di Alessandra Pierini
(Foto Fabio Falcioni)
Nel futuro di Unimc non c’è il polo didattico all’ex Upim. «Questo cammino minato di ostacoli ci costringe a rinunciare e a ritirare il progetto» ha detto questa mattina il rettore Francesco Adornato che piuttosto che rispondere polemicamente al sindaco Romano Carancini, ha preferito leggere un passo della “sua” Divina Commedia in versione tascabile, in particolare alle parole di Cacciaguida nel XVI canto del Paradiso dove parla di città come Luni e Orbisaglia che se ne sono “ite” (andate ndr).
«Il modello che ha consentito lo sviluppo di questa città – ha detto Adornato – è saltato. E’ un momento di transizione forte di cui non abbiamo chiaro l’orizzonte. La città ha bisogno di essere rassicurata, non servono polemiche strillate, senza fondamento». Il rettore ha sottolineato l’impegno di Unimc nel curare la memoria, nel costruire il futuro e guardare in alto, ribadendo l’importanza dell’Ateneo per Macerata: «Al 23 giugno – ha detto – abbiamo 12.580 iscritti, conserveremo lo status di ateneo medio nonostante quello che è successo, con code di tensione ancora vive, basti vedere il Consiglio sull’immigrazione di ieri. Questo vuol dire che l’università assicura fiducia. Unimc tiene molto – e il “molto” lo ripete per ben tre volte – alla sua connotazione di campus urbano, senza di noi il centro sarebbe un non luogo. Chi ha a cuore la città non può che sostenere il nostro impegno».
Carte alla mano, il rettore ripercorre i lunghi mesi di passaggi burocratici a partire dal 14 dicembre 2016 quando il Cda ha approvato l’acquisto dell’ex Upim, al 4 aprile 2017 quando fu presentato il progetto che già prevedeva aule nel piano seminterrato, quelle stesse che oggi vengono contestate dai tecnici comunali perchè poco illuminate, passando per la richiesta di un incontro con il sindaco Romano Carancini che inserì nell’ordine del giorno anche la discussione sulle piscine. Poi la richiesta di variante, come passaggio imprescindibile, da parte degli uffici comunali fino all’approvazione 7 mesi dopo, il 31 gennaio 2018. In questi giorni la comunicazione, «data all’ultimo dei due mesi necessari», sulla mancanza di illuminazione. «E’ un atteggiamento dilatorio – dichiara il rettore – Il sindaco rimanda ai tecnici con un rinvio subliminale che è minaccioso. A volte i contributi dei tecnici sono così raffinati da diventare contundenti. Dietro questa operazione c’è un dato di ostilità politica che io non colgo ma che crea danno alla città. L’ex Upim è uno spazio di degrado, se passeranno altri 15 anni così diventerà un monumento all’ignavia. La cecità politica dei nostri interlocutori non fa loro cogliere una serie di chiusure tra cui Banca Marche, Camera di Commercio, Bankitalia e così via, mentre spuntano altri insediamenti commerciali che prosciugherebbero la città».
Da sinistra l’architetto Francesco Ascenzi, il rettore Francesco Adornato e il direttore generale Mauro Giustozzi
Nel futuro dell’Università di Macerata, da oggi, non c’è più l’ex Upim, ma ci saranno il nuovo polo sportivo ricreativo e residenziale in viale Indipendenza «sempre che troviamo la disponibilità» sottolinea Adornato, l’ampliamento e la dotazione di servizi al Polo Bertelli, la riapertura di Villa Lauri che diventerà il più grande polmone verde della città a uso pubblico, l’attivazione di una laurea a doppio titolo italiano cinese e l’avvio delle procedure per entrare nella classifica dei ranking mondiali. «Se un ateneo fa questo – conclude il rettore non puoi lastricargli il terreno di mine – Se dobbiamo fare la fine della Maceratese vedremo di opporci, se dobbiamo fare come la Lube, valuteremo. Non vogliamo privilegi ma neanche essere trattati così».
Sull’aspetto tecnico interviene l’architetto Francesco Ascenzi, responsabile dell’area tecnica di ateneo: «nel progetto non è stato sottovalutato nessun aspetto, abbiamo anche colto come stimolo delle indicazioni del Comune ad esempio laddove abbiamo previsto al piano terra uno spazio sociale, ma l’illuminazione non è mai stata posta come condizione, anche in passato, per altri stabili non ci è mai stato proposto un problema di questo tipo». Sottolinea la bontà del progetto e del lavoro fatto il direttore generale Mauro Giustozzi: «Se la violazione fosse stata grave, sarebbe emersa subito. A Urbino l’università ha 6 piani interrati. L’ex Upim è un edificio difficile e molto importante. Ci aspettavamo una comune consapevolezza e una collaborazione attiva, naturalmente nel rispetto della legge».
Complimenti Sindaco!! Stai facendo tutto bene continua così.. anche il rettore è matto come noi!
Alé, ce simo jocati pure 'ssa carta!!!
Se non ce commatte nemmeno il rettore.....allora....e BASTA!
Dare giudizi senza conoscere al riguardo, le effettive criticita' espresse dai tecnici , a me sa tanto di "diamogli addosso e basta" Poi magari alcuni commenti letti fino ad ora sono stati fatti da altrettanti tecnici o puranche addetti ai lavori, che hanno stabilito che l'amministrazione , per conto dei suoi tecnici , tali criticita' le ha notificate solo per far male a Macerata Tutta..
