di Maria Cristina Pasquali
E’ veramente singolare notare come tutti i nostri giovani maceratesi di successo all’estero abbiano caratteristiche della personalità molto simili. Decisamente intraprendenti non hanno paura di girare il mondo. Competenti nell’utilizzo delle lingue straniere e professionali nel loro campo, sono dotati di forza di carattere, caratteristiche che fino a qualche anno fa pochi possedevano. E la capitale londinese offre sempre molto. Se tuttavia queste qualità si sono formate a Macerata vuol dire che la nostra provincia, le nostre famiglie, le nostre scuole, insomma il nostro ambiente hanno saputo dare una solida formazione.
Esther Mocchegiani possiede, forse, una marcia in più, un senso dello humour, una gioia di vivere ed un amore evidente per la creatività e per l’arte che le deriva anche dalla sua passione per la danza, coltivata per anni nella nostra provincia italiana, che le ha consentito di frequentare poi ambienti diversi e di arricchire il suo bagaglio di esperienze. Nata a Corridonia nel 1983, così inizia il suo racconto: «Mi sono trasferita a Londra a fine ottobre 2010. Più di tre anni fa. In realtà ho lasciato l’Italia “per gioco”. Non avrei mai pensato che Londra potesse diventare la mia nuova città. Tutto è iniziato con il mio amore per lingue straniere. Ho frequentato il mitico liceo scientifico Galileo Galilei a Macerata in una sezione bilingue inglese/francese, dove ho iniziato a studiare e ad appassionarmi sempre di più a queste due nuove lingue anche grazie allo storico professore Dante Guglielmi. Lui conosceva il francese come l’italiano e sono sempre rimasta affascinata da chi, come lui, sia in grado di destreggiarsi passando da una all’altra lingua con grande facilità. Successivamente, arrivato il momento di scegliere l’università, ho deciso di iscrivermi al corso di laurea di Lingue e Comunicazioni Internazionale dell’Università di Roma Tre, decidendo così di trasferirmi nella capitale. Già a 19 anni sentivo il paesello (Corridonia) e la cittadina (Macerata) troppo stretti e provinciali. Avevo davvero tanta voglia di confrontarmi con gente che non apparteneva alla mia realtà. Inoltre una mia grande passione è sempre stata il ballo e Roma mi ha offerto anche grandi possibilità sotto il punto di vista della danza».
Avevi fatto dei corsi di danza a Macerata? «Avevo iniziato a studiare danza a Macerata, con la “maestra Vale”, Valentina Pierandrei bravissima coreografa non solo a livello locale e poi, una volta trasferitami a Roma ho continuato lì a perfezionarmi con maestri di fama internazionale. Mi sono tolta grandi soddisfazioni sotto questo aspetto. Ho fatto parte della compagnia di Kledi e Veronica Peparini (attuale coreografa del musical “Romeo e Giulietta, Ama e cambia il mondo” nonché insegnante nel programma tv Amici) e mi sono esibita in diversi spettacoli teatrali . Insomma ho adorato e goduto “la dolce vita” romana a tutto tondo! Ma poi, una volta laureata, dato che ho sempre bisogno di cambiamenti, ho deciso di muovermi a Milano, dove ho iniziato a lavorare in uno showroom utilizzando le lingue straniere. Da lì, dopo circa un anno di movida milanese, è stata la volta di Londra»
Di che cosa ti occupi ora? «Ho cambiato impiego da poche settimane. Ho appena terminato infatti un contratto con l’azienda Tiffany & Co, dove mi occupavo dell’e-commerce/direct marketing per il mercato britannico e italiano e ora lavoro per Designers Guild, un’azienda inglese leader nel settore del design d’interni di lusso e nello specifico lavoro nel team italiano. Mi occupo dei rapporti di vendita con l’Italia e con i rappresentanti italiani. E’ un lavoro stimolante, pieno di responsabilità, un bellissimo ambiente (nel vero senso della parola. D’altra parte, se non lo è una compagnia di design d’interni!) e anche molto interessante da un punto di vista linguistico in quanto parlo continuamente italiano e inglese. Una nuova sfida insomma. Nel mio lavoro precedente ero anche molto ben retribuita. Mi trattavano molto bene. In questo attuale non mi lamento dato che ho tutto in regola, pensione, assistenza sanitaria privata etc. Ma qua niente è regalato e ti fanno davvero sudare ogni singolo pound!»
