di oggi, in grado di condurre alla verità. Quindi ironia. E il primo dei miei suggerimenti è di ricorrere a quella “fuga in avanti” che oggigiorno va molto di moda, cioè a un“referendum”. Tutti i maceratesi a votare, insomma, e avrà vinto la parte alla quale sarà andata la maggioranza dei voti. Ma ci vorrebbe una campagna elettorale, ci vorrebbero comizi, ci vorrebbero manifesti. Roba che costa. E di euro in giro non ce ne sono tantissimi. Allora? Ci si potrebbe rivolgere a un mago – di maghi, invece, ce ne sono parecchi, ministri, leader politici, presidenti di qualcosa, faccendieri , specialisti del vento che tira – e lui ci metterebbe pochissimo a risolvere ogni problema facendo funzionare la sua celeberrima bacchetta, ossia il suo esercito di familiari, amici, amici degli amici, portaborse.. Oppure, ipotesi anch’essa da non scartare, far leva sull’appellativo di “Civitas Mariae” del quale Macerata si fregia da anni e, fiduciosi, aspettare che ci pensi, dall’alto dei cieli, la Madonna.
Però questa storia dei due piani ora sfitti dell’ex Upim è un problema magari piccolo ma serio, talmente seria da contribuire, se risolto seriamente, alla “serietà estetica” – intesa come bellezza – del centro storico cittadino. Basta con l’ironia, dunque, e coloro dai quali dipende la fisionomia della città si mettano insieme e con onestà intellettuale lascino perdere gli interessi individuali, le antipatie personali e le convenienze di fazione politica.
..e perchè non potrebbe essere adibito a palestra?..:per i tanti giovani universitari, per impiegati e professionisti in pausa pranzo, per "anziani" che abitano in centro storico.....
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«L’ironia raggiunge la serietà quando si innalza alla visione implacabile del niente dei due piani sfitti dell’ex Upim.»
(Emil MaceraCioran)
oh anziana illibatezza dei due piani sfitti dell’ex upim, oh inattingibile fiore appassito, le miopi violetere di quest’oscura ribaltata città prevedono che ogni movimento dei due piani sfitti dell’ex upim avvenga a caso e a caz.zo.
Pur, e come sempre , non avendo capito io lo spirito d’intervento nella questione , della pur autorevole opinione del dott. Liuti, mi sento di dire che , intanto, l’unico mago della situazione è il Signor Sindaco, con forte e inossidabile maggioranza in Consiglio, in quanto è lui che tiene le redini dell’attuale amministrazione assieme alla Giunta, i suoi assessori, delle scelte che fa. Pertanto: ma quale referendum? Se dipendesse da questo strumento popolare ogni mirabile scelta politica del Comune…hèèèè, non si finirebbe più di comandare al suo posto! E invece, Lui, il Primo cittadino ci sta per questo, nel mentre tutti i cittadini sono gli ultimi a decidere e i primi a subire ogni sua decisione , sia si tratti dell’ ex Upim che della squadra cittadina, mortificata da interessi diversi che mi paiono contradditori rispetto alle glorie sul campo della ” vecchia ” Maceratese. Così a me sembra, hé!
Detto quanto sopra: viva il commercio o viva la cultura, posti da Liuti? Bàh…se per cultura s’intende il posticcio improvvisato e impasticciato delle ultime amministrazioni, tanto nell’orologio di Piazza che allo Sferisterio, allora, forse meglio il commercio. Anzi meglio, decisamente, perché per anni e anni ,almeno, ha fatto da traino alla piccola città di Macerata da tutto l’entroterra quale punto di riferimento, nel mentre ” la cultura” che questa amministrazione e le immediate precedenti lasciano, sono nettamente inferiori a quella ereditata dal passato, checché si voglia dire ed eccepire, e in tutti i campi. Sempre a mio avviso, s’intende.
E concludo il mio pensiero a riguardo. ” Qualcuno” disse, sbagliatamente, qualche anno fa, che con la cultura non si mangia; ma ora mi pare sia ben arrivato il momento di correggere la sua veduta in ” con la sola cultura non si mangia” ( specificatamente a Macerata, una piccola provincia in un contesto nazionale e culturale molto più ampio e ricco della presente cittadina marchigiana), checché i nativi vi siano innamorati e pertanto ciechi di fronte le sue effettive potenzialità di città culturale. Macerata, oltre all’ antica Università, è comunque storicamente fatta da un popolo di contadini venuti dalle vicine campagne e che, attraverso i suoi borghi più popolosi e popolari, è cresciuta assieme alle sue più antiche tradizioni che, piaccia o no, sono il vero volto della città e dei veri maceratesi ” di una volta” , e che aihmé, e ancora, il volto dei politici e della politica di oggi non rispecchiano più, senza peraltro saper rispecchiare altri che sé stessi in tutte le loro azioni.
Moroni, proporrei un “con la cultura non tutti mangiano, però chi non mangia può guardare”.
Andrebbe fatto un discorso unico per tutti i contenitori vuoti del Centro Storico di Macerata: ex Upim, ex Standa e ex cinema Corso. Solo così si può fare un discorso organico per soddisfare le esigenze e le prospettive del Centro Storico.
Meschini, non me ne voglia, ma gli unici contenitori vuoti…lei immagina quali siano io pensi: ai vostri crani, per la precisione. Piuttosto che l’ennesima ” pecionata” politico-culturale, visto che l’Università locale è del tutto assente, tranne per il capodanno cinese, meglio 3 piani a commerciale dell’ ex Upim, come una volta era, che un’altra qualsiasi pecionata culturale dell’ attuale amministrazione. Con ossequio.
Si freme nell’attesa, certi che un discorso unico ed organico sui contenitori vuoti del Centro Storico di Macerata procurerebbe indicibili godimenti intellettuali.
Poletti: ‘Nel lavoro si creano più opportunità giocando a calcetto che a spedire curricula’: dunque un’università e una municipalità sensibili alla drammatica condizione di una gioventù sempre più esclusa e superflua dovrebbero fare tesoro della geniale intuizione del ministro e sfruttare ogni spazio disponibile per creare strutture per il calcetto, anche indoor, perché no? utilissime in caso di neve o di maltempo…