di Marina Verdenelli
Più vicine all’Abruzzo che all’Umbria. Le Marche e Macerata guardano alla riforma delle Regioni, la più complessa e importante che si sta delineando nel panorama nazionale, con un po’ di perplessità e preoccupazione. Soprattutto dopo il taglio del nastro del penultimo tratto della superstrada Civitanova-Foligno, avvenuto venerdì scorso a Colfiorito (leggi l’articolo), quando il governatore Gian Mario Spacca è intervenuto auspicando per il territorio «Una regione appenninica in grado di gestire le scelte delle popolazioni confinanti di Marche e Umbria». In quella occasione si era detto sicuro che questo fosse anche nella mente del ministro ai Trasporti e alle Infrastrutture Maurizio Lupi che, presente all’inaugurazione, non aveva obiettato.
Ma a quanto pare le Marche saranno sì più vicine ma all’Abruzzo e non all’Umbria. Con la terra di D’Annunzio c’è già un disegno di accorpamento insieme ad una provincia del Lazio, Rieti, e ad una del Molise, Isernia, delineato dai parlamentari del Pd, il deputato Roberto Morassut e il senatore Raffaele Ranucci, nel disegno di legge costituzionale sulla riduzione delle regioni italiane da 20 a 12. E L’Aquila dovrebbe essere il capoluogo della nuova regione adriatica. Questo il quadro tracciato in una prima bozza che ora vedrà scendere in campo una apposita Commissione tecnica, appena costituita, che entro sessanta giorni dovrà fornire una relazione al governo per definire il perimetro della riforma.
In questo quadro sembra sorridere solo Pesaro che verrà accorpata nella regione Emilia Romagna. Una provincia da sempre con una una vocazione chiara, nelle aspirazioni politiche ed imprenditoriali, ad “emigrare” più al nord. Anche se l’attuale sindaco renziano Matteo Ricci ad ottobre ha proposto «Mettiamo insieme le regioni del Centro Italia ad iniziare da Marche e Umbria». Un progetto sulla falsariga di quello leghista.
Al lavoro ci saranno 13 geografi. Saranno loro, riga e compasso in mano, esperti di fenomeni fisici e umani, a decidere le sorti del nuovo assetto regionale dell’Italia compreso quello delle nuove Marche. Come è vista la novità a Macerata? «Molto male – interviene Antonio Pettinari, presidente della Provincia di Macerata – siamo alle comiche. Questo denota una poca attenzione per il territorio. Gli accorpamenti si fanno con delle finalità precise che sono una migliore gestione dei servizi a beneficio dei cittadini. Accorpare le Marche con l’Abruzzo non ha un senso perché i territori sono molto diversi, con l’Umbria abbiamo più omogeneità. Si sta continuando con lo stesso criterio errato utilizzato per le province».
E nei comuni confinanti con l’Umbria? Il sindaco di Serravalle, più vicino al dorso umbro, è incredulo. «Non vedo peculiarità con il territorio abruzzese e con quello delle province di Rieti e Isernia – commenta Gabriele Santamarianova – per legami e per cultura. Sarebbe un errore, meglio l’Umbria. La nostra provincia e i nostri comuni hanno caratteristiche simili al versante umbro e l’alto Maceratese lo ha con il versante Appenninico. In più va considerata anche l’inaugurazione avvenuta proprio la scorsa settimana della strada di collegamento che renderà più vicine le Marche con Foligno. L’Anci si sta già muovendo anche per capire come gest«ire i servizi. Se non saremo con l’Umbria si perderà la centralità del territorio e molte zone rimarranno emarginate anche per gli sviluppi economici. Insomma un danno».
Gabriele Santamarianova, sindaco di Serravalle
La prima idea di riorganizzazione delle Regioni era arrivata nel 1992 da uno studio della Fondazione Agnelli che prevedeva la riorganizzazione del territorio italiano in 12 macro-aree, secondo criteri legati al ” residuo fiscale pro capite “, vale a dire all’autosufficienza finanziaria delle attuali regioni. Un’altra proposta era stata data dall’UE con la visione del territorio italiano, ai fini della redistribuzione territoriale dei fondi strutturali, ripartito in 5 macro-regioni come indicato nella cartina allegata all’articolo. Un’altra recente proposta, basata su uno studio dell’Istituto Geografico Italiano prevede invece, al posto delle attuali regioni e province, l’istituzione di 36 nuove unità regioni/dipartimenti, tutte quante con uno “statuto speciale”.