Ti piace veramente stare in Inghilterra? «Doveva essere un’avventura, un’esperienza di soli 3 o 4 mesi. Dopo 3 anni e mezzo sono ancora qua. Qualcosa di speciale questo posto deve pur averlo, mi dico sempre. Non so ancora cosa esattamente. I paesaggi? La multiculturalità? Quell’atmosfera inglese così tranquilla, grigia e malinconica, stile romanzo della Austen, ma allo stesso tempo anche così frenetica e colorata nella capitale? Credo che una metropoli come questa sia talmente travolgente che a volte è difficile fare un’analisi vera e propria e dare un’unica risposta. Amo la mia nuova vita qua. Mi piace il mio lavoro, ho sempre desiderato riuscire ad unire/utilizzare le mie capacità e conoscenze linguistiche con il mondo della moda/design e del lusso»
Non ti capita mai di sentirti sola? «Sono un carattere indipendente ma ho avuto la fortuna di incontrare un partner fantastico che, nonostante le notevoli diversità culturali, riesce sempre a capirmi e sostenermi ed anche grazie a lui, forse, amo questa città ancor di più. Abito in una bella casetta “vittoriana” che mi fa sentire molto “British” ( non far vivere mai un inglese in un appartamento, morirebbe!) ed ho un sacco di amici sia italiani (alcuni anche molto “casarecci”anche maceratesi, legati all’infanzia/adolescenza) che stranieri. Inoltre, avendo frequentato un master post-laurea alla University of Westminster in Traduzione e Interpretariato, mi sono integrata bene anche dal punto di vista accademico e socio-culturale»
E’ stato tutto facile allora. «No, devo ammettere che ci sono stati anche alcuni momenti critici, in cui l’idea del tipo: “Ma chi me lo fa fare” mi è balenata in testa. La metropoli vuoi o non vuoi, così come ti offre tanto divertimento e tantissima ispirazione, allo stesso modo ti indurisce, ti stressa mettendoti costantemente davanti a delle realtà cui non siamo abituati. Ma fa crescere davvero. Tirando le somme, insomma, la mia nuova vita all’estero non è poi niente male. Grazie Londra!»
Ogni quanto tempo ritorni a Macerata? «Cerco di tornare ogni 2 o 3 mesi. Dipende dal lavoro. Non appena ho dei lunghi weekend, ne approfitto sempre. Sono solo poche ore e poi la Ryanair diretta per Ancona è come prendere il treno!»
Come sono gli inglesi? In che zona di Londra abiti? «Parlando degli inglesi…beh ci sarebbe tantissimo da dire, specialmente perché uno di loro è il mio compagno e ormai credo di essere capace di cogliere le differenze tra “noi” e “loro” in ogni minimo gesto o parola! Gli inglesi in generale sono delle persone molto affidabili, leali, onesti autonomi (fin da piccoli! Altro che “mammoni’), privi di stile (è sempre carnevale qua) ma non privi di “manners”(finché sobri). Sono anche molto “uptight”- credo che non esista un termine equivalente in italiano. Insomma sono rigidi, a volte inflessibili e non conoscono sfumature. “Bianco o nero” è la loro realtà. Se si lasciassero andare almeno un quarto di come lo facciamo noi, conquisterebbero il mondo, per la seconda volta! Al momento abito ad Herne Hill Village, una zona residenziale abbastanza centrale ed inglese al Sud di Londra, che adoro per i suoi localini, mercatino domenicale in piazzetta, fruttivendolo, macellaio, panettiere, una nuova Corridonia insomma! E poi ho i colori, gli odori e i rumori della Jamaica a due passi (Brixton non è lontano) quando sono stanca della tranquillità della mia zona. Tuttavia, cerco di vivere la metropoli a pieno, non ho problemi ad andare a prendere un cocktail nella più trendy e “hipster” East London, o ad andare a trovare le mie amiche a Hampstead, prendendo un the nei posti più chic della città, o ancora ad andare nel West End a godermi i teatri e i musical che Londra offre. Non ti annoi mai. Ce n’è davvero per tutti i gusti.»
Nel futuro pensi di tornare in Italia? «Ma, chi lo sa. Forse. Non so se Macerata, Roma, Milano. Di sicuro tornerò in Italia in pensione! E il mio sogno è di vivere in una bella villa in Toscana o in Sardegna. Ma al momento mi godo l’Italia in vacanza e mi godo le Marche e casa dei miei come residenza estiva!»
Che cosa non ti piace della tua vita all’estero? «Il modo di divertirsi degli inglesi. Non sono una gran bevitrice e il loro uscire alle 2 del pomeriggio di sabato per andare al pub mi stravolge! Sono più mediterranea da questo punto di vista. E poi l’alienazione e lo stress che a Londra è inevitabile e a cui ti abitui senza volerlo e senza rendertene conto.»
Il costo della vita è alto? Come ti sei organizzata? «Purtroppo sì, parecchio alto. Specie i trasporti e i “vizi” (ahimè da fumatrice le sigarette sono inaccessibili! Sto cercando di smettere infatti!) Divido un appartamento con il mio fidanzato e quindi dividendoci anche tutte le spese ce la caviamo. Vivere da soli e’ quasi impossibile a meno che non lavori nell’alta finanza con stipendi da miliardario! A volte cerco di evitare la metro e prendo il bus (decisamente più economico), cerco di evitare di mangiare fuori a pranzo e cena tutti i giorni, magari mi organizzo a volte con il “packed lunch” o cerco, sempre di più, di cucinare! Sono diventata un’ottima cuoca in compenso!»
