Il comitato per il sì al referendum, al centro la vice presidente del gruppo Pd alla Camera Alessia Morani e il sindaco Francesco Fiordomo
Parte a Recanati il comitato per il sì al referendum del prossimo autunno sulla riforma costituzionale. A tenerlo a battesimo la vice presidente del gruppo Pd alla Camera Alessia Morani al fianco del Sindaco Fiordomo. Tra i primi aderenti anche il vice Sindaco Antonio Bravi, Alessandro Biagiola, Gianfilippo Simoni, Rita Soccio, Roberta Pennacchioni, Emilio Romoli, Massimo Corvatta, Massimo Belelli, Michele Moretti, Elisabetta Bernacchini, Giancarlo Biagioli. «Il primo obiettivo sara’ quello di informare sui temi in discussione -spiega il Comitato – e coinvolgere la comunità recanatese per spiegare e condividere il senso di una riforma non piu’ rinviabile, che diminuisce i costi della politica, semplifica le procedure e rende piu’ governabile l’Italia».
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Io credo che i Recanadesi abbiano tutti gli anticorpi per non credere all’inviata sparaballe di Renzi, a meno che non siano d’accordo a spalancare le porte per una nuova dittatura, visto che le schiforme del PD, mirano a togliere tutto il potere al popolo garantito dall’art. 1 della costituzione Italiana per accentrarlo tutto nella persona del presidente del consiglio dei ministri.
Infatti: con la schiforma elettorale viene riesumata la legge Acerbo del 1923 che introduceva il premio di maggioranza, riproposta nel 1953 e fu bocciata come legge truffa. La schiforma costituzionale non toglie né il senato, né le province, ma toglie ai cittadini il diritto di continuare ad eleggerle.
Togliere dovrebbe significare non pagare più le tasse per mantenere tali strutture. A me non risulta, visto che il personale delle province si è imboscato nelle regioni.
IL senato sarà composto da 74 consiglieri regionali eletti per tale scopo e non per fare i senatori, da 21 sindaci nominati dai consigli regionali, da 5 persone scelte dal Presidente della Repubblica e tutti godranno dell’immunità parlamentare. Non saranno pagati come senatori, ma con i rimborsi di trasferta e visto che le maggiori spese del senato provengono dalla struttura che dovrà rimanere funzionante, rimarrà difficile verificare un risparmio vero.
E visto anche che gli scandali maggiori si registrano proprio negli enti locali, l’immunità parlamentare non servirà ad altro che a proteggere i ladri.