di Monia Orazi e Federica Nardi
Nasce il nuovo centro provinciale per il trattamento dell’ictus e avrà sede all’ospedale di Macerata. L’unità operativa di Terapia del dolore e cure palliative di Macerata diventerà invece il centro di riferimento della regione, un “hub”, così come già indicava la legge numero 38 del 2010. Chiude il punto nascita di San Severino, insieme a quelli di Fabriano ed Osimo. Ridotti i posti letto e la spesa sanitaria. Sono queste le principali novità per l’Area vasta 3 dopo la firma, il 24 dicembre, della determina dell’Asur, che ridisegna il 35 percento delle reti cliniche delle Marche (leggi l’articolo). Anche il laboratorio di Area vasta avrà una sede unica, a Macerata.
Sul piede di guerra il Comitato per la difesa dell’ospedale di San Severino. Si stanno già studiando le carte per fare ricorso al Tar o altre iniziative «per fermare questo scellerato, iniquo e ingiustificato provvedimento che ignora le istanze di circa 100 mila persone – commenta l’avvocato Marco Massei del comitato – A velocità stratosferica, come una beffa natalizia è stata emanata la determina con cui si sopprimono i punti nascita, mi sorgono due interrogativi: l’assessore maceratese alle aree interne (Angelo Sciapichetti, ndr) non dovrebbe forse dimettersi per non aver condiviso alcuna scelta e per non aver tutelato tali aree – aggiunge Massei – inoltre perché i consiglieri comunali dei tre comuni interessati, per protesta, non si dimettono in massa? Di certo una tale iniziativa non passerebbe inosservata».
A commentare le novità anche Ermanno Zamponi, responsabile del 118 di Macerata:«Eravamo l’unica provincia senza il centro di trombolisi neurologica (la terapia per l’ictus, ndr) – dice Zamponi – Prima eravamo costretti a rivolgerci ai centri di Fermo, Jesi e Ancona e si tratta di una patologia in cui il tempo è fondamentale. A Macerata siamo quasi pronti, il centro potrebbe essere attivo già dalla prima metà di gennaio e sarà il punto di riferimento per tutta l’Area vasta». L’ospedale di Macerata accentrerà anche il trattamento dell’infarto miocardico acuto. «Si tratta di un infarto che viene individuato già nell’ambulanza o al pronto soccorso, così che il paziente possa essere subito trasportato a Macerata – prosegue Zamponi – Anche il 118 verrà riorganizzato in modo uniforme in tutta la provincia, tutto il personale farà capo a un unico responsabile». In provincia di Macerata saranno cinque gli ospedali riconvertiti in case della salute di tipo C, oggi ribattezzati “ospedali di comunità”. Si tratta di Cingoli, Matelica, Recanati, Tolentino e Treia. In tutti i cinque ospedali di comunità della provincia di Macerata sono previsti il punto prelievo, l’integrazione di cure con ambulatori specialistici e medici di medicina generale, il medico di continuità assistenziale e una serie di ambulatori di attività specialistica, diversi a seconda del presidio.
AMBULANZA – Si sdoppia l’ambulanza di soccorso avanzato 118 tra Matelica e San Severino. Il medico in ambulanza sarà presente dalle 8 alle 20 nella città di Enrico Mattei e di notte nel punto di primo intervento di San Severino, resta l’ambulanza di soccorso avanzato per tutte le 24 ore con medico e infermiere a bordo a Cingoli, Tolentino e Recanati che coprono le attività di primo intervento, a Treia presente per 24 ore l’ambulanza di soccorso base con soli volontari a bordo. L’attività di day surgery è prevista soltanto a Recanati e Tolentino.
POSTI LETTO E GUARDIA MEDICA – Ecco i posti letto previsti: A Cingoli 30 di lungodegenza (in continuità con Jesi) e 10 per cure intermedie. A Recanati 40 per cure intermedie e altri 40 per Rsa (residenza sanitaria assistenziale). Tolentino 50 per cure intermedie. Treia si riconferma un polo di riabilitazione con 24 posti per le cure intermedie, 16 per la riabilitazione intensiva extraospedaliera, 20 per la riabilitazione estensiva, gestiti dall’Inrca ex sede di Appignano. Cancellato a Matelica il medico di notte al pronto soccorso, al contrario di quanto detto in un recente incontro sanitario di Cittadinanzattiva, sono previsti 20 posti di residenza sanitaria assistenziale, 10 di riabilitazione intensiva e 10 di riabilitazione estensiva tutti quanti gestiti da una struttura privata accreditata, l’ambulanza mezzo di soccorso avanzato con medico e infermiere ci sarà di giorno soltanto dalle 8 alle 20, di notte soltanto il mezzo di soccorso intermedio Msi con infermiere a bordo, restano Stomaterapia, Radiologia, Pneumologia e altre specialità. Modificate anche le postazioni di guardia medica, ora chiamate medico di continuità assistenziale, ora saranno spostate nei punti di primo intervento degli ospedali. Nel distretto di Camerino via la guardia medica da Castelraimondo e Fiuminata, ora di notte ci si potrà rivolgere ai punti di primo intervento di Camerino, San Severino e Matelica dove sarà presente il medico, oltre alle sedi di Visso, Fiastra e Pievetorina. Via la guardia medica da Caldarola, Penna San Giovanni, quella condivisa tra Montecassiano, Pollenza e Mogliano. Le sedi del distretto di Macerata saranno Macerata, Corridonia, Treia, Tolentino, Passo S.Angelo, Sarnano. Le guardie mediche saranno gestite in modo unitario da Macerata.
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Servizi di riabilitazione gestiti da una struttura privata accreditata. E’ molto chiaro: i centri per la cura della salute dei cittadini si chiudono o vengono ridimensionati. Ma le fabbriche delle mazzette per i politici devono rimanere aperte. Non credo sia una novità che chi prende appalti pubblici deve finanziare la politica tutta, senza fare torto a nessuno; e con quali soldi nel settore della sanità? Se non con la diminuzione delle prestazioni mediche?
Stroke Unit a Macerata…finalmente la mia città non curerà più l’ictus in modo preistorico… Il futuro -che in realtà è già passato: vedasi Modena- sta arrivando…alla buon’ora…
Non sento mai tagli dei dirigenti !!!!!!Ma soprattutto tutti questi dirigenti che cosa ormai devono dirigere!!!!ahhhhh forse dirigono se stessi!???
Finalmente a Macerata viene riconosciuto quello che le spetta da anni e che negli altri ospedali provinciali c’ era da tempo immemorabile, come appunto la stroke unit. Meglio tardi che mai.
Se dovesse succedersi qualche cosa a me e la mia famiglia, spero di avere la forza di arrivare all’ospedale di Jesi o di Torrette, per altro per cose banali, per cose serie e’ indispensabile varcare il Rubicone.