L’esperienza umana e religiosa
di Monsignor Fratini

MACERATESI NEL MONDO - L'intervista all'Arcivescovo di Botriana Nunzio Apostolico in Spagna. Nativo di Urbisaglia, in qualità di diplomatico della Santa Sede, ha dedicato più di trent'anni al servizio della Chiesa in tutto il mondo. "Rimango sempre fiero di essere italiano e marchigiano, i Marchigiani hanno fama di buoni lavoratori"

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di Maria Cristina Pasquali

Persona dal carattere riservato e schivo, osservatore arguto con solido spessore professionale ed internazionale, Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Renzo Fratini è da più di 30 anni Diplomatico della Santa Sede. Proviene dalla provincia maceratese della quale, nonostante i suoi lunghi anni all’estero, conserva molto più di quanto forse egli stesso immagini… Nato a Urbisaglia, il 25 aprile del 1944 entra nel seminario minore di Tolentino nel 1955 e poi in quello di Macerata fino al 1964. Inviato a Roma (Seminario Romano Maggiore) nel 1964, frequenta i corsi dell’Università Lateranense (filosofia e teologia) e viene ordinato Sacerdote il 6 settembre del 1969. Dopo aver lavorato nella parrocchia di Santa Croce a Macerata viene di nuovo chiamato a Roma alla Pontificia Accademia Ecclesiastica per studiare Diritto Canonico , Storia della diplomazia, Diritto internazionale. Conseguita la laurea in Diritto Canonico e terminati i corsi dell’Accademia Ecclesiastica  inizia la sua carriera diplomatica. Monsignor Fratini  parla correntemente l’inglese, il francese, lo spagnolo ed alcune lingue di minor diffusione.

Monsignor Fratini quale è stato il suo primo incarico?

In Giappone nel 1977, un salto non indifferente, passando per il polo Nord e dopo 22 ore di volo, l’impatto con una realtà certamente non sottosviluppata, ma con tradizioni usi e costumi tanto diversi dai nostri  il che mi ha costretto subito a studiare  il paese e mettere alla prova le mie capacità di adattamento per  capire il significato della nostra presenza in quel paese. Come primo incarico si è trattato di una esperienza professionale importante anche se da segretario, una specie di banco di prova generale per la mia futura carriera. E dopo il Giappone? Gli incarichi nelle varie Nunziature durano in media 3-4 anni. Sono stato trasferito  in Nigeria dove sono rimasto due anni. Di nuovo trasferito in Etiopia nel 1979 sono rimasto nella Nunziatura di Addis Abeba per tre anni e mezzo. Di nuovo trasferito in Grecia sono stato in Atene per altri due anni e poi altri tre anni in Ecuador, a Quito fino al 1987, quando sono stato inviato a Gerusalemme dove ho vissuto il periodo della prima “Intifada” (sollevazione) palestinese. All’inizio del 1991 mi hanno trasferito  in Francia e lì sono rimasto a Parigi fino all’agosto del 1993. Dopo essere stato nominato Nunzio Apostolico , fui inviato in Pakistan, rimanendo ad Islamabad fino al settembre del 1998 . Poi fu la volta dell’Indonesia sempre come Nunzio Apostolico a Giakarta fino al febbraio del 2004, quando ho ricevuto la nomina come Nunzio in Nigeria  un paese dove il Cattolicesimo è molto vivo, in pieno sviluppo e con ottime speranze per il futuro. Da qualche anno sono in Spagna.

Quali sono state le sedi più interessanti?
Il nostro lavoro è lo stesso ovunque . Diventa più interessante dal punto di vista pastorale dove i cattolici e quindi le diocesi sono più numerose e si può quindi mantenere un buon contatto con la Chiesa locale. Invece nei paesi di religione musulmana o di altra religione il lavoro diventa più delicato poiché si tratta di far passare il dialogo interreligioso e gli obiettivi della pace nel mondo, ma rimane interessante la conoscenza di civiltà ricche ed antiche come quelle asiatiche con religioni ufficiali come  la induista , musulmana, buddista, scintoista. La vita e l’esperienza professionale  in questi paesi  hanno arricchito la mia vita intellettualmente  e spiritualmente.

