La lectio dell’ex ministro e attuale direttore della Treccani Bray ha inaugurato il Macerata Opera Festival
Il cortile di palazzo Buonaccorsi durante l’inaugurazione
di Alessandra Pierini
(Foto di Lucrezia Benfatto)
«Le migrazioni non sono un’emergenza ma un fenomeno con cui dovremo confrontarci per decenni. Va affrontato con chiarezza e imponendo regole che dovranno essere rispettate da tutti, anche da chi arriva. Altrimenti aumenterà la conflittualità». E’ questa la chiave di lettura di Massimo Bray, direttore dell’istituto Treccani ed ex ministro dei Beni culturali che con la sua lectio ha inaugurato la 52esima stagione lirica di Macerata a palazzo Buonaccorsi. A lui il direttore artistico Francesco Micheli ha consegnato in omaggio il primo dei 2.899 cataloghi del Macerata Opera Festival: «Tanti sono stati i morti inghiottiti quest’anno dal mare nostrum».
Mediterraneo, il tema scelto due anni fa per questa edizione, incarna in questo momento il massimo dell’attualità. Ogni riflessione è strettamente connessa agli accadimenti degli ultimi giorni e acquista gravità e importanza. In questo contesto non stona il sindaco Romano Carancini che si rivolge addirittura al presidente turco Recep Tayyip Erdoğan: «Occorre cantare in coro indignazione – ha detto – contro chi, sventato un golpe, lo usa per incarcerare centinaia di persone e di punti di riferimento culturali della Turchia».
Francesco Micheli omaggia Bray del catalogo dell’opera
Ad indicare la via da percorrere per affrontare il flusso di migranti che ci mette oggi alla prova è Bray: “Senza spiritualità religiosa, pensiero filosofico e scienze che da sempre ci contraddistinguono, sarà difficile confrontarci con l’immigrazione. Dobbiamo rifiutare i pregiudizi che spingono ad avere paura, avere coraggio di dire che le regole vanno rispettate, usare i linguaggi della cultura e dell’arte per riconciliare il dialogo e il rispetto. Il Paese deve mostrare al mondo la tolleranza di cui è dotato».
In questo senso il direttore Treccani vede un esempio nell’esperienza di Macerata: «Qui ho scoperto che c’è una via differente. In Italia ci sono 4mila poli museali, sono solo un decimo in Francia. La cultura non è il nostro petrolio perchè il petrolio sporca e porta con sè interessi. La cultura è un tratto distintivo che, se valorizzato, dà vita a un turismo consapevole e rispettoso».
Poi l’appello alla classe dirigente: «Deve ascoltare e dare risposte. Il Paese ha bisogno di tutelare la lingua, sforziamoci di parlare italiano. Diamo i giusti compensi e non cifre di cui ci dovremmo vergognare, agli insegnanti e alle forze dell’ordine. Dobbiamo costruire un Paese per i nostri figli, per farlo dobbiamo avere visione e domandarci come saremo nel 2030».
L’ex ministro fa riferimento anche all’Europa: «L’Unione Europea ha preso le distanze dalle migrazioni. Ma cosa chiedono i cittadini all’Europa se non un momento ideale di speranza? Oggi la dimensione dell’Europa non ha niente a che fare con i valori previsti dai padri costituenti».
L’inaugurazione della mostra “6th continent”: da sinistra il sindaco carancini, il vice sindaco Monteverde, l’ex ministro Bray, il direttore Micheli e il fotografo Mattia Insolera
A parlare del Mediterraneo attraverso l’opera lirica è il direttore artistico Francesco Micheli che trova nell’amore ogni risposta: «In Otello, Norma e Trovatore, la pietra dello scandalo è sempre il diverso in particolare un africano, una zingara e un villaggio di barbari. Queste opere dicono che l’amore è la chiave salvifica. D’altra parte l’imperativo per un futuro consapevole, illuminato e radicato è che il sapere deve essere a portata di tutti e il direttore Bray ha consentito l’accessibilità a quelli che una volta erano tomi da comprare a rate, come fece mio padre».
E’ stata il vice sindaco Stefania Monteverde a traghettare i presenti verso l’inaugurazione della mostra “6th continent” del fotografo Mattia Insolera che dopo 7 anni di viaggio in mare nei porti del Mediterraneo ha raccontato la sua esperienza in una serie di scatti dal significato profondissimo. Un tassello perfettamente combaciante con il quadro del Mediterraneo.
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OTELLO ANTIEROE – La 52° edizione del Macerata Opera Festival si apre domani venerdì 22 luglio con Otello, dramma lirico tratto dalla celeberrima tragedia shakespeariana, basato sul libretto di Arrigo Boito e penultima opera di Giuseppe Verdi. Tra gli ospiti ci sarà anche Lucia Annibali, avvocato pesarese, sfregiata con l’alcol dal suo ex fidanzato, due anni fa madrina del festival.