Inconcepibile!!! Lo dico da imprenditore, perdere questa occasione per l’amministrazione è inconcepibile. Un grave errore che penalizza la città ulteriormente. La riconversione degli edifici storici ad oggi inutilizzati è un passo importante per Macerata nell’ambito di un centro storico che dovrebbe ritornare ad essere protagonista e, mi sarei aspettata che l’amministrazione piuttosto che chiudere le porte , le avesse aperte. Evidentemente non è così! 12.580 #Studenti iscritti su una popolazione di 41.776 residenti sono tanti. Riflettere!
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Trattasi della vendetta postuma del Sindaco a fronte della penosa retromarcia che, messo nell’angolo dalla sua stessa maggioranza, dovette fare nel 2017, allorchè cercò in tutti modi, senza riuscirci, di condizionare l’approvazione del progetto al rientro dell’Università nel folle progetto delle mitiche piscine di Fontescodella.
Di certo, per la città di Macerata e soprattutto per il centro storico questa assurda vicenda costituisce l’ennesimo passo falso dell’Amm.ne Com.le.
Non ci posso credere. Sono senza parole, non pensavo che l’autolesionismo di questa amministrazione arrivasse a tanto
Vero, non tutti tecnici. Però un dato allarmante emerge: che tendenzialmente chi abbia a che fare con progetti condivisi con l’amministrazione a un certo punto scappa. Lube, privati che vogliano recuperare spazi abbandonati in centro (ex convento Monachette e locali ex UPIM). Sono grosse occasioni che la città ha perso. Nel merito ci saranno state delle motivazioni valide, ma quello che emerge dagli interlocutori, è sempre un atteggiamento chiuso e non collaborativo da parte dell’amministrazione. Una volta sarà un caso, due pure, ma a un certo punto bisogna anche interrogarsi sul proprio operato e modo d’agire. Senza nulla togliere al fatto che in alcuni ambiti l’amministrazione è riuscita a perseguire degli obiettivi importanti. Però la sensazione è che quando si tratta di lavorare con esterni l’atteggiamento sia esasperante. Speriamo che questa sensazione possa mutare.
Amministrazione comunale? Non mi pare.
Dover costatare che tra l’Amministrazione Carancini e l’Università di Macerata non c’è collaborazione è un ulteriore costatazione che si vuol far morire la città. Siamo alla frutta.
Penso che sia venuto il momento di liberarsi dell’Amministrazione Carancini ed invito la maggioranza di fare un atto di responsabilità di rimettere nelle mani dei cittadini la scelta di una nuova Amministrazione della città. Chiudersi in un fortino vuol dire causare ulteriori danni alla città che ha bisogno di risorgere. Rimarrete nella storia come nemici della città.
Si parla tanto di inclusione, integrazione, ponti e multiculturalismo, qui, tra Comune e Università, pare che manchino tutti.
Che l’amministrazione sia ancora in piedi è dovuto al fatto che è ancora sostenuto da un partito alla frutta e che vuole comunque essere ricordato che da quasi venti anni che governa e che nelle scelte importanti si è trovato sempre contro la Città: esempi come la Lube che se ne è andata, la bretella della Pieve che poteva essere già fatta, la corsa dietro quelle famose piscine che dopo anni non se ne vede neppure il cantiere, la città turistica (sic) che non ha neppure un bagno pubblico decente e neppure cartelli turistici (pensate che le rovine di Helvia Ricina sono indicate solo a ridosso del sito archeologico a Villapotenza e a Macerata non c’è alcuna indicazione, ed oggi, dulcis in fundo, la cosa forse piu’ grave tra tutte è quello di frenare l’Università ed il suo sviluppo che poi è lo sviluppo di Macerata e del suo centro storico. Indicatemi cosa è stato fatto in venti anni circa dalle amministrazioni Meschini e Carancini.
Con Meschini verso la fine del suo secondo mandato Macerata aveva circa 43.000 abitanti ed oggi con Carancini ne ha circa 41.000 ed il futuro non mi sembra tanto roseo.
Io ritengo che un partito alla frutta, mangi la frutta e se ne vada.
Caro Sindaco, Lei è certo che gli uffici comunali siano tutti a norma per quanto riguarda l’illuminazione?
Appello all’Università di Macerata, non c’è solo l’ufficio tecnico e l’esecutivo a decidere sull’ex UPIM, ma l’intero consiglio comunale e le commissioni preposte.
Vicenda che oltrepassa (di gran lunga..) i limiti dell’umana (e non) comprensione……
Ogni volta che cammino in centro e vedo questa struttura oramai degradata mi piange il cuore e mi fa inc…..re sempre di più…
Se è una questione politica e basta avete tutti ragione!
Se invece trattasi di questione puramente tecnica e di una mancanza nel progetto dell’Università di un requisito previsto per legge, allora il discorso cambia.
Io non lo sò.
Voi, invece, credo di sì, altrimenti sareste un po faziosi.
O no?
Sulla base della versione dei Dirigenti di UNIMC si ha l’impressione che questa Amministrazione Comunale non faccia gli interessi della città non si sa per quali reconditi ed inspiegabili motivi. L’Università, che ha in programma lavori per oltre 50 milioni di euro, costituisce oggi la risorsa più importante di Macerata ed il progetto ex Upim con i suoi 600 studenti avrebbe dato un boccata d’ossigeno al Centro storico.
Mi auguro, per il bene della città, che lo strappo possa essere ricomposto.
In molti mi chiedono, da mesi, come mai non scrivo più i miei corsivi al limite del surreale. Io generalmente rispondo usando un noto titolo di poesia di Carlo Betocchi: “Realtà vince il sogno”.
Sì, mi sento esautorato anche nella più stralunata delle fantasie: oggi, con questa pagina sconcertante, una volta di più.