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Vedo possibile l’unione, con noi abruzzesi, della sola provincia di Ascoli Piceno, analogamente a quanto proposto per Pesaro-Urbino verso la Romagna.
Una vera regione centro potrebbe nascere dall’unione dell’Umbria con le province di Ancona, Macerata e Fermo, che mostrano spiccate caratteristiche di omogeneità socio-economica e culturale.
Il presidente della Provincia si degni di prendere atto che la sua avventura politica, almeno per questo caso, è terminata. Si dimetta insieme alla sua giunta e non ostacoli il rinnovamento altrimenti si potrebbe pensare che rimane solo ed asclusivamente per le laute prebende.
penso che l’EUROSTAT ha visto meglio dei nostri politici, le marche è molto più vicina culturalmente all’umbria, lazio e toscana ma nn mi meraviglio perchè da molto ho capito che i nostri politici (di qualsiasi corrente) nn capiscono un cavolo dei problemi italiani
Gli accorpamenti hanno sempre un che di artificioso, specie se derivano più da un impulso di risparmio e semplificazione che da ragioni profonde. Tuttavia la proposta Morassut di unire Marche e Abruzzo sembra in effetti un’appiccicatura, battezzata appunto col nome per nulla specifico di “Adriatica”. Se però la contrarietà all’ipotesi in questione derivasse solo dal desiderio di unirsi ad aree che paiono più ricche e dinamiche, Emilia Romagna e Umbria ad esempio, nella speranza di opportunità nuove per semplice contatto o travaso, dimostreremmo ingenuità verso gli altri e sfiducia in noi stessi. In ogni caso la Civitanova-Foligno, più che unire meglio Marche ed Umbria, dovrebbe nelle intenzioni originarie collegare tirreno e adriatico e favorire comunicazione e sviluppo a pettine.
Stanno sfasciando l’Italia, “non sanno quello che fanno perché non sanno”!
Essendo i politici a proporre, ovviamente questi sono i risultati!!!! Non riuscite a farne una bene !!!
Ma noi siamo cugini dell’Umbria nn dell’Abruzzo!
Io mi rifiuto
Per tradizione culturale, contiguità territoriale, visione d’insieme, progetti infrastrutturali, comunione storico geografica (Stato Pontificio) appare logico, quanto scontato, l’accorpamento con l’Umbria…appunto logica e politica mal si combinano spesso e questi ne sono i risultati: ma dico, per esempio Fossombrone (PU) con Capracotta (IS) che “c’azzecca” (cit. A. Di pietro)?
le comiche.
anzichè decentrare, accentriamo.
il prossimo passo, sarà l’eliminazione delle Regioni, poi dello Stato.
Di questo passo, prima o poi qualcuno si ritrovera’ a fare il sacrestano a S. Maria in Selva.
È chiaramente in atto un processo di centralizzazione per cui se non abiti a roma a firenze o a milano abiterai in un territorio che non conterà più nulla. le marche saranno smembrate e pesaro avrà come capoluogo bologna e il resto addirittura l aquila. notare come ne godranno roma bologna milano torino firenze bari … in pratica in italia esisteranno e avranno importanza su servizi e risorse qurlle che ora sono già le città metropolitane, Italia di serie A. il resto serie b o c.
ma non hanno nient’altro da fare a roma… io ridefinerei i connotati a tutti i politici…
Quello che i politici fanno è distruggere, la divisione di Eurostat è sicuramente la più ovvia !
Però magari c’è Peppe che ha più potere e sposta più territorio verso casa sua, e Mario che ha interesse verso Nord lascia fare a Peppe, poi c’è Andrea che magari ha più voti ad Est e si accorda con Giorgio che ha potere ad Ovest, alla faccia di tutti i Fantozzi (noi Italiani) che ci ritroviamo in mezzo ai problemi…….
(tutti i nomi sono di pura fantasia….. ma la morale è questa) .
Non si può fare una raccolta di firme per scongiurare quest’ennesima porcata?
È interessante notare che secondo questa ipotesi roma sarebbe capitale , città metropolitana e capoluogo di regione
Firenze capoluogo di una toscana allargata con tutta l umbria e viterbo. napoli capoluogo di una campania allargata . e via dicenfo. marche disciolte a favore di Abruzzo ed emilia.
a parte le giuste valutazioni storiche già fatte, mi domando se roma, per esempio, continuerà a beneficiare di leggi speciali (e di fondi pubblici) come quelli per Roma capitale o per la città metropolitana. stesso discorso per le altre piccole capitali che si creeranno con relativi enormi centri di potere. mi pare una proposta scellerata che penalizzera’ i cittadini di ‘periferia’ che diventeremo , noi marchigiani in primis.
adoro l’abruzzo e ne sarei molto felice di questo accorpamento.pero questa è una decisione da fare solo ed esclusivamente dopo un referendum non è che questi possono fare tutto quello che vogliono.
