di Monia Orazi
“Candido San Severino come sede dell’ospedale unico provinciale, la struttura c’è ed ha ampie possibilità di espansione, è tra le migliori esistenti, Camerino ha l’ospedale nuovo, ma la posizione è quella che è”, così Cesare Martini propone la sua città come sede dell’ospedale unico provinciale, rispondendo all’interrogazione del capogruppo di minoranza Gilberto Chiodi, che ha chiesto i motivi del ritardo con cui il Comune avrebbe presentato il ricorso al Tar, oltre al fatto se il sindaco abbia preso parte al recente incontro provinciale del Pd, sulla sanità, all’Abbadia di Fiastra (leggi l’articolo). Alla fine l’adesione al referendum abrogativo proposto dal Movimento 5 Stelle non passa, con il voto contrario di tutta la maggioranza, tranne Fernando Taborro che ha votato a favore con il gruppo “Una città da vivere”. Su Matelica nuova protesta dei consiglieri regionali di minoranza, che chiedono alla Regione un documento ufficiale, dopo la risposta orale dell’assessore Cesetti in consiglio regionale, all’interrogazione della capogruppo di Forza Italia, Jessica Marcozzi. Intanto ieri mattina ad Ancona sono scesi in 1200 in piazza Roma, per la manifestazione contro la politica sanitaria regionale, organizzata dai sindacati dei pensionati Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil Marche.
SAN SEVERINO: RICORSO AL TAR E FUTURO DELL’OSPEDALE – Martini rispondendo all’interrogazione di Chiodi, ha tirato fuori un documento a sorpresa, “firmato dal presidente Ceriscioli il 26 gennaio, alla presenza del sottoscritto, del vicesindaco Felicioli e dei vertici Asur”, che espone la riorganizzazione dell’ospedale settempedano che passerebbe dagli attuali 78 posti letto, di cui 60 ordinari e 18 in day hospital e day surgery, ai futuri 48 ordinari a cui aggiungere altri 14 di day hospital. Previsto il potenziamento di una serie di attività di week e day surgery, con l’aumento delle sedute operatorie da 5 a 10, il trasferimento delle attività laparoscopiche dagli altri nosocomi di area vasta, con oculistica, attività di chirurgia complessa e dermatologia. Il sindaco ha letto nel dettaglio le singole attività dei vari settori. “È profondamente scorretto che sia stato tenuto nascosto un documento così importante, che letto in consiglio diventa atto amministrativo – ha replicato Chiodi – si poteva convocare almeno la conferenza dei capigruppo, tu sindaco stai cercando di cavalcare la protesta di giorno e lavori con i vertici del partito di notte, non mascherare questo”. Martini rispondendo a Chiodi ha evidenziato che “c’erano sessanta giorni di tempo per fare ricorso, dunque parlare di ritardo nella presentazione, avvenuta il 29 gennaio, non è corretto”. Ha aggiunto il sindaco: “Il ricorso è stato presentato oltre la scadenza, per consentire un provvedimento di urgenza motivato, abbiamo fatto ricorso contro il ministero della Salute, la Regione, l’assessorato regionale alla sanità, l’Asur Marche e Asur Macerata, la Conferenza stato regioni, per evitare la sua inammissibilità nel merito. Abbiamo impugnato tutti gli atti antecedenti alla determina 913, in perfetta coincidenza con la data prevista per la chiusura, il 19 febbraio alle 9 si discuterà del ricorso al Tar, non c’è competizione con il comitato rispetto a chi presenta prima il ricorso, è una questione complessa, ci deve essere sinergia con loro, ci sono elementi per cui possiamo spuntarla e ottenere l’annullamento della delibera, stiamo presentando ulteriori relazioni e memorie elaborate dall’esperienza del vicesindaco Felicioli”. Martini ha poi parlato della sua partecipazione all’incontro del Pd all’Abbadia di Fiastra. “La riunione doveva essere aperta alla stampa, ho ribadito la mia posizione, ritengo che con la chiusura del punto nascita San Severino subisca un furto, illegittimo e sbagliato, e che quella del comitato per la difesa dell’ospedale, sia una lotta di dignità e civiltà. Mi sarei aspettato maggiore solidarietà dal comitato – ha affermato il primo cittadino di San Severino – contesto anche il metodo, barbaro e pericoloso, di calare dall’alto un provvedimento, come la riforma sanitaria, che non è solo amministrativo, ma ha risvolti sociali e doveva essere concertato. Tra tutti i punti nascita, San Severino ha tutti i requisiti per rimanere”. Martini ha poi ribadito che deve uscire dal Pd solo chi non ne rispetta i valori: “Ceriscioli ha preso le distanze da come è stato attuato il provvedimento dai vertici dell’Asur, pur rivendicandone la paternità, ha detto che ora è stato stoppato tutto e che negli ospedali dove sono previsti, si faranno prima gli interventi migliorativi, poi sarà attuata la riforma, che sarà portata avanti, anche se ora è stata fermata”. Martini ha annunciato di aver chiesto a Carancini di convocare la conferenza dei sindaci di area vasta a San Severino, che probabilmente si terrà il 19 febbraio, spiegando che pochi sindaci hanno aderito, pieno sostegno da Gantilucci, Chiappa e Feliciotti presidenti delle Unioni Montane. “Doveva essere il Comune a trainare il contrasto alla riforma sanitaria regionale, tu sindaco sei stato costretto dall’incalzare del comitato, non ci credevate sin dall’inizio – ha replicato Chiodi – poche persone organizzate vi hanno battuto sul tempo, il 31 gennaio il reparto sarebeb stato chiuso, interrompendo anche per un solo giorno un pubblico servizio, è stato commesso un errore macroscopico, abbiate il coraggio di ammetterlo. Non costava nulla depositare il ricorso un giorno prima, evitando la figuraccia al Comune, Ceriscioli aveva il dovere di venire qui, perché era stato chiamato”.
SAN SEVERINO: LO STOP AL REFERENDUM – Discussa al termine del consiglio comunale l’eventuale adesione al referendum abrogativo sulle competenze della giunta regionale in materia di sanità, proposto dal Movimento 5 Stelle, dopo cinque ore di assemblea tra varianti urbanistiche che recuperano 4 mila metri edificabili ed il Documento unico di programmazione, in vista del bilancio. Con cinque voti favorevoli e sette contrari San Severino a detto no (leggi l’articolo). Il consigliere di maggioranza Fernando Taborro alla fine ha votato in modo favorevole, “perchè Ceriscioli non sente nulla, neanche un cittadino in sciopero della fame, il voto è un messaggio politico, il referendum è utile per coinvolgere la popolazione, ma è un’arma spuntata perché la legge abrogata andrebbe rifatta”, insieme all’opposizione di “Una città da vivere”. Voto contrario anche della consigliera di maggioranza Sabrina Piantoni, che si è sempre impegnata contro la chiusura del punto nascita, “perchè questo referendum con la battaglia per il punto nascita non c’entra nulla”. Per Gilberto Chiodi “il referendum è uno strumento che consente ai cittadini di riappropriarsi di una materia importante come la sanità, visto che oramai la politica ha fallito. Sono lontano dal M5S, ma il referendum incarna un comune sentire, lasciamo ai cittadini la possibilità di votare”, “Non c’è strumento più politico del referendum”, ha detto Liana Lippi. Il presidente del consiglio comunale Ostilio Beni ha spiegato che “non mi sento di dire che la democrazia non è in atto, le leggi le fanno i rappresentanti dei cittadini, la proposta non riguarda i punti nascita e non è retroattiva, il consiglio regionale non avrebbe la capacità di gestire la sanità”. Nessun intervento del sindaco Cesare Martini. Il vicesindaco Vincenzo Felicioli ha affermato: “Sono totalmente dissenziente da Ceriscioli che sta facendo una riforma scellerata, presa in eredità da chi l’ha tenuta per due anni nel cassetto, perché si era reso conto del suo forte impatto, ogni volta che l’esecutivo fa una legge, non si può chiedere un referendum, non è questa la democrazia, ma si esercita quando si va a votare, negando il consenso. Il referendum non risolve il problema della riforma sanitaria, c’è chi cavalca populisticamente alcuni argomenti, se passa questo messaggio con un voto favorevole, domani mattina io annuncio le mie dimissioni da vice sindaco, non è così che funziona”.