Paco Azorin conosce bene il teatro shakespeariano e il suo Otello -coproduzione Macerata Opera e Festival Castell de Peralada che ha già conquistato il Premio Campoamor della critica spagnola come migliore produzione 2015- segna il debutto del regista nel repertorio verdiano. Tre pannelli mobili (45 metri di lunghezza e 9 di altezza) posti al centro della scena scandiscono il declino psicologico di Otello e vengono azionati dal volere di Jago. Impera il Leone di Venezia, simbolo del potere che Otello ha contribuito a rafforzare, ma è il nero di Francisco Goya a fare da sfondo alla scena e l’azione è scandita dal moto dell’acqua (con il supporto delle videoproiezioni), un mare che cresce seguendo la violenza delle azioni fino a portar via tutto e placarsi solo quando il dramma è compiuto. Al centro c’è Jago, vero protagonista della produzione di Azorin. Egli è il motore da cui dipendono le gesta dei personaggi, in particolare quelle di Otello, raffigurato come un anti-eroe dilaniato dalla paura di perdere l’amata Desdemona a causa delle differenze di età, censo ed etnia. Le fragilità di Otello sono linfa vitale per Jago. Più che la gelosia è la perfidia la causa prima che spinge Otello all’omicidio.
Il tema della discriminazione e la forza universale della musica di Verdi s’intrecciano nello spettacolo di Azorin. In buca l’Orchestra Regionale delle Marche è diretta da una delle bacchette italiane più presenti nelle stagioni d’opera dei tre continenti, Riccardo Frizza, mentre Carlo Morganti guida il Coro Lirico Marchigiano “Vincenzo Bellini”. In palcoscenico un verdiano rodatissimo come Stuart Neill è Otello mentre Roberto Frontali è Jago. Jessica Nuccio interpreta Desdemona, debutta Davide Giusti, tenore marchigiano classe 1986, nel ruolo di Cassio.
L’OPERA DIFFUSA IN CITTA’, AI NASTRI DI PARTENZA IL FESTIVAL OFF – Parte il Festival OFF, la manifestazione voluta dal direttore artistico Francesco Micheli, che esprime al massimo il dialogo tra opera e territorio. Giunta alla sua quinta edizione, il Festival salpa dal suo porto e naviga tra le vie della città in un viaggio fatto di conferenze, recital, mostre e aperitivi che si concentrano sul tema Mediterraneo della stagione lirica di quest’anno. Come per gli anni passati, la settimana è ricca di appuntamenti: dai martedì con i laboratori per bambini “OperAttivaMente” e le letture con accompagnamento musicale di “Enea Migrante”, ai raffinati concerti di Mercoledì al teatro Lauro Rossi; dagli Aperitivi Culturali agli Antichi Forni, la rassegna di appuntamenti culturali curata da Sferisterio Cultura, a Pomeridiana, viaggi tra le musiche e le parole del Mediterraneo nel cortile municipale di Macerata. Da non dimenticare i “Fiori Musicali nel parco di Villa Cozza” a cura di Cesarina Compagnoni e le iniziative del CIF nei giorni di debutto presso la Civica Enoteca.
In occasione della prima di Otello venerdì 22 luglio, Pomeridiana propone un recital della Ban Ensemble nel Cortile Municipale di piazza della Libertà. Alle 19, Angela Benelli (violino), Barbara Piperno (flauto) ed Elisabetta Rossi (arpa) trasportano il pubblico nell’isola di Cipro, prima tappa della manifestazione. A cura dell’Accademia Della Arti Macerata, Pomeridiana, infatti, attraversa il Mediterraneo con i suoi concerti alla volta dell’isola di Afrodite, della Provenza e della regione basca della Biscaglia nei pomeriggi delle prime (22, 23 e 31 luglio). I tre recital vedono la partecipazione dell’attrice Roberta Sarti, che dà voce ad estratti di poesie e di prosa legati alle regioni mediterranee esplorate. Ad anticipare i tre concerti, martedì scorso 18 luglio, alle ore 21:30, nei pressi del laghetto dei Giardini Diaz, è stato l’incontro di poesia tradizionale marchigiana “Poeti nel Parco”.
Il sindaco ha donato al direttore Bray l’opera illustrata su Matteo Ricci
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Un altro predicatore…
Sì, tolleriamo. Se milioni di Italiani sono poveri e molti si tolgono la vita perché non ce la fanno ad andare avanti, pazienza, vuol dire che così deve essere.
Era destino che il think tank lirico maceratese assumesse un ruolo da protagonista anche nella crisi turca.
Esistono varie armi di distrazione di massa, oggigiorno le principali sono: la connessione alla rete h24, lo sport, l’accoglienza: panem et circenses.
Per me non è un altro predicatore, è una persona colta che esprime le sua idee; potranno non essere condivise, ma ciò non toglie che gli si debba rispetto.
Per Ginobili. Merita rispetto anche se lo manda D’Alema.