Sanità, il governatore Ceriscioli:
“Serve l’ospedale unico nel Maceratese”

SALUTE - Il presidente della Regione: "Non esiste una scelta tra Macerata e Civitanova ma vogliamo una struttura che serva tutta l'Area vasta. Dovrà avere bassi costi e accentrare le specializzazioni". Tra i punti dove potrebbe sorgere si parla di Montecosaro. Intanto Recanati per ora manterrà il reparto di Chirurgia in attesa della week surgery di San Severino. Raffica di reazioni da Civitanova, Corvatta: "Rinunceremo al nostro presidio solo di fronte ad un vero nosocomio di rete". Remigio Ceroni: "Scelte che mandano in malora investimenti milionari"

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Luca Ceriscioli

Luca Ceriscioli

 

di Federica Nardi

«Un ospedale unico di Area vasta per la provincia di Macerata è la scelta migliore per la salute dei cittadini». Lo fa sapere tramite il suo ufficio stampa il governatore Luca Ceriscioli, che rispetto alla nota diffusa ieri dal Pd Marche, fa un passo indietro e precisa: «non parlavo di un’alternativa tra l’ospedale di Macerata e quello di Civitanova ma è necessaria una nuova struttura ospedaliera di Area vasta». Un progetto che coinvolge tutta la regione, dove da qui ai prossimi anni l’obiettivo è di avere un ospedale per provincia. Si tratta dell’ospedale di Fermo (una scelta «che abbiamo ereditato e che andava finanziata», dice Ceriscioli), del Salesi, dell’ospedale unico per Marche Nord, dell’ospedale unico in provincia di Macerata e della struttura unica per la provincia di Ascoli. Ciascuno con un bacino di utenti di almeno 350mila abitanti. L’importante, fa sapere Ceriscioli, è che si apra il dibattito tra i sindaci del territorio. Una raccomandazione che il governatore aveva già fatto lo scorso agosto, da neoeletto, di fronte all’assemblea dei sindaci della provincia di Macerata. Perché è dal dibattito tra gli amministratori locali che emergeranno tempi, luogo e modi per la creazione di una struttura unica. Dove sorgerà ancora non si sa. Tra le ipotesi di cui si parla anche Montecosaro, comunque sembra più probabile la valle del Chienti ma non è esclusa la valle del Potenza. Zone del territorio baricentirche e con ampi terreni edificabili. Luoghi dove, se la decisione di costruire il nuovo ospedale fosse presa in tempi brevi, da qui a pochi anni la struttura potrebbe essere completamente operativa. Uno scenario condiviso pienamente anche dai vertici della sanità. Un ospedale con bassi costi di manutenzione (al contrario delle attuali strutture di Macerata e Civitanova), che accorperà macchinari, specializzazioni e personale, permettendo da un lato di migliorare il servizio sanitario e dall’altro di sbloccare risorse per l’assistenza sul territorio. Se si concretizzerà l’ospedale unico l’ipotesi paventata dai vertici di Area vasta per i nosocomi di Civitanova e del capoluogo è quella di continuare a sfruttarli per servizi a supporto della sanità, di valorizzarli in altro modo o di venderli. Un processo di trasformazione che in ogni caso  «va accompagnato, non può procedere per scossoni» dice Ceriscioli. Una raccomandazione che tocca da vicino il territorio del Maceratese, dove in seguito alle decisioni dell’Asur del 24 e del 30 dicembre in alcuni casi sono mancati gli accordi necessari con i medici o sono state prese decisioni che hanno aggravato le già affollate liste d’attesa. Come nel caso di Tolentino o in quello più recente della Chirurgia di Recanati. Per quanto riguarda Tolentino Ceriscioli fa sapere di non essere a conoscenza dei gravi problemi a cui sono andati incontro molti pazienti che hanno visto sfumare le liste d’attesa, riprogrammate poi all’ospedale di Macerata. Mentre per il caso di Recanati ieri il governatore ha incontrato i vertici dell’Area vasta 3. Un incontro da cui il reparto recanatese, eccellenza regionale, esce con una risposta concreta: finché non sarà pronta la week surgery (chirurgia a ciclo breve) di San Severino, i pazienti che hanno iniziato l’iter preoperatorio continueranno a essere trattati a Recanati. L’ospedale manterrà inoltre il servizio di Chirurgia ambulatoriale per due giorni a settimana. Sui punti nascita nessun passo indietro. L’applicazione dell’accordo Stato-Regioni del 2010 non subirà deviazioni di percorso, nell’ottica, dice Ceriscioli, «di garantire alle donne marchigiane e ai loro figli la massima sicurezza in un momento delicato come quello del parto».

