di Maria Cristina Pasquali
“Non vi è alcun confine fra noi e le cose più vicine così come la distanza non è sufficiente a separarci dalle cose più lontane e care. Ogni cosa, dalla più bassa alla più sublime, dalla più piccola alla più grande, esiste dentro il tuo essere, senza differenze. La goccia d’acqua contiene e tutti i segreti dell’oceano” (K. Gibran).
Nata a Sarnano Alessandra Marietti, classe 1974, ci ha inviato da Mosca, dove vive, la frase dello scrittore libanese Khalil Gibran che ci è parsa una chiave di lettura della sua storia. Una storia che rispecchia, più delle altre interviste precedentemente pubblicate, un percorso interiore ed un indubbio spessore di profondità. Pertanto l’aspetto saliente del suo racconto è che sembra prendere forma ancora di più, da una evoluzione intima. E’ caratteristica maggiormente femminile quella di essere più attente ai bisogni dell’anima. E la forza d’animo deve essere coltivata ancora di più quando da sole dobbiamo affrontare il mondo e trovare la forza di “farcela”. Per Alessandra era sicuramente un traguardo. Complimenti Alessandra!
«Dopo essere nata a Sarnano e aver vissuto 2 anni a Muccia ci siamo trasferiti a Macerata dove ho completato gli studi frequentando il liceo scientifico Galileo Galilei , sezione sperimentale con doppia lingua inglese e francese, laureandomi poi in Lingue e letterature straniere moderne con tesi in Lingua e Letteratura Anglo-Americana».
L’idea di espatriare è stata una scelta di vita oppure te ne sei andata per avere un lavoro ed una posizione più gratificanti? «Sono un’espatriata dal 19 febbraio 2011, quando è iniziata la mia nuova vita a Mosca. Se penso alla mia vita precedente, mi vedo come un baco all’interno della sua crisalide in attesa della metamorfosi… si esattamente così. Se guardo indietro, ho davvero subito tante trasformazioni. Ero una bambina timida che aveva paura o meglio vergogna di andare a comprare un gelato al balneare. Pertanto tutta la mia vita riflette un mio percorso interiore».
E quando è cominciato a cambiare qualcosa dentro di te? «Dopo le prime esperienze all’estero, il viaggio negli States dopo la maturità, il soggiorno a Londra l’estate successiva e la sensazione di scoperta, che mi ha poi sempre accompagnato ogni qual volta sono partita. Mi ha agevolato l’amore per la lingua inglese ed il mio iniziale sogno di diventarne insegnante, la vita universitaria. Dopo tante serate passate al Tartaruga ed al Green ad un certo punto ho finalmente realizzato che stavo perdendo tempo, che lo stavo investendo in cose che non mi realizzavano e che bisogna vivere ogni momento dando sempre il massimo ed avendo bene in mente dove vogliamo arrivare, quali sono gli obbiettivi che vogliamo raggiungere. Se non sappiamo dove stiamo andando diventa veramente difficile trovare la nostra strada. Anche la mia tesi di laurea parlava del tema del viaggio che pian piano stava diventando una mia dimensione interiore».
Cosa è successo dopo la laurea? «Ho iniziato a lavorare in Fornarina prima come backoffice, poi come customer service per le aree di Est Europa, Middle East e Scandinavia. Ho sempre avuto la passione per la moda e ne sono entrata a far parte a piccoli passi, fino ad avere la possibilità di essere a contatto con clienti internazionali e di seguire la vendita per alcuni nello showroom di Milano, tutti piccoli traguardi che mi hanno portato ad arrivare dove sono ora».
Di cosa ti occupi esattamente a Mosca? «Ora sono responsabile commerciale dello showroom Euromondo di Mosca, che da anni si occupa di distribuzione di “brand” italiani nell’area “denim e casual wear” per i territori di Russia, Ucraina e paesi Baltici. Se sono qui in questo momento lo devo principalmente ad un viaggio che mi ha cambiato la vita, alla mia famiglia che mi ha sempre sostenuto in tutte le mie scelte, seppur difficili ed al mio titolare, che ha creduto in me e mi ha dato fiducia. Lui è stato sempre una persona particolarmente esigente e che pretende sempre il massimo sia da se stesso che dalle persone che gli sono vicine. Si è guadagnato tutto quello che ha costruito con la fatica ed il duro lavoro, mi ha insegnato a non arrendermi mai e che una volta raggiunto un risultato, ce n’è sempre uno migliore a cui si può aspirare».
