Eleonora Francioni:
“A Londra ho trovato
il lavoro e l’amore”

MACERATESI NEL MONDO (7a puntata) - Laureata in scienze diplomatiche la giovane treiese racconta la sua nuova vita: "GIi inglesi sono più open minded ma mi manca San Lorenzo"

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Eleonora Francioni

di Maria Cristina Pasquali  

Si sa ormai che oggigiorno  moltissimi  giovani italiani  cercano lavoro all’estero. Più difficile però immaginare che Eleonora Francioni, l’intervistata di oggi, nata a Macerata, ma cresciuta vicino al famoso bosco e parco di San Lorenzo, insieme a genitori e nonni, scegliesse di partire da questa isola ecologica, da questa riserva naturale dove ha trascorso la sua infanzia e adolescenza, decisamente fuori dai clamori della città (la mamma e la zia gestiscono il famoso vecchio bar di San Lorenzo, ora catalogato “locale storico” dal Comune di Treia) per studiare Scienze Diplomatiche, trovandosi ora perfettamente a suo agio a vivere e lavorare già da qualche anno nella capitale del Regno Unito.

Raccontaci della tua infanzia ed adolescenza, Eleonora.  

Sono nata all’ospedale di Macerata ed ho vissuto la mia infanzia e la mia adolescenza in contrada San Lorenzo, comune di Treia. Vivere a San Lorenzo implica un’esperienza di vita completamente diversa dal vivere a Treia. Quando penso alla mia infanzia, a San Lorenzo mi vengono in mente le lunghe passeggiate pomeridiane nella pineta dove raccoglievo i funghi, i ciclamini e a Natale il muschio per il presepio mangiando un panino con il prosciutto per merenda. Mi ricordo di quando nevicava e mio nonno riusciva a mala pena a vedermi tra i cumuli alti della neve. E poi la mattina svegliarsi all’alba e di corsa prendere il pulmino giallo per andare a scuola e giocare con gli amici del pulmino. Ho ottimi ricordi delle scuole elementari e dei bastoncini findus della mensa. In generale sono stata molto fortunata. Dalle elementari fino alle superiori ho avuto maestre e professori molto bravi e appassionati e compagni di scuola di buona famiglia o comunque brave persone, dunque non ho vissuto situazioni drammatiche, difficili o pericolose. Ho due immagini scolpite nella memoria che mi hanno sempre divertito e che ripensandoci ora spiegano in parte la mia decisione di restare in Inghilterra: la prima è il laboratorio di scienze delle scuole medie, una stanza enorme con vetrine espositive piene di alambicchi, fossili, vecchi misurini e termometri polverosi che nessuno ha mai usato e nessuno ha mai aperto, erano lì parte dell’arredamento mentre noi utilizzavamo la stanza per creare le decorazioni natalizie e occasionalmente tiravamo un braccio allo scheletro. L’altro ricordo che mi fa sempre sorridere è il laboratorio informatico dove, dotati di un pc ogni tre alunni, ascoltavamo il professore di matematica (bravissimo) che spiegava il linguaggio Pascal.

Eleonora e Richard

Eleonora e Richard

Come mai la scelta universitaria è caduta su Scienze Diplomatiche?

Ho studiato alla facoltà di Scienze Internazionali e Diplomatiche a Forlì semplicemente perché mi interessavano le materie inserite nel programma di esami: lingue, storia e geografia. L’esperienza universitaria è stata fondamentale, difficile, l’ambiente poco divertente, ma mi ha fatto incontrare due amiche importanti nella mia vita. La preparazione offerta durante il corso triennale è stata superba, professori molto preparati, l’organizzazione universitaria molto efficiente, anche se la struttura fisica era in costruzione e avevamo aule dislocate in giro per la città.

Quali materie ti hanno appassionata di più?

Difficile dire cosa mi abbia appassionato di più. Era tutto molto interessante: sociologia, politica economica, macroeconomia, storia dell’America Latina. Ogni trimestre era come aggiungere un altra tessera a un gigantesco puzzle. Unico e grande aspetto negativo: troppa teoria e pochissima pratica. Ma l’Italia si sa è così.

Quando hai incominciato ad andare all’estero?

Ho iniziato ad andare all’estero all’università. La mia prima esperienza è stata a un corso di cooperazione allo sviluppo a Bruxelles di 2 settimane, poi ho fatto un tirocinio di 3 mesi all’ambasciata di Belgrado e infine, con il progetto Leonardo sono venuta in Inghilterra per fare un tirocinio in un’azienda di e-commerce.

eleon10Come sei riuscita a trovare il primo lavoro?

Il primo lavoro in Inghilterra lo trovai grazie al progetto Leonardo finanziato dall’Unione Europea. In sostanza mi proposi a diverse aziende inglesi per un tirocinio gratis per 5 mesi (l’UE mi avrebbe pagato)  finché una di queste accettò. A conclusione del tirocinio mi offrirono un posto di lavoro ed accettai. Successivamente vinsi un tirocinio all’Autorità Garante della Concorrenza a Roma, inizialmente decisi di accettare ma dopo 2 settimane trascorse a correggere dei file excel per 300€ al mese, decisi di ritornare in Inghilterra al vecchio lavoro e fortunatamente mi ripresero.

In che cosa consiste esattamente il tuo lavoro attuale?

Al momento lavoro come sales manager mid market Italy per un’azienda di marketing online e sono soddisfatta delle mie scelte e di quanto ho ottenuto, ho un buon lavoro in un’ottima azienda, dove ti pagano e ti giudicano per quello che fai, anzi a volte l’ambiente è fin troppo competitivo. Tuttavia il mio lavoro non è affatto correlato con quanto ho studiato e sinceramente non sono particolarmente appassionata di marketing, internet, e-commerce. Il mio senso pratico dunque ha avuto la meglio sulle mie “vaghe aspirazioni” e sinceramente sono convinta che se anche fossi rimasta a Roma a fare il tirocinio avrei perso un altro anno a far finta di lavorare e imparare qualcosa.

Cosa ti manca dell’Italia?

Dell’Italia mi mancano: la mia famiglia, i miei amici, San Lorenzo, il cibo, il mare, l’aperitivo, i grandi pranzi con i nonni, la consapevolezza di appartenere pienamente al contesto culturale circostante. Lì sono le mie radici.

eleonora 9Invece come è la vita in Gran Bretagna?

La vita in Inghilterra è semplice: puoi raggiungere qualsiasi località in treno, al massimo hai un ritardo di 10 minuti, puoi aprire e chiudere un conto corrente o un fondo risparmio in un click, puoi permetterti di cambiare lavoro e guadagnare di più. Tutti (o quasi) rispettano le regole. In generale gli Inglesi sono più “open minded” e quindi sono più liberi mentalmente.

Dove vedi  il tuo futuro?

Il mio futuro lo vedo con Richard. Conviviamo insieme e lui sta cercando di imparare l’italiano. Da una parte vorrei ritornare in Italia per essere vicina alla mia famiglia, ma non so se riusciremmo a trovare un lavoro altrettanto gratificante per entrambi e se saremmo in grado di  riadattarci allo stile di vita italiano. Dunque per ora ci torno solo in vacanza. Mi piace di più lo stile di vita inglese, credo sia più vicino al mio modo di essere, come dicevo prima è tutto molto semplice e prevedibile. Se sei bravo ti premiano altrimenti non hanno mezze misure, rispettano le regole, sono liberi da cliché, non sono bigotti.

 

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