Ospedali, Ceriscioli:
“Macerata e Civitanova,
ne rimarrà solo uno”

Il presidente della Regione lo ha annunciato durante il direttivo provinciale del Pd Ancona. Francesco Comi, segretario regionale del Pd: "Con questa riorganizzazione sanitaria non solo non risparmiamo ma aumentiamo i costi"

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Da destra Francesco Comi e Luca Ceriscioli durante la riunione della direzione provinciale del Pd

«In provincia di Macerata si dovrà scegliere tra il mantenimento della struttura di Civitanova e quella del capoluogo». A dirlo è il governatore delle Marche Luca Ceriscioli, durante la riunione della direzione provinciale del Pd Ancona che ieri ha affrontato le questioni della riforma sanitaria. Ceriscioli ha ricordato che con l’ultima finanziaria gli ospedali di Torrette, di Marche Nord e l’Inrca sono valutati non solo in base al budget ma anche in relazione alla quantità e alla qualità dei servizi. Un meccanismo che il prossimo anno «si applicherà a tutte le strutture ospedaliere – dice Ceriscioli – e non sarà possibile fare un piano di rientro là dove non c’è. Proprio per questo, alcune strutture probabilmente dovranno chiudere, al di là della riforma sanitaria che stiamo attuando». Per quanto riguarda le altre strutture ospedaliere regionali, la scelta che si profila per la provincia di Macerata «dovrà farsi tra l’ospedale di Ascoli e quello di San Benedetto – dice Ceriscioli – mentre a Fermo si realizzerà il nuovo ospedale. Quanto al Salesi, il nuovo pediatrico sarà costruito in prossimità dell’ospedale regionale, con ostetricia e ginecologia al sesto piano di Torrette. Per la realizzazione del nuovo Inrca, dopo varie battute d’arresto, adesso è subentrata la nuova azienda e tutto dovrebbe procedere per il meglio. A Fabriano stiamo verificando la possibilità di attivare l’Area funzionale omogenea, alcune strade sono percorribili, altre no. Ad ogni modo, si tratta di una misura di accompagnamento alla chiusura dei punti nascita e non va a cambiare la natura della scelta che abbiamo fatto».

Direzione provinciale PD Ancona_20160125_2Tra i punti affrontati dal governatore anche la necessità di procedere entro fine febbraio con le nuove assunzioni, per garantire turni e posti letto. Il tutto nella prospettiva di qualificare i servizi: «Dobbiamo spostare il punto di vista: non ragionare più per strutture, in modo conservativo, ma per servizi, su un sistema, cioè, che incrementi e incentivi la risposta ai bisogni delle persone. Dal punto di vista delle risorse – ha aggiunto Ceriscioli – non siamo in periodo di risorse crescenti, ma non siamo neanche in un precipitare di risorse. Sta a noi con la riorganizzazione della risposta riuscire a far fronte a bisogni». Sulle risorse necessarie per qualificare i servizi interviene anche Francesco Comi, segretario regionale del Pd: «Questa riforma non si fa per tagliare le spese. Con questa riorganizzazione sanitaria non solo non risparmiamo ma aumentiamo i costi. Ad esempio, a Loreto si investiranno 38 mila euro in più, a Chiaravalle 117 mila, a Sassoferrato ci sarà un incremento di risorse di oltre 400 mila euro. Questa è una riforma che qualifica i servizi e, come tale, richiede più risorse». Una riforma che ha trovato tutti concordi nella necessità di proseguire nella direzione intrapresa: «Se entro il mese di febbraio non realizziamo questa riforma – dice Comi – perdiamo 110 milioni di euro di risorse nazionali legate al virtuosismo della nostra regione nella gestione delle risorse e nell’offerta dei servizi e non potremmo procedere con nuove, fondamentali, assunzioni». Alla riunione hanno preso parte anche il presidente della Commissione regionale Sanità, Fabrizio Volpini ed il direttore generale dell’Asur, Alessandro Marini.

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È proprio di questi giorni l’editoriale di Giancarlo Liuti sulla difesa dell’ospedale di Macerata (leggi l’articolo).

(Fe. Nar.)



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