E come è maturata questa scelta? «A giugno 2010 sono andata a trovare una mia carissima amica che vive a Beirut e mentre passeggiavo per Gemmayze e chiedevo informazioni ai libanesi, che parlano correntemente tre lingue (Arabo, inglese e francese), mi sentivo viva, entusiasta. Ho sentito il calore dell’ospitalità, la gioia di scoprire posti nuovi, l’incontro con persone speciali… è come se mi fossi svegliata da un lungo torpore e stranamente nonostante fossi lontana da quella che era abitualmente la mia casa e il mio ambiente è come se lì mi fossi trovata completamente a mio agio, come se ci fossi sempre stata. Quando sono tornata alla mia vita marchigiana, mi sentivo impaziente, si era svegliato qualcosa dentro di me che non era piú possibile mettere a tacere».
Immagino che Mosca sia molto diversa da Beirut. Sei riuscita ad adattarti facilmente alla vita in questa grande capitale? «Adesso la parte piú difficile dell’adattamento alla mia vita russa è sicuramente passata, ma all’inizio è stata dura. Poche persone parlano inglese e quando sono arrivata anche le indicazioni all’interno della metro erano tutte in cirillico. Solo dall’estate scorsa hanno messo la traslitterazione in alfabeto latino sia nella metro che nelle vie centrali. La barriera linguistica è sicuramente stata uno degli aspetti più difficili da superare, poi il clima ed il carattere un pò chiuso dei russi. Io sono una compagnona allegra ed a volte è difficile stare con persone che sorridono raramente».
Sembra però che queste difficoltà, che del resto erano in gran parte prevedibili non ti abbiano scoraggiato. «Ognuno di noi , nella vita ha delle opportunità, sta a noi decidere cosa farne. Del resto ormai era scattato qualcosa dentro di me che non mi avrebbe più fermata. Quando mi è arrivata la proposta di venire a Mosca, ho pensato che guardandomi indietro, avrei preferito avere rimorsi piuttosto che rimpianti. La mia Macerata, le mie colline, sono sempre lì che mi aspettano e posso tornarci. Mosca era un’opportunità da cogliere e che poteva non ripetersi ed ad oggi sono molto contenta di aver fatto questa scelta sia per il mio percorso professionale che per quello personale. Mi sento totalmente diversa da prima, un’altra persona».
La Russia ha fama di essere un ottimo mercato per il “ made in Italy” all ‘estero . E’ vero? E’ vero che ci sono molti Russi ricchi? «In genere è vero che i russi amano il made in Italy ma come in tutti i paesi la popolazione si suddivide in fasce di reddito e quella con reddito più alto, preferisce i prodotti di lusso del “made in Italy”. Vista l’attuale situazione economica, la fascia che sta soffrendo di più è quella media, la svalutazione del rublo sta rendendo la situazione economica piuttosto incerta. Inoltre dopo anni di crescita nella domanda di acquisto nel settore dell’abbigliamento, il trend si è invertito».
Entrando ancor più nei dettagli… in che circostanze ti sei sentita veramente in difficoltà? «Vivere a Mosca non è semplice sia per un fattore climatico che per le distanze enormi. All’inizio è come se l’avessi odiata, per tutti problemi incontrati. Ricordo i tragitti a piedi in mezzo alla neve per raggiungere l’ufficio con -20, il tram fuori uso per un incidente stradale. Per fortuna da giugno scorso ci siamo trasferiti con lo showroom in un fashion district ed ho un appartamento in cui abito da sola a 10 minuti a piedi dall’ufficio, vicino alla metro. La mia vita è decisamente cambiata. La metro è indispensabile a Mosca! Ho deciso di non guidare in questa città perchè il traffico è allucinante ed i russi al volante sono spericolati a dir poco! Una bella differenza tra Macerata che conta circa 45000 abitanti ed i 12 milioni ufficiali e 17 ufficiosi di Mosca. Inoltre Mosca pochi lo immaginano, ma è una delle città più care al mondo».
E dal punto di vista culturale come è la città? «Da questo punto di vista Mosca non ha nulla da invidiare a Londra o Parigi: teatro, balletto, opera, mostre interessantissime. È una città che vive 24 ore al giorno, come tutte le grandi metropoli ed è questo che mi piace, nonostante il freddo ed il grigiore, ha una vitalità tutta sua».
Sei riuscita a fare delle amicizie? «In genere i russi non sono molto aperti, hanno un carattere piuttosto riservato. Ho legato di piú con alcuni italiani che sono qui come me per lavoro, in particolare ho la mia famiglia “adottiva” qui. Ho fatto amicizia con una signora italiana che ha seguito il marito che lavora in Nestlè e da circa 20 anni fanno la vita da espatriati ed hanno 3 fantastici bambini adottivi ed è come avere trovato una sorella maggiore. Da quando sono lontana ho imparato anche a scegliere le persone che voglio vicino. Quando si vive sempre nello stesso contesto, a volte si puó far confusione nel comprendere l’amico, il conoscente o il compagno di merende. Quando si è lontani si ha una percezione piú reale dei legami significativi. I primi tempi a Mosca è stato anche difficile combattere e vincere la solitudine, ma grazie a skype, whatsapp, viber e tutti i mezzi che è possibile avere oggi, posso essere sempre in contatto con i miei genitori o gli amici più cari, che pure vivono all’estero. Da sempre sono legatissima alla mia super mamma Serenella ed a mia sorella, ma gli amici veri sono realmente pochi e quando torno mi piace dedicare del tempo solo alle persone veramente importanti, non più a tutti come prima».
