«Continuare a monitorare e tenere la guardia alta a difesa dell’occupazione e del ruolo fondamentale di Nuova Banca Marche per il sostegno dell’imprenditoria locale». Così il consigliere Pd Enzo Giancarli all’assessore alle Attività produttive, Manuela Bora, sulla vertenza sugli esuberi ed il taglio delle filiali annunciati da Ubi Banca che ha acquisito l’Istituto di credito marchigiano. L’assessora ha illustrato le azioni messe già in atto dalla Regione affinché «la fusione minimizzi il ridimensionamento della forza lavoro, affinché venga mantenuto e, se possibile, rafforzata la capacità di erogare credito alle imprese del territorio marchigiano e perché vengano mantenute le strutture direzionali sul territorio regionale».
La trattativa tra le organizzazioni sindacali ed i vertici di Ubi Banca si aprirà giovedì prossimo, 15 giugno, a Bergamo nel quartier generale del gruppo bancario, aprendo la discussione sul nuovo piano industriale del gruppo bancario. In vista dell’appuntamento il consigliere Giancarli ha portato oggi in aula un’interrogazione urgente per chiedere a presidente e Giunta se fossero stati incontrati i vertici dell’istituto di credito e le organizzazioni sindacali a tutela dei posti di lavoro e dell’economia del territorio.
L’assessora Bora ha affermato che la Giunta regionale «ha incontrato sia le organizzazioni marchigiane presenti in Banca Marche, sia la vecchia dirigenza dell’istituto di credito, l’ad Luciano Goffi, sia la dirigenza di Nuova Banca Marche, il nuovo ad Alberto Pedroli, dopo l’approvazione della fusione con Ubi Banca. «Nel corso di tutti gli incontri – ha sottolineato Bora – la Giunta ha promosso la minimizzazione del ridimensionamento della forza lavoro, puntando ad una transizione efficiente del personale nel nuovo gruppo bancario che salvaguardi i livelli occupazionali e le capacità amministrative di rispondere alle esigenze di erogazione del credito nella regione, escludendo licenziamenti e puntando esclusivamente ad esuberi volontari e prepensionamenti. Inoltre – conclude Bora – è stato chiesto il mantenimento per quanto possibile delle strutture direzionali nel territorio marchigiano come il mantenimento e, anzi, se possibile il rafforzamento di sostegno al credito e dunque all’economia regionale. Vigileremo affinché la fusione di Nuova Banca Marche in una banca più grande e presente su tutto il territorio nazionale porti ad un miglioramento della qualità dell’offerta creditizia sul territorio e ad uno stimolo concorrenziale degli altri istituti di credito».
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