Una curiosità utile anche ai nostri giovani italiani. Quali tipi di lavoro si trovano con più facilità a Londra? «Dipende da molte cose. In primis dal tuo livello d’inglese. Migliore è il livello di conoscenza posseduto, maggiori sono le tue possibilità di trovare un buon lavoro. Purtroppo l’esperienza “italiana” alle spalle conta poco se il tuo livello di inglese non è alto. Oggigiorno poi, con la crisi economica attuale, la competizione è altissima. Gente qualificata emigra da tutta Europa e da tutto il mondo. Per non parlare del resto del Regno Unito. O emergi o niente e la selezione “linguistica” diventa inevitabile. Comunque lavori come cameriere e barista ce ne sono quanti ne vuoi. Già nei negozi invece sta diventando sempre più difficile, specie in quelli di lusso dove le selezioni sono spietatissime. In compenso c’e abbastanza meritocrazia , quindi se lavori sodo, qualunque cosa tu faccia, puoi anche arrivare lontano.»
Ci sono tanti italiani? Esiste un club italiano? «Londra è stracolma di italiani! Li vedi e senti ovunque. Così come è piena di ristoranti italiani anche ottimi (ed alcuni carissimi!). Sono una fan accanita della pizzeria “Franco Manca” e mi piace moltissimo anche il ristorante marchigiano “Rosso di Sera” a Covent Garden. Ma qua puoi mangiare davvero di tutto. Anzi se vado fuori a cena di sicuro non è per mangiare italiano. Adoro i ristoranti eritrei, thai e caraibico. Per chi è amante dell’indiano o come lo chiamano qua “curry” Londra è il posto adatto. E il tipico inglese Sunday roast della domenica? Delizioso. Ci dovrebbe essere una grandissima e antica comunità di italiani intorno a Fulham. Ma sinceramente non frequento nessun club, non voglio vivere all’estero circondata da soli connazionali!»
Rimpiangi qualcosa dell’Italia o delle Marche? «Home sweet home. Certo. Quell’atmosfera colorita allegra, vivace, rilassata e quell’atteggiamento spensierato che ci contraddistinguono. Inoltre, i nostri paesaggi invidiabili, dal mare alle colline alle montagne. Quando sei all’estero li apprezzi ancora di più. Delle Marche mi manca andare al mare al Conero, la vista dalla mia camera, il panino col ciauscolo quando si va a sciare a Sassotetto, le passeggiate per le viuzze del centro di Corridonia e Macerata. Lo shopping di scarpe a prezzi stracciati. Le olive all’ascolana! E i miei genitori, ovviamente loro più di tutto il resto. Non sarei dove sono e non farei quello che faccio senza il loro aiuto ed i loro suggerimenti.»
Quale è stata l’esperienza più bella o le esperienze che hai fatto da quando sei fuori ? «Il Master post-graduate che ho frequentato. Non ho mai studiato tanto in vita mia, in una lingua diversa, con tempi strettissimi e pressioni altissime. Qua non è come studiare in Italia. Il sistema scolastico è strutturato diversamente e anche quello accademico. E non sono ammessi errori. Né puoi accettare il “18 politico”. Ma alla fine la soddisfazione nell’indossare il fatidico cappello “mortar board” e nel partecipare ad una cerimonia di laurea così solenne, sentendo il tuo nome risuonare in tutto il Royal Festival Hall, con i tuoi genitori presenti e fieri di te, ripaga veramente ogni sacrificio!»
Hai qualche ricordo o episodio particolare della tua vita “fuori” che vorresti raccontare? «Il mio primo giorno a Londra da non-turista in zone non-turistiche. Quando ti senti un’aliena in terra straniera, quando entri al supermercato e ti sembra di essere entrata nella casa degli orrori, quando ti perdi mentre cammini per delle strade con case tutte uguali in una zona sconosciuta e piena di personaggi “interessanti” come Brixton Hill (dove vivevo appena arrivata). Niente era familiare, eppure ne avevo cambiate di case e città in Italia in precedenza! Oggi rido al ricordo. E dico questo perché sono semplici momenti e sensazioni negative vissute che credo che chiunque si sia trasferito all’estero abbia condiviso, ma allo stesso tempo, penso che queste possano essere parole utili per chiunque decida di andare a vivere fuori: tutto sembra strano all’inizio, l’importante è tenere sempre viva la curiosità per la novità e “never give up”(non arrendersi mai!)»
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Esther Mocchegiani top!!!
Da sempre , se succede qualcosa succede prima a Londra….
complimenti per l’intervista…ti rapisce e ti fa sognare … e allo stesso tempo ti fa capire la nostra situazione italiana per i giovani