Una sana partita a Risiko è di certo più eticamente corretta di recenti passatempi a cui si sono dedicati alcuni politici…..ma dotarsi dell’apposita scatola del gioco sarebbe meglio rispetto a giocare sui territori e le vite degli italiani!!!!!!
Vogliamo accorpare le regioni?
Non se ne vede l’utilità, ma anche fosse vogliamo farlo sulla base di cultura, storia, orografia, funzionalità???? Per esempio!!!!
Ma che mestiere facevano, ammesso che ne facessero uno, queste due menti fantasiose prima di diventare deputato e senatore?
Oppure dietro c’è un disegno ben preciso che tende a raggiungere un obiettivo certo? Tipo: scuotere il PD e farlo crollare a percentuali inferiori a quelle di NCD….perchè una proposta del genere è la strada giusta solo per arrivare a questo.
Ci tolgono una realta’ economica virtuosa e un centro culturale come Pesaro e Urbino e ci accorpano in un pattume amministrativo che arriva fino ai monti del Sannio, un affarone.
Come la chiameranno questa nuova regione, Mezzogiorno Ulterior?
Le varie proposte che si susseguono in questi ultimi tempi, sul riordino delle Regioni, sembrano fatte:
da persone fortemente disturbate con l’aggravio che:
– dormono poco la notte
– hanno evidenti segnali di abusi di barbiturici
– hanno fortissime difficoltà psicomotorie
– sono risultate positive all’uso di sostanze psicotrope
Che ci sia l’esigenza di razionalizzare un sistema regionale eccessivamente frammentato credo che sia indiscutibile anche se questo fa pensare a qualcuno di un ritorno indietro verso l’accentramento (non è che il decentramento ci abbia fatto guadagnare in efficienza, trasparenza o controllo dal basso !) . Detto questo poi si può discutere molto circa le aggregazioni più funzionali. Al di la di storia o costumi o cultura a me sembra evidente che il corridoio adriatico rappresenti un criterio “forte” per l’aggregazione data la maggiore facilità di comunicazione e l’affacciarsi verso lo stesso mare (che significa turismo, relazioni con l’altra sponda etc) . Come per gli Umbri sia più facile pensarsi collegati con Roma o Firenze sempre per ragioni orografiche e oggi anche di infrastruttura . Non è un caso forse che solo qualche settimana fa le regioni dell’Umbria e del Lazio hanno realizzato un accordo per l’integrazione di alcuni servizi sanitari.
Quando si capirà che questo giochetto di smontare lo Stato a pezzetti, di cambiare continuamente regole e competenza senza avere in testa un’idea precisa di come s’intende riorganizzare il tutto provocherà solo caos, non farà risparmiare un euro e non migliorerà la vita dei cittadini? Aspettiamo una nuova generazione di Italiani (e di classe dirigente) augurandoci che sia migliore di quella attuale e che nel frattempo non siano stati fatti danni irreparabili.
Se ci uniscono con l’Abruzzo è rivolta, ma questi stanno fuori!!!! E’ ora di non pagare più le tasse!!!
MI SEMBRA PIU’ SENSATA LA VECCHIA PROPOSTA DEL CARO VECCHIO PAZZO BOSSI, MENO ARTICOLATA E PIU’ FACILE DA DISEGNARE. LE TRE GRANDI REGIONI: PADANIA O LONGOBARDIA, ETRURIA E MEDITERRANEA. SUDDIVISA COSI’ DAI DUE GENIALOIDI DEL PD, MI SEMBRA FATTA PIU’ PER AFFINITA’ DI VINI CHE NON DI PERSONE. ANCHE SE EFFETTIVAMENTE POTREBBERO SORGERE DEI PROBLEMI CHE SOLO IL NOSTRO PARLAMENTO POTREBBE DISTRICARE, COME AD ESEMPIO IL VERDICCHIO DI MATELICA CHI MI SEMBRA ABBASTANZA DIVERSO DAL CLASSICO VERDICCHIO DEI COLLI DI JESI. QUINDI IL TAGLIO DELL’ETRURIA ANDREBBE FATTO PIU’ O MENO A CINGOLI COSI’ PORTORECANATI ANDREBBE ALLA LONGOBARDIA E PORTO POTENZA ALL’ETRURIA. COSI’ CORVATTA DIVENTEREBBE UN PADANO, SILENZI UN ETRUSCO E COSTAMAGNA UN BIRICOCOLO.
