Crac Banca Marche,
ora sono gli azionisti a battere cassa

CREDITO - L'Adiconsum ha inoltrato le prime 35 domande all'arbitrato Consob, istituito dal 9 gennaio. Dopo gli obbligazionisti, è pronta l'ondata dei piccoli azionisti. "Sono tutti risparmiatori che hanno investito la loro vita nella banca del territorio, abbiamo visto persone disperate" commenta Loredana Baldi

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di Emanuele Garofalo

Banca Marche, dopo i primi rimborsi agli obbligazionisti, adesso sono gli azionisti a battere cassa. Partite le prime 35 domande all’arbitrato Consob per ottenere il risarcimento dei risparmi investiti nelle azioni e andati in fumo con il crac dell’istituto di credito. “Abbiamo visto persone disperate, credevano nella banca del territorio e ci avevano investito tutti i loro risparmi di una vita” commenta Loredana Baldi, Adiconsum Marche. Mentre il rimborso forfettario fino all’80% del capitale investito per chi aveva sottoscritto le obbligazioni, seppur a rilento, sta andando avanti, dal 9 gennaio è partita anche la possibilità di risarcimento per chi aveva investito in azioni Banca Marche. È la strada del ricorso all’arbitro per le controversie finanziarie, istituito in seno alla Consob. Sei mesi per avere una risposta e nessun costo in caso giudizio negativo. Per i risparmiatori della vecchia Banca Marche la strada dell’arbitrato è un’altra via per ottenere un risarcimento, in aggiunta alle cause legali. Il rimborso forfettario infatti è destinato solo a chi aveva sottoscritto le obbligazioni subordinate e rientra nei requisiti di reddito. L’Adiconsum Marche ha già avanzato le prime 35 domande a nome degli azionisti. “Anche gli azionisti sono piccoli risparmiatori che credevano fortemente nella Banca delle Marche, credevano di fare un investimento sicuro perché così veniva loro presentato, al punto di aver fatto una eccessiva concentrazione di investimenti esclusivamente in azioni Bm – spiega Loredana Baldi -. Invece erano investimenti dal profilo di rischio elevato, che hanno visto il proprio valore diminuire per la cattiva gestione dell’istituto, fino al fallimento: sono rimasti con zero, nulla in mano. In questo fallimento sono finiti i soldi delle eredità delle famiglie, i risparmi per i figli da parte dei genitori, il lavoro di una vita”.

Ancora bloccato per l’assenza dei regolamenti attuativi invece l’altra possibilità di arbitrato, quello gestito dall’Autorità nazionale anticorruzione. Dai dati Bm gli obbligazionisti coinvolti erano 1.100, circa la metà si sono rivolti alle associazioni dei consumatori e di questi l’Adiconsum sta seguendo 220 domande di rimborso, per un monte di risarcimento totale richiesto di 8 milioni e 650 mila euro al fondo di solidarietà interbancario per la tutela dei depositi. Sono un centinaio invece gli azionisti che hanno preferito fare causa alla Nuova Banca Marche e alla società di revisione di bilanci Price Waterhouse Coopers, accusata di non aver rilevato e informato gli investitori delle irregolarità nei conti dell’istituto. Di questi, una cinquantina di cause sono ancora in attesa di essere depositate, perché sono di persone residenti in territorio colpito dal terremoto e si stanno avvalendo delle proroghe concesse dalal legge.



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