Gian Mario Spacca con Matteo Renzi in occasione dell’alluvione di Senigallia. Anche la macata concessione dello stato di calòamità per il maltempo del 4 e 5 febbraio tra le doglianze dell’amminsuitrazione regionale
di Marco Ricci
Il governo Renzi, durante il Consiglio dei Ministri di questa mattina, ha deciso di fare marcia indietro e di non impugnare davanti alla Corte costituzionale la legge regionale marchigiana che consente al governatore uscente, Gian Mario Spacca, di candidarsi e di essere rieletto per la terza volta come governatore (leggi l’articolo). La legge regionale, approvata appena a febbraio di quest’anno, stabilisce che non è eleggibile chi ha ricoperto l’incarico di presidente della Regione per due legislature consecutive, ma allo stesso consente una deroga per il governatore uscente facendo scattare il limite dei due mandati dalla prossima legislatura. Per il Consiglio dei Ministri l’impugnazione alla consulta avrebbe “ampi margini di incertezza”, un cambio di rotta rispetto ai documenti presentati all’ordine del giorno del governo dove tale deroga veniva considerata priva dei necessari principi di astrattezza e generalità, poiché desinata ad essere applicata una sola volta e per di più nei confronti di una sola persona e dunque incostituzionale, così come rilevava la relazione presentata al CdM.
Il Governo, prima delle decisione di oggi, sembrava intenzionato oltre ad impugnare la legge regionale, e considerando i tempi stretti entro cui si svolgeranno le prossime elezioni previste per il 31 maggio, a chiedere addirittura alla Corte costituzionale l’emissione per “gravi ragioni” di un’ordinanza motivata che avrebbe dovuto sospendere la legge in attesa del pronunciamento definitivo della Consulta, tagliando così Spacca fuori dai giochi. Il governatore uscente, appoggiato nel 2005 e nel 2010 dal centro sinistra, è sostenuto ora nella sua terza candidatura da Forza Italia, Ncd e Area Popolare, in pratica da una bella fetta di centro destra.
La legge regionale discussa oggi dal governo fu approvata sostanzialmente all’unanimità dal Consiglio regionale delle Marche, con i favori sia del centro destra che del centro sinistra, lasciando di fatto a Spacca la possibilità del terzo mandato. Da allora, seppure le crepe erano ormai evidenti, prima la rottura definitiva tra il governatore e la sua maggioranza, poi la possibile contestazione da parte del governo, oggi infine la rinuncia a sollevare la questione fino alla Corte costituzionale. Non è escluso che nella decisione di non impugnare la legge regionale possa avere avuto il suo peso la circostanza che Ncd, oggi al governo con il Pd di Renzi, sia invece con Spacca nella sua corsa per la presidenza delle Marche.
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Come si dice, non ci intralciamo.
Insomma il modo per andare d’accodo lo si trova sempre.
D’altronde hanno governato insieme per 8 anni, decidendo di aprire ben 42 centrali a biogas, di stoccare sotto San Benedetto, gas, pura sapendo e conoscendo la pericolosità di tale pratica, stoccare sotto uno dei posti turistici più belli d’Italia, dove la gente va per il bel mare, la cucina ed un paesaggio fantastico.
Fotovoltaico su campi e colline, deturpando uno scenario meraviglioso.
La SANITA non a servizio del paziente, ma di posti dirigenziali, ed ora sui cartelloni si legge , Marche 2020 obiettivo salute. Quale? Quella di ospedali da chiudere, perché resti solo Ancona torrette??
Si, perché non ve lo hanno detto, ma questo è l’obiettivo.
Perché cambiare ora?
Perché attaccare Spacca,,, fan finta, sperano di arrivare primo il pd, ed a ruota marche 2020, poi vedrete come andranno ancora a braccetto.
D’altronde non si sono mai avversati.
Un prete non prende decime da un altro prete…