di Maria Cristina Pasquali
Nella ricerca da parte dei nostri giovani di una formazione internazionale non tutto è facile e non tutto è “rosa”. Conoscenza dell’inglese e dell’uso del computer sono ormai prerequisiti da non mettere neppure in discussione, così come avere una laurea o una specializzazione già acquisita in qualche campo. Ma ormai anche un profilo con esperienze di studio e di lavoro all’estero nel curricolo è diventato indispensabile. Specialmente se il “training” viene fatto a Hong Kong. E allora “rimbocchiamoci le maniche e andiamo avanti” questo ci sembra il senso dell’intervista di oggi. Leonardo Grattini ha scelto il settore economico e finanziario e questo mondo si muove veloce e si muove nella direzione dell’internazionalizzazione. Allora o ci si cristallizza , o ci si adegua. Come dire o ci si muove o si rimane “stagnanti”. Ognuno fa le sue scelte. La gioventù di solito ama le sfide, ama le nuove esperienze e molti giovani oggigiorno possiedono anche un forte desiderio di “professionalizzarsi” e sanno dove vogliono arrivare a differenza direi delle precedenti generazioni che spesso andavano a tentoni. I nostri migliori laureati sono tutti rampanti ed in carriera. Ed è giusto che sia così. E lasciamo ai nostri saggi lettori maceratesi disquisire se è vero il proverbio “Chi si ferma è perduto”. Maceratese classe 1987 Leonardo Grattini è “account manager” per il gruppo (P&P) a Hong Kong, il paese della finanza e del commercio internazionale, da giugno 2012. Dopo il liceo scientifico si è laureato con lode in Scienze Economiche e Finanziarie ad Ancona nel marzo 2012 dopo aver trascorso un anno nel dipartimento di Economics a Stoccolma nel 2007, un’estate a Dublino nel 2007 ed una a Palma di Maiorca nel 2008 lavorando come cameriere, imparando quindi inglese e spagnolo.
Di che cosa ti occupi esattamente Leonardo? «Sono account manager; gestisco un portafoglio clienti. L’obiettivo è assisterli e favorirne lo sviluppo nel sud-est asiatico. Il nostro Gruppo (P&P) gestito da tre italiani ormai ad Hong Kong da 10 anni, offre servizi di costituzioni societarie e conseguente tenuta statutaria, contabile/amministrativa e di gestione del personale. Sono responsabile di due dipartimenti, il primo si occupa delle costituzioni dei differenti veicoli societari e il secondo di interrelazione con le differenti banche locali. Siamo circa 35 persone ad Hong Kong e abbiamo altri 4 uffici in Asia, due di rappresentanza in Europa e uno in Messico.»
Quando hai deciso di lasciare l’Italia? «A Settembre 2012 sarei tornato a Stoccolma per un dottorato in macroeconomia. Non sapevo neanche dove fosse esattamente Hong Kong. Grazie ad un conoscente sono entrato in contatto con i miei datori di lavoro che cercavano ragazzi appena laureati, proprio come me. In un mese ho cambiato programmi. Così sono partito da stagista con rimborso spese, spese che sapevo non avrei mai coperto. E partendo ho lasciato le persone più importanti della mia vita.»
Hong Kong dovrebbe essere la parte più evoluta della Cina. «Abito in Hong Kong Island, ad una fermata di metropolitana da Central. Qui vivo in mezzo ai grattacieli ed alla frutta fresca. Vivo freneticamente, tra le sue pendenze. .Gran parte del territorio di Hong Kong è collinare con forti dislivelli e circa il 40% della superficie è riservata a parchi e riserve naturali La vita è frenetica qui. I cinesi sono gran lavoratori, direi umili, ma non modesti. Vivo la città in tram e a piedi tra i frutti di mare lasciati ad essiccare per strada. Avvolta nei suoi profumi intensi, spesso fastidiosi. Alla ricerca di un taxi e meravigliato ogni volta da Tai Long Lan, splendida spiaggia nella parte nord est della città. Hong Kong prova a convincerti che la comodità e il benessere siano solo a portata di portafoglio. Passo i miei fine settimana ad allenarmi o a studiare. Faccio Wing Chun e frequento un corso di specializzazione, volto ad ottenere la qualifica di Chartered Secretary cioè una figura necessaria all’interno delle Public Companies (le nostre società per azioni).»
E mangi nei ristoranti cinesi? « Non gradisco la cucina asiatica. Inoltre di Hong Kong non mi piace l’umidità e gli spazi troppo stretti. Il costo della vita può essere relativamente basso se ti adegui alla cucina locale e ti adatti a vivere in spazi molto piccoli. Io vivo da solo in un piccolo appartamento-studio, ex ufficio. Mi basta attraversare la strada per essere a lavoro. Ci sono comunque molti ristoranti italiani, di buona qualità.»