Viaggi anche per lavoro? «Di base lavoro nello showroom di Mosca. Le mie trasferte in Italia sono per partecipare alle presentazioni delle collezioni o alle fiere di settore come Firenze per il Pitti, poi Berlino per il Bread & Butter.Il weekend scorso sono stata a Tallinn in Estonia per l’apertura di un negozio di un nostro “partner franchisee”. Dell’Estonia ho visitato al momento solamente Tallinn e l’ho trovata una cittadina quasi da fiaba, veramente graziosa, specialmente l’old town. A livello economico i paesi Baltici sono molto interessanti, hanno una posizione strategica a confine con la penisola Scandinava e la Russia e sono in via di sviluppo, mi riferisco alle città principali quindi oltre a Tallinn, Riga, Vilnius, Klaipeda e Jurmala, quest’ultima per un fattore turistico. Abbiamo aperto il 5 aprile un negozio “GAS” con un partner franchisee a Tallinn il weekend scorso e contiamo la prossima stagione di continuare l’espansione su Riga e Vilnius».
Quali sono i tuoi progetti per il futuro? «Non ho ancora fatto piani per il futuro. Per il momento sento che ho ancora tanto da prendere da questa esperienza sia a livello linguistico, (perché spero di poter parlare presto fluidamente in russo, sono ancora ad un livello elementare) sia dal punto di vista lavorativo. Il mercato russo è un mercato che (a parte l’attuale difficile situazione economica) ha tanto da dare e c’è ancora tanto da fare e scoprire. Macerata è sempre nel mio cuore ed è sempre bello tornare nella mia “isola” felice e dalla mia famiglia, ma per ora non è nei miei programmi rientrare nel borgo natio. Certo ogni tanto mi mancano i colori dell’Italia, il clima, il calore della gente, i sorrisi ed ovviamente il cibo. Se penso ad un luogo del cuore mi vengono in mente le verdi e ridenti colline dell’entroterra marchigiano, ma sono molto legata anche a Civitanova dove ho trascorso diversi anni per lavoro. Torno comunque ogni due o tre mesi abitualmente. Il periodo della campagna vendite sono sempre fissa qui a Mosca».
Esiste un club italiano a Mosca? «Mosca vanta una discreta comunità d’italiani. Ci sono diversi ristoranti italiani, anche con chef piuttosto bravi in cui si mangia benissimo, ma non a buon mercato. Ci sono diversi associazioni per gli italiani che risiedono qua e che organizzano cene ed incontri».
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Fantastica Ale!!!!
Grande la nostra piccola Ale :-*
Questi ragazzi ci stanno dando grandi lezioni di vita, tutti, dal primo all’ultimo. Mostrano coraggio, entusiasmo, fiducia in se stessi, voglia di fare, un esempio per giovani e adulti.
io vorrei fare un complimento anche alla giornalista che con perseveranza ci racconta tutti questi spaccati di vita senza , forse , rendersi conto che questa “fotografia” della realta lavorativa dei nostri giovani non è solo un modo per “viaggiare e conoscere il globo terrestre bensi ”riflette anche la realtà drammatica della disoccupazione che attanaglia anche il nostro territorio e a cui per fortuna molti giovani
cercano di reagire andando all ‘estero . Perché ad esempio non consegniamo al nostro consiglio comunale e provinciale queste belle statistiche che riflettono l inerzia quasi totale per non dire l ‘assenza delle istituzioni di fronte a questa emergenza?
Grazie Vale e Franci! Ringrazio tutti e soprattutto Maria Cristina Pasquali per il bell’articolo, a cui faccio l’unico piccolo appunto che io e Marina Marietti non siamo gemelle anche se ci assomigliamo tantissimo.
Per il discorso della disoccupazione giovanile sono d’accordo sia un problema attualissimo e che si debba fare qualcosa in merito, ma il mio percorso professionale all’estero non nasce dalla mancanza di lavoro nelle Marche. La mia è stata una scelta di vita, quando ho deciso di venire a Mosca avevo un contratto a tempo indeterminato in Fornari Spa da piú di conque anni.
Te serve un operaio?:)