MATELICA: SUL 118 H24 I CONSIGLIERI DI MINORANZA CHIEDONO UN ATTO FORMALE – Sul medico del 118 presente anche di notte a Matelica, la risposta rassicurante dell’assessore Cesetti all’interrogazione della consigliera regionale Jessica Marcozzi (leggi ) non convince i consiglieri regionali di minoranza Elena Leonardi, (Fratelli d’Italia), Sandro Bisonni, (Gruppo Misto), Marzia Malaigia, (Lega Nord) e Romina Pergolesi, (Movimento 5 Stelle), che alzano il tiro verso la riforma sanitaria regionale partendo ancora una volta dalla proposta di delibera 1183/15 anche ieri all’attenzione del Consiglio regionale. “Vi è un preciso e chiaro percorso del Governo regionale che penalizza fortemente alcune strutture sanitarie specialmente nel territorio dell’entroterra e poi c’è il tentativo di vendere la pelle dell’orso prima di averlo ucciso gettando confusione – scrivono in una nota congiunta – e illudendo i cittadini su un tema di vitale importanza come la salute. Un argomento che sta a cuore a tutti i marchigiani e che non dimentichiamo interessa l’80 per cento del bilancio regionale”. Nel mirino la risposta orale dell’assessore regionale Cesetti, delegato da Ceriscioli: “Nella dichiarazione con cui Cesetti ha risposto all’atto c’è l’affermazione di una proposta per avere a Matelica la Msa h24. Eppure la famigerata delibera 1183 riporta ancora oggi che questa è h12 come confermato chiaramente dal Dirigente del Servizio Sanità, Piero Ciccarelli, nella lettera inviata alla Commissione il 26 gennaio scorso in risposta ad una precisa richiesta avanzata dalla Vicepresidente Leonardi”, fanno notare i consiglieri, “e allora ci si deve accontentare delle parole, per quanto di tutto rispetto dell’Assessore al Bilancio, invece che avere atti formali come il diritto costituzionale, lo Statuto e il regolamento interno del Consiglio regionale chiedono? A cosa servono le leggi, gli atti amministrativi ma soprattutto a che serve il Consiglio regionale se viene svuotata o resa vana la sua funzione?”. I consiglieri chiedono di avere un documento formale che dia certezza alle affermazioni di Cesetti: “I cittadini meritano maggior rispetto, la giunta deliberi quanto prima l’atto ufficiale per l’h24 a Matelica e che i criteri utilizzati per questo Comune siano estesi a tutte le altre realtà interessate dalla riforma”.
ANCONA, LA PROTESTA IN REGIONE – Ad Ancona si sono ritrovate oltre 1200 persone per chiedere alla Regione di rimettere la persona e la salute al centro delle politiche marchigiane, nella manifestazione organizzata dalle organizzazioni sindacali dei pensionati. Cure domiciliari, servizi residenziali e semiresidenziali per anziani, fondo regionale di solidarietà, tempi di attesa, sanità d’iniziativa e case della salute sono i problemi posti dai sindacati, che chiedono di riaprire un dialogo fermo ormai da due mesi. Per il Segretario generale di Spi Marche Emidio Celani “è scesa in piazza del Papa una grande forza sociale, democratica e responsabile. Una piazza consapevole, capace di mobilitazione e di proposta, una forza che vuole contribuire al benessere e allo sviluppo dell’intera comunità marchigiana”. “Il Presidente Ceriscioli dovrebbe stupirsi della pazienza che abbiamo dimostrato finora – prosegue Mario Canale, Segretario generale della Fnp Marche – piuttosto che di questa manifestazione. Finora il sindacato dei pensionati ha dimostrato grande responsabilità, ma da domani sarà “tolleranza zero” contro le promesse mancate e le decisioni unilaterali della Regione”. Per Andrea Marini, Segretario generale della Uilp Marche “questo è il momento di riaprire il dialogo sociale sulla riordino della sanità. Condividiamo l’esigenza della riorganizzazione, ma questa non può tradursi solo in tagli ai servizi a discapito delle fasce più deboli, servono anche investimenti sul territorio, sul sistema dell’emergenza e sui servizi socio sanitari”.
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Ahahahah
Sci……più lontano
Io lo avrei fatto sui sibillini almeno si respirava anche l’aria buona.
Ottima idea molto meglio di S. Severino.
A frontignano sarebbe meglio visto che dobbiamo tribolare facciamolo per bene. Certa gente prima di parlare deve collegare il cervello con la bocca,e se dice di averlo già fatto vuol dire che all’interno della scatola cranica c’è la segatura. !!!!!!!!
Facciamolo nelle grotte di Frasassi, sottoterra, che ci sono pure i fanghi termali!
Se deve essere unico allora facciamolo a Roma!! Noo??
Follia!!
Martini sono i tuoi stessi “compagni di merende” di partito ad aver decretato la chiusura dell’ospedale! Dimettiti da sindaco e cambia partito!!!
E’ anche possibile che dalle profondità del pensiero sanitario del Pd sgorghi presto il concetto di Ospedale last minute.