Che ha di speciale Hong Kong? «Hong Kong è ancora considerata un paradiso fiscale. E’ il Paese della finanza e del commercio internazionale. Gode di una bassa tassazione sui profitti aziendali (16,5%), nessuna tassazione sui consumi, sui capital gain/rendite finanziarie, i dividendi distribuiti sono tax-free e non viene richiesto un giustificativo sulla provenienza dei fondi investiti.»
Cosa resta come eredità del protettorato britannico a H.K.? «Ritengo che la forza di Hong Kong sia anche la diretta conseguenza del periodo coloniale, è evidente parlando di sistema educativo, governativo, organizzativo ed infrastrutturale. A differenza dei cinesi gli “hongkonghesi” parlano inglese: ciò migliora e favorisce molto le relazioni.»
Secondo te è impossibile un’integrazione con i cinesi o ce ne sono alcuni con cui si potrebbe fare amicizia? Le donne cinesi amano gli italiani? Come sono le donne cinesi? «Sì, è possibile. Non nascondo che le differenze culturali si percepiscono. Circa le donne locali o cinesi, sono donne che amano essere corteggiate e generalmente agli italiani piace provare. Anche perche ce ne sono alcune molto belle ed istruite»
La filosofia e il grande passato della civiltà cinese non ti destano alcuna curiosità? «Ripongo molta curiosità nella filosofia orientale e sono appassionato di arti marziali. Faccio Wing Chun (uno stile di kung-fu), tanti ne sono i fondamenti e le rispettive applicazioni.»
Cosa hanno da insegnarci i cinesi? «La voglia di rischiare, investire e pensare in grande. Fattori che conosciamo e che ci appartengono (a appartenevano?)»
Incontri molti connazionali? «Ci sono 2866 italiani iscritti AIRE fino allo scorso gennaio. La comunità italiana è vivace, con una forte presenza del Consolato e della Camera di Commercio Italiani. La nostra clientela è per ora principalmente italiana. Settori del lusso, fashion, design, F&B e della logistica. Così non dimentico mai le mie radici e non posso “perdermi”. Ad Hong Kong sono presenti istituzionalmente : Consolato Generale, Istituto Italiano di Cultura, ICE e Camera di Commercio. Inoltre c’è la “Dante Alighieri”, una scuola che offre corsi d’insegnamento introduttivi e specifici della nostra lingua e cultura e il Fogolar Furlan, un’associazione no-profit presente in tutto il mondo il cui obiettivo e` raggruppare i friulani all’estero. Sarebbe probabilmente interessante poter avviare un progetto simile per noi marchigiani.»
Quando pensi alle Marche ? «Mi piace immaginarmi a riposare e a rilassarmi nelle mie Marche. E’ difficile trovare montagna, collina, campagna, mare e centri storici.. tutto raccolto, ma così ben distribuito. Mi manca la mia famiglia Mi mancano i miei cari e le mie abitudini, a questa mancanza credo che non mi abituerò mai veramente. I miei giri in motorino e il Campo dei Pini. Mi mancano le colline intorno a Camporotondo del Fiastrone e mi manca la spiaggia di Mezzavalle. L’odore del tramonto da Montanello. Le Cesane e Col di Giove. Torno a casa due volte l’anno: in estate e a Natale. Torno sempre a casa per il mio compleanno.»
Quale è stata l’esperienza più bella o le esperienze che hai fatto da quando sei fuori? «Ne vorrei nominare solo una. Quando ero a Stoccolma abitavo nel campus universitario di Kungshamra. In inverno andavo a lezione pattinando sul Brunnsviken ghiacciato, un lago che mi permetteva di raggiungere il Campus Frescati dove era ed è tuttora l’Università. Bellissimo ed unico!»
Insomma mi sembra di capire che dopo aver visto altri paesi hai rivalutato l’Italia? «L’Italia è piena di cose semplici ed è nata da persone giuste. Un paese piccolo ma con molta cultura, fa veramente specie rendersi conto del momento critico che sta attraversando. Tutti gli emigrati italiani credo ci abbiano lasciato il cuore… nella valigia non entrava. E sentono un grande amore per la patria. Mando un abbraccio alla mia famiglia. Ringrazio Cronache Maceratesi e ringrazio lei per la sua cortesia.»
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Non conosco il ragazzo dell’ articolo. Mi ha molto colpito la sua capacità di cogliere al volo le opportunità in un paese lontano. Ancora di più mi hanno colpito le parole sulla sua terra che gli appare evidentemente bellissima, come in effetti credo che sia, seppure da qui a volte non sembri. In bocca al lupo.
la sua terra gli appare bellissima perché ci ha lasciato i suoi affetti…è ancora più encomiabile partire da soli…e vivere in una metropoli come Hong Kong…vi assicuro che è dura……ma lui ce la farà!!! e bravo Leonardo!!
Auguri a Leonardo …. anche se io penso che un Italiano vero deve lottare in patria per la sua terra e le sue origini….. se l’opzione è emigrare quanto fatto dai nostri antenati sarà inutile…..