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Tommaso Claudio Corvatta

POLITICA – Sull’ipotesi dell’ospedale nessun intervento da Macerata (il sindaco Romano Carancini in questi giorni si trova in Cina alla guida di una delegazione di amministratori maceratesi). Un presidio unico di area vasta era stato già caldeggiato dal sindaco di Civitanova Tommaso Claudio Corvatta, che però oggi, di fronte alle dichiarazioni del governatore si dice «disposto a rinunciare al presidio civitanovese solo di fronte a un vero ospedale di rete capace di garantire servizi di elevata qualità». A Ceriscioli replica il coordinatore regionale di Forza Italia, Remigio Ceroni, stupito della partecipazione al direttivo Pd del direttore Asur Alessandro Marini. «Ceriscioli raddoppia i casini che ha creato in questi pochi mesi di attività. C’è una grande confusione con continui stop and go. La scelta di ridurre a poche unità le strutture ospedaliere distribuite sul territorio manda in malora investimenti milionari – dice Ceroni – I cittadini non possono percorrere 50 chilometri per soddisfare i propri bisogni di salute. Invitiamo Ceriscioli a condividere le scelte, chi governa in Regione ha il dovere di consultare i territori». Dure le repliche dai consiglieri di Civitanova di fronte alla paventata ipotesi di chiusura dell’ospedale. Ma anche nei confronti di scelte che nel lungo periodo potrebbero costringere molte persone a rivolgersi alla sanità privata. Giovanni Corallini, Forza Italia, si chiede perché «invece di spendere decine di milioni di euro per un nuovo ospedale nel Fermano, non si investe negli ospedali già esistenti che rispondono perfettamente alle esigenze del territorio? Perché non si tagliano gli enti inutili, le consulenze e le spese? L’ospedale di Civitanova non si tocca, semmai va potenziato».

Francesco Micucci

Francesco Micucci

Gli fa eco Fabrizio Ciarapica, di Vince Civitanova: «Per Civitanova sono stati spesi oltre 8 milioni di euro di soldi pubblici per la costruzione della nuova ala, ancora vuota, e già si parla di chiusura? Perché si è speso per realizzare un nuovo edificio quando poi si taglia sui servizi, lasciando vere cattedrali nel deserto?». Ciarapica si appella anche al consigliere regionale del Pd Francesco Micucci, che oggi rassicura, sulla scia di quanto detto da Ceriscioli che nessuno dei due ospedali verrà chiuso ma che il tentativo è di dare avvio al dibattito nella nostra Area vasta su un ospedale unico. Un dibattito che «parte in ritardo – dice Micucci – i tempi in passato non erano maturi e i sindaci e politici del territorio troppo prudenti non hanno inteso dare avvio almeno a una discussione. Se emergerà una volontà condivisa di procedere su tale strada si andrà avanti in tempi rapidi per individuare un’area idonea, baricentrica, con impegni di spesa contenuti e che non richieda tempi biblici per l’intervento. Altrimenti i cittadini di Civitanova e Macerata continueranno a usufruire delle strutture esistenti, ma sarebbe persa una grande occasione di sviluppo per il nostro territorio».

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Da sinistra Michele Caporossi e Luca Ceriscioli durante la presentazione ad Ancona

SINDACATI – Non è l’ospedale unico a preoccupare i pensionati di Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp, ma la riduzione dei costi da parte della Regione. «Attendere i tempi delle attuali liste d’attesa equivale a morire e infatti la mortalità nelle Marche e cresciuta di 55mila unità», si legge nella nota diffusa dalle rappresentanze che questa mattina hanno lanciato il loro “j’accuse” nei confronti della politica regionale sul tema sanità. Molte le osservazioni critiche che hanno messo a nudo «l’evidente intenzione della regione di trasformare una riorganizzazione necessaria in una riduzione dei costi a spese della salute dei marchigiani». Osservazioni che hanno condotto l’assemblea a confermare la mobilitazione per il 12 febbraio, quando i pensionati delle tre confederazioni saranno ad Ancona per ribadire alla Giunta Regionale “Ora basta”.

TORRETTE – Nel frattempo Luca Ceriscioli ha presentato ad Ancona il nuovo direttore generale dell’Azienda degli Ospedali riuniti di Torrette, Michele Caporossi. Il governatore ha annunciato per marzo il percorso che porterà alla realizzazione dell’ospedale pediatrico “Salesi”: «Riporteremo il Salesi a punto di riferimento della sanità pediatrica regionale in un’ottica di integrazione con l’ospedale regionale di Torrette – ha detto il governatore – Abbiamo 22 milioni di euro di fondi statali stanziati che vogliamo mantenere e abbiamo individuato 50 milioni di risorse in gran parte statali per realizzare la struttura, che vedrà i reparti di Ostetricia e Ginecologia operare nella struttura ospedaliera esistente, mentre l’ospedale pediatrico regionale sarà realizzato come struttura autonoma e identitaria. Entro marzo saremo in grado di avere il percorso definito». La conferenza è stata l’occasione per illustrare altri due obiettivi per la sanità: riaffermare il ruolo chiave e l’identità storica di Torrette con una programmazione strategica che coinvolge anche l’Università e  riportare i bilanci in equilibrio non solo economico  ma tenendo conto anche delle attività,  puntando alla qualità dei servizi indicato dalla nuova Finanziaria.

 



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