Non era stato fatto ricorso al Tar per la chiusura del punto nascita chiedendo deroga per presunte caratteristiche territoriali di isolamento rispetto alla possibilità di raggiungere l’Ospedale di Macerata che si trova a circa 30 km di distanza, percorribili secondo google maps tramite due strade, di cui una è la superstrada, in 35 o 39 minuti di tempo?
Ora si propone di costruire lì l’ospedale unico poichè locato in posizione baricentrica e con ampia possibilità di ampliamento? Mi chiedo fino a che punto un politico possa pensare che i cittadini siano ignoranti, disattenti e forse anche un po’ tonti.
Un appello: siete rappresentanti politici, ci governate, noi ci aspettiamo un’intelligenza almeno nella media da parte vostra, non vi potete permettere di essere così superficiali e poco seri da negare le vostre parole nel giro di nemmeno 30 giorni, è gravemente irrispettoso.
Detto questo: Macerata-Corridonia-Pollenza-Montecassiano (assieme perchè di fatto, anche territorialmente, siete unite e create una città di 72.000 abitanti), Civitanova-Potenza Picena- Montecosaro (60.000), Tolentino-San Severino-Treia-Cingoli (52.000 abitanti), Recanati- Porto recanati (33.000 abitanti), Matelica-Camerino-Castel Raimondo (22.000 abitanti), Mogliano-Petriolo-Monte San Giusto (15.000 abitanti), Montelupone-Morrovalle (13.000 abitanti) e gli altri comuni del maceratese… è necessario cambiare mentalità: iniziamo a considerare che costituiamo un’unica entità di 320.000 abitanti e pretendiamo dei servizi degni di un territorio dove vivono tutte queste persone. Dobbiamo farlo o perderemo tutto, TUTTO. In ambito sanitario un ospedale unico con questo bacino d’utenza è un ospedale grande che può garantire reparti capaci di gestire la patologia complessa. Se daremo adito alle voci (miopi e non lungimiranti) di chi racconta che è possibile mantenere la rete ospedaliera attuale faremo in modo che degli ospedali attuali rimangano solo i reparti che garantiscono assistenza primaria e saremo costretti, per quasi ogni prestazione, a dirigerci a Fermo (che verrà costruito a 15 min da Civitanova, con chiare ripercussioni sulla possibilità di sviluppo del piccolo ospedale della città costiera) o ad Ancona. Questo è l’enorme rischio a cui ci espone un campanilismo stolto. L’ospedale unico è necessario, questo non significa che alcuni servizi non vadano mantenuti nel territorio, ma non ci si può più permettere di mantenere reparti in doppio (o in triplo), semplicemente perchè la sanità sta cambiando e i criteri per la tutela della sicurezza sono più stringenti. Ricordiamoci che tecnologie e intensità di cura per considerare un reparto sicuro non sono più quelle di 20 anni fa – ES. nuovi criteri per i punti nascita – e non c’è più la possibilità di mantenere personale medico ed infermieristico in strutture che gestiscano un piccolo numero di posti letto – ES. perchè un medico dovrebbe gestire 10 pazienti quando è stato formato per prendersi cura di 50? Le guardie in ospedale coprono le 24h e i festivi, son proprio tanti soldi ed è assurdo non far lavorare i professionisti “a pieno regime” –
Dove costruirlo? DOVE VI PARE, ma attenzione… un ospedale porta strade (ed AUTOSTRADE, come nel caso del futuro Ospedale di Fermo) e forse è il caso di fare in modo di costruirlo in prossimità della superstrada in una posizione che serva tutta la provincia. Benissimo anche la valle del Potenza, ma in fase progettuale sia inserito un piano di collegamento tramite stada a doppia corsia nei due sensi di marcia alla superstrada stessa. I bacini d’utenza sono importanti ed è vero che costruire (ancora) sulla costa sarebbe una ridondanza, un errore insensato. Quindi: che si ragioni in maniera lucida e ci si ponga il problema di quale sia la soluzione migliore affinchè i maceratesi non debbano “migrare” per curarsi…
Se i nostri “cari” amministratori penassero come noi quando stiamo male, sono sicuro che ognuno li vorrebbe sotto casa. Siccome quando questi stanno male hanno sempre una corsia preferenziale, allora va bene che ce ne sia uno sole e anche se decentrato poco importa. Vorrei tanto vedere la lista d’attesa di questi “signori” quando devono fare una visita specialistica….
Lu vojo a Montormu, fra le cosce de mojema.
Comunque, ‘sta casta pulitica non ce capisce più gnende e roppe solo li cojoni co’ le cojonate che dice ppe’ guadagnasse la paghetta a la faccia de nuantri cojoni.