mons fratini2A che serve esattamente il Corpo Diplomatico della Santa Sede?
I Nunzi Apostolici assicurano la comunicazione tra la Santa Sede e la Chiesa del paese dove sono stati inviati. Attraverso i suoi uffici diplomatici, il Vaticano mantiene  relazioni con 174 Stati, oltre quelli dell’Unione Europea. La parola “Nunzio” deriva dal latino Nuntius (messaggero). Si è mantenuto questo nome per distinguere il Nunzio dagli altri ambasciatori, in ragione dei valori spirituali cristiani che rappresenta. L’ambasciata del Vaticano viene infatti comunemente chiamata Nunziatura Apostolica. La Santa Sede ha un Corpo diplomatico, che si è rivelato utile alla missione della Chiesa. Non è facile in poche parole spiegare le ragioni ed i motivi che giustificano la validità del servizio diplomatico della Santa Sede. In breve direi però che sono più i motivi religiosi che quelli politici. Gli scopi generali sono: collegamento con le Chiese cattoliche locali (aiuti alle opere missionarie, ospedali, seminari, congregazioni religiose) e mantenimento di buone relazioni con gli Stati, in caso di contrasti…conflitti circa la libertà religiosa, come ho detto prima finalità correlate al dialogo interreligioso, sostegno della pace nel mondo ecc.  In ogni paese c’è tutta una serie di problematiche che richiederebbero una lunga trattazione.

Quale è la parte più delicata del suo lavoro?
Il lavoro delle Nunziature è molto vario , ma certamente il più delicato è quello della nomina dei Vescovi locali, trattandosi dei futuri leaders della Chiesa. Viene portato avanti con cura, raccogliendo informazioni su dei candidati vescovili, presentati dalla Conferenza Episcopale. La sintesi delle informazioni, raccolte in forma molto confidenziale sulla base di un questionario circa le qualità umane, sacerdotali e pastorali di un sacerdote, viene inviata a Roma con un Rapporto della Nunziatura per un ulteriore esame da parte della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli (per i Paesi di Missione) della Congregazione dei Vescovi per gli altri Paesi .  Infine il Santo Padre decide sulla nomina o meno di un Vescovo.

mons renzo Fratini 1Il fatto di dover cambiare sede ogni tanto cosa comporta?
Un continuo distacco dalle cose e dalle persone, la necessità di conoscere rapidamente le nuove realtà ed adattarsi in tempi brevi ai cambiamenti . La conoscenza delle lingue straniere è fondamentale. Le sedi dove sono stato inviato sono state tutte interessanti , anche se in modo diverso. Conservo un bel ricordo dei vari Paesi, delle loro culture, della loro storia, delle bellezze naturali e delle persone che ho incontrato. Mantengo purtroppo contatti solo con alcune di esse, date le difficoltà nel nostro ambiente a mantenere relazioni, quando si rimane tanto tempo lontani.

Secondo lei quale è una qualità importante per un Nunzio Apostolico?
Il servizio della Chiesa in varie parti del mondo aiuta ad aprirsi ai problemi della Chiesa Universale, apre il cuore e la mente a tante conoscenze, aiuta ad avere  uno sguardo più universale ed anche più  spirituale. Per essere Diplomatici della Santa Sede bisogna impegnarsi ad essere continuamente informati ed aggiornati sulle problematiche internazionali e  su quelle del Paese ospitante, un lavoro intellettuale notevole,  ma molto interessante. Oltre a questo occorre poi a mio avviso  anche avere una certa tendenza alla vita contemplativa, in quanto senza la preghiera non è facile riuscire ad accettare di dover ogni volta cominciare da capo ed  affrontare un certo sradicamento continuo da una Nazione all’altra ,  mantenendosi buoni sacerdoti.

Cosa le manca dell’Italia o delle Marche?
Dopo essere stato ormai più di trenta anni fuori non vivo di nostalgia, ma sono sempre fiero di essere italiano e marchigiano ( i Marchigiani hanno fama di buoni lavoratori)…Seguo le notizie attraverso la Rai International. A volte sento il desiderio di star vicino ai miei familiari che vivono  a Macerata.  Tornando per le ferie da certi Paesi in via di sviluppo, poveri come per esempio la Nigeria, tutto mi sembrava bellissimo,  organizzato  ed apprezzabile, nonostante le lamentele di tante persone. Da quando invece sono in Spagna vedo molte analogie con l’Italia specialmente per quanto riguarda la crisi nel mondo del lavoro.

Dopo tanti anni di servizio ritiene ancora valida la sua scelta?
La scelta dei sacerdoti di prestare questo servizio nelle Nunziatura dipende dai nostri Superiori a Roma. Io  ho sempre ringraziato il Signore per avermi dato l’opportunità  di servire la Chiesa  in questo modo, arricchendo la mia vita sacerdotale ed umana in maniera direi molto diversa da come avrei potuto fare, se fossi vissuto a Macerata. Vado avanti sereno, sperando di continuare ad avere una buona salute. Non mancano delle difficoltà pratiche, ma abbiamo una buona organizzazione interna e siamo ben sostenuti dalla Santa Sede per far fronte ai vari problemi concreti della vita d’ogni giorno.

 

 



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