La proposta di Regione Adriatica come formulata dai due esponenti PD non ha senso, meglio quella di Eurostat. Cosa ci azzecchiamo noi con la provincia di Rieti e quella di Isernia, non è dato sapere. Poi avere come capoluogo della Regione Adriatica una città (L’Aquila) non proprio sul livello del mare suona come presa per i fondelli. Le proposte andrebbero fatte la mattina presto, a mente sgombra e lucida e non dopo i pasti, magari innaffiati con del buon vino!
…..e sta gente la paghiamo pure.
Qualsiasi cosa, l’Abruzzo, il Molise, la Puglia, la Grecia ….. Pur di liberarci di Pettinari e sodali.
Hanno accorpato regioni a statuto speciale nel loro disegno perverso, è ovvio che non può andare avanti come cosa. Da Abruzzese che vive a Macerata sarei contento che il capoluogo fosse L’Aquila, il problema è che non riesco a pensare ad una città meno collegata di L’Aquila, sopratutto con le Marche.
L’Abruzzo dovrebbe unirsi alle altre regioni del Sud e fare un unica regione a statuto speciale con capoluogo Palermo (come se fosse una “grande Sicilia”) e suddividersi in grosse province per essere davvero autonomo. Le Marche dovrebbero invece rimanere così come stanno assieme al resto d’Italia.
Morassut, è bene ricordarlo, era il capo del PD capitolino mentre Buzzi e Carminati si davano da fare con i suoi compagni.
Comunque, la settimana scorsa al consiglio regionale dell’Umbria si è sentito risuonare un sonoro “con le Marche!”
allora ci dica pettinari come accorpare le regioni e renderle economicamente efficienti…aspettiamo il suo business plan!…qui si parla di soldi,non di polenta…..
I Pesaresi si sono sentiti sempre romagnoli sfigati e il bravo sindaco renzi-style porterà la provincia nella regione delle coop rosse. Scontato.
Dato che la ripartizione non porterà nessun vantaggio economico, sarà solo per interessi politici ed elettorali. L’unica soluzione razionale sarebbe abolire tutto.
Quelli di Pesaro sono contenti? Andassero a chiedere ai romagnoli cosa vuol dire star sotto Bologna…
Vorrei tanto conoscerli questi due parlamentari che dicono queste ca…ate, un po di storia, un po di geografia l’avranno mai studiata…….cmq il problema è da ricercare tra noi (anche fra i ns politici locali), non ci facciamo sentire per bene nei posti dove serve (a Roma), forse nel pesarese si fanno sentire in pò di più giustamente, e anticipano le decisioni che vengono dall’alto con fusione di Comuni e passaggio di pezzi del territorio in Emilia Romagna.
Niente paura, è chiaro che questo progetto di riforma delle Regioni s’infrange contro il pesante veto del Sindaco di Serravalle del Chienti, sommato al veto ancor più pesante del Presidente della Provincia di Macerata.
Che ne dite di fare una regione a S.Maria in Selva? E’ piccola? allora ci annettiamo pure Camporota! Non basta ancora? allora accorpiamola con Fraticillu, ma non ci allarghiamo troppo sennò Pettinari non riesce a governarla tutta e deve farsi aiutare, così poi aumentano anche le spese e con la spending review (come .azzo si scrive) dobbiamo poi spegnere i riscaldamenti in chiesa e Don Peppe si becca il raffreddore!
insieme a questo calderone non dimenticatevi pure il progetto della Macroregione Adriatico-Ionica. Noi dell’adriatico, dal Friuli al Salento siamo tutti Uniti. (insieme alla Lombardia mi pare e alla Sicilia). Una bella macedonia.
e mi spiegate poi cosa ci azzeccherebbero una provincia laziale e la sfigata e depressa isernia con noi??? e l’aquila uno dei posti piu’ desolati e difficilmente raggiungibili sarebbe il capoliuogo adatto???? ditelo ad uno di sarnano,di offagna etc,,,che se ha cose da fare presso il capoluogo di regione fa’ prima ad arrivare a bologna che a l aquila…e poi le marche cosa dovrebbero essere ???? la salvaguardia lavorativo economica di zone fortemente depresse/represse anche a livello culturale????
vendesi regione marche al miglior offerente.