1200 persone che protestano sono poche, 10.000, 20.000, 30.000 sono tante e soprattutto risolutive. Potrebbero consigliare senza alcuna perdita di tempo come incontri, apertura di tavoli, riunioni presso abbadie; quello che i nostri governanti regionali dovrebbero fare subito e senza indugio. Siamo incappati in una rete che va lacerata, perché il tempo giocherebbe a loro favore. La gente si stancherebbe, comincerebbe a dire. ” Eh, ma tanto non si ottiene niente ecc. “, ed è questo su cui giocano sempre i governanti. Non avete per caso notato, che qualunque legge scritta da somari incompetenti ( non sto parlando dei simpatici quadrupedi ) diventa legge dello stato dopo che sia stata anche avversata da manifestazioni popolari della Domenica. Questi signori ( tra parentesi ) non devono cambiare idea, ma bisognerebbe spiegar loro che la possono mantenere e parlarne alle cene di lavoro offerte dalla comunità. E’ quello che devono fare e subito che ci interessa e dobbiamo pretendere, non le loro chiacchiere con cui intendono infinocchiare chi nella maggior parte dei casi è molto più intelligente di loro e comunque più pratica. Adesso sono diventati tutti più furbi, si presentano alle elezioni con programmi che invitano a votarli e che poi strappano il giorno dopo e cosa ancor più ignobile, nascondendo le loro vere intenzioni che li farebbero subito partecipare alla gara di tiro in lungo, naturalmente nella forma e nel terreno scelto dai giudici di gara sorteggiati da coloro che vogliono gabbare. Quello che sta avvenendo adesso nella nostra provincia e che ci sta mettendo a nudo amministrazioni e conduttori che cambiano idea usando la testa altrui, adducendo scuse che meriterebbero immediatamente lunghe esposizioni alla gogna, quella vera, non quella mediatica, accusando gli altri di fare cose appena fatte da loro e che non hanno nemmeno bisogno di indizi o prove per essere dimostrate. Purtroppo, anche in questo caso non posso esimermi di prendere a conforto di quanto appena scritto, l’amministrazione civitanovese composta tra gli altri da Silenzi, Corvatta e Costamagna e a cui ogni tanto danno man forte le dichiarazione dei loro collaboratori di chiara matrice…. forse la sto sparando troppo grossa, diciamo dichiarazioni che hanno solo due punti di vista ( non sprechiamo troppe parole, non costano niente ma spenderle è un vero spreco ) o non dicono niente o dicono quello che è già stato detto e che al massimo può rappresentare il loro classico e ormai sperimentato sistema da quattro anni: accusare di quello che commettono loro. Chiudo qui, senno sembra sempre che li metta in discussione. Ma se non li metto in discussione dove li metto? Mah, ogni volta che parlo di loro non riesco a perdere il filo logico conduttore.
Però all’ombra d’ogni campanile i reparti di terapia supercazzolare andrebbero lasciati, e potenziati tutti al massimo, sennò il territorio si snatura.
Ma facciamolo a Serripola, cosi se non arrivi in tempo, però l’aria è buona.
A parte gli scherzi, Sindaco Martini, visto che non si trova d’accordo con le scelte del suo partito, come mai, non ha risposto positivamente alla richiesta del Movimento 5 Stelle, che le invitava a far parte del gruppo dei 20 sindaci promotori di referendum per ridare voce ai marchigiani in materia di sanità?
Si perchè, di comitati son piene le fosse, quello per l’inceneritore di Castelraimondo, da lei sostenuto, però quando l’inceneritore bruciava “immondizia” nel territorio di Tolentino, lei la manina alzata per sostenere le scelte del cosmari, non l’ha mai fatta mancare. Adesso ttti a sostenere il punto nascita di San severino, ma quando la 735, veniva partorita in regione, dal sio partito, lei dov’era?
Adesso dirà ai suo cittadini che sta provando ad avere l’ospedale unico a San Severino, e se invece vince Aquaroli, quello di Morrovalle sempre del pd, o Carancini, d iMacerata, sempre del pd, di chi è la colpa?????
20 sindaci che sottoscrivono il referndum proposto dal movimento% stelle, avrebbe rimesso in discussione quangto previsto per il nostro territorio, ma all’atto pratico quando c’è da metterci la faccia, se il partito dice che non s’ha da fare non si fa???
Lo dica ai sui cittadini che non ha voluto rimettere in discussione nessuna delle leggi regionali che hanno portato e porteranno allo smembramento della sanità regionale, tra cui la chiusura di San severino Marche, questo lo